interessante discussione...
Credo che sia necessario però approfondire alcuni aspetti che sono rimasti sullo sfondo: non possiamo negare che nelle nostre attività di gioco effettuiamo simulazioni della guerra, non si può negare che molti le mimetiche non le indossano perche utili nel gioco e le usano in luoghi pubblici, non si può negare che alle varie fiere gli stand delle associazioni sembrano una pubblicità per fare i contractor, con mimetiche e richiami forti e per ultimo non si può negare che a molti non piaccia ciò che rappresentiamo nel nostro gioco.
L'intervista è in molte sue parti imprecisa e le finalità sono chiare, però forse si potrebbe iniziare a pensare che la nostra immagine non è poi il massimo, principalmente per colpa nostra.
Io vivo in una provincia dove le disgrazie della guerra sono ancora molto sentite e facciamo fatica a farci accettare: lo capiamo e rispettiamo chi la pensa diversamente.
Il nostro mondo deve cambiare e dobbiamo cambiare per primi noi, poichè non possiamo pretendere che gli altri capiscano.
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