Io la vedo così: normalmente dove giochiamo è "zona altrui" ovvero a circa 30 km da casa mia. Ho sempre pensato che per andare in casa altrui si debbano usare le buone maniere. Recentemente, nel campo che abbamo da circa 9 anni, ci siamo trovati della gente che preparava un pranzo nella struttura permanente della sagra del paese. Li ho visti contrariati e sono andato a parlare con il presidente della associazione che gestisce sagra e campo da calcio e mi hanno detto che facevano un pranzo sociale e temevano che noi potessimo turbare la serenità dei loro soci.
Ovviamente era una cazzata perchè noi teniamo sempre un basso profilo e dialoghiamo sempre con gli autoctoni, fungaioli e cacciatori. Ciònonostante abbiamo deciso di giocare nel nostro campo numero 2 a circa 5km di distanza.
Naturalmente io avevo il pieno diritto di fare la giocata nel campo regolarmente autorizzato ( e di prorpietà di un mio caro amico) ma ho pensato che non ci sarebbe costato molto accontentare quelle anziane persone.
Il risultato è stato un rapporto ancora migliore con gli autoctoni che ci hanno più volte ringraziato.
Quello che voglio dire è che negli ultimi 10 anni abbiamo fatto enormi passi avanti nelle relazioni pubbliche...se, occasionalmente, dobbiamo concedere qualche cosa alla altrui sensibilità, non solo non ne patiremo ma, anzi, faremo progressi nei rapporti umani con chi ci consoce poco o niente.