grazie Calcifer, troppo bbbuono!
sarebbe interessante approfondire sul come si presenta il softair quando non se ne può far a meno; dalle spiegazioni che si danno all'aspirante neofita al sindaco al quale si espone il nostro gioco.
Parlo della mia esperienza con il comune di chivasso che tanto ci ha dato: quando andai da assessori e affini non ho mai fatto mistero su uso di mimetiche, repliche superfedeli, di gioco di tattica etc, sinceramente ho esposto il problema del voluto basso profilo per non infastidire nessuno (problema immediatamente recepito fortunatamente) o provocare turbativa pubblica alla visione di un gruppo armato fino ai denti a spasso per i boschi, questo per far intender che necessitavamo di un posticino tranquillo in cui "fare la guerra in santa pace". A queste testuali parole, accolte con il sorriso, abbiamo ottenuto un campo urbano recintato
, con apprezzamento per correttezza e schiettezza.
Ecco, come vi ponete voi in questi casi?
Io non ho paura di dire che faccio simulazione di guerra e che uso un gergo e tecnica militare (senza velleità di esserne maestro o di voler apparire all'esterno del campo come un vero soldato).
In questo vedo l'orgoglio del softgunner, esponendomi come si conviene e quando richiesto.
diverse volte giornalisti locali ci hanno chiesto se fossimo interessati ad un articolo riguardante il nostro gioco, ma francamente di apparire sul settimanale locale con titoli già conosciuti quali "guerrieri per gioco" o "soldati alla domenica" mi pare una presa in giro, per chi legge ma sopratutto per noi.
Apparire sul giornale per narcisismo è quanto di più deleterio si possa fare.