Grazie a tutti z x le dritte, consigli ecc. Facciamo una riunione e decideremo il da farsi!
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Grazie a tutti z x le dritte, consigli ecc. Facciamo una riunione e decideremo il da farsi!
Si,se volete fare una società privata si può fare e forse è anche la soluzione "eticamente" più corretta,ma poi renditi conto che dovrete fare dichiarazione dei redditi,pagare le tasse,IVA etc etc.
Però a questo punto fatevi due conti se il gioco vale la cendela.
Per quanto riguarda il tesseramento che dicevi,se lo fai in ambito ASD ti diventerebbero tutti soci,quindi con pari diritti a tutti gli altri associati.
E' molto probabile che, trattandosi di una ASD, il tuo club abbia un Codice Fiscale piuttosto che una partita IVA.
Ma, a prescindere da questo dettaglio, posso riportare la mia esperienza premettendo che su ben tre commercialisti consultati - dei quali, uno, "specializzato" nel trattare associazioni senza fini di lucro... - ho avuto tre pareri diversi sullo stesso argomento.
Io sono capogruppo/rappresentante del Gruppo Alpini del mio paese. Il gruppo si occupa di organizzare e gestire la sagra patronale. Il gruppo è dotato di Codice Fiscale (non di Partita Iva).
In occasione della prima festa di cui mi sono occupato, sentita l'Agenzia delle Entrate, in fase di predisposizione dei registratori di cassa presi a nolo, ci sono state fatte fare le stesse incombenze che normalmente fanno quelli che hanno attività commerciali normali. Alla fine dell'anno fiscale, abbiamo fatto cià che normalmente fa chiunque abbia una attività commerciale: dichiarazione Iva, dichiarazione dei redditi, etc. etc. .
Anno successivo, stessa trafila, solo che stavolta l'Agenzia delle Entrate fa sapere che essendo il Gruppo Alpini una associazione senza fini di lucro, nonostante l'attività svolta sia (lo dico io per primo...) una attività a tutti gli effetti "lucrativa", NON si è tenuti alle incombenze di cui sopra tanto che ci fanno "defiscalizzare" i registratori di cassa.
Alla fine dell'anno, abbiamo fatto - sempre seguendo le nuove istruzioni ricevute dalla Agenzia delle Entrate - il normale rendiconto che qualsiasi associazione senza fini di lucro deve fare.
Quale delle due "versioni" è quella corretta? Bene, come detto sopra, sentiti tre diversi commercialisti, ricevute tre pareri diversi ma, l'unico punto su cui mi hanno dato risposte quasi (ripeto, quasi...) coincidenti è sulla motivazione dell'attività svolta: autofinanziamento per la realizzazione degli scopi dell'associazione (nel nostro caso, peraltro, giustificato dai futuri festeggiamenti del 50° di fondazione).
Quindi, senza entrare nel merito di certe considerazioni - che comunque sono importanti specie per quanto riguarda i rischi connessi ad una attività di servizio svolta nei confronti di terzi che possono rivelarsi insidiosi per chi la organizza o gestisce - qualsiasi associazione può fare attività finalizzate all'autofinanziamento.
Ma i bordelli e le palestre che risultano ASD? Non è vero che io posso fare pagare per fare attività nella mia ASD basta che l'introito non venga reinvestito nell'ASD stessa?
Una ASD bordello sinceramente non l'ho mai sentita, ma suppongo che anche quella possa rientrare in una sorta di attività sportiva :D!!Quote:
Ma i bordelli e le palestre che risultano ASD? Non è vero che io posso fare pagare per fare attività nella mia ASD basta che l'introito non venga reinvestito nell'ASD stessa?
Per le ASD palestre ci sono sostanziali differenze, non è detto che una ASD non possa stipendiare i suoi collaboratori, che per legge possono percepire massimo 7500€ annui, questo è possibile solo se entrano nei regimi posti dalla 398/91 , quindi solo se hanno partita iva. I problemi sostanziali di queste ASD sono:
-Sono molte volte a gestione familiare , quindi non c'è una vera e propria democraticità.
-Per quanto detto sopra, le assemblee vengono fatte di nascosto ai soci con firme fittizzie.
-Hanno tariffe di iscrizione differenti a seconda delle ore di palestra.
- Guarda caso non c'è mai un fondo cassa comune.
Insomma sono i soliti furbi, che vogliono gestire una società lucrativa, ma che non vogliono pagare l'iva.
Quote:
Io sono capogruppo/rappresentante del Gruppo Alpini del mio paese. Il gruppo si occupa di organizzare e gestire la sagra patronale. Il gruppo è dotato di Codice Fiscale (non di Partita Iva).
In occasione della prima festa di cui mi sono occupato, sentita l'Agenzia delle Entrate, in fase di predisposizione dei registratori di cassa presi a nolo, ci sono state fatte fare le stesse incombenze che normalmente fanno quelli che hanno attività commerciali normali. Alla fine dell'anno fiscale, abbiamo fatto cià che normalmente fa chiunque abbia una attività commerciale: dichiarazione Iva, dichiarazione dei redditi, etc. etc. .
Anno successivo, stessa trafila, solo che stavolta l'Agenzia delle Entrate fa sapere che essendo il Gruppo Alpini una associazione senza fini di lucro, nonostante l'attività svolta sia (lo dico io per primo...) una attività a tutti gli effetti "lucrativa", NON si è tenuti alle incombenze di cui sopra tanto che ci fanno "defiscalizzare" i registratori di cassa.
Alla fine dell'anno, abbiamo fatto - sempre seguendo le nuove istruzioni ricevute dalla Agenzia delle Entrate - il normale rendiconto che qualsiasi associazione senza fini di lucro deve fare.
Quale delle due "versioni" è quella corretta? Bene, come detto sopra, sentiti tre diversi commercialisti, ricevute tre pareri diversi ma, l'unico punto su cui mi hanno dato risposte quasi (ripeto, quasi...) coincidenti è sulla motivazione dell'attività svolta: autofinanziamento per la realizzazione degli scopi dell'associazione (nel nostro caso, peraltro, giustificato dai futuri festeggiamenti del 50° di fondazione).
Direi che l'articolo di tuo interesse è l'articolo 143 tuir, comma 3, lettera a) e b)
Non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali:
a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente*, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione;
b) i contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato di attivita' aventi finalita' sociali esercitate in conformita' ai fini istituzionali degli enti stessi.
* Per "occasionalmente" una successiva sentenza della corte di cassazione ha specificato che fino a un massimo di DUE volte l'anno può essere considerato occasionalmente.
B:V
Ciao Eta :),
dopo aver fatto l'atto costitutivo e le varie incombenze (bolli, versamenti ecc.ecc.), bisogna recarsi presso l'agenzia delle entrare e registrare la società, li hai la possibilità di optare per il codice fiscale, o la partita IVA.
Noi abbiamo scelto la partita IVA, proprio per aver la possibilità, la dove fosse necessario, di emettere regolare fattura. Cosa che con il codice fiscale diventerebbe più complessa.
Okkio perchè ti stai in oltrando in un campo minato.
Innanzitutto se hai fatto dichiarazione iva (senza P.IVA?) dichiarando lucro rischi che un domani un qualsiasi passero dell'Agenzia vi riprenda tutta la vs. posizione in quanto associazione senza scopo di lucro come da statuto con il rischio che vi accusi di elusione o evasione.
Quanto all'autofinanziamento andiamoci piano, un conto è formalizzare un progetto, che sò acquisto autoambulanza, assistenza malati, un altro è raccogliere fondi (come? noleggiando attrezzatura o campo ahinoi!) e utilizzarli a propria discrezione
Si rischia assai assai. Cercati un commercialista serio
Data la delicatezza della situazione - non è una ASD che gioca a soft air che presiedo...- mi sono appoggiato a un commercialista "serio", ma comunque dopo averne consultati altri due. Sono giunto alla conclusione che i commercialisti "seri" non ne esistono.
E' stata la Agenzia delle Entrate, alla fine, a dirci cosa fare. E per me - nonostante abbia io nutra modesta fiducia per le persone che ci lavorano in generale - il parere ricevuto dalla Agenzia è bastato e su quella linea di condotta proseguirò con le prossime attività.
In ogni caso, non ho postato la mia esperienza per ottenere pareri (che sono interessanti, senza dubbio) ma per fare capire che ciò che diamo per scontato, non lo è neppure per chi ci impartisce le regole da rispettare.