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Stalingrado
Autore Beevor Antony
"Quelli di noi che hanno visto il cielo scuro di Stalingrado in quei giorni non lo dimenticheranno mai. Minaccioso e severo, ecco cos'era, con fiamme purpuree che lo lambivano."
Beevor, nella stesura di questo imponente testo, ha usufruito anche di molto materiale inedito proveniente dagli archivi russi e tedeschi e quindi, pur nella buona conoscenza che si ha di questa storica e leggendaria battaglia, ha saputo dare informazioni nuove e narrare interessanti episodi, finora trascurati, che danno particolare vivacità al volume.
Il libro si apre sui momenti immediatamente precedenti l'attacco russo e sulla situazione, anche psicologica, che caratterizza i rapporti tra Germania e Unione Sovietica.
Stalin viveva nel timore costante di provocare Hitler, per cui aveva invitato i suoi generali a "non cadere nelle provocazioni tedesche", ma la volontà aggressiva tedesca si esprime nell'accusa di von Ribbentrop contro l'Unione Sovietica di compiere molti atti di ostilità, tra cui la "violazione militare del territorio tedesco". Così viene annunciato, a invasione iniziata, l'attacco. La risposta di Dekanozov, ambasciatore sovietico a Berlino, a von Ribbentrop è davvero premonitrice: "Rimpiangerà questo attacco insultante, provocatorio e assolutamente proditorio all'Unione Sovietica. La pagherete cara!". La dichiarazione di guerra, consegnata a Molotov due ore dopo il primo attacco, non viene immediatamente comunicata a Mosca dalla radio, né la popolazione è informata, anche dopo le prime clamorose sconfitte, della situazione reale, dovuta in buona parte alle pessime difese approntate sui confini. Tutto ciò, unito all'opinione di Hitler che l'Unione Sovietica fosse una "impalcatura marcia" destinata a crollare fa sì che "l'operazione Barbarossa", questo è il nome della Campagna di Russia tedesca, apparisse davvero facile e rapida. Ma errore fondamentale dei generali tedeschi era stato l'aver sottovalutato Ivan, come dice Beevor, cioè il soldato semplice sovietico, la cui resistenza si dimostrò davvero eroica e invincibile.
Va tenuto anche conto che le truppe tedesche in Russia erano nel più completo scompiglio morale in quanto le promesse di una rapida e vittoriosa passeggiata in Unione Sovietica si stavano dimostrando false. Morte, freddo, paura diventano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, insopportabili, quotidiane compagnie.
Dopo la straordinaria impresa che aveva visto la caduta dell'armata tedesca, il morale sovietico era alle stelle e, in seguito alla "dura lezione di storia" che sapevano aver impartito ai nazisti, gli esiti della guerra sembravano ormai decisi. In effetti quella carneficina, quell'orrore, ma anche quell'indomabile coraggio furono determinanti per l'esito della Seconda Guerra Mondiale.