c'era ancora questo nel blog del nostro diffidente amico!!!
probabilmente qualcuno lo aveva già letto, io lo riporto qui su sam così lo possono leggere tutti.
oh, ma dico, adesso dobbiamo essere considerati alla stregua di una setta segreta?
probabilmente tutto ciò che è diverso da alessandro gilioli merita un articolo di denuncia![]()
inviato il 15 giugno 2006 alle 10:55
il senso del softgunner per il fuori
la prima volta che ne ho avuta la percezione è stata quando, vent'anni fa, feci un servizio sulla setta di scientology. lavoravo, allora, alla ''domenica del corriere'', avevo 24 anni. e notai subito come dentro quella comunità - i dianetici - si guardasse con estrema diffidenza verso il "fuori", e come venisse considerata assai minacciosa ogni inchiesta giornalistica verso la loro identità di setta.
allora non esisteva internet, quindi le minacce e gli improperi arrivavano per lettera cartacea. qualche vaffa anonimo al telefono, un tizio che per insultarmi mi ha aspettato davanti alla redazione dalle 8 del mattino, poveretto, io sono arrivato alle 10 e mezza e lui era ancora lì sotto il sole opaco di via scarsellini.
poi la percezione è diventata qualcosa di più mano a mano che - facendo questo mestiere - mi imbattevo in altre comunità più o meno coese al loro interno ma sempre ostili a un fuori vissuto come minaccia. i pescatori di pesce siluro del po (la prima querela della mia vita: avevo scritto che il pesce siluro non era granché da mangiare e mi denunciò un tizio che li commerciava), i seguaci della madonna di medjugorie, via via fino agli ufologi, i ciellini, i vegani, gli ultras juventini, i buddhisti theravada e buoni ultimi gli appassionati di soft air.
nel frattempo - grazie a max weber, braudel e un po' anche al "nostro" rifkin - ho vagamente capito come il progressivo squagliamento delle classi sociali, delle ideologie politiche e delle grandi fedi religiose produca questi nuovi strumenti di identità collettiva: gruppi che si ritrovano attorno a qualcosa (un passatempo, un marchio, una merce, un'azienda, una squadra di calcio, una community purchessia). con meccanismi di reazione quasi pavloviani che scattano sempre - uguali tra loro - nei gruppi più diversi. come la sindrome di accerchiamento, cioè la convinzione in buona fede che vi sia sempre "dietro" una manovra e un manovratore, un "potere forte che ci attacca". le lettere anonime sono diventate mail, sempre anonime, ma il meccanismo di autodifesa dei gruppi chiusi è lo stesso.
chissà se anche un piccolo blog senza censure (tra tanti piccoli o grandi blog senza censure) puo' servire a indebolire la membrana dellle comunità chiuse, a lasciare che il dentro e il fuori si contaminino sempre di più, se necessario anche con gli insulti, perche' comunque perfino l'insulto e' meglio dell'assenza di relazione.
lo spero, anche perche' questo, secondo me, è un po' il senso della società aperta.
ps: sui contenuti della questione soft air ho invece già risposto sotto e, come ho detto, de hoc satis.