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Discussione: Scaricabatteria artigianale

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  1. #1
    Spina L'avatar di G.Puffo
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    Lupi Val Seriana
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    Quote Originariamente inviata da shark86 Visualizza il messaggio
    io per 3 anni ho usato questo (progettato da solo 8) ) ho speso 3 euro in totale e non è vero che le celle vanno scaricate al massimo a 0,7v per cella, quella è la condizione di sicurezza "massima", vanno anche bene 0,1v per cella come in questo caso, basta che eviti di arrivare a 0v esatti e il problema non si pone! poi se non ti fidi basta che metti altri diodi in serie e la tensione di scarica si alza (per esempio con 2 diodi diventa 0,7+0,7=1,4v totali). ecco lo schema semplicissimo:



    le resistenze sono da 6,8 ohm 5w e il diodo è un 1n4007 ma vanno bene tutti quelli della serie 1n4000 tipo 1n4000, 1n4001, 1n4002, ecc
    se lo realizzi, occhio, che dopo 5 minuti le resistenze ti ustionano! non le toccare e possibilmente non metterle su cose tipo legno o carta!

    ps: scusate il disegno orrendo fatto con paint
    volevo farmi questo... ma al posto del diodo... posso mettermi un led? se si devo sceglierne uno specifico?
    se mettessi un led dopo ogni resistenza? vedrei calare intensità piano piano dal primo? cioè... mi si spegnerebbe prima il primo, poi il secondo e infine l'ultimo per segnarmi la conclusione dell'"operato"?
    grazie attendo info!

  2. #2
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    Quote Originariamente inviata da shark86 Visualizza il messaggio
    io per 3 anni ho usato questo (progettato da solo 8) ) ho speso 3 euro in totale e non è vero che le celle vanno scaricate al massimo a 0,7v per cella, quella è la condizione di sicurezza "massima", vanno anche bene 0,1v per cella come in questo caso, basta che eviti di arrivare a 0v esatti e il problema non si pone! poi se non ti fidi basta che metti altri diodi in serie e la tensione di scarica si alza (per esempio con 2 diodi diventa 0,7+0,7=1,4v totali). ecco lo schema semplicissimo:



    le resistenze sono da 6,8 ohm 5w e il diodo è un 1n4007 ma vanno bene tutti quelli della serie 1n4000 tipo 1n4000, 1n4001, 1n4002, ecc
    se lo realizzi, occhio, che dopo 5 minuti le resistenze ti ustionano! non le toccare e possibilmente non metterle su cose tipo legno o carta!

    ps: scusate il disegno orrendo fatto con paint
    quindi per una 8.4 quanti diodi dovrei mettere?

  3. #3
    Veterano L'avatar di carra
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    in questo modo, in quanto si scarica una 9,6 ad esempio?

  4. #4
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    ho fatto la prova con una perfettamente carica e ci ha messo un pò più di mezza giornata (provata con un tester) quindi una già "usata" si scaricherà in meno tempo ma per sicurezza è meglio lasciarla mezza giornata piena se non si ha un tester per misurarla

  5. #5
    Veterano L'avatar di carra
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    e se si mettono delle resistenza più alte? quello marui mi sembra che abbia una resistenza da 20w 30ohm è possibile o mi sbaglio?

  6. #6
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    se metti una resistenza più alta di valore, ci mette più tempo a scaricarsi e se la metti più alta di potenza dovrebbe scaldare di meno, dico dovrebbe perchè la differenza è poca (se prendi una da 30ohm 20w o 3 da 6,8ohm 5w) e comunque quello mio è come se fosse una resistenza unica da 20,4 ohm 15w sono divise per migliorare la dissipazione del calore!

  7. #7
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    L'avatar di ZETA
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    cazzo ma con tutto quello che spendiamo x questa attivita' nn facciamoci problemi x 10 euri , vai nei negozzi di modellismo e troverai 1000 e piu scarica carica batterie o nei negozi di softair lo scarica batt della marui costa 10 euri

  8. #8
    Veterano L'avatar di carra
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    hai pienamente ragione zeta, ma credo che a quelli come me, a cui piace il fai da te, costruirselo da soli da molta + soddisfazione! se poi (come nel mio caso) ne sai poco di elettronica ancora di più!!

  9. #9
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    non faro altro che copiare quello che ha fatto jaiss nel vecchio sito dei totenkopf sat che tuttora io uso è non se la cava male



    lo scaricabatteria e', a mio avviso, uno strumento fondamentale per mantenere in ottimo stato le batterie che usiamo sulle nostre asg. nella stragrande maggioranza dei casi, molti sono a conoscenza della necessita' di dover scaricare le batterie prima di ricaricarle, ma solo una minoranza conosce il metodo corretto per farlo. generalmente si ritiene che una comune lampadina da auto collegata alla batteria da scaricare sia sufficente; in realta' questo metodo e' assolutamente sbagliato: le batterie ricaricabili non devono essere scaricate a meno di 0,6/0,7 volts per cella, pena il possibile innesco del fenomeno dell'inversione di polarita', con conseguente distruzione della batteria.
    molti scaricano le loro batterie con lampadine senza mai aver avuto problemi, ma l'inversione di polarita' e' sempre in agguato ...
    una comune lampadina da auto o una comune resistenza, quando utilizzate come scaricabatteria, da un lato assolvono efficacemente lo scopo, cioe' scaricano gli elementi, dall'altro danneggiano le celle poiche' li scaricano completamente! io penso che sia piu' prudente spendere pochi euro per procurarsi uno strumento che possa evitare la morte prematura ed allungare quindi la vita delle nostre costose batterie.
    in casi estremi, e' possibile utilizzare anche il metodo della lampadina, ma e' necessario scollegarla non appena l'intensita' luminosa inizia a diminuire (per evitare di scaricarle troppo); questo metodo puo' portare agli stessi problemi sopraelencati se ci si dimentica questa operazione: restare a fissare la lampadina per un oretta per staccarla appena la lampadina emette meno luce potrebbe essere un idea, ma e' certamente scomodo, non trovate? senza contare che la scarica non sara' mai completa (soglia di 0,7 v/cella) perche' non misurabile, quindi potremmo ritrovarci a ricaricare una batteria ancora parzialmente carica, con i problemi che ne conseguono; c'e' la necessita' di usare uno strumento che interrompa il processo di scarica non appena si raggiunge la tensione di 0,7 volts per cella.
    molti sono gli scaricabatteria 'elettronici' disponibili sul mercato del radiomodellismo, settore che utilizza molto spesso le solite batterie che usiamo noi, anche con il solito spinotto (in realta', lo spinotto jst che e' presente sulle asg, sia esso mini o large, e' un idea della tamya, leader nel settore del radiomodellismo), tuttavia, perche' non risparmiare qualche soldo e realizzare da noi uno di questi strumenti spendendo poco piu' di 5 euro?

    funzionamento
    lo scaricabatteria che proponiamo sfrutta un regolatore di tensione 7805 che porta la tensione della batteria collegata a 5v. questa tensione viene utilizzata per pilotare un rele' a 5v, i suoi scambi collegano il positivo ed il negativo della batteria collegata ad una resistenza ceramica da 30 ohm 20 watt, che scarica la batteria. viene utilizzato un rele' per collegare la resistenza per non scaldare il 7805 che pilota massimo 1a, anche se la scarica con 30 ohm resta al di sotto di questo valore, preferisco far fare questo compito ad un componente specificamente progettato. la tensione della batteria collegata comincia a scendere (processo di scarica), quando arriva a 4,9v il circuito si spegne, poiche' il 7805 non puo' funzionare al di sotto dei 5v. di conseguenza il rele' apre gli scambi e la resistenza viene scollegata dalla batteria. la soglia limite del funzionamento del circuito (5 volts) corrisponde, in una batteria da 8,4v (7 celle da 1,2v) a 0.71v per cella (5v/7celle), limite ideale per interrompere il processo di scarica. collegando una batteria da 9,6v, il circuito smettera' di funzionare quando le celle (8) saranno a 0,63v per cella, limite sotto il quale non e' consigliabile scendere. non e' possibile quindi utilizzare questo circuito per scaricare correttamente batterie al di sopra dei 9,6v; anche se il 7805 e' in grado di regolare tensioni fino a 18v, su di una batteria da 12v per esempio, il ciruito, aprendosi sotto i 5v, fara' si che le celle siano portate a 0,42v: un limite troppo basso. lasciando collegata la batteria, non appena il circuito smettera' di funzionare, questa si trovera' scollegata dalla resistenza, e comincera un fenomeno fisico chiamato 'autoricarica' (le celle salgono di qualche decimo di volt spontaneamente). questo fenomeno portera' nuovamente la batteria a 5v, ed il circuito riprendera' a funzionare, scaricando nuovamente le celle, che verranno sempre scollegate una volta a 5v facendo quindi lampeggiare il led installato sul circuito per un tempo di circa 2/3 minuti (il processo di autoricarica non dura all'infinito!). questo e' il momento in cui la batteria puo' essere scollegata e ricaricata. lasciando collegato il pacco batterie, il fenomeno dell'autoricarica va avanti per un paio di minuti e smette di manifestarsi, il circuito si apre e la batteria rimane scollegata e al sicuro, pronta per una ricarica.

    materiali necessari:
    • 1 basetta millefori 3 x 5
    • 1 regolatore di tensione 7805
    • 1 resistenza 220 ohm
    • 1 led
    • 1 rele' 5 volts
    • 1 resistenza ceramica 30 ohm, 20 watt
    • 1 spinotto jst


    ecco un paio di immagini


  10. #10
    Vittima sacri****le a RedFoxy In attesa della conferma e-mail L'avatar di Shark86
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    in effetti questo è di gran lunga superiore a quello che ho postato io, ma rischi di spendere quanto uno scaricabatterie originale marui, perchè ci saranno 6-7 euro di componenti e per di più se lo realizzi su una basetta millefori viene una schifezza, io ne ho fatto uno per un mio amico su circuito stampato (artigianale, se volete vi dico come si fa) ed è venuto molto meglio ma gli è costato 7,5 euro (mi pare, non ricordo bene)

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