sei totalmente in errore.
una molla troppo flessibile non è assolutamente vero che è più resistente, c'è una precisa ragione fisica per cui la tempratura conferisce maggiore resistenza alla rottura.
la prima causa di rottura delle nostre molle è la snervatura, in quanto esse si spezzano (come giustamente hai detto) nei punti di maggiore "sforzo".
una molla in acciaio non temprato ha un punto di snervamento molto più basso e per questa ragione si deforma con estrema facilità; nelle nostre molle il fenomeno è particolarmente accentuato poiché esse subiscono una tensione pluriassiale dovuta al fatto che la molla tende a flettersi durante la sua compressione.
da non trascurare inoltre c'è anche la minore resistenza alla fatica, e questo non è un fattore da trascurare poiché la molla si può rompere di punto in bianco senza subire snervamento.
non scendo in ulteriori dettagli perché lo ritengo totalmente inutile ai fini del nostro hobby e perché di esami di fisica ne ho dati fin troppi, ma spero di averti fatto capire che c'è una precisa ragione per cui in garage ho parecchie molle systema rotte/snervate mentre di altre ne ho solo una.
Ultima modifica di major_sheppard; 04/08/2008 a 23:56 Motivo: orrori ortografici
la cosa ha una spiegazione tecnica.
la molla a passo variabile ha le spire distanziate in maniera diversa.
la parte più spaziata corrisponde, ovviamente, ad una maggior angolo di inclinazione della spira.
il diametro della molla, in posizione rilasciata, è costante sulla lunghezza, ma quando la si comprime, in virtù della maggior quantità di filo necessario per realizzare una spira lunga rispetto a quello di una spira corta, in quel punto la molla aumenta di diametro esterno.
in sostanza, la molla, una volta compressa, ha la spira corrispondente alla parte più lunga, che presenta un diametro maggiore di quella, pure compressa, in corrispondenza della spira meno inclinata.
il filo nella fase di compressione, quindi, con le spire compattate, subisce una spinta torcente verso l'asse longitudinale della molla.
la differenza di diametro delle spire, la torsione verso l'asse longitudinale non è uniforme il che provoca la rottura a fetta di salame del filo.
il problema si rivela più evidente nelle molle il cui filo sia stato trattato mediante cromatura o nickelatura.
Ultima modifica di EtaBeta; 05/08/2008 a 13:45
ti dico... ho un'azienda dove facciamo meccanica di precisione e con la tempra dell'acciao ci lavoriamo molto spesso quindi ho fatto una prova:
ho preso due perni lunghi circa 200mm d'acciao dolce, uno l'ho fatto temprare e uno no, poi gli ho messi su una morsa e con un tubo (per fare più leva) gli ho piegati entrambi,
risultato:
quello in acciao non temprato si è piegato fino quasi a toccare i due estremi
quello in acciao temprato si è spezzato provocando scaglie!
se vuoi ti poso le foto...
lupin, un perno non è una molla e la fisica non è un opinione.
il test che hai fatto tu serve per verificare la fragilità, ma con lo snervamento e la fatica non c'entra una benemerita mazza.
la tipologia di stress che subisce una molla che viene compressa non è assolutamente paragonabile come costanza ed intensità al piegare con una morsa un perno.
ciò che può rompere una molla è la fatica (secondo la splendida descrizione fatta da etabeta) e lo snervamento dovuto alle tensioni pluriassiali in fase di compressione.
se non mi credi, ti suggerisco un'attenta rilettura di un buon manuale di meccanica dei materiali.
e comunque ripeto: di molle systema rotte ne ho parecchie giù in garage, ma di molle in acciaio temprato ne ho solo una.
qua ci scorniamo senza successo... cmq domani prendo due molle in acciao una la tempro e una no.... poi se hai ragione te lo dirò!
son passati 4 anni e ancora niente verdetto empirico...![]()
considerando che non si uppa al di fuori del mercatino, che le guarder e le systema potrebbero aver cambiato produzione in 4 anni........cosa stai aspettando di sapere???