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Discussione: The Green Berets - Op. GoldenSnake

  1. #1
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    ascu
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    18 Aug 2006
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    Predefinito The Green Berets - Op. GoldenSnake

    ecco gli esiti dell'evento:


    vittoria militare: americana
    sebbene le forze vietnamite abbiano messo in seria difficoltà gli americani, eliminando diversi ufficiali presenti nel campo, non sono riusciti ad espugnare il campo savoy nemmeno nei momenti in cui questo risutava più sguarnito, tantomeno sono riusciti ad evitare l’operatività del 5° special force (new nork) che è riuscito a:
    effettuare la recon del campo norvietnamita, liberare il pilota americano dopo aver fallito il suo recupero, eliminare il responsabile vietcong “pham kim” e far brillare la bomba ed i mortai nemici.
    menzione speciale và a:
    -tenente “rambo” che è riuscito ad eliminare da solo 4 vietcong con la sua colt m1911, nonché a guidare la sua squadra nella cattura del generale nord vietnamita fan son tinh.
    -tenente “thunder” che ha coordinato perfettamente i suoi uomini nella conquista del campo nord vietnamita.

    vittoria politica: vietnamita
    nonostante la sconfitta sul campo militare le forze vietcong sono riuscite ad infliggere pesanti perdite al nemico (564) subendo poche vittime (247).
    ciò ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, tale da far apparire la vittoria militare come una sconfitta ed alimentando le manifestazioni in piazza dei gruppi pacifisti americani.



    premio reenacting :miglior abbigliamento ed equipaggiamento
    1° classificato opposing force - roma
    2° classificato reparto incursori piceno- ascoli piceno
    3° classificato opposit force - forlì

    appena possibile seguirano le valutazioni delle squadre partecipanti.
    Ultima modifica di mescitore; 09/06/2008 a 12:47

  2. #2
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    Predefinito Fire!!!

    un ringraziamento di cuore per la partecipazione all' opposing force - roma che ho avuto il piacere di avere al mio fianco in battaglia... gia' appena arrivati mi hanno stupito per il fatto che si erano davvero organizzati alla grande per ricoprire il ruolo di vietcong...
    poi giocandoci insieme per tutto il giorno ho scoperto in loro un esempio di onesta e simpatia che la cosa piu' importante nel mondo del soft air... grazie spero di incontrarvi presto sui campi di gioco

    un ringraziamento sincero anche a:
    reparto incursori piceno- ascoli piceno
    (avversari onesti in molti scontri)
    opposit force - forlì

    (che hanno difeso estenuamente savoy)
    cani rabbiosi-foligno
    (per l'amichevole partecipazione)
    folgorati- tavernelle
    (sempre i primi quando si decideva per un attacco
    kamikaze al savoy)

    spero che tutti voi partecipanti vi siate divertiti con noi !!!





  3. #3
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    Predefinito Debriefing: Parte 1

    come richiesto da alcuni masochisti, ecco il debriefing visto dagli occhi dello sniper novellino tra le fila dei vietcong. trovate anche il racconto in dettaglio di tutto quello che è successo durante l'evento. leggete se vi va. :-d



    prologo

    io e panzergren arriviamo in località s.vito per il torneo con un ritardo di 30 (8:30 circa) minuti per rifornirci di miscela per il gruppo elettrogeno da usare a camp savoy ma fortunatamente alcune squadre non sono ancora arrivate quindi la cosa non causa disagi a nessuno. alla strada d’ingresso della zona troviamo mescitore ad accoglierci, il quale ci spedisce a camp savoy in attesa delle altre squadre partecipanti. parcheggiata la macchina a qualche centinaio di metri dalla vasta area di gioco, ci dirigiamo al campo portandoci dietro tutto il nostro equipaggiamento. io mi ritrovo con un pesante borsone, più 2 fucili (il vsr10 da sniper, più un ak47, con annesse batterie e caricatori, che panzergren ha voluto appiopparmi a tutti i costi perché non crede negli sniper.) e il cappello di paglia da contadino vietnamita che è troppo grande per entrare nella borsa; mi vedo quindi costretto a mettere il mega borsone in spalla (e sarebbe fatto per essere portato solo a mano…), i due fucili sulle spalle e il cappello direttamente in testa. l’aspetto da contadino attira subito l’attenzione di uno dei due cineoperatori intervenuti sul posto per documentare l’evento e mi vale quella che è una delle primissime foto dell’evento. panzergren invece viaggia leggerino e ha con se solo pistola e coltello nonostante non debba ancora giocare. per lui i 500 metri per arrivare a camp savoy sono una passeggiata, per me invece una sfacchinata non indifferente soprattutto a causa di quel maledetto ak inizialmente non previsto che rende il trasporto più difficile.

    una volta entrati al campo, bongo accoglie me, piccolo vietcong, con un poco rassicurante, “i vietnamiti non dovrebbero essere qui.”, ne nasce un breve momento di confusione in cui si va poi a chiarire che l’organizzazione può depositare l’equipaggiamento non necessario al gioco, nella tenda ospedale del campo americano per la durata del torneo. depositato tutto, faccio un breve, e quasi muto, giro di saluti agli altri presenti e attendo disposizioni dai big dell’organizazzione.
    per un po’ dobbiamo starcene fermi mentre aspettiamo che le squadre partecipanti come americani allestiscano alcune delle tende che formeranno il campo savoy, tempo in cui sistemo tutta la mia roba, organizzo lo zaino che dovrò portarmi dietro e mi metto in assetto, cosa che risulta problematica perché ancora non si è capito quando ci sarà lo stop notturno e se i vietnamiti debbano sistemarsi al campo dell’nva.
    mentre anche gli altri vietnamiti presedenti al campo fanno lo stesso, vengo rimandato da mescitore per riferirgli di non mandare altri giocatori del ruolo vietcong/nva a camp savoy e aspettare il briefing. devo farmi una bella distanza a piedi per giungere a destinazione, ove gli faccio un ironico saluto militare e riferisco il tutto. fatto ciò mi faccio spiegare i dettagli poco chiari dallo stesso mescitore, che poi è il grande ideatore dell’evento, e entrambi restiamo in attesa degli ultimi partecipanti mancanti, i quali arrivano con un certo ritardo.

    piano piano tutti si presentano a questo briefing, mentre i big dell’organizzazione contano presenti e non e si vedono costretti ad eliminare un piccolo elemento o due a causa del ridotto numero di partecipanti rispetto a quello inizialmente previsto; io do un po’ di spettacolo con il mio cappello di paglia in quanto sono l’unico a esserselo costruito con le proprie mani, producendone uno il cui realismo è secondo solo a quello del cappello originale di snetti, il quale non viene però usato a causa della sua fragilità e viene ironicamente definito ‘il paralume’; tutti gli altri cappelli di paglia dei vietcong sono invece dei cappellini comprati a 3 euro in un vicino negozio, ma sono in realtà cinesi anziché vietnamiti.
    un po’ tutti hanno preparato qualcosa di speciale: domenicog dei goblins di perugia (fidatissimo e rispettatissimo gruppo che ci aiuta con l’organizzazione) ha fatto 2 bandiere vietcong e 1 del vietnam del nord, spiegandoci come le abbia dovute fare alle 3 di notte di quello stesso giorno dopo un tentativo fallito di farle in un altro modo, sorcio verde ha costruito delle ingegnose trappole con palloncini e pallini, mentre gli opfor di roma hanno portato le immancabile mine sonore.
    mescitore ci spiega i dettagli del gioco e ringrazia tutti i partecipanti intervenuti, poi distribuisce l’equipaggiamento di gioco, ovvero le fasce identificative delle varie unità (numeri per i vietnamiti, lettere e gradi per gli americani), mappe, medagliette conta-vite agli americani e gli immancabili rapporti da compilare per i capi unità che devono tenere conto delle morti e delle uccisioni.
    io sono il comandante della squadra sniper dei vietcong e vengo contrassegnato dal numero 5 insieme a un ragazzo, fabio, dei folgorati di tavernelle, i quali ci aiutano con le imboscate vietcong; viene assegnato alla mia unità anche polonio, che apparterrebbe in realtà all’unita 8 dei vietcong, ma tutti sono abbastanza scettici sui fucili esclusivamente a colpo singolo che abbiamo io e fabio.
    mescitore e bongo hanno diverse cose da dirmi sottovoce per organizzare le innumerevoli imboscate contro gli americani, cose che noi dell’organizzazione dobbiamo sapere, mentre le squadre partecipanti nel ruolo vietcong/nva devono invece scoprire da soli in quanto parte integrante del gioco a cui si sono iscritti.

    la fazione vietnamita viene inviata al campo nva in quanto deve percorrere molta strada per arrivarci. io contavo di poter andare là a depositare quell’ak47 che non avevo intenzione di usare per il momento (all’organizzazione serviva uno sniper, e sniper sarei stato!), ma tra le cose dettemi c’è che avrei dovuto organizzare la prima imboscata della partita e mi vedo quindi costretto a viaggiare con un peso notevole addosso.


    it’s war!

    una volta lasciato il punto di partenza con la mia unità, mi avvio per sistemare il primo agguato agli americani che dovranno raggiungere camp savoy; vengo diverse volte contattato da mescitore attraverso la radio di fabio: pare che siano tutti ansiosi di cominciare (ed effettivamente c’è stato un ritardo di 2 ore abbondanti a causa delle squadre ritardatarie), ma la strada è lunga e abbastanza difficile, le piogge abbondanti della notte precedente hanno reso la strada sterrata un vero pantano, tanto che quando arriviamo a destinazione i miei stivali hanno già cambiato colorazione in tan per tutto il fango raccolto, ma almeno la cosa rende lo scenario molto più suggestivo.
    fabio è rimasto indietro per organizzare un'altra imboscata, che non riuscirò mai a capire bene se c’è stata davvero, quindi siamo solo io e polonio a piazzarci in attesa degli americani.
    lascio l’equipaggiamento inutile, cappello incluso, un po’ nascosto nella vegetazione e mi posiziono, senza però riuscire a trovare una posizione molto favorevole per uno sniper a colpo singolo.

    passa un po’ di tempo, ma poi il fatidico momento del primo ingaggio arriva.
    polonio mi avvisa, “eccoli!”, e entrambi ci rendiamo il meno visibili possibile e puntiamo le armi sulle forze speciali dirette a camp savoy per il primo ingresso ufficiale.
    quando l’ignaro, ma già attento, gruppo di sf si avvicina, polonio spara le prime raffiche: il gioco è entrato nel vivo dell’azione per i due gruppi entrati in contatto.
    polonio riesce a falciare 2 o 3 avversari, ma dalla mia posizione posso solo sentirli gridare. giunge poi un baffuto cowboy delle forze speciali che con una buona infiltrazione tra i cespugli riesce a colpire polonio, il quale ha compromesso l’imboscata aprendo il fuoco troppo presto. dalla mia posizione sul lato opposto della strada riesco a vederlo molto bene, ma i molti rami sulla traiettoria rendono il colpo singolo molto difficile. miro il meglio possibile con il mio g-spec senza silenziatore (lasciato a casa per rendere l’arma più appropriata a un vietcong) e quando il solitario e ignaro sf si ferma, sparo il primo colpo sniper del torneo. il colpo, a causa di alcuni rametti sulla traiettoria, fa la barba al cowboy il quale dice simpaticamente, “liscio” ma non è stato effettivamente colpito ed è ora consapevole che qualcuno lo sta guardando attraverso un mirino telescopico. ho il tempo di ricaricare il fucile a molla e sparare un altro colpo che però risulta peggiore del primo, un po’ per la maggiore fretta nel mirare, un po’ per la posizione più coperta dell’americano. il secondo colpo tradisce la mia posizione e il piccolo cecchino vietcong viene colpito dalla terza raffica del soldato in questione.
    polonio notifica la fine dell’ingaggio; quando esco allo scoperto, il simpatico cowboy si affretta a precisare come avesse percepito i due colpi, io rispondo di non preoccuparsi in quanto io stesso ho visto di non averlo colpito, trovo comunque divertente come il colpo singolo dia tanto da pensare.
    le sf procedono al campo savoy senza incontrare altra resistenza mentre io e polonio ci piazziamo per tendere il prossimo agguato all’u.s. army che deve raggiungere il campo dopo di loro.
    questa volta il nostro mitico presidente, frank castle, si stacca dal gruppo americano per venire a piazzarci personalmente, aiutato da fabio che nel frattempo si è ricongiunto a noi. il suo piano prevede che io sia l’ultimo a sparare in quanto sniper, ma mi fa cambiare posizione all’ultimo momento, mettendomi in un punto più favorevole per lo sniper. tuttavia credo ancora, ingenuamente, che nonostante la nuova posizione, debba sparare per ultimo.
    fatico non poco a mettermi nella nuova posizione. un alberello rende la cosa molto difficile e solo grazie a una certa agilità riesco, come un contorsionista, a mettermi in posizione restando ben nascosto e senza sfasciare le piante.

    dopo un po’, anche l’esercito si fa vedere. frank castle, il quale non è in gioco, rimane a guardarli per un po’ prima di allontanarsi. rispetto alla mia posizione, il gruppo procede dritto per dritto, rendendoli tutti bersagli molto facili. i primi due della colonna mi superano mentre io aspetto ancora che sia polonio con il fuoco automatico a creare confusione. frank castle fa per andarsene e passandomi vicino mi dice, “spara al primo.”, solo che ormai non lo vedo più, quindi aspetto un altro momento e miro al loro comandante: il tenente thunder.
    stavolta ne esce un colpo perfetto che lo colpisce sulla pancia. ho scelto lui anche perché è in posizione perfettamente parallela a me e la sua figura copre il pallino a tutti gli altri. nessuno ha notato il pallino e non hanno nemmeno capito da dove fosse partito, quindi tutti si mettono al riparo e si guardano intorno. ho anche il tempo di ricaricare ma visto come i primi due sono già arrivati alla mia altezza, mi aspetto di venire soppresso da un momento all’altro; sentendo alcuni rumori di frasche che si muovono mi giro alla mia destra, in tempo per veder uscire carlo dei cani rabbiosi di foligno a 6 metri scarsi da me e pensare, “alè, me tocca de morì.”. il soldato carlo ci mette un po’ per notarmi ma ne segue una dolorosa raffica sulla mano destra e la testa; mai come allora ho desiderato avere un arma di backup.
    esco dal mio nascondiglio e metto, come da regolamento, un panno rosso sulla mia testa per segnalare la mia temporanea estraneità al gioco mentre polonio e fabio ingaggiano finalmente gli americani, riuscendo a colpirne un numero che non riesco a contare dalla mia posizione, prime di venire colpiti a loro volta.
    alla fine dell’ingaggio, gli americani procedono per occupare le ultime postazione di camp savoy mentre io, in veste di capo unità sniper, compilo il mio log book per entrambi gli ingaggi, avvenuti, segnando luogo, numero di perdite inflitte e subite e valutazione assegnata al nemico (ovvero un giudizio sulle abilità in combattimento, tattiche e correttezza), rispettivamente 7 e 6.
    ================================================== =====

    adesso il mio tempo stringe, ma quando ho tempo vi racconto il resto. prossimo episodio: “la fortezza inespugnabile”.

  4. #4
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    bravo falcio, sapevo di poter contare su di te!
    una precisazione a favore di tutti:
    l'ideazione dell'evento non è esclusiva mia, ma è stata portata avanti insieme a bongo ed a battista e poi concretizzata grazie al supporto di tutti.
    grazie

  5. #5
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    salve a tutti, posto il link a tutte le foto che abbiamo fatto noi:

    http://picasaweb.google.it/folgorati...akecollemancio

    perdonate se non eravamo proprio vietcong uguali agl'originali, però abbiamo fatto il possibile :d

  6. #6
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    Predefinito Debriefing: Parte 2

    eccovi la seconda parte del resoconto del primo giorno di gioco. stavolta potrò narrare anche le gesta degli altri vietcong più in dettaglio. divertitevi


    la fortezza inespugnabile


    dopo aver concluso l’imboscata contro gli elementi dell’ u.s. army e u.s.m.c., la squadra sniper si ferma sulla stessa posizione per concordare con l’organizzazione qual è il prossimo elemento di scenario che serve. i miei colleghi di unità si prendono un momento per fumare una sigaretta; polonio è disperato perché è sprovvisto di acciairino, io raccomando caldamente di non buttare a terra nemmeno una cicca. non passa molto tempo, che frank castle, il nostro presidente, torna da camp savoy, passato ora al ruolo vietcong come noi, e per di più appartenente all’unità 5, ovvero quella sniper di cui sono comandante.
    subito il presidente ci assegna la prima missione, che nel caso dei vietcong dell’organizzazione altro non è che un tocco di classe per far divertire i giocanti nel ruolo degli americani: colpire gli sventurati soldati sulle due garitte poste a difesa di camp savoy.

    proprio mentre ci avviciniamo all’ingresso di camp savoy, il cowboy delle sf fa capolino da dietro un cespuglio e, nonostante sembri sorpreso quanto noi, riesce prontamente a sparare su frank castle e a colpirlo. mentre fabio (l’altro sniper oltre a falcio) e polonio (lo spotter) schizzano al riparo, io mi getto a terra e approfitto della distrazione del cowboy per cercare di colpirlo. prendo la mira e lo inquadro bene ma egli, dopo un verso vocale che ha un che di scimmiesco ma richiama perfettamente lo spirito dei soldati americani, riesce a ripiegare verso il suo campo prima che io possa premere il grilletto.
    rimasti orfani del nostro presidente, ci raggruppiamo e, dopo una brevissima chiacchiera organizzativa, io e fabio partiamo per la nostra missione: colpire le garitte dal fianco per creare scompiglio e panico tra le fila nemiche. polonio resta invece sul posto per distrarre gli americani col suo fuoco automatico.
    purtroppo, l’avvicinamento al campo americano attraverso la fitta selva di s. vito, richiede molto più tempo del previsto, complice anche una certa inesperienza da parte mia. dopo ripetute chiamate via radio da parte di polonio e dell’eventualmente rientrato frank castle, giungiamo in vista della garitta da colpire. lascio l’equipaggiamento pesante e fabio in posizione leggermente arretrata e procedo da solo per assicurarmi una maggiore silenziosità, ma quando giungo in contatto visivo con la garitta, i punzecchiamenti dei due spotter sono ormai diventati un attacco in piena regola.

    il soldato sulla torretta grida, “siamo sotto attacco!” e tutto camp savoy si mobilita per difendersi.
    proprio quando cerco di prendere la mira sul malcapitato soldato in garitta, una raffica lo colpisce prima di me. anche se da quella posizione potrei facilmente colpire altri difensori, preferisco tornare indietro per guidare fabio all’altra garitta da colpire. quando lo raggiungo lui mi chiede, “l’hai annichilito?”, vorrei poter rispondere di si tutto trionfante ma ovviamente spiego la nuova situazione; per ben tre volte chiamo le garrette (come chiamiamo le garitte in dialetto) ‘giarrettiere’, piccolo lapsus freudiano di cui mi accorgo da solo e ammetto con una punta d’imbarazzo.

    l’avanzamento verso la seconda garitta è più veloce, ma il mio cappello di paglia rende i movimenti tra la fitta vegetazione molto difficili, in più, il laccio che lo tiene finisce con il rompersi, mi vedo quindi costretto ad abbandonare nel bosco il cappello faticosamente costruito in una settimana. quando avvistiamo finalmente la garitta, questa volta faccio andare fabio a colpirla, così da far divertire anche lui. rimango arretrato per un po’ ma mentre fabio si avvicina veniamo individuati, pur se in maniera molto approssimativa, non riesco quindi a vedere, o sentire, se il soldato di questa seconda garitta viene colpito dal cecchino, ma non passa molto tempo che veniamo entrambi colpiti da raffiche sparate per lo più a casaccio dai marines accorsi in supporto al loro commilitone.



    all’attacco!


    quando io e fabio ci ricongiungiamo con i nostri spotter, arriviamo giusto in tempo per unirci a un imminente attacco massiccio di tutta la fazione vietnamita contro la base americana.
    il punto di rientro in prossimità del bersaglio è già stato piazzato, non passa molto tempo prima che sia dia inizio all’attacco, il quale viene aperto dai colpi singoli di fabio che abbattono il nuovo soldato che ha voluto, a suo rischio e pericolo, provare la bellissima garitta costruita dall’organizzazione ascu.sono io a provare a sparare i primi colpi, ma purtroppo il mio fucile non è abbastanza potente per raggiungere il bersaglio.

    un attimo dopo, la fazione vietcong, radunata al completo per dare l’assalto a camp savoy, si scaglia contro le difese americane. la maggior parte dei soldati americani è radunata in bella vista al centro del campo e risulta un bersaglio molto facile per gli attaccanti vietnamiti. inizialmente gli americani vengono falciati e cadono come mosche, ma riescono poi a prendere le loro posizioni difensive dietro ai bunker appositamente preparati dopo il loro arrivo al campo.
    sfruttando l’elemento sorpresa e la scarsa conoscenza dei dintorni dei loro avversari, i vietcong riescono a infiltrarsi in numerosi punti strategici; gli opfor di roma si rivelano ottimi assaltatori durante l’attacco, tanto che gli americani devono addirittura arretrare per respingere i vietnamiti che, combattendo metro per metro, riescono ad arrivare ai limiti del perimetro di camp savoy.

    dopo un iniziale attacco in forze contro l’ingresso principale, i vietcong cominciano a frammentarsi per attaccare da direzioni diverse. il gruppo più consistente si sposta sul fianco destro della base, dal quale deve risalire un breve tratto per aggirare alcuni bunker americani. in questo gruppo c’è anche la squadra sniper.
    la prima ondata che si muove verso questa posizione, scopre che una squadra delle le forze speciali americane ha lasciato camp savoy proprio dal punto da cui intendiamo attaccare. per un attimo si ipotizza di mandare degli uomini a inseguire le sf ma poi si opta per il lasciarli andare dato che riusciamo anche a scoprire che il loro unico scopo è una ricognizione sul campo nva che non potrebbe comunque essere impedita in eterno.

    finalmente ci lanciamo all’attacco dal fianco. presto giungiamo in contatto visivo con gli americani e iniziamo il nostro attacco, ancora una volta infliggendo molte più perdite di quante non ne subiamo. quando gli americani dell’u.s. army rispondono al fuoco noi siamo già tutti ben sparpagliati. io mi separo da fabio e trovo una buona posizione proprio al lato di un bunker da cui si spara contro il nostro gruppo. avvisto un tenente intento a sparare sui miei colleghi; miro bene su di lui e riesco a colpirlo alla spalla, tuttavia costui non si dichiara nonostante si sia anche girato nella direzione da cui il pallino è venuto, senza però riuscire a localizzarmi. il tenente non cambia la sua posizione e io gli sparo altre due volte, questa volta senza riuscire però a colpirlo.
    anche dopo che gli altri vietcong avanzano verso il campo e eliminano il tenente, io resto pazientemente nascosto ad attendere altri sventurati che decidessero di provare a colpire i nostri uomini da quel bunker, ma nessuno si fa vedere. dopo un po’ avanzo anche io, seguendo snetti che è ormai arrivato nell’area del campo: a quanto pare i vietcong stanno sfondando. veniamo entrambi bersagliati da alcuni marines ma riusciamo a stenderci a terra tra alcuni cespugli molto alti e fitti, mimetizzandoci perfettamente. un primo marine viene colpito da snetti, il quale viene a suo volta eliminato poco dopo. io mantengo la posizione e riesco a colpire con estrema precisione colui che aveva eliminato snetti; qualcuno grida, “c’è il cecchino a colpo singolo!!!”. non passano 5 secondi che un altro soldato mette timidamente fuori la testa dai cespugli, tenendo il suo m-16 spianato nella speranza di trovarmi, ma anche lui è un bersaglio alla mia portata pur non essendo troppo facile; dopo aver preso accuratamente la mira premo il grilletto e lo centro in piena fronte; sebbene avessi cercato di mirare allo sterno, un suo movimento improvviso lo condanna a una fine sicura anche se del tutto indolore. rimango appostato per un altro po’ e scorgo sulla mia sinistra 2 figuri che mi sembrano soldati dell’nva incarnati dagli opfor di roma, ma mi sbagliavo: nonostante fossero bersagli molto facili uno di loro riesce a spararmi da un fianco.

    quando mi riunisco al punto di rientro, trovo praticamente tutti gli altri vietcong che hanno deciso di attaccare da lì. dopo aver segnalato l’highlander a frank castle e segnato le nostre ‘morti’ sull’apposito foglio per il conteggio delle vittime, ci lanciamo nuovamente all’attacco, questa volta molto più aggressivamente, forti anche di sorcio verde accorso sul posto. gli opfor di roma lanciano alcune grida in vietnamita, anche se l'unico che riesco a sentir dire è “contadino!”, mentre altri due dei loro elementi usano dei fischietti per fare più baccano e rievocare i segnali usati dall’nva: ci manca giusto il trombettiere.

    con una certa meraviglia anche da parte nostra, questo attacco riesce a fare numerose vittime tra le fila americane, pur non essendo massiccio come quello di apertura. tuttavia gli americani sono ormai appostati e presto riescono a respingerci, pur pagando un prezzo abbastanza alto. nonostante questa volta non sia riuscito a sparare un solo colpo, mi sono divertito molto. ci fermiamo per un po’ al punto di rientro per scambiarci qualche impressione sull’attacco e riposarci; ormai è tardi per lanciare un'altra ondata. veniamo anche bersagliati da alcune raffiche di soldati dell’u.s. army che cercano di contrattaccare ma oltre a inveirgli contro perché hanno sparato su un gruppo di giocatori con esposto il drappo rosso che segnalava quelli non in gioco, possiamo solo raccogliere tutto e andarcene dopo aver sancito la fine dell’attacco.



    non è mica finita, heh. siamo solo a metà del primo giorno e il meglio deve ancora venire. continuate a seguire le gesta dei reenacteers nel prossimo ‘episodio’: il campo dell’esercito nord vietnamita
    Ultima modifica di Falcio; 12/06/2008 a 12:43 Motivo: Corrette le grida in vietnamita :)

  7. #7
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    i vietnamiti


    Ultima modifica di FireFire; 21/06/2008 a 12:01

  8. #8
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    il savoy








    Ultima modifica di FireFire; 21/06/2008 a 12:03

  9. #9
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    campo vietcong


    Ultima modifica di FireFire; 21/06/2008 a 12:04

  10. #10
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    il pilota



    Ultima modifica di FireFire; 21/06/2008 a 12:05

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