L'ORDINE IN CECENIA
Ci sono terre con un destino crudele, la Cecenia è una di queste. Il desiderio di indipendenza del popolo ceceno nei confronti della Russia si svolge attraverso una lotta di anni. Nel 1934 la Cecenia riesce a diventare una repubblica autonoma, ma 10 anni dopo Stalin deportò in Siberia 100.000 Ceceni, morti fra i ghiacci e i lavoro forzati. 100.000 è un numero che riempie la bocca, ma per capire cosa sia in verità, bisogna pensare che ora i Ceceni sono 60.000. Nel 1975 Brežnev autorizzò il rientro dei sopravvissuti. nel 1991, l’ex generale dell’armata rossa Dudajev rientra nelle sue terre natali e proclama l’indipendenza. La Russia reagisce con i carri armati e anche Dudajev viene ucciso. Comincia la guerriglia di resistenza. Nel 1997 Aslan Maskhadov, eletto presidente della Repubblica Cecena firma la pace con Mosca. In realtà la guerriglia per il ritiro delle truppe russe e per l’indipendenza vera non finisce mai, né hanno termine le atrocità dei soldati russi contro un popolo in miseria, armato solo di coraggio. Nel 1999 Putin mette al centro del suo programma elettorale “L’ordine in Cecenia” e proclama che li ucciderà ad uno ad uno a costo di affogarli personalmente nella sua vasca da bagno. dopo l’attentato alle Torri Gemelle si strinsero contatti tra alcuni gruppi di resistenza ceceni e le organizzazioni integraliste islamiche e vengono rinvenuti in Afghanistan liste con nomi di Ceceni arruolati da Bin Laden (per nostra curiosità segnaliamo che gli arruolamenti avvenivano anche a Milano e soprattutto a Torino). In realtà i gruppi islamici in Cecenia sono una piccola minoranza, ma questo fa buon gioco a Putin che ora può accusarli di terrorismo internazionale. Infatti, esprimendo solidarietà a Bush, il leader russo iniziò un parallelo fra il terrorismo di Bin Laden e la resistenza cecena e disse: “il nostro obiettivo comune è quello di sradicare il terrorismo”. Ma non tutti sono d’accordo con questa interpretazione. Molti pensano che se il popolo ceceno ha finito per accostarsi alla matrice del terrorismo islamico, lo ha fatto per disperazione e non si comprende l’ostinazione della Grande Russia contro un popolo così minoritario. Il filosofo francese André Glucksmann che a rischio della vita è riuscito ad entrare clandestinamente nel paese, per cui non si concedono visti, e dove nessun giornalista occidentale può entrare, parla di visi emaciati, povertà e disperazione e riferisce di avere assistito alle retate nei villaggi con cui l’esercito russo si impadronisce dei giovani. Giovani che poi vengono “rivenduti” alle famiglie. Esistono delle tariffe, esposte ufficialmente nei comandi militari. A secondo della somma che la famiglia riesce a recuperare, le vittime vengono restituite vive, o semivive, o torturate, o a pezzi, nel senso che il cadavere vie restituito un pezzo alla volta, con pagamento a rate. Ha assistito anche ai tristemente famosi “fagotti umani”. La truppa russa riunisce 20 o 30 persone di ogni sesso ed età, li lega assieme e poi li fa esplodere. Groznj, la capitale, è un cimitero di macerie semideserto. Sembra chiara la determinazione russa di annientare un popolo. Solo a Varsavia era accaduto qualcosa di simile, per mano di Hitler. Oggi, continua il filosofo, Putin agisce nello stesso modo e il mondo tace. Il pensiero di Glucksamn è condiviso da Gianni Vattimo che dalle pagine dell’Unità invita a stare attenti all’etichetta di terrorismo internazionale che può essere una facile copertura per operazioni di pulizia etnica o di guerre coloniali, condotte da governi assolutisti e senza scrupoli o nell’intento, come potrebbe essere per l’America, di imporre un proprio ordine mondiale. Supposizioni? O impostazione ideologica di sinistra? Comunque, e questo è un fatto, i Ceceni hanno occupato un teatro a Mosca e preso in ostaggio 850 civili. E, anche questo è un fatto, Putin li ha attaccati e sono morti con un gas sconosciuto e in modo orribile circa 200 ostaggi, e nessuno si era preoccupato di allestire prima dell’azione ospedali da campo e di procurasi gli antidoti. Ma Putin viene dal Kgb, e non ha il cuore tenero. Ora intende sfruttare al massimo, politicamente, i fatti di Mosca, parla di terrorismo internazionale, annulla un viaggio in Danimarca, che ha ospitato nonostante le pressioni contrarie di Mosca, il Congresso Ceceno. Proprio in Danimarca è stato arrestato, su istanza russa, Zakaev, uomo vicino al presidente Makadov che Putin ritiene il mandante del commando al teatro, ma che ha fama di essere un moderato aperto alle trattative. Trattative per ora interrotte. A Mosca le misure si inaspriscono, è strano che i territori che interessano tanto alcuni leader, siano sempre ricchi di petrolio. Certo noi siamo lontani, le opinioni contraddittorie, e in una situazione così complessa è difficile capire dove sia la verità, e poi oggi siamo al Governo, e a tutti è nota l’amicizia personale che lega Berlusconi a Putin, ma non possiamo dimenticare che uno dei temi fondamentali della Lega Nord, è sostenere l’autodeterminazione dei popoli. |