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Discussione: "ALPHA STORM - Bosnia Destination" H24 - Sud Sardegna

  1. #1
    Spina L'avatar di D.E. Sardegna S.A.S
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    Utenza Ufficiale Soft Air Sardegna
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    17 Apr 2014
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    Predefinito "ALPHA STORM - Bosnia Destination" H24 - Sud Sardegna

    Anche ALPHA STORM Edition 1 è conclusa!!

    Stando agli attestati di gradimento e soddisfazione delle ptg. presenti ..
    e stato un grande successo!!

    Tanti i mesi che ci hanno visto impegnati nella programmazione e pianificazione,
    tante le ore passate al telefono a vedere e rivedere dettagli e dinamiche di questo evento,
    tante le persone che hanno lavorato per rendere tutto questo possibile.
    Un intero comitato regionale ... il S.A.S. Che con determinazione unità di intenti e spirito di sacrificio
    ha voluto, creato ed in fine portato a termine questo evento HSA.

    Tantissimi i team che da mezza Italia sono venuti a trovarci e che al pranzo di coesione finale
    ci hanno rinnovato la loro fiducia riconfermando sin d’ora la loro volontà di esserci alla edition 2.
    E grazie a tutti questi amici/fratelli se si possono creare eventi come la Alpha storm
    ed è a tutti voi che va il nostra stima e il nostro più sentito ringraziamento.

    La più grande soddisfazione in assoluto e stato vedere tutti voi soddisfatti e felici.
    Amici con cui condividere l'ennesima avventura e con i quali il rapporto di fratellanza
    si rafforza ogni volta di più!

    Che dire ancora .... grazie a tutti ragazzi!! vi aspettiamo per la ALPHA STORM 2!


    Ora tocca a voi! avanti con i debriefing non vediamo l'ora di leggere ......


    Presidente Comitato Regionale Soft Air Sardegna
    Ivan "MERLO" Murgia
    Ultima modifica di D.E. Sardegna S.A.S; 04/11/2014 a 21:42 Motivo: corretto

  2. #2
    "Ragazzi, occhio perché io bevo per lavoro!"





    L'avatar di Mr. Nebbia
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    16 May 2007
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    Per il momento mi limito solo a dire...... GRANDI RAGAZZI PER L'IMPEGNO DIMOSTRATO!!!!!! A breve un deb....

  3. #3
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    26 Sep 2010
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    La ALPHA STORM è stato il mio primo evento ufficiale ed è stato meglio di come me lo immaginassi,tante squadre,una zona di gioco perfetta per la simulazione,tanto lavoro dietro l evento per far funziona tutto durante 24 ore di gioco continuato,davvero un esperienza indimenticabile,grazie a tutti i partecipanti e grazie al COMITATO SAS e al suo DIRETTIVO per il grande lavoro svolto.

  4. #4
    Spina L'avatar di 1STMARSOCANACONDA
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    Ciao Ragazzi,
    per noi è stato un vero piacere essere della partita.
    Bravi e grazie ancora di tutto.
    allego in nostro DEB, spero gradito.
    Clicca sull'immagine per ingrandirla

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  5. #5
    Spina L'avatar di ANSIA
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    Premessa: a me personalmente piace essere sincero ed è la prima cosa "LA SINCERITA'" che chiedo agli amici che partecipano ad i miei eventi "WHO DARES WINS" O" PUNTO ZERO" che sia.
    Sensazioni a freddo dell' Evento HSA,ALPHA STORM,sono state a dir poco entusiasmanti!
    Adrenalina,realtà,location,condimeteo,cuore,passio ne sono stati gli ingredienti di questa fantastico evento!
    Grazie SAS,grazie Ivan,Grazie Efisio....come ho scritto su FB,una delle caratteristiche migliori di un evento Sardo è il ricordo scolpito nel cuore!

  6. #6
    Spina L'avatar di cicciomondo
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    Hell's Brigade Roma
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    Dopo mesi di sfibrante attesa di rivivere uno degli eventi in terra sarda, e di riabbracciare gli amici lontani, dopo una nottata in traghetto passata in parte a cazzeggiare, arriviamo a Cagliari con oltre due ore di ritardo.... Immaginate le paroline dolci a carico di Tirrenia..... Comunque riusciamo a sbarcare e via di corsa oltre i " limiti" in direzione ao, dove riusciamo ad arrivare appena in tempo per rispettare i tempi di infiltrazione ad opera del grande Ivan "Merlo".... Da subito la vegetazione si presenta fitta e secca, quindi per evitare di essere spottati ci infiltriamo a fondo evitando il wp dell'impianto di pompaggio, inoltrandoci nella boscaglia fino a raggiungere un punto in occultamento.... Alle 14,30 puntuale il nostro rw con l'aviolancio del materiale per il sabotaggio del ponte va a buon fine...addirittura una mezz'ora dopo riusciamo a recuperare anche il materiale della Victor 1 che non era riuscita a recuperarlo e mentre ci inoltriamo in occultamento in quota contattiamo il comando per fare si di fare giungere lo stesso alla pattuglia di competenza, senza il quale non avrebbe potuto portare a termine l'obj..... Dalla quota raggiunta riusciamo ad operare una recon avanzata del campo base nemico dove riusciamo a determinare le coordinate e la presenza in loco del comandante ricercato....grazie ad un obiettivo 400/800 mm riusciamo a scattare qualche foto ma purtroppo troppo sgranata a causa della luce oramai crepuscolare incipiente...a quel punto rientriamo alla cache per recuperare gli zaini e dopo un breve riposo ripartiamo per raggiungere la strada sterrata che costeggia la provinciale....il costante passaggio di mezzi civili ci illumina costantemente costringendoci a continui abbassamenti ed inserzioni nei cespugli... Ma dopo poco raggiungiamo il sito del ponte ed in modalita' stealth lo facciamo brillare, solo la pattuglia di copertura viene ingaggiata, ma il ponte e' gia' distrutto e quindi tutto finisce immediatamente....a questo punto ci portiamo in un punto riparato in quota praticamente a 200 mt dal campo nemico, ma a causa di alcuni problemi tecnici al ponte radio e alle com via cellulare perdiamo, contatto con la de e così ne approfittiamo per riposarci un poco anche se sale prepotente umidità e gelo fino a 6'C ....verso le 6,30 riusciamo infine a contattare il comando che ci indirizza verso un area in cui potremmo trovare delle fosse comuni nascoste.... Per evitare le pattuglie croate effettuiamo un ampio aggiramento in territorio ostile attraversando la fittissima vegetazione ... Ma nonostante tutto riusciamo a raggiungere il wp in tempo utile all'intercettazione del generale e della sua scorta....dopo averli eliminati ed aver documentato il tutto, riceviamo l'ok all'esfiltrazione oramai esausti...... Bellissimo..... E a degno corollario dell'evento l'immancabile spettacolare pranzo di coesione.... Gnocchetti sardi, porceddu e tanta amicizia come credo solo il softair puo' donare.... In fine quello che noi Hell's Brigade possiamo dire è solo grazie....grazie a tutto il Sas.... Grazie a Ivan, a Tony, a Efi, a tutti i nostri compagni di avventura...al Btjo, a Nebbia, ai Sardinia insomma grazie a tutti, e spero di potervi riabbracciare tutti al più presto.... Siete grandi..... Gabriele "Lucky" Hell's Brigade Roma

  7. #7
    Spina
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    Debriefing Alpha Storm – Bosnia Destination
    Pattuglia RRAO, code name Vipera1
    Clicca sull'immagine per ingrandirla

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    La nostra Alpha Storm comincia non appena riceviamo le info per collegarci al sito e con le quali cominciamo ad acquisire il materiale. Il primo briefing lo dedichiamo alle attrezzature, decidiamo cosa portare e chi lo deve portare, saremo solo in 2 e la distribuzione dei carichi è fondamentale; il secondo briefing lo dedichiamo alla lettura degli OPORD, capiamo da subito che gli organizzatori “parlano la nostra stessa lingua”, un softair fatto di poche regole ben precise, e quella principale è la risposta alla domanda: ”farei così nella realtà?”; questa gara ci piace già da molto prima di iniziare.
    Nel terzo briefing studiamo la cartografia, essendo una pattuglia RRAO decidiamo di dedicarci alle uniche quote presenti nell’AO, quindi decidiamo di iniziare dalla parte ovest del campo, da lì dovremmo avere una visuale completa dell’AO ed una vegetazione ideale per allestire i nostri POA. La pianificazione prevede poi si spostarsi verso nord e di piegare ad est per raggiungere i ponti di Vilymi e di Mostek, gli unici punti certi che ci sono stati assegnati; chiudendo il giro verso sud dell’AO per completare la nostra recon.
    La pianificazione è fatta, i trasporti organizzati e prenotati, gli zaini e tutta l’attrezzatura sono pronti, è venerdì sera SI PARTE!
    Sabato mattina arriviamo alle 10:30 al punto di infiltrazione assegnatoci, abbiamo due ore per prepararci.
    Venerdì 12:30 il tank ci preleva e ci conduce presso il quartier generale dell’ONU, veniamo briffati sulla situazione in AO, ci vengono forniti gli ultimi dettagli di intelligence, indichiamo il punto di infiltrazione prescelto, riceviamo l’ok per il convoglio che ci scorterà fino al punto, SIAMO DENTRO, VIPERA1 E’ OPERATIVA.
    Il convoglio si inoltra verso sud ovest, giunti sull’ipotetico punto da noi indicato ci viene data luce verde per lo sbarco dal mezzo; siamo su strada, vicinissimi ad una zona calda, a sinistra un dirupo, a destra una salita proibitiva con una vegetazione fittissima, mi guardo col mio coppio e senza nemmeno parlare ci avviamo verso la salita. 200 metri di sudore e fatica e raggiungiamo un punto abbastanza coperto, ci fermiamo e facciamo il punto……….PORCA TROIA siamo due km a sud rispetto a quanto avevamo indicato, quasi fuori dall’AO, ci guardiamo, STICAZZI anche nella realtà un’infiltrazione con HALO può andare a puttane per una corrente di traverso, quindi gambe in spalla e puntiamo verso quello che sarà il nostro primo POA. Per fortuna abbiamo deciso di non indossare le nostre ghillie (che portiamo comunque attaccate all’esterno dei nostri zaini), la vegetazione ci spoglia letteralmente già così, se avessimo indossato anche quelle sarebbe stata la fine.
    Venerdì 14:30 “Vipera1 da Campo Base Vipera, cambio”
    “Avanti per Vipera1, cambio”
    “ci segnalano mezzi in passaggio su AO, confermate contatto ed eseguite recon video, cambio”
    “Vipera1 conferma passaggio di ultraleggero su AO e procede a recon video, Vipera1 chiude”
    Ci spostiamo su un costone di roccia dal quale dominiamo l’AO, seguiamo il rumore ed intercettiamo l’ultraleggero, tiriamo fuori i nostri device per la registrazione e parte il video; contattiamo Campo Base Vipera e confermiamo l’acquisizione delle prove video. Si riparte. Viste le difficoltà di spostamento decidiamo di puntare direttamente su POA2, saltando il primo che avevamo pianificato, siamo in ritardo di due ore e la luce verrà a mancare molto presto.
    Venerdì 15:30, tre ore di marcia, tra saliscendi ed una vegetazione che letteralmente ti frusta le gambe (i nostri stinchi ancora ne portano i segni) ci portano finalmente al punto che avevamo individuato in fase di pianificazione come POA2; siamo su di un’altura, coperti dalla vegetazione, indossiamo le nostre ghillie ed arriviamo al limitare della vegetazione, binocolo e spotting scope alla mano cominciamo lo screening dell’AO. Alla nostra sinistra nel frattempo le carrabili sono percorse freneticamente da uomini e mezzi in pattugliamento (più tardi ne capiremo il motivo).
    I nostri sguardi sono subito attirati da 3 costruzioni che individuiamo verso est rispetto a dove stazioniamo (nella foto RECON1), ci concentriamo su quell’area, individuiamo immediatamente la bandiera croata che sventola, BINGO! Abbiamo individuato uno degli obiettivi non noti della nostra recon, lascio il binocolo e mi concentro sulla cartina, devo determinare il punto da fornire a Campo Base Vipera per consentirgli di pianificare delle azioni in quell’area; il mio coppio nel frattempo continua l’osservazione. Mi comunica la presenza del Generale Rasim Delìc (nome in codice per noi BASCO ROSSO), scortato da 10 uomini armati, individua inoltre un’antenna radio ed un obice che staziona sulla carrabile di accesso al campo. Appunto tutto sul mio rite-in-the-rain nuovo nuovo, segno su carta il punto esatto del campo, siamo a 1,2km di distanza! Contatto Campo Base Vipera ed invio il nostro primo Recon Report.
    Ci togliamo le ghillie, impacchettiamo tutto e ci dirigiamo verso il POA3 individuato durante la pianificazione, ci aspetta un altro km di saliscendi e “frustate” di mirto sugli stinchi, stavolta però il fato è benevolo, non facciamo nemmeno 500 metri e scorgiamo sulla sinistra un’altana con la bandiera bosniaca (nella foto RECON3), ecco spiegato il motivo di tanta attività alle nostre spalle, siamo al centro tra una stazione di pompaggio ed il campo base della Bosnia. Giù gli zaini, indossate le ghillie ed allestito il POA, ci mettiamo in osservazione. Come ci avevano indicato i report di intelligence prima dell’infiltrazione, i bosniaci si sono impossessati del precedente campo ONU, rileviamo un’intensissima attività di pattugliamento, sposto lo sguardo poco più sotto rispetto al campo ed eccola, una batteria missilistica con il relativo sistema radar, è la prova che cercavamo della belligeranza Bosniaca. Il silenzio assoluto delle nostre azioni viene interrotto da un rumore a pochi metri da noi, è una pattuglia che sta tornando al campo base bosniaco ma ha deciso di deviare dalla carrabile e sta percorrendo alcuni metri fuori strada, guardo il mio coppio, lentamente lasciamo spotting scope e mappa AO e avviciniamo le mani alle nostre armi che sono lì vicino, la pattuglia è davvero incollata alle nostre chiappe, li sentiamo parlare, provare le armi, possiamo contare i loro respiri; i nostri, di respiri, sono quasi bloccati, siamo pronti a scattare, carichi come molle ma, per chissà quale caso fortuito, il capo pattuglia richiama i suoi uomini e si incamminano verso il loro campo base. Tirato un sospiro di sollievo continuiamo la nostra osservazione, riusciamo a scorgere un prigioniero incappucciato che viene condotto verso il campo bosniaco. Contattiamo Campo Base Vipera ed inviamo il nostro secondo Recon Report, comunichiamo che ci avvicineremo al campo bosniaco per una recon ravvicinata.
    Smontiamo il nostro POA, zaini in spalla e si riparte; la vegetazione è sempre più fitta, l’orografia del campo non ci permette spostamenti veloci, proviamo a raggiungere la direttrice che abbiamo individuato per l’avvicinamento al campo bosniaco ma è quasi impossibile da percorrere, tutto questo, insieme all’attività sempre più intensa degli uomini in campo, ma soprattutto la luce che sta venendo meno ci inducono a ripensare a come agire.
    Facciamo una sosta, sono le 17 ed il sole è calato quasi completamente, carta alla mano decidiamo di puntare ad est, in discesa fino al limitare di una carrabile che ci porterà a nord per poi piegare ad est. La discesa è molto dura, la vegetazione ci avvolge e ci toglie anche l’ultimo spiraglio di luce; procediamo a fatica e, in alcuni frangenti, siamo costretti ad accendere le piccole luci da navigazione che ci siamo portati, fortunatamente non vengono intercettate da nessuno; dopo circa due ore usciamo dal groviglio, faccio il punto su mappa, abbiamo percorso 700 metri!!
    Arriviamo al limitare della carrabile che avevamo individuato, la fortuna è dalla nostra, sulla parte alta è delimitata da una rete metallica, la possiamo costeggiare rimanendo coperti perché siamo in alto, questo agevola notevolmente i nostri spostamenti, la presenza di pattuglie motorizzate ci obbliga per tre volte a spalmarci a terra per non essere illuminati dai fari dei fuoristrada, l’altezza del nostro sentiero rispetto alla strada ci aiuta non poco. Si punta a nord, obiettivo il ponte di Vilymi, la carrabile che stiamo costeggiando finisce su di un’altra carrabile, per impostazione non facciamo mai le strade e cominciamo già ad imprecare al pensiero di procedere al buio nel fitto di quella vegetazione, arriviamo all’incrocio dei due sentieri e sulla destra, con nostra somma sorpresa, troviamo una tagliafuoco fresca fresca e bella spianata che costeggia la carrabile, e oltretutto è separata dalla carrabile stessa da una fitta vegetazione……..San RRAO ci ha protetto stavolta, cominciamo a viaggiare silenziosi e veloci verso il nostro obiettivo, di tanto in tanto veniamo rapiti dall’immenso cielo stellato che ci sovrasta (riesco anche a vedere due stelle cadenti, l’entroterra della Sardegna ti propone sempre dei paesaggi spettacolari e dovrebbe essere più valorizzato turisticamente).
    Alle 21:00 giungiamo in prossimità del ponte di Vilymi, in lontananza sentiamo il generatore e vediamo i fari che lo illuminano, protetti dalla vegetazione riusciamo ad avvicinarci ad una cinquantina di metri, siamo in quota e riusciamo a filmare il cambio turno e a fotografare gli uomini armati che stazionano sul ponte, contattiamo Campo Base Vipera ed inviamo il nostro terzo Recon Report, obj acquisito! Ci dirigiamo verso il secondo ponte, Mostek, mentre ci sganciamo dal POA quasi inciampiamo in una squadra Viktor che sta per attaccare Vilymi, decidiamo di starne alla larga e ci incamminiamo verso Mostek; poche centinaia di metri e siamo in zona, ci accorgiamo subito che il ponte è molto presidiato, contiamo 4 operatori più un mezzo della FIR che staziona in zona, qualche nostro rumore deve metterli in allarme perché cominciano ad illuminare con le torce tutta la zona, cominciano a cercarci anche tra la vegetazione, sono a pochi passi da noi, li sentiamo avvicinarci, siamo pronti a quello che ormai ci appare come inevitabile, un bel conflitto a fuoco; siamo congelati nel nostro POA, coperti dalla vegetazione su tre lati, le torce delle pattuglie passano sopra le nostre teste, stiamo per scattare al primo segnale che possano averci individuati, ma il loro caposquadra li richiama, è ora di dare il cambio al ponte di Vilymi, si ritirano e vanno verso il mezzo della FIR. Tiriamo un sospiro di sollievo, scattiamo alcune foto e ci allontaniamo, contattiamo Campo Base Vipera e diamo il nostro quarto Recon Report. Sono le 23, la nostra missione sarebbe finita qui, abbiamo acquisito tutto ciò che ci era stato assegnato, ma stiamo bene, siamo ancora carichissimi, mi guardo col mio coppio e decidiamo di raggiungere il campo croato che avevamo individuato all’inizio della nostra recon, vogliamo la foto da vicino del generale Delic e, se San RRAO ci protegge ancora, magari riusciamo ad eliminarlo.
    È deciso, contattiamo Campo Base Vipera e comunichiamo il nostro piano, “luce verde”; ci incamminiamo, pronti via incappiamo nell’ennesima discesa al buio nel fitto della vegetazione, dopo pochi metri siamo quasi un tutt’uno con liane spinose ed arbusti di mirto (non lo berrò mai più, giuro!), per fortuna stavolta il supplizio dura poco, 200 metri e siamo fuori dall’incubo verde. Saliamo un sentiero ripido e troviamo una seconda tagliafuoco che costeggia la statale che delimita il campo ad est, è protetta dalla vegetazione da un lato, e dall’altro ha la statale in basso, ci sembra un’autostrada.
    Sono le 00:30 di sabato, siamo in prossimità del campo base croato, è un campo affollatissimo, se ci dovessero individuare non avremmo scampo, ci aiutano due fattori, sono rumorosi (con tanto di generatore elettrico) ed il campo è su di una collina che ha dei terrazzamenti (forse ricordo di antiche coltivazioni in zona), per avvicinarci passiamo tra la vegetazione e facciamo un po’ di rumore ma è niente rispetto a quello che viene dal campo sopra di noi, impieghiamo circa un’ora per avvicinarci e scorgiamo il generale Delic, il mio sniper decide di avvicinarsi ancora di più, io rimango in copertura, è a 15 metri dal generale, mi fa capire che lo ha sotto tiro, contatto Campo Base Vipera per chiedere luce verde per l’eliminazione del generale, “Campo Base Vipera da Vipera1, cambio”, niente, riprovo cambiando frequenza, niente, provo la terza frequenza, ancora niente, prendo il telefono, NON C’E’ CAMPO!! San RRAO ci ha abbandonati!!! I nostri OPORD non prevedono l’eliminazione del Generale, non possiamo agire senza l’autorizzazione ONU, decidiamo di ritirarci e di riprovare tra un po’, anche perché siamo talmente vicini che un croato ha quasi orinato sulla ghillie del mio sniper pronto al tiro!
    Ci allontaniamo di 50 metri, troviamo un terrazzamento abbastanza riparato, la luna è ormai calata e muoversi è quasi impossibile oltre che rischioso, sono le 3:30 di sabato, allestiamo il nostro basha, è ora di cambiarsi, di rifocillarsi e di provare a dormire, tiro fuori il mio jetboil e preparo un bel riso caldo per entrambi, mangiamo in silenzio, siamo pur sempre a 50 metri da un’orda di croati pronti a farci prigionieri, ci imbustiamo nel nostri goretex e ci addormentiamo, sono le 4.00, la sveglia è per le 7. La stanchezza e lo stress accumulati devono essere stati molti, canniamo la sveglia e ci svegliamo alle 8, smontiamo in fretta il basha, ricondizioniamo gli zaini ed il gibernaggio e ci dirigiamo di nuovo verso il campo croato, decisi a far fuori il generale alla prima occasione, contattiamo Campo Base Vipera che ci comunica che le operazioni sono terminate, e chi chiedono di fornire le nostre coordinate per un’esfiltrazione anticipata e fuori dalla zona assegnata; arriva il tank e la nostra Alpha Storm è giunta al temine. Km percorsi 15, pallini sparati ZERO!
    Dopo un cambio ristoratore presso una struttura presente vicino alla nostra infiltrazione (disponibili e gentilissimi), ci avviamo alla parte migliore di queste esperienze, il pranzo finale, dove poter riabbracciare “vecchi” amici e incontrarne di nuovi (la pattuglia Vipera2 dei ragazzi della IX Draghi, coi quali condividiamo la stessa “visione” di questo gioco, è un esempio più che valido dei nuovi incontri che abbiamo fatto); quel pranzo dove incontri le stesse facce stanche ma soddisfatte, quelle facce che danno una risposta al classico “ma chi te lo fa fare?” che ti propina chi in questo ambiente non ci è mai stato, e per questo non capirà mai cosa ci spinge ad affrontare spese, viaggi, fatica e sudore.
    Prima di partire le nostre aspettative erano altissime, conosciamo gli organizzatori da anni e sappiamo come “lavorano”, tutto ciò che ci eravamo aspettati di trovare, lo abbiamo trovato; organizzazione impeccabile (una chicca è stato il road book con le indicazioni per arrivare al campo), “professionalità” nella gestione degli obj, correttezza dei dati comunicati (può sembrare scontato ma spesso purtroppo non lo è, solo per esempio potrei citare quella volta che, riportando il punto di infiltrazione su mappa, ci accorgemmo che ce lo avevano dato un km oltre la costa, ma verso il largo!), perfetto il dimensionamento del campo in relazione agli obj assegnati, ma soprattutto armonia ed unità di intenti, amicizia e fratellanza. Chiudo citando nuovamente i nostri “numeri”, km percorsi 15, pallini sparati ZERO…….questo è il nostro softair!
    Grazie al SAS (Comitato Regionale Soft Air Sardegna), grazie a Efisio “Black” Serra ed ai suoi The Unit (la vostra patch è spettacolare), ma grazie soprattutto alla vecchia canaglia Ivan “Merlo” Murgia con cui ci lega da tempo una visione identica di questo splendido sport e con cui sicuramente vogliamo avere a che fare per tanto altro tempo (tanto oramai è un socio “ad honorem” del TNT Force, con tanto di t-shirt).
    Grazie ancora ragazzi, ci vediamo sicuramente il prossimo anno per Alpha Storm 2 (abbiamo già prenotato il traghetto).
    Davide “Crono” Morgante
    Ptg Vipera1
    TNT Force Roma
    CHIUDO!

  8. #8
    Recluta


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    GRAZIE RAGAZZI!!! le vostre parole, i vostri attestati di stima, la visione comune per questo splendido sport,
    sono per tutti noi il principale motivo che continua e continuerà ad alimentare la voglia di fare sempre meglio


    Alpha storm 2 ! ..... work in progress

  9. #9
    "Ragazzi, occhio perché io bevo per lavoro!"





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    Grazie a voi ragazzi

  10. #10
    Soldataccio


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    DA SEAL TEAM SAC
    DEB FOXTROT 2




    Mission: Alpha Storm


    Type of Misson: Recon, Intelligence gathering, DA

    Team: Kilo, Kurz, Snake (TL)

    Obj: Pepsi (ponte),DA
    Cola (condotta gas),DA
    Fanta (recupero mina),SR
    Comandante nemico (individuare e possibilmente fotografare )SR

    Infil: Nord est dell’area operativa (AO), ore 13:30 del 01-11 circa

    Exfil: Nord est dell’area operativa (AO), ore 06:00 del 02-11 circa

    Routes, terrain, enemy:

    Dopo l’infiltrazione la pattuglia si dirige nei pressi dell’obbiettivo Fanta muovendosi su una carrabile sterrata. Entriamo in area operativa e prima di raggiungere la posizione stabilita per il recupero del materiale che verrà aviolanciato, la pattuglia si occulta nella macchia di cespugli e alberi bassi che caratterizza la zona. Nascosti zaini e indossate le ghillie Snake e Kurtz procedono a ricognire la zona recupero mentre Kilo attende nascosto. Stabilito che l’area è sicura ci riposizioniamo, Snake e Kurtz su Fanta in attesa di segnalare con fumogeno la loro posizione e dare l’ok al velivolo per l’airdrop. Kilo si posiziona più a monte in posizione occultata ma relativamente vicino alla carrabile in modo da poter osservare eventuali veicoli o personale nemico in avvicinamento. Sono circa le 14:30 (orario stabilito per l’airdrop), Kilo avvista un VM nemico, si tratta di una FIR con 5 operatori nemici (3 dietro e 2 davanti), comunicato per radio la pattuglia si congela mantenendo le proprie posizioni. Il VM passa da ovest verso est e procede per la sua strada senza notare la nostra presenza. Pochi minuti dopo in lontananza si inizia a sentire il rumore del velivolo in avvicinamento, dalla mia posizione lo avvisto in avvicinamento da est, si tratta di un aereo con elica frontale tipo Piper e di colore giallo. L’aereo fa un paio di passaggi sopra di noi, vede il fumogeno rosso e esegue l’airdrop su Fanta. Kurtz e Snake recuperano il materiale che ci è stato lanciato e che ci servirà per lo svolgimento della missione. Si tratta di una mina, servirà per minare l’obj Pepsi.
    Il VM nemico ritorna, questa volta percorre la strada al contrario da est verso ovest e senza rilevare la nostra presenza e scompare dietro la cresta della collina su cui ci troviamo.
    Nel frattempo individuiamo il campo Croato (in località Guardia Nuciau quota 311) e quello Bosniaco in cima al Sisineddu, ma è molto coperto da vegetazione.
    La pattuglia si riunisce e procede verso est, questa volta muovendosi nella macchia di cespugli, alberi bassi e rovi. Siamo vicini alla posizione in cui abbiamo visto sparire il VM per cui procediamo con cautela e aspettandoci possibili contatti nemici. Procediamo in direzione ovest, senza incontrare nemici ma sentendo voci, spari e movimento di mezzi nel bosco che copre il monte di fronte a noi. La vegetazione sul monte è molto fitta, non si vede nulla, nemmeno le carrabili che dalla mappa sappiamo esserci. Nel nostro movimento attraversiamo una zona scoperta da vegetazione nei pressi di un ovile e lì sentiamo ancora più forti i rumori di veicoli e voci, ci sdraiamo a terra sperando di non essere stati individuati e attendiamo che i rumori si allontanino. La posizione in cui siamo è brutta così ci dirigiamo verso le pendici del monte di fronte a noi (M. Sisineddu quota 486m). Iniziamo a farci largo tra i rovi per aprirci la strada e raggiungere un po di quota sempre continuando in direzione ovest. La vegetazione è impenetrabile, siamo costretti a passare nei punti dove è meno fitta (probabilmente gli stessi passaggi usati dagli animali selvatici), finche raggiungiamo una posizione che ci consente una ampia veduta sull’area operativa, la zona sud dell’AO si estende sotto di noi.
    Vediamo l’obj Cola a circa 1KM a sud della nostra posizione, iniziamo con la sorveglianza: filmiamo e fotografiamo a distanza l’obj. Ci sono almeno 3 sentinelle su Cola e nel tempo in cui stiamo in osservazione vediamo una jeep bianca con due operatori nemici visitare l’obj, forse si tratta un ispezione. Filmiamo anche altri passaggi di jeep (forse nemiche) sulla carrabile che taglia il territorio nemico e arriva all’obj Cola formando un incrocio a forma di T. Siamo al tramonto, procediamo di poco con la nostra avanzata quando abbiamo visuale sul comando nemico, siamo circa 100/150 metri al di sotto della cima del monte Sisineddu. Proprio in cima c’è un istallazione nemica, si tratta di una torretta per avvistamento incendi dove è ben visibile la bandiera nemica. Osserviamo, riprendiamo e fotografiamo il comando serbo ma senza vedere nemici nei pressi. Non li vediamo ma dalla carrabile che dal HQ porta a Cola sentiamo molti movimenti di personale nemico, sia di rumorose pattuglie appiedate che di veicoli.
    Si è fatto buio e in breve tempo siamo costretti a congelarci più volte per la prossimità delle pattuglie nemiche, che sono molto attive nell’illuminare con le torce.
    Non lontani dalla strada carrabile siamo bloccati da una pattuglia che ci cerca, probabilmente hanno sentito dei nostri rumori e sono a pochi metri da noi. Li sentiamo parlare di cosa credono di aver visto, uno di loro dice “ho visto una testa” e spara una raffica quasi nella nostra direzione ma senza colpire nessuno di noi. Noi siamo pronti a sparare ma evitiamo lo scontro per non rivelare la nostra presenza, aspettiamo che se ne vanno e riconsideriamo la strada da fare per raggiungere Cola. Decidiamo di andare a sud procedendo nella macchia e attraversando due ripide gole. E’ buio, Il terreno e la vegetazione sono terribili, pietre e rovi ovunque, probabilmente il passaggio più impegnativo e pericoloso della missione. Con grande sforzo e fatica percorriamo circa un KM e risaliamo in direzione di Cola. Attacchiamo l’obbiettivo (una casetta) da ovest procedendo lungo una stradina, Kurtz è davanti e avvista un contatto nemico, è una sentinella che probabilmente ci vede (avevamo la luna alle spalle) o ci sente, perchè subito si attiva con la torcia. Ci nascondiamo a bordo strada e avanziamo verso l’obj, Kurtz e Snake sul lato sud della strada e Kilo su quello nord. Rovi ovunque, avanzare in silenzio è dura ma riusciamo ad arrivare sotto il muro ovest dell’edificio e ingaggiare la sentinella. Nel corso dello scontro arriva anche un altra sentinella, le eliminiamo entrambe senza subire perdite da parte nostra. Quando lo scontro termina, c'è un attimo di confusione, Snake entra nell’obj e chiude la condotta come richiesto dagli ordini missione, mentre fuori Kilo e Kurtz cinturano l'obj e lo assicurano da possibili contrattacchi nemici. Ci aspettavamo tre sentinelle su Cola, come avevamo visto dalla sorveglianza, di conseguenza non ostante i due colpiti nemici l'attenzione è rimasta molto alta. Snake esce da Cola, la condotta è stata chiusa e l'obbiettivo è preso, sono le 23.37, scappiamo verso nord percorrendo un tratto di carrabile. Sentiamo pattuglie nemiche così lasciamo la strada e ci nascondiamo 150m circa a ovest nella macchia, proseguiamo l’avviciniamo all’HQ nemico che è sul monte difronte a noi. Sentiamo molta attività, voci e spari e vediamo luci di torce e veicoli in movimento, la zona è troppo calda, non possiamo avvicinarci di più al comando senza rischiare lo scontro. Vengono lanciati dei razzi illuminanti, i classici bengala con paracadute. il primo vicino alla nostra posizione nascosta, il secondo invece non distante dal comando. Proprio questo razzo atterra in una zona secca e scoppia un incendio, per fortuna domato rapidamente.
    Decidiamo di abortire missione ricognizione avanzata sul posto comando.
    Approfittiamo della confusione seguita all’incendio, decidiamo di ripercorrere al contrario la strada fatta all’andata, scollinare a nord del monte Sisineddu e dirigerci verso l’obj Pepsi. Iniziamo il movimento quando proprio a qualche centinaio di metri dal comando nemico incrociamo quella che sembra una pattuglia di interditori. Loro non ci hanno visto e vi vengono incontro, li abbiamo nei nostri mirini ma rispondono positivamente alla parola d’ordine così non gli spariamo. Ci salutiamo e ognuno per la propria strada.
    La luna che prima era quasi piena ora è sparita, sono circa le 3 e inizia a fare freddo, ci ricondizioniamo e dopo aver scollinato ci dirigiamo verso Pepsi. Lungo una carrabile incrociamo un altra pattuglia di 4 uomini, Snake gli intima la parola d’ordine un paio di volta senza però ricevere risposta, li eliminiamo. Salutiamo anche questa pattuglia e chiudiamo sull’obbiettivo da est, il ponte è presidiato da due sentinelle sono a circa 40 metri dalla nostra posizione, si stanno scaldando attorno a un fuoco. Li osserviamo, non si sono accorti di nulla così Snake e Kilo restano a fare sicurezza mentre Kurtz con molta cautela scende nella gola dove c’e il pilone da minare, indicato da cylume . Sistemato l’esplosivo Kurtz risale e si ricongiunge al resto della team, è ora di scappare da Pepsi, così ripercorriamo all’indietro la strada appena fatta e procediamo verso il punto di esfiltrazione.
    Abbiamo sviluppato la missione per come pianificata e gli obbiettivi principali della missione sono stati acquisiti(Cola e Pepsi) che sapevamo condizionare lo sviluppo del game.
    Manca la recon sul comando con identificazione del comandante nemico ma oggettivamente era impossibile per via dei numerosi dispositivi di sicurezza che il nemico aveva tutto attorno al suo HQ, e come sempre abbiamo fatto prevalere il fatto di non essere individuati.

    Condition of personnel:
    2 target acquired
    6 ekia

    Conclusions/Recommendations:
    Gli obj a noi assegnati si sono rilevati poco pattugliati e difesi, di contro nella zona comando in cima al monte Sisineddu l’attività è alta e stimata in almeno una ventina di unità e almeno tre mezzi.
    Per fare degli avvicinamenti in forze al comando consigliamo l’area nord nord/ovest in quanto la carrabile che va dal comando all’obj Coca è molto battuta e impraticabile senza fare degli scontri.

    OBJ Cola da 1km ore 17.15


    Torre Comando Serbo ore 18.00 e ore 02.00


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