Ormai so per certo che in tutti gli eventi organizzati dai Dragon Force, ci sono sicuramente idee originali, gare entusiasmanti, faticose e non facili. La loro testa è in grado di partorire novità incredibili… a questo si aggiunge il fatto che hanno anche un culo pazzesco e riescono a farsi concedere per giocare a softair addirittura una ex fabbrica di munizioni, ( in parte ristrutturata a museo ), con annessi tunnel sotterranei realizzati in tempo di guerra per proteggersi dai bombardamenti : roba che per le altre ASD è manna se riescono a mantenere i permessi per il campetto privato del signor Rossi che comunque lascerebbe in malora…
La nostra gara inizia come per tutte le altre dai filmati introduttivi…. Che già alimentano un po di ansia tra alcuni dei miei uomini. Ansia che è palpabile durante il viaggio del sabato pomeriggio verso Campo Tizzoro.
Ansia che aumenta ancora alle 20.00, quando è il momento di indossare la maschera antigas per scendere nei tunnel, ( oltre 30 metri sotto terra ), con quei suoni sinistri che arrivano dal vano scale e ansia che tocca i massimi livelli per tutti quanti quando davanti a noi si apre la prima scena, l’incontro tra il sacro ed il profano in salsa Dragon Force : un altare, un crocifisso…. Un piccolo luogo di culto, nato per pregare, con ai fianchi due ragazzine infette… immobili; una di loro stringe per i capelli una bambola… entrambe emettono lamenti inquietanti. All’interno di quella chiesa devo trovare un badge che mi consente l’ingresso al laboratorio, ( per capirlo abbiamo dovuto tradurre il video interamente in lingua ceca del professor Boris.. ). Dopo un attimo di shock decido di scavalcare la cancellata bassa che chiude la chiesetta per paura che il cancellino possa far rumore alla sua apertura, rumore che attiverebbe gli infetti lasciandoti senza scampo. Le due infette si muovono contemporaneamente verso di me.. ma in realtà non mi vedono.. non sono allertate… per cui ci passo in mezzo silenziosamente e recupero il badge in mezzo alle pagine di alcuni libri sull’altare… e riesco da quella zona. I miei operatori tirano un sospiro di sollievo : se fosse andata male in questa prima prova… avrebbe potuto compromettere tutto il resto della missione.
Ci muoviamo nel lungo corridoio con molta attenzione e con passo felpato, dal momento che ci sono infetti ovunque e il pavimento è pieno di cilindri di plastica pronti a far rumore se vi si inciampa, ideati e posizionati da quelle menti malate di organizzatori, e quindi ad attivare gli infetti.
Recuperiamo dal laboratorio le istruzioni per l’antidoto ARIA, dopo una scaramuccia con 2 ostili armati che ci costa 2 vite. Ma siamo al cambio settore. Dobbiamo cercare il cadavere del responsabile del servizio di sicurezza, il cui badge contiene un codice che ci consentirà di accedere ai locali dell’ordigno di autodistruzione della base. Il lungo corridoio però è bloccato da 4 laser verdi…. Oltre ai soliti infetti mugolanti. Ma noi muniti di 4 specchietti “made in cina”, riusciamo uno ad uno a deviare i raggi ed a far passare il resto della squadra che ci ricambierà il favore dall’altra parte dei raggi deviando loro gli specchietti. Un infetto ci osserva praticamente quasi in collo…. Per cui il silenzio è d’obbligo ed evitare di inciampare nei numerosi ostacoli pure. Riusciamo quindi a passare ed a trovare il defunto capo della sicurezza da cui prendiamo il codice. Avanziamo nel terzo settore sotterraneo con le luci spente stavolta per non farsi rilevare dai droni ed entriamo nella stanza dell’ordigno che disattiviamo seguendo le istruzioni presenti. Sempre senza luci e facendo il minor rumore possibile ci avviamo verso l’uscita terminando così la parte sotterranea.
Che dire !!! veramente suggestivo il posto,… veramente bravi gli attori che hanno impersonato gli infetti.. veramente macchinosi gli obiettivi E … una avventura che non dimenticheremo facilmente.
Iniziamo la parte urban esterna visitando l’ufficio del generale… 3 piani di edificio difesi, con infetti al suo interno e pieno di ordigni esplosivi a strappo piazzati ovunque…. Mando Yuri avanti, certo che le sue capacità non mi faranno saltare su nessuna claymore e così è infatti.. ma che fatica… con l’infetto che ci insegue lentamente appena si apre l’ingaggio… 2 dei miei scendono nel piano sotterraneo per riattivare il mainframe e poi tutti insieme, tranne me e Pera eliminati, saliranno al piano primo per copiare i dati del computer del generale sulla penna USB… ma abbiamo ci abbiamo messo troppo ed il tempo scadrà a trasferimento dati ancora in corso. Peccato.
Ci spostiamo adesso verso il piazzale del Pulman con i civili della base scampati all’infezione e all’orda di infetti da liberare ma la piazza antistante è controllata da uomini molto armati e determinati ( addirittura con una MG ), seppure rimasti in 3 riusciamo ad arrivare al pulman. Uno dei nostri, nell’intento di fare copertura, elimina da fuori l’autista del pulman, credendo che fosse un ostile.
Ci avviciniamo alle due porte aperte, quella posteriore e quella anteriore, per scoprire che c’è una mina a strappo anche sulle scale di accesso al pulman. Disinneschiamo i due ordigni ed iniziamo a far scendere i numerosi civili a bordo. Uno di loro estrae una pistola e lo elimino subito. Nella parte anteriore anche un altro ostile ha provato a far fuoco ma è stato freddato, purtroppo insieme ad un altro civile.
Uno dei civili che ho fatto scendere dal mezzo ha una bomba collegata addosso. Gli ostili sono tutti eliminati per cui mi metto con calma a capire come disattivare la bomba, e tento …. A buon fine !
Ci dirigiamo quindi verso l’edificio dove dovremmo trovare il dottor Boris, e manco a dirlo la strada è piena di mine a strappo. Riusciamo a sfondare il grande muro di fuoco che ci da il benvenuto nel lungo corridoio ed in fondo udiamo il dottore gridare ed un ostile che minaccia di ucciderlo. La squadra si ferma in attesa di istruzioni ed io mi affaccio seccando l’ostile. Prendiamo il dottore e lo ammanettiamo, in modo che non possa disturbare in alcun modo la sua esfiltrazione, ma mentre tentiamo di raggiungere la ZAE viene colpito alle spalle da un ostile ben nascosto al di fuori della struttura. Sabotiamo quindi il ponte che ci lasciamo alle spalle come da istruzioni e terminiamo qui la parte urban.
Un camion ci conduce al punto di infiltrazione della parte boschiva. Siamo stati i primi ad essere infiltrati, gli altri team saranno infiltrati a distanza di 20 minuti l’uno dall’altro per cui abbiamo tutti gli obiettivi a nostra disposizione. Peccato che il primo che attacchiamo non sia ancora pronto, nonostante finestra concessa dall’HQ, per cui ci viene concesso al 100 per 100. Per arrivare all’obiettivo successivo abbiamo dovuto salire un bel po di quota per poi riscendere molto più avanti, lungo un botro.
Avevamo previsto di fare l’obiettivo simulando due tecnici della manutenzione e per questo io e Pab abbiamo indossato una tuta intera bianca ed un badge di una ditta inglese di manutenzione idraulica con tanto di nomi e cognomi, io Polacco e lui Ucraino…. Ed infatti la pantomima ha funzionato, le guardie armate ci hanno perquisito e, fingendoci anche un po spaventati per le armi e l’infezione dilagante, abbiamo avuto accesso al locale idraulico. Il tecnico presente, ostile ma non armato, ci attendeva per la manutenzione ordinaria e Pab l’ha convinto a fumarsi una sigaretta fuori dal locale. Io son rimasto a creare l’antidoto secondo le istruzioni trovate nel laboratorio ma ho aperto le valvole solo dopo la creazione…. Dovevo aprirle prima… e così il punteggio dell’obiettivo E è sfumato. Peccato… avevamo recitato molto bene.
Ci dirigiamo verso l’eliporto, con un po di strani problemi di GPS che dicevano una direzione invece di un’altra. Chiediamo finestra ed iniziamo l’ingaggio. Purtroppo non siamo riusciti ad eliminare i difensori, molto ben piazzati e nascosti, e l’ultimo testa a testa si è concluso a favore dell’ostile. Per cui niente obiettivo. Prossima tappa due recon che facciamo senza problemi e poi ci aspetta l’obiettivo trasmissioni.
Scegliamo la strada più difficile… la salita fino in cima al monte per prendere l’obiettivo con predominio di quota. Aperta la finestra eliminiamo gli ostili e stabiliamo le comunicazioni satellitari solo per venire a sapere quanto avevamo già visto con i nostri occhi… il nostro contatto in loco ha tradito ed ha rapito due nostri operatori. Ci vengono consegnate le coordinate quindi dell’avamposto Bravo dove dobbiamo andare a liberare i nostri compagni.
Facciamo più in fretta che possiamo lungo strada e a circa 60 metri dall’obiettivo chiediamo finestra di ingaggio. Partiamo spediti appena aperta la finestra … gli ostili attendono che siamo a un passo per sparare e riescono a decimare la squadra… poi arriva la jeep con altri due prigionieri e piomba nel bel mezzo dell’obiettivo. Per questo motivo l’obiettivo ci viene dato al 100 per 100. Ringraziamo per il tempestivo intervento del mezzo e ripartiamo per l’ultima recon. E’ ancora buio, manca poco alle 05.00. Fortuna che da adesso in poi è tutta discesa… le gambe ringraziano.. i piedi meno… alle 05.40 chiediamo esfiltrazione per aver completato la missione con ben 2 ore e 20 di anticipo e appena mezz’ora circa dall’alba.
Probabilmente aver avuto più luce a disposizione poteva darci un vantaggio in più, soprattutto sull’obiettivo eliporto ed anche meno difficoltà sull’avamposto. Ma sapevamo che i team non avrebbero avuto a disposizione le stesse ore di luce.
La settima posizione, alle spalle di squadre che da anni dicono la loro alla fase finale nazionale FIGT, con una squadra inedita, fatta da persone che poche volte hanno giocato insieme, da persone che normalmente non amano l’agonismo, con persone con problemi di ginocchi e menischi vari… bè è un risultato di prestigio. Siamo certi di aver fatto un ottimo lavoro ma soprattutto di esserci divertiti da matti, anche chi il giorno prima voleva rinunciare per paura di non riuscire a finire la missione.
I Dragon Force ancora una volta hanno stupito per le idee e per il gran lavoro che hanno fatto per realizzarle e sono certo che ancora lo faranno…. !