Era da un po' di tempo che l'idea mi frullava in testa; avendo letto alcuni post molto interessanti riguardo l'assorbimento di corrente delle nostre repliche elettriche, ho avuto voglia di provare io stesso a misurare le potenze in gioco nelle diverse configurazioni che mi capitano fra le mani.
Le motivazioni sono diverse: a parte l'ovvio gusto della sperimentazione (in effetti passo molto più tempo a smontare fucili che a spararci), devo ammettere che molte volte mi sono trovato davanti a situazioni che facevo fatica a decifrare. Ad esempio, perché ad un certo punto il fucile appena rimontato faceva fatica a girare? O una certa batteria non riusciva più a darmi certe prestazioni? O il rateo di fuoco non era quello atteso dalle modifiche messe in atto?
E' chiaro che le variabili di tipo “meccanico” (ingranaggi, molle, gruppo aria) costituiscono la componente più ovvia di intervento nella ricerca di una determinata prestazione, ma ho maturato poi la convinzione che il sistema elettrico (cablaggio, interruttore, batteria e motore) mi riservi la più raffinata capacità di elaborazione e, sopratutto, di MISURAZIONE dei risultati.
Ed è così che, complice la frequentazione di un noto sito che vende articoli per modellismo, mi sono comprato un WATTMETER
Questo è uno strumento che va posizionato fra la batteria e l'ASG ed è in grado di misurare, in tempo reale, i valori di tensione (Volt), corrente (Ampere) e potenza (Watt) assorbiti durante il funzionamento, sia a colpo singolo che in raffica; inoltre ha un contatore del consumo (in Ampere/Ora) utilissimo a determinare la durata di una certa batteria sulla nostra configurazione.
L'apparecchietto, del costo di pochi euro, è in grado in realtà di fare altre cose: può controllare il funzionamento di un caricabatterie, ma anche lo stato di carica delle LiPo/LiFe/LiIo e addirittura BILANCIARLE da solo (!!!).
In pratica con il Wattmeter possiamo sapere quanto consuma l'ASG, quanto varia l'assorbimento in seguito ad una customizzazione, quanto può durare una batteria con una certa configurazione. Inoltre ci dice se il cablaggio utilizzato è idoneo, se la batteria sta funzionando a dovere e molte altre cose. Già nelle prime prove pratiche mi ha aiutato a rilevare un fusibile inadatto (saltandolo il fucile assorbiva meno e sparava meglio) ed uno spessoramento sbagliato, anche se di soli 0,10mm (assorbimento eccessivo).
A questo punto ho predisposto l'ambiente di test con le seguenti repliche:
- Dboys SCAR L – Motore originale – Boccole acciaio 7mm - Ingranaggi originali 18:1 – SP90 – Gruppo aria SMK – Mosfet + cavi 16AWG
- JG G36C – Motore G&P M120 – Boccole acciaio 7mm - Ingranaggi Royal 13:1 corsa corta (2 denti) – SP100 tagliata – Gruppo aria originale, pistone denti acciaio – Mosfet + cavi 16AWG
- JS-Tactical KAC PWD – Boccole cuscinettate 8mm - Motore originale – Ingranaggi Royal 16:1 – SP90 – Gruppo aria originale
- JS-Tactical KAC PWD – Tutto originale
Tutte le repliche sparano al di sotto del joule, spessoramento a regola d'arte, reingrassate per bene.
Poi ho preso cinque batterie diverse, caricate a dovere con un caricabatterie da modellismo (quel sito ha fatto affari!) ed ho effettuato i test con le quattro repliche di cui sopra ottenendo i seguenti risultati:
I valori indicati sono i massimi che sono riuscito a vedere ad occhio nudo: la tensione è rilevata a riposo, mentre corrente e potenza sono quelli visualizzati durante una raffica; per quanto approssimati dalla classe dello strumento e dalla mia incapacità di “fotografare” tutte le rilevazioni (più o meno 4 al secondo), direi che le indicazioni sono chiare in merito alle reali esigenze di alimentazione delle diverse repliche.
Il G36, che ha la configurazione più spinta, “beve” davvero tanto e le batterie più piccole non riescono a farlo girare; a dire il vero, se tolgo il wattmeter la lipo 11.1/1500/15C funziona, anche se a fatica... perciò lo strumento introduce senz'altro una certa resistenza nel circuito che affatica un po' la batteria, sopratutto in fase di spunto.
Per ovviare a questo inconveniente, ho adottato un sistema di cui avevo letto tempo fa su un forum straniero:
In pratica ho saldato sul cavetto di alimentazione alcuni condensatori elettrolitici, per la precisione 8 da 1000 microF ciascuno (16V), disposti in parallelo. Lo scopo è quello di aiutare la batteria allo spunto ed ho visto che in effetti il sistema funziona: la replica spara in modo più reattivo, la tensione della batteria cala molto meno durante la raffica (ed anche a colpo singolo), il ROF aumenta (anche se in quantità quasi impercettibile) e più in generale migliora l'efficienza, a tutto vantaggio della regolarità di funzionamento e dell'autonomia. Con questo stratagemma, la Lipo “piccola” fa girare il G36... ma mi riservo di fare ulteriori esperimenti per comprendere le potenzialità di una simile modifica ed eventualmente la portabilità su una replica “in campo”.
Per concludere, il wattmetro è utile e divertente e mi ha fatto toccare con mano quanto sia “dispendiosa” una configurazione High Speed in confronto ad una standard.
Inoltre ha confermato (ove necessario) quanto siano importanti i componenti elettrici delle nostre repliche: un fusibile scarso, una saldatura fatta male, un connettore ossidato, un cavetto sottile, le spazzole sporche, la batteria che non pompa più... basta un attimo per vanificare un lungo e faticoso lavoro di customizzazione.
Infine mi piacerebbe riuscire a determinare una sorta di “fattore di efficienza” di una data configurazione: ovvero se una mia replica spara a 0,9J con un ROF di 25bb/s ed assorbe 25A con una 11.1 posso essere soddisfatto oppure no?
Qualcuno ha dei dati da confrontare?
A questo punto mi piacerebbe avere diversi motori per fare ulteriori test...
Alessandro


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