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Discussione: 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin"

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    Post 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin"

    Il 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin" è un reparto di Forze speciali dell'Esercito Italiano. Il Reggimento "Col Moschin" è inquadrato nella Brigata Paracadutisti Folgore e tiene in custodia la bandiera del X ReggimentoArditi, del quale ha ereditato l'anno di costituzione (1918) e le mostrine (fiamme nere), riadottate nel 2006. Dal 1995, nel quadro di ristrutturazione dell'Esercito Italiano, è passato da Battaglione a Reggimento.La base centrale del Reggimento è a Livorno presso la caserma "Vannucci". Esiste anche un centro di addestramento, denominato Base Addestramento Incursori (BAI) a Pisa, situato nel parco regionale di San Rossore (ex tenuta presidenziale) vicino alla foce del fiume Arno, che viene utilizzato per le attività anfibie e subacquee del reggimento. L'addestramento si svolge anche attraverso varie esercitazioni in diverse parti del mondo, dall'Antartide all'America, rendendo così questi combattenti scelti capaci di operare in qualsiasi scenario.
    Il 9º Col Moschin, facendo parte delle unità Forze speciali italiane, è sotto il comando del CO.F.S. (Comando Interforze per le operazioni delle Forze Speciali).

    Storia:

    Prima guerra mondiale:
    La storia del Reggimento può essere associata a quella di alcune unità di Arditi della prima guerra mondiale, quale il IX Reparto d'Assalto. Gli arditi si imposero sulla scena militare, guadagnandosi una fama impressionante grazie ai loro atti di eroismo e per la violenza delle loro azioni. Gli arditi erano specialisti degli assalti con lancio di bombe a mano e con combattimenti all'arma bianca nelle trincee nemiche. Il IX Reparto, in particolare, si distinse sul monte Grappa, dove fu protagonista della riconquista di alcune posizioni austriache sul Col Moschin (comune di Solagna), sul Col della Berretta e sull'Asolone (comune di Pove).

    Seconda guerra mondiale:
    Il
    20 luglio1942 si costituisce a Santa Severa un Reggimento Arditi che pochi mesi dopo viene denominato X Reggimento Arditi. Il reparto, con mostrina dalle fiamme azzurre, opera alle dipendenze dell'Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore. Impiegato in operazioni dietro le linee nemiche in Tunisia, Algeria, e nella Sicilia liberata dagli Alleati, cessa di esistere l'8 settembre del 1943. Il I battaglione dislocato in Sardegna, si riordina nel 1944 in IX Reparto d'Assalto e partecipa alla Guerra di Liberazione, inquadrato nel Gruppo di Combattimento "Legnano".

    Dopoguerra:
    Smobilitato nel 1946, viene ricostituito come compagnia presso la Scuola di Fanteria a Cesano nel 1953, ed un anno dopo diviene Reparto sabotatori paracadutisti. Assegnato alla scuola di paracadutismo di Pisa nel 1957, diviene Battaglione sabotatori paracadutisti il 25 settembre1961. Segue quindi le sorti della rinata Brigata paracadutisti "Folgore", e nel 1975 assume la denominazione di 9º Battaglione d'assalto paracadutisti "Col Moschin".

    Operatività:
    Il reparto è stato protagonista di numerose operazioni militari ed antiterroristiche in tutto il mondo ed è l'unico ad aver partecipato a tutte le missioni all'estero dell'Esercito Italiano dal dopoguerra ad oggi.

    Organizzazione:
    9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin"
    - Comando di Reggimento
    - Compagnia Comando e Supporto Logistico
    - Compagnia Trasmissioni
    - 1º Battaglione Incursori
    - 110ª Compagnia Incursori
    - 120ª Compagnia Incursori
    - 130ª Compagnia Incursori
    - Reparto Addestramento Forze per Operazioni Speciali (RAFOS)
    - 101ª Compagnia Allievi
    - 102ª Compagnia Allievi
    - Base Addestramento Incursori (BAI)

    Formazione specialistica degli operatori che superano l'OBOS:

    Corso Combattimento per Forze Speciali:
    Il corso Combattimento per Forze Speciali, della durata di 23 settimane, è condotto, come nell'OBOS, da istruttori di grande esperienza assegnati al RAFOS a rotazione dalle compagnie operative del Nono, che seguono i candidati in ogni momento dell'addestramento, fornendo insegnamenti tecnico tattici e dispensando consigli, rincuorando gli incerti e valutando continuamente il loro profilo fisico e morale, per materie specifiche sono affiancati da istruttori fissi, normalmente degli incursori marescialli “anziani”. La Fase di Specializzazione Paracadutista Guastatore si tiene interamente presso il RAFOS e si suddivide a sua volta in vari corsi:
    - Sopravvivenza, evasione e fuga, resistenza agli interrogatori, della durata di 3 settimane, che insegna come sopravvivere in qualsiasi ambiente, le tecniche di evasione e fuga, e di resistenza agli interrogatori. Sono tre settimane molto impegnative, che determinano spesso l'eliminazione di chi aveva superato senza problemi il corso OBOS. Gli allievi sono proiettati in un ambiente sconosciuto, in assoluta solitudine, per affrontare prove di sopravvivenza che inducono un profondo senso di insicurezza e di isolamento. Si svolge sia in Toscana sia in Sardegna e prevede anche una fase di sopravvivenza in mare. Un ulteriore periodo, in genere affrontato successivamente al reparto, riguarda la sopravvivenza in ambiente montano innevato ed in zone di clima rigido.
    - Corso Maneggio Esplosivi, della durata di 8 settimane, che insegna le tecniche e le procedure di maneggio degli esplosivi, sulle tecniche di sabotaggio e di demolizione speditiva. La completa formazione di tutti gli operatori in questo specifico settore viene visto dagli ufficiali del Reggimento come un fattore di flessibilità ed un motivo di vanto nella comunità internazionale delle forze speciali.
    - Combat Medic secondo i protocolli Combat Life Support, che forniscono i rudimenti delle tecniche di primo soccorso nell’ottica di intervenire sul ferito il più precocemente possibile, almeno quando la situazione tattica lo permette, per evitare il peggioramento delle sue condizioni in attesa dell’intervento di personale più qualificato. Tale formazione, rivolta a tutto il personale, verrà successivamente approfondita per gli elementi destinati a funzioni di Combat Medic di distaccamento.
    - Modulo di operatore radio per Forze Speciali, che abilita all’impiego delle sofisticate apparecchiature radio VHF, HF e satellitari in dotazione, necessarie a garantire le comunicazioni tattiche e strategiche. Segue l’apprendimento delle Procedure Tecnico-Tattiche per Forze Speciali.
    - Procedure Tecnico Tattiche per Forze Speciali (PTT/FS), per l'approfondimento delle procedure del distaccamento operativo incursori nelle situazioni tipiche d'impiego. Il corso include una serie di addestramenti specialistici della durata di una o due settimane. Due sono dedicate alla mobilità per FS, per l'apprendimento delle tattiche d'impiego e di sicurezza della pattuglia motorizzata, il cui utilizzo è divenuto preminente nelle missioni più recenti, e le predisposizioni da attuarsi in caso di contatto (RIA sui mezzi). Due ulteriori settimane approfondiscono le modalità di aerocooperazione per FS, con particolare riguardo all'impiego degli elicotteri; due riguardano le azioni dirette e gli interventi di antiterrorismo; due le procedure di scorta e protezione ravvicinata di personalità (close protection e tiro istintivo); due infine le tecniche di mobilità e combattimento in montagna per forze speciali. Inoltre, addestramenti specifici di una settimana che toccano i temi delle operazioni in ambiente NBC (Nuclear Biological Chemical – Nucleare Biologico Chimico), della ricognizione speciale e delle procedure HUMINT (Human Intelligence) di raccolta informativa per forze speciali. Nelle settimane restanti, viene approfondita la conoscenza di tutte le armi leggere in dotazione al reparto e gli allievi frequentano un ciclo di lezioni sulla fotointerpretazione delle riprese aeree.
    Un'ultima settimana è dedicata agli esami conclusivi del corso. Al termine, conseguito il brevetto di Guastatore Paracadutista, l'allievo affronterà la fase successiva, il corso di qualificazione Incursore Paracadutista.

    Corso Combattimento Avanzato per Forze Speciali:
    Della durata di 5 settimane e destinato ad approfondire le tecniche avanzate di combattimento in ambiente urbano, di tiro istintivo, discriminato e ravvicinato, di irruzione ed intervento nei più disparati scenari contro obiettivi posti all’interno di varie tipologie di edifici. Le prime tre settimane sono dedicate al consolidamento della tecnica di tiro con fucile d’assalto e pistola, con ausili di puntamento, mentre le ultime due sono incentrate sulle tecniche di irruzione e movimento. L’efficace progressione dell’addestramento è garantita dalla padronanza nell’uso delle armi individuali acquisita durante le fasi precedenti dell’iter formativo dedicato agli allievi Incursori. Il CCAFS ha carattere fortemente valutativo, con particolare riguardo ai livelli di precisione raggiunti nel tiro ravvicinato ed istintivo, alla rapidità di riflessi dimostrata in poligono ed alla velocità di reazione di fronte all’imprevisto. Questo corso rappresenta infatti, dopo la fase di sopravvivenza, un altro sbarramento valutativo di estrema importanza prima del raggiungimento dell’agognato brevetto. Al termine gli allievi qualificati risultano in grado di ingaggiare minacce da varie posizioni ed in movimento, di estrarre correttamente ed efficacemente la pistola dalla fondina in condizioni di emergenza, di eseguire rapidi cambi di serbatoio mantenendo l’obiettivo sotto mira, di effettuare la transizione da un’arma all’altra, di risolvere eventuali malfunzionamenti e di impiegare varie tecniche di mira. Il corso è frequentato anche dagli allievi del 17° Stormo incursori dell'Aeronautica Militare: il superamento dello stesso da parte di questi ultimi convalida il fatto che l'addestramento ricevuto in precedenza al reparto di appartenenza risulta di primissimo livello.

    Abilitazione da Incursore:

    I candidati, che hanno terminato con successo la prima fase di specializzazione, iniziano quella di Perfezionamento per Incursore Paracadutista, che ha lo scopo di completare la formazione degli allievi, specializzare il personale e renderlo in grado di operare nei diversi ambienti e scenari di impiego peculiari delle forze speciali. Il perfezionamento include una serie di corsi di durata variabile gestiti direttamente dal RAFOS o svolti presso enti scolastici esterni e sono i seguenti:
    - Corso di mobilità anfibia, della durata di sei settimane, per l'apprendimento delle tecniche delle operazioni anfibie, che include esercitazioni di navigazione diurna e notturna con gommoni con motore fuoribordo, pratica del nuoto operativo di superficie, messa a mare e recupero veloce da imbarcazioni in movimento e conoscenza sia teorica che pratica dei mezzi nautici in dotazione al reparto: battelli a scafo rigido, canoe, gommoni autogonfianti a scafo rigido. Al termine del corso viene conseguita la patente nautica per l'impiego dei mezzi più piccoli entro la fascia costiera delle 12 miglia.
    - Corso Riconoscimento Mezzi e Materiali, della durata di 3 settimane, per la conoscenza e riconoscimento delle armi, i mezzi e le uniformi di alcune forze armate straniere. In passato era dedicato essenzialmente ai materiali dei paesi del Patto di Varsavia, mentre oggi la materia d'interesse ha carattere più generale.

    La formazione affidata ad altri Enti è essenzialmente quella relativa alla mobilità ambientale, che include:
    - Corso di Paracadutismo con la Tecnica della Caduta Libera (TCL), al superamento del traguardo di 20 lanci con la tecnica della fune di vincolo; si svolge presso il Centro Addestramento Paracadutismo (CAPAR) di Pisa per un periodo compreso tra le cinque e le sei settimane, durante le quali si effettuano lanci ad apertura comandata da una altezza massima di 3-4000 metri (10.000 piedi).
    - Corso basico Addestramento Alpinistico (CA1), presso il Centro Addestramento Alpino (CEALP) di Aosta, della durata di 6 settimane, per fornire le conoscenze fondamentali relative alle tecniche d'arrampicata e movimento in montagna, necessarie a conferire la capacità di operare in ambienti montani in condizioni di sicurezza. È una fase basica che non contempla gli aspetti puramente tattici, e richiede pertanto un successivo approfondimento al reparto per l'inserimento delle tematiche specificamente operative.
    Corso basico di Addestramento Sciistico (CS1), sempre presso il CEALP di Aosta, della durata di 6 settimane, dedicate all'apprendimento delle tecniche di movimento in montagna in ambiente innevato: sci alpinistico e sci di fondo, prevenzione delle valanghe e sopravvivenza in climi freddi. Anche in questo corso, le tematiche apprese andranno inserite in un contesto tattico con successive esercitazioni al reparto.
    - Corso Basico di Lingua Inglese, della durata di 5 settimane, presso la SLEE (Scuola di Lingue Estere dell'Esercito) di Perugia, o presso istituti scolastici convenzionati a Livorno. L'importanza della collaborazione internazionale, ed il frequente inserimento degli operatori in strutture multinazionali, richiede una conoscenza generalizzata di tale lingua, su cui innestare successivi approfondimenti.

    Al termine di questo lungo processo formativo, i pochi candidati rimasti ricevono l'agognato brevetto da Incursore Paracadutista, e transitano in un distaccamento di compagnia operativa dove, affiancati da colleghi esperti, apprenderanno "sul campo" i mille segreti del loro difficile mestiere.

    Corsi ulteriori di perfezionamento e specializzazione individuali:
    La formazione degli incursori, che non si può mai definire conclusa, prosegue anche durante l'impiego presso le compagnie operative. Con la frequenza di ulteriori corsi di specializzazione, sia in Italia che all'estero, i singoli operatori potranno incrementare il loro bagaglio di conoscenze, compatibilmente con le loro attitudini specifiche e con le necessità organiche del reparto, ampliare le loro possibilità d'intervento ed approfondire specifiche professionalità.

    Corsi di perfezionamento:
    - Corso Subacqueo, della durata di 12 settimane, presso il COMSUBIN del Varignano (La Spezia), per apprendere ad operare con sicurezza nell'ambiente marino, con un approfondimento delle tecniche di nuoto operativo di superficie e subacqueo, e per conseguire l'abilitazione all'uso degli apparati subacquei A.R.O. (Auto Respiratore ad Ossigeno) e A.R.A. (Auto Respiratore ad Aria).
    - Corso di Perfezionamento Alpinistico e Sciistico, presso il Centro addestramento Alpino di Aosta, per l'approfondimento delle tecniche alpinistiche e per l'apprendimento della capacità d'agire in ambienti artici e d'alta montagna, ed elevare il grado di mobilità operativa in condizioni particolarmente impegnative e in presenza di un avversario addestrato ad operare in montagna. Il succedersi dei corsi può portare all'ottenimento delle qualifiche di istruttore o istruttore militare scelto di sci e di combattimento in montagna.
    - Corso Avanzato di Paracadutismo, della durata di 3-4 settimane, per l'apprendimento delle tecniche per lanci ad alta quota (di 7.000-11.000 metri) con ossigeno ad apertura a quote basse – HALO (High Altitude Low Opening), o con apertura ad alta quota e navigazione sotto vela – HAHO (High Altitude High Opening).

    Corsi di specialità:
    (Un Distaccamento Operativo ha al suo interno: un Incursore con specializzazione Combat Medic, un Breacher, un SFJTAC e uno o due Sniper) - Corso Tiratore Scelto, tenuto presso il Reggimento, per l'abilitazione al corretto utilizzo dei numerosi fucili di precisione in dotazione, derivato dal S.O.T.I.C. (Special Operations Target Interdiction Course) statunitense, studiato per il calibro.308.
    - Corso FAC (
    Forward Air Controller), per abilitazione alle missioni relative alla direzione da terra degli attacchi aerei e la designazione ai piloti degli obiettivi, tenuto presso la Scuola di Aerocooperazione dell'Aeronautica Militare, della durata di cinque settimane (tre teoriche e due pratiche). Tale qualifica è limitata agli elementi in possesso del necessario livello di conoscenza della lingua inglese (che può essere conseguita con la frequenza del corso avanzato alla SLEE di Perugia). Di norma, il corso è seguito da quello di Controllore del Fuoco per Operazioni Speciali (CF/OS), di ulteriori tre settimane. Tutto ciò prelude all'abilitazione alla funzione di Laser Target Marking (FAC/LTM) per l'impiego dei designatori laser in dotazione al Reggimento. L'addestramento all'impiego dei relativi designatori laser avviene con corsi di un paio di settimane, che si tengono nei principali poligoni alleati (in Sardegna come all'estero), o addirittura in occasione delle missioni esterne, durante la permanenza dei distaccamenti in teatro.
    - Corso Combat Medic. A livello nazionale gli Incursori destinati a questo settore conseguono la qualifica di “Soccorritore Militare” presso la Scuola di Sanità di Roma, dopo un corso di tre settimane che garantisce, tra l’altro, una sorta di veste legale per operare nell’ambito del primo soccorso, anche se con significative limitazioni. Special Operations Combat Medics (SOCM) Course”, svolto presso l’ISTC di Pfullendorf e che insegna le procedure fondamentali di pronto soccorso, come fermare le emorragie e garantire una corretta terapia infusionale ed anti shock, e soprattutto il prestigioso corso “18D – Special Operations Combat Medic” dei Berretti Verdi americani. Della durata complessiva di circa un anno, quest’ultimo è tenuto presso il JFKSWTSC di Fort Bragg ed è dedicato esclusivamente alle Forze Speciali (per l’Italia lo frequentano anche operatori del GOI, del GIS e del 17° Stormo).
    - Corso EOD (Operatore Bonifica Ordigni Esplosivi) e Corso IEDD (Operatore Bonifica Ordigni Esplosivi Improvvisati),da frequentare presso il Centro Addestramento EOD della Scuola del Genio dell'Esercito.

    Altri corsi:
    - Corso Scorte e Protezione ravvicinata di personalità, tenuto al Reggimento, sulle tecniche di protezione e scorta di V.I.P, della durata di cinque settimane. Tre sono dedicate alla tematiche della protezione ravvicinata e del tiro istintivo con armi corte, e due all'apprendimento delle tecniche di guida veloce con modalità anti-sequestro.
    - Corso avanzato di lingua inglese, di approfondimento del corso basico, per un completa conoscenza della lingua inglese, presso la SLEE di Perugia.

    Altri corsi di perfezionamento vengono svolti all'estero, preceduti da un opportuno corso avanzato di lingua inglese tenuto presso la Scuola Lingue Estere dell'Esercito di Perugia. La maggior parte di questi corsi si tengono presso l'International Special Traning Center – ISTC di Pfullendorf, Germania, la scuola delle Forze Speciali della NATO, presso la quale gli incursori frequentano vari tipi di corsi, talvolta per coprire obiettive carenze dell'addestramento impartito in Patria, in altri casi per ricevere un'istruzione specialistica, che non risulterebbe economica organizzare e gestire autonomamente, perché rivolta a numero assai esiguo di operatori.


    Operazioni Note:

    Alluvione Arno:
    Il Battaglione Sabotatori Paracadutisti fu la prima unità ad intervenire la sera del 4 novembre 1966, grazie alle prestazioni dei mezzi anfibi in dotazione.
    Partecipò attivamente, con personale e materiali, al soccorso delle zone alluvionate del Valdarno e dell'Ombrone, prodigandosi, con mezzi propri, nel trasporto delle persone rimaste isolate nei casolari ed effettuando numerosi salvataggi di coloro che trovarono rifugio sui tetti delle abitazioni. Gli incursori (all'epoca "Sabotatori") risolsero innumerevoli problemi di grande difficoltà e di varia natura provvedendo, tra l'altro, al trasporto di medicinali di prima necessità presso il reparto pediatrico dell'Ospedale di Pontedera (PI).
    Si collaborò, inoltre, alla rimozione dei detriti, di carcasse di animali, di fango e di rottami vari. Tali interventi, protrattisi 24 ore su 24 per 15 giorni, valsero ai sabotatori l'elogio delle autorità e la riconoscenza delle popolazioni.

    Alto Adige:I Sabotatori furono inquadrati in un reparto misto con Carabinieri, Guardia di Finanza e polizia, soprattutto per operazioni di bonifica ordigni esplosivi in zone pericolose.
    In una di queste azioni, a Cima Vallona, il 25 Giugno 1967 persero la vita il S.Ten. Mario Di Lecce ed il Serg. Olivo Dordi, mentre il Serg. Magg. Marcello Fagnani restò gravemente ferito. Di Lecce, Dordi e Fagnani furono decorati di Medaglia d'Argento al V.M.
    Per anni l'Alto Adige rappresentò la "casa" dei Sabotatori. A tale bellissima "casa" il personale dell'unità è rimasto sempre legato da una forte nostalgia.

    Meloria:
    A seguito del tragico incidente aviatorio verificatosi nell'autunno del 1971 quando un C130 della Royal Air Force precipitò in mare presso le secche della Meloria, dinanzi alla città di Livorno, il Reparto partecipò alle operazioni di ricerca e recupero delle salme dei Paracadutisti italiani e dei membri dell'equipaggio periti nella disgrazia. Nel corso della pietosa attività, il 18 novembre, durante le operazioni subacquee di ricerca delle vittime, perse la vita il Serg. Magg. Giannino Carìa. Alla sua memoria venne concessa la M.O. al Valor Civile, mentre altre importanti decoraazioni furono concesse a 14 elementi del battaglione che parteciparono alle operazioni. Il 15 Giugno 2002, è stato posato un cippo alla memoria dei caduti della Meloria, alla quale ha partecipato il presidente Fini.

    Vigilanza 1975:Il Battaglione Sabotatori Paracadutisti partecipò con personale proprio all'organizzazione. All'addestramento ed alla successiva sorveglianza delle tratte ferroviarie che costituivano possibili obiettivi di attentati terroristici.
    Tale attività fu reiterata con medesime modalità e con adeguato impegno di personale negli anni 1978-1979.

    Italcon Libano 2:
    Il 15 marzo 1983 alle 21.00 una pattuglia del battaglione San Marco cade in una imboscata nei pressi del campo di Sabra, in Libano e quattro marò rimangono feriti, 1 grave. Di notte il generale Franco Angioni comandante di Italcon, decide di uscire con gli incursori per intercettare gli assalitori che non hanno ancora potuto lasciare la zona, li trovano, inizia un violento scontro a fuoco, ma i libanesi hanno armamento più pesante e armi anticarro, tre incursori rimangono feriti, a uno la notte stessa verrà amputata la gamba, e si decide di sospendere l'azione. Il giorno dopo via radio gli italiani ricevono un messaggio dagli israeliani: "Comunicate al vostro comandante che siamo ammirati, perché in medioriente nessuno combatte di notte coi cecchini appostati!" Due giorni dopo il sottocapo Filippo Montesi di 20 anni, ferito nell'imboscata, viene trasferito in italia per essere operato all'ospedale militare del Celio, ma muore durante l'operazione.

    Achille Lauro:
    Lunedì
    7 ottobre1985, il giorno del sequestro dell'Achille Lauro (avvenuto alle ore 13:15), già in tarda serata 60 incursori del Col Moschin arrivarono alla base militare di Akrotiri, nell'isola di Cipro, messa a disposizione dal governo britannico, pronti ad intervenire seguendo un piano sviluppato insieme all'UNIS del COMSUBIN, presenti in fase di pianificazione. I sessanta operatori avrebbero dovuto effettuare una "saturazione a macchia d'olio" e lo sgombero degli ostaggi, mentre gli operatori UNIS del COMSUBIN avrebbero effettuato l'irruzione iniziale. I fatti andarono diversamente e prevalse la linea diplomatica.

    Kurdistan:
    Il Governo italiano aderì all'operazione "Provide Comfort", scattata al termine della guerra nel Golfo per garantire sicurezza alle popolazioni curde che vivono all'interno dell'Iraq, inviando il 2 maggio 1991 un consistente contingente militare nel nord del Paese. Dalle varie forze componenti la spedizione italiana faceva parte, tra le altre, una Compagnia di Incursori paracadutisti "Col Moschin". Anche in questa operazione, il comando della componente operativa del contingente fu assegnata ad un Ufficiale proveniente del 9°, il Genrale Monticone, mentre l'operazione nel suo complesso era sotto comando del Generale paracadutisti Buscemi. Il contingente italiano aveva il compito di controllare un territorio ampio di circa 1.400 Kmq in condizioni spesso critiche a causa della tensione esistente tra le varie fazioni locali.
    Al termine dell'operazione, il 17 luglio 1991, l'impiego militare italiano continuò con circa 150 uomini, quasi tutti incursori paracadutisti del "Col Moschin", in territorio turco, allo scopo di costituire un elemento deterrente contro eventuali rappresaglie irakene. Questa ulteriore missione ebbe termine il 9 Ottobre del 1991.
    Somalia:
    Il
    13 dicembre1992, scattata l'operazione Restore Hope in Somalia, un C-130 Hercules della 46ª Aerobrigata arrivò a Mogadiscio con una squadra di Incursori del 9º Reggimento "Col Moschin". Gli operatori occuparono il palazzo dell'ambasciata italiana, lasciata abbandonata dopo lo scoppio della guerra civile nel 1991.
    Il 5 giugno1993, alle 09:30 un flash del corrispondente dell'agenzia di stampa ANSA Remigio Benni, unico giornalista presente a Mogadiscio, parla di "situazione drammatica, disordini e sparatorie". Un reparto di caschi blupakistani cade in un'imboscata dei miliziani somali di Mohammed Farah Aidid nei pressi di Radio Mogadiscio: 24 soldati sono massacrati a colpi di Kalashnikov e di mitragliatrice. L'intervento di circa 20 incursori, guidati dal tenente colonnello Marco Bertolini, evitò una strage di proporzioni ancora maggiori. Le forze speciali italiane combattendo corpo a corpo, portarono in salvo circa 80 pakistani delle forze ONU.
    Quattro settimane dopo, il 2 luglio1993, avvenne la Battaglia del pastificio. Un gruppo di intervento italiano, composto da paracadutisti della Folgore, cavalleria corazzata e fanteria, riuscì a salvare molti militari italiani rimasti intrappolati in un'imboscata congegnata dai miliziani somali, subendo però gravi perdite: 3 morti e 26 feriti. Tra i morti uno degli incursori, ilsergente maggioreStefano Paolicchi, 30 anni, colpito sul lato destro della milza, nell'unica parte non protetta dal giubbetto antiproiettile. Per il suo contributo all'azione verrà decorato con la medaglia d'oro al valor militare (alla memoria).

    Ruanda:

    Nel 1994, in Ruanda, gli Incursori ebbero il compito di evacuare i civili italiani dalla terra africana martoriata dalla guerra. L'operazione, detta Operazione Ippocampo, si concluse il 19 novembre con il recupero dei connazionali.
    A seguito degli scontri tribali che hanno distrutto il paese centrafricano, il "Col Moschin" tornò a più riprese in Ruanda, portando in salvo molti connazionali ed evacuando numerosi bambini locali. Nel corso delle operazioni, perse la vita il sergente maggiore Marco Di Sarra (già decorato di Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito per il suo comportamento in Somalia durante l'operazione IBIS) colpito da una forma grave di malaria.
    L'Italia per consentire l'evacuazione dei suoi connazionali inviò un distaccamento composto da operatori del "Col Moschin" e da incursori del Comsubin trasportati da velivoli dell'Aeronautica Militare. Giunti a Kigali, la capitale, il gruppo iniziò la sua attività in un clima di tragedia muovendosi tra corpi lasciati agli angoli delle strade; occorse recuperare persone a vari chilometri dall'aeroporto e il distaccamento non aveva potuto portare mezzi di trasporto con sé; contattati, gli altri contingenti non resero disponibili alcun mezzo, così gli operatori decisero di requisire dei pick up civili all'aeroporto e, dopo aver smontato le portiere e averli adattati alle loro esigenze, si diressero verso i luoghi dove rimanevano civili da recuperare. Muovendosi sempre con le armi pronte, gli operatori riuscirono ad evacuare tutti, affrontando anche
    molte resistenze.

    Yemen:
    A seguito della guerra civile nel Paese arabo, unità del 9° intervengono, con velivoli della 46^ Aerobrigata dell'Aeronautica Militare, per evacuare i nostri connazionali
    dalla capitale minacciata dalla guerra civile.

    Bosnia:
    Il 9° Reggimento è stata la prima unità italiana a mettere piede in Bosnia nel quadro del Contingente italiano nell'operazione Joint Guard della NATO, durante il rigido dicembre 1995.
    Dall'inizio della missione gli Incursori sono stati sempre presenti nell'Area Operativa, per lo svolgimento di compiti di particolare delicatezza. Sempre in condizioni di spiccato isolamento e di forte inserimento nella realtà sociale locale. Le unità del reggimento operano con carattere di continuità del settore nazionale, soprattutto nelle aree più delicate come gli abitati di Pale e Gorazde.
    L'operazione in Bosnia rappresenta un impareggiabile banco di prova per il reparto, per la prima volta nella sua storia impiegato con carattere di profonda integrazione nel contesto NATO. In particolare, gli incursori oltre ad operare sul terreno, vengono impiegati nei Comandi a diretto contatto con le altre Forze Speciali alleate, quali quelle francesi, britanniche e statunitensi, affrontando costantemente le sfide rappresentate dall'adozione di procedure operative molto più complesse di quelle nazionali, se non altro per l'ineliminabile barriera linguistica.
    In questi anni di operazione, gli Incursori sono divenuti profondi conoscitori del Paese e della mentalità delle popolazioni locali. In ripetute e delicate situazioni di crisi, come l'abbandono di Grbavica (Sarajevo) da parte della popolazione serbo-bosniaca, nell'inverno del 1995, gli operatori del 9° hanno messo in luce elevati livelli di professionalità, non disgiunti da uno spiccato buon senso e da una forte carica umana che li hanno fatti unanimemente apprezzare dalla popolazione. Gli Incursori, grazie alla loro prolungata permanenza in Teatro d'Operazione, si propongono quale prezioso elemento di continuità in un contesto caratterizzato da Comandi di Contingente in continua rotazione e si sanno proporre quali "risolutori di problemi" efficientissimi. Con questi presupposti, gli uomini del 9°, vengono impiegati, insieme a tutti gli altri reparti di Special Forces presenti in Bosnia, come team JCO (Joint Commission Observer).
    Il 9 luglio 2004 la Risoluzione 1551 delle NU autorizza la prosecuzione di SFOR per ulteriori sei mesi ed accoglie la decisione della NATO di concludere SFOR entro la fine del 2004. Toccherà all´UE avviare in Bosnia, da dicembre 2004, una missione comprensiva anche di una componente militare.
    Albania:
    Una delle più recenti missioni di pace che ha visto coinvolto l'Esercito è stata la breve missione "Alba", la prima forma di intervento multinazionale (con Francia, Turchia, Grecia, Spagna, Romania, Austria e Danimarca) promossa e guidata dall'Italia.
    Gli uomini del 9°, partono la notte del 13 Marzo di quell'anno per portare a casa civili italiani e civili occidentali. Fu impiagato personale appena rientrato in Patria dalla concomitante missione in Bosnia, questo a dimostrazione della dedizione e devozione alla professionalità degli Operatori del 9°. Da quel giorno fino alla data di inizio missione, i distaccamenti, a bordo di elicotteri CH-47, facevano la spola da Brindisi a Durazzo, riportando in patria civili italiani e tutti i disperati che volevano scappare dall'inferno dell'Albania. Durante una di queste missioni, un elicottero fu preso d'assalto dalla gente col risultato che tornò a casa con 147 persone a bordo. L'elicottero fu messo fuori servizio.
    La missione ufficiale, sollecitata dall'OSCE e dall'ONU e approvata il 9 aprile 1997 dal Parlamento malgrado il voto contrario di una parte della maggioranza di Governo, si è svolta dal 13 aprile al 12 agosto, ufficialmente per consentire la distribuzione di aiuti umanitari ma in realtà per impedire la guerra civile e consentire di avviare a soluzione la crisi politica albanese.
    La presenza dei militari ha consentito di raffreddare la situazione albanese, degenerata all'inizio del 1997 principalmente a causa del fallimento di società di investimento che avevano di fatto bruciato i risparmi di molti cittadini.
    I Distaccamenti Operativi erano di stanza a Tirana, ma venivano impiegati su tutto il territorio albanese. Tutte le altre truppe erano oltre che a Tirana, Durazzo, Valona e Fier.
    In quell'anno il 28 marzo 1997 la Sibilla fece affondare la Kater I Rades, dove morirono almeno 108 persone, il 9° dovette affrontare più di una volta questo scheletro con i parenti delle vittime, uscendone sempre a testa alta e con diplomazia, anche grazie all'allora comandante del reparto Col. Nardi. Non c'era Operatore del Reparto che non avesse girato tutto il paese e conosciuto ogni angolo più remoto.
    La missione finì ad Agosto, anche se il reparto lasciò la terra albanese qualche tempo dopo per garantire l'evacuazione dei reparti partecipanti alla missione.
    Kosovo:
    La forza di intervento che a seguito della campagna aerea è entrata e si è dislocata in Kosovo è denominata Kosovo FORce (KFOR).
    L'Italia partecipa alla Forza sotto comando NATO con una Brigata Multinazionale insieme a Spagna, Portogallo, Argentina.
    La Missione Internazionale a guida NATO è stata autorizzata dalla Risoluzione n. 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 10 giugno 1999.
    La forza della Missione è di circa 36.000 uomini suddivisi fra le seguenti nazioni: Argentina Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Sezia, Turchia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti d'America.
    Nel quadro del riordino delle unità multinazionali dislocate nei Balcani la Brigata Multinazionale Ovest a guida italiana e la Brigata Multinazionale Sud a guida tedesca sono state unificate dal 12 novembre 2002.
    Il Comando dell'Unità è dislocato a Prizren, ed il comando è alternativamente assegnato, a turno annuale, alle due Nazioni, ad iniziare dalla Germania.
    Nel "Teatro", un secondo comando gestisce i collegamenti terrestri fra il Kosovo e l'Albania e risponde al nome di NATO Head Quarters Tirana (NHQT). Il Contingente Italiano, garantisce la sicurezza e la libera circolazione a tutte le componenti etniche e religiose ed alle organizzazioni internazionali presenti nell'area di responsabilità.
    Per tutta la durata della missione, i distaccamenti del reparto, hanno dovuto far fronte anche ad altre controversie che si sono create a causa di qualche burocrate che non comprendeva di essere in zona di operazione, ma pensava che tutti gli uomini fossero a casa. Una delle ragioni perchè questi uomini continuano a fare questo lavoro, è anche il fatto che vivono sempre nell'anonimato ed a volte si trovano a fare i conti con altri reparti che non capiscono questa cosa. Durante la Kfor, spesso le controversie arrivavano proprio da reparti della stessa patria, ma con informazioni sempre più vaghe. Non tutti sanno che prima di ogni reparto e prima di ogni missione, gli uomini del Col Moschin, arrivano sempre per primi per fare in modo che tutti i reparti arrivano in piena sicurezza.

    Timor Est:
    La missione a Timor Est è stata una delle N.E.O. alla quale gli uomini del Col Moschin hanno partecipato anche in passato. Sotto il comando del Col. Sblendorio, un distaccamento del reparto vine catapultato dall'altra parte del Globo per "esfiltrare" dei cittadini esteri dal paese sconvolto dalla guerra civile, dovendo procedere letteralmente fra i cumuli delle persone massacrate a colpi di arma bianca. Ma in quella occasione ci si era mossi sempre su veicoli. Durante i sei mesi di permanenza, non sono mancate le occasioni per addestrarsi, in un contesto del tutto nuovo, accumulando notevoli esperienze che, una volta tornati in Patria, vengono tradotte in corpose relazioni che dovrebbero essere molto utili per qualcuna delle prossime missioni e per l'adozione di nuovi equipaggiamenti.
    Come nelle altre occasioni, la professionalità degli operatori ha fatto in modo di accrescere il proprio bagaglio professionale, grazie anche agli scenari del tutto nuovi del territorio di Timor. Dalle strade sterrate alla giungla, che spesso comportava un rastrellamento a piedi per impraticabilità con i mezzi ruotati. Anche questa volta gli Incursori del 9° hanno portato a termine la missione. Nell'occasione vogliamo anche ricordare che, come era facilmente prevedibile, alcuni dei reduci dalla missione hanno avuto dei problemi di salute (in particolare per le febbri giapponesi, per le quali non esiste profilassi o vaccino) che per alcuni si sono prolungate per diversi mesi. Un prezzo pesante che non bisogna dimenticare.
    Iraq:
    Giovedì 19 agosto 2004 Nassiriyah:
    Un distaccamento del Col Moschin composto da quattro VM90 e da una autovettura da ricognizione, in pattugliamento nella zona nord di Nassiriyah, è stato fatto oggetto del fuoco di terroristi armati di RPG ed altre armi da fuoco. I nostri militi hanno immediatamente risposto al fuoco e richiesto il supporto aereo ravvicinato di un elicottero HH3F dell'Aeronautica Militare. L'apparecchio, decollato dalla base di Talil, ha individuato le posizioni dei terroristi, le quali sono state spazzate con armi di bordo, consentendo agli incursori di rompere il contatto. L'elicottero ha successivamente scortato la pattuglia fino al proprio campo base. Nessun militare è rimasto ferito, l'apparecchio ha subito lievi danni a causa di alcuni colpi di AK esplosi al suo indirizzo.


    Costa d'Avorio:
    Mercoledì 10 novembre 2004 dall'aeroporto militare di Pisa gli incursori del Col Moschin e del Comsubin decollano a bordo del primo C130J dell'Aeronautica Militare predisposto dal Ministero degli Esteri, onde evacuare i nostri connazionali in Costa d'Avorio. Il velivolo atterrerà presso l'aeroporto di Abidjan, dove resterà in stand-by, in attesa che gli incursori effettuino l'evacuazione dei cittadini italiani, dal Paese sconvolto dalla guerra civile. L'apparecchio si muoverà successivamente alla volta di Accra, dove i civili saranno imbarcati a bordo di velivoli commerciali diretti verso l'Italia.
    Con i cittadini italiani vi saranno anche diversi stranieri, i cui governi si sono rivolti al Ministero degli Esteri italiano, per l'evacuazione.
    Una nuova attestazione di stima verso gli uomini delle nostre forze per operazioni speciali, i quali erano già stati attivati per una operazione N.E.O. (Non-combatant Evacuation Operation) nel maggio 1994 in Ruanda, ponendo in salvo numerosi civili europei.

    Afghanistan:
    Nel settembre
    2007 il Reggimento ha partecipato, insieme all'SBS britannico, ad un blitz per liberare due agenti del servizio di sicurezza italiano, l'AISE, rapiti pochi giorni prima nellaprovincia di Farah, nell'ovest dell'Afghanistan. Gli Incursori italiani fornirono la copertura di sicurezza, mentre l'assalto finale fu effettuato dai soldati britannici dotati di appositi mezzi atrazione integrale. L'operazione non ha avuto possibilità di pianificazione, poiché i terroristi hanno improvvisamente cercato di trasferire i prigionieri e gli incursori sono dovuti intervenire immediatamente. Nella battaglia che ne è seguita, i due agenti dell'AISE sono rimasti gravemente feriti, forse da fuoco amico, e uno dei due è morto alcuni giorni dopo.
    Libia:
    Alcuni incursori sono stati inviati sull terreno per addestrare, coordinare, aiutare negli scontri i ribelli del CNT e per illuminare i bersagli agli aerei
    NATO.

    Fonti:
    Riviste specializzate, libri, siti internet, forum specializzati
    Ultima modifica di moses; 10/03/2013 a 01:48

  2. #2
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    bellissima guida grazie!!

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