Debriefing SEAL TEAM – MINE 11
Il campo immenso e la tipologia di approccio richiesto, blitz fulminei e movimento stealth, ci hanno portato a considerare fin da subito l’opzione di dividere il team da 4 elementi in due sezioni indipendenti ed autonome. Nel caso dovesse rendersi necessario un assalto su OBJ ci si può sempre ricongiungere.
La sezone MAKO 1, composta da Lima 4 e Lima 1 aveva il compito di neutralizzare il sito missilistico sito a Nord–Ovest e il centro di controllo radar sito nella parte Sud-Ovest di A.O procedendo poi con una ricognizione sommaria della zona a Nord dell’ippodromo, apparentemente senza obj.
La sezione MAKO 2, composta da Lima 5 e Lima 15, aveva il compito di sabotare la produzione di agenti chimici nella miniera sita a Nord-est è d’individuare e ricognire, secondo una direttrice Nord – Sud , il comando osseto sito a Sud est.
L’A.O si presentava come un campo molto eterogeneo, la zona Nord presentava forti dislivelli, fitta vegetazione e fiumi rigonfi dalle incessanti piogge , la zona sud invece quasi interamente pianeggiante, era caratterizzata da radure alternate a macchia mediterranea e boschi.
Sulla carta sembrava essere un zona semplice, niente di più sbagliato.
Le forti piogge infatti avevano trasformato la piana in un dedalo di fiumiciattoli impetuosi nati dal nulla, paludi e laghetti ristagnanti, trasformando i punti di accesso in A.O in veri e propri pantani insuperabili senza jeep, se a questo poi aggiungiamo una serie infinita di muretti, reti e filo spinato il quadro si delinea completo.
Team MAKO 1 (Lima 01, Lima 04)
Infiltrazione ore 20.00 da Sud per sabotaggio sito missilistico ubicato nel vecchio ippodromo dopo aver portato la sezione 1 nei pressi del confine nord est e aspettato invano che calasse l’intensità della pioggia.
Dopo aver allestito una cache comprensiva di tenda nel fitto del bosco, provvidenziale vista la pioggia incessante e vista l’assenza di costruzioni nella nostra zona, ci siamo diretti verso il nostro obj.
L’avvicinamento al sito non è stato facile vista l’assenza di luce lunare e gli innumerevoli fiumiciattoli, localizzato fortunosamente il buco di accesso nell’alta recinzione abbiamo avuto non poche difficolta nel bypassare il fossato pieno d’acqua prospicente la rete, le ronde a piedi e le fir motorizzate non hanno facilitato il compito ma dopo quasi due ore di tentativi e stand –by siamo riusciti nell’intento.
Un plauso a Lima 1 che assistito da me, facevo da spotter dall’esterno della rete , sabotava con successo e senza allertare la difesa il missile. Da qui ci siamo diretti verso il comando Radar, anche in questo caso l’avvicinamento non è stato per nulla semplice anche a causa nostra, un errore del programma utilizzato per tracciare i wp infatti ci ha complicato non poco l’intera navigazione costringendoci di fatto a ritracciare “live” quasi tutti i wp in rotta.
Raggiunto il centro Radar verso le 02.00 abbiamo dapprima mappato la parabola nel mezzo della radura e poi con un movimento stealth nel fitto del bosco attaccato il centro radar.
Il blitz ha avuto successo e dopo aver eliminato la sentinella all’esterno e la piccola guarnigione all’interno della casa abbiamo proceduto al sabotaggio dell’apparato radar. Braccati dalla Fir , prontamente giunta, siamo scappati tronca macchia , incastrandoci e affettando i nostri goretex tra fili spinati e recinzioni ma riuscendo nell’intento di non farci “beccare”.
Alle 04.00 stanchi e infreddoliti abbiamo raggiunto la cache per un meritato riposo fino a nuovo ordine.
Alle ore 09.00 , come da Opord , contattiamo la D.E per avere i nuovi obj, scopriamo che dobbiamo individuare due chiuse lungo la pipeline, simulata dall’unica strada asfaltata che attraversava per intero A.O , e recuperare dei documenti in zona miniera.
Vista la nostra estrema lontananza dalla miniera lasciamo il compito documenti alla sezione 1 che si trovava in zona e ci dedichiamo alla ricerca delle 2 chiuse.
L’avvicinamento alla zona che presumevamo essere pagante sembrava facile rivelandosi ovviamente l’esatto contrario, strade inesistenti, laghetti, paludi , wp sballati, l’inseparabile filo spinato e la vegetazione impenetrabile delineano il nostro avvicinamento , di fatto impieghiamo 4 ore per fare poco più di 1.5 Km
Qui dopo graffi , bestemmie e “chi me l’ha fatto fare”, ci si apre un paesaggio da favola.
Dune, laghi sabbiosi , canion e ruderi ci fanno tremare le gambe dall’emozione, sembra di essere in qualche teatro operativo mediorientale, invece siamo in una cava! Bonifichiamo l’intera zona in cerca di chiuse e nemici ma niente .
Fortunatamente attraversando per la prima volta la “pipeline” la dove si incrociava con il confine Georgia /Ossezia e dopo aver bypassato una jeep individuiamo la presenza di due sentinelle , ipotizzando che delle sentinelle non difendono il nulla, prendiamo le coordinate del sito e dopo avergli scattato un paio di foto dall’alto dell’unico alberello presente decidiamo di proseguire altrove.
Avevamo deciso fin dalla pianificazione di non procedere mai su strada , visto il fatto che la suddetta carrabile presentava reti da entrambi i lati e quindi nessuna possibilità di fuga, abbandoniamo la ricerca della chiusa rimanente concentrandoci nella ricognizione della zona a Est dell’ippodromo .
Dopo aver bonificato una stalla abbandonata , vista l’assenza di movimento nemico nella zona e dopo aver sentito la sezione 1 decidiamo di procedere con l’esfiltro .
Attraversiamo per la seconda e unica volta la “pipeline” in senso contrario e procediamo verso la macchina, uscendo di fatto dall’A.O 24 ore dopo il nostro ingresso ma rimanendo a disposizione per l’esfiltro della sezione 1.
Scopriremo poi che la sezione 1 nell’intento di recuperare i documenti era stata fatta prigioniera ma che una volta liberati, sulla strada verso il comando osseto, ultimo obj a loro rimasto, individuava e ricogniva la seconda chiusa , di fatto completando la nostra parte di missione.
Team MAKO 2 (Lima 05, Lima 15)
Infiltrazione da Nord-Est, 1 km circa dalla miniera.
Veniamo lasciati sul posto verso le 17:00 circa, proseguiamo per 300mt ma decidiamo di congelarci fino alle 18:45 circa per aspettare le tenebre.
Piove a dirotto.
Cominciamo quindi il movimento verso il punto in cui si trova la valigetta. Non riusciamo a trovare un sentiero che scenda (ce lo siamo probabilmente lasciato alle spalle), e a causa della fitta vegetazione a nord dell’OBJ decidiamo di procedere seguendo la strada.
Ci infiltriamo nel complesso della miniera alla prima casa che incontriamo e da lì torniamo indietro verso l’obiettivo. Ci addentriamo quindi nel complesso di sentieri che si sviluppa a mezza costa tra la strada e gli edifici della miniera e che appunto era un tempo usato per accedere ai tunnel.
Avvistiamo una pattuglia di contro interdizione, aspettiamo che passi. Procediamo e arriviamo fino alla strada sterrata che ci porterà alle casette in cui si trova la valigetta.
Arriva una FIR, ci nascondiamo e la facciamo passare. Procediamo verso l’obiettivo che viene acquisito 10 minuti dopo.
Torniamo quindi sulle nostre tracce per entrare nella miniera. Facciamo quello che dobbiamo fare e uscendo incontriamo un altro team di interdizione.
Li salutiamo, procediamo ed avvistiamo dei movimenti nella nostra direzione. Non potendo scappare decidiamo per un agguato, che riesce bene: “Buh!” per fortuna sono altri ragazzi in interdizione: Loug e i nostri amici Pathfinders. Ci scusiamo per lo spavento. Salutiamo e procediamo.
Scendiamo fino al guado per risalire. Terminiamo la risalita verso le 00:30, quando abbiamo finalmente raggiunto l’altopiano (nel frattempo evitiamo altre 2 FIR).
È nostra intenzione procedere verso il campo dell’Ossezia, ma preferiamo aspettare che spiova. Ci aspettiamo che l’obiettivo opzionale che verrà assegnato sarà verso sud. Niente di più sbagliato.
La pioggia continua incessante, decidiamo di passare la notte in un edificio trovato in zona (sono le 01:00).
Sono le 9 di mattina, arriva l’ordine di tornare giù alla miniera. Alle 14:00 spiove e decidiamo di tornare giù, muovendoci sempre nello sporco.
Arriviamo alla miniera, perquisiamo buona parte del complesso senza trovare nulla. Sono le 16:00, l’idea è di aspettare l’oscurità in uno degli edifici in zona ma il tempo preme (dobbiamo ancora tornare su, ricognire il campo Ossezia ed esfiltrare), perciò decidiamo di continuare a cercare l’edificio contenente i documenti. Durante questa operazione veniamo ingaggiati e catturati (siamo 2 contro 5).
Veniamo interrogati e poi rilasciati dopo circa un’ora. Torniamo ai nostri zaini su in costa.
Aspettiamo le 19:15 e ci muoviamo. Evitiamo un paio di FIR ed arriviamo in prossimità campo Ossezia verso le 21:00. Nel frattempo troviamo una chiusa, la numero 5.
Arrivati al campo, prendiamo nota del numero approssimativo di operatori e di fir, e prendiamo il punto.
A questo punto non ci è possibile procedere oltre, in quanto Lima 15 ha seri problemi di crampi (se li è trascinati coraggiosamente per almeno 4 ore stringendo i denti, e praticamente zoppicando per l’ultima ora e mezza). Impossibile procedere per lo sporco verso l’esfiltro (2 km di rovi in linea d’aria) e insensato muoversi sull’unica carrabile, un “tunnel” di reti a destra e sinistra, perlopiù arteria principale degli scontri tra le due fazioni. Prendo quindi la decisione di presentarci al comando Ossezia per Medevac.
Considerazioni finali:
Pro: campo stupendo, simulacri fantastici, organizzazione come al solito impeccabile, storia plausibile e reale, grande l’idea di far giocare anche la contro creando le due fazioni e pranzo da favola!
Contro: Il tempo, le reti (troppe!!!), il fatto di non aver messo obj nella zona a nord dell ‘Ippodromo o nella cava , veramente un peccato, e il fatto che non avevamo la minima idea di che forma avessero le chiuse (comunque non individuabili di giorno), forse una foto sarebbe stata utile.
Saluti a tutti
Nembo “L04” e Mama “L05” Seal Team S.A.C