DEBRIFFING SPECIAL TRAINED II
01-03 Marzo 2013
Italia → Sardegna → Oristano → Laconi → Santa Sofia
· Area di Missione:
ST2 è stato localizzato nelle prime adiacenze della città di Laconi; più precisamente si sviluppa a nel settore che si estende da 350° ovest a 180° Est circa della città di Santa Sofia. Il territorio ha un’ampiezza di circa 19 kmq posti per un 80% su un altopiano con quote comprese tra 700-850 l.l.m.m.
Lo studio della morfologia del territorio evidenzia a nord una vallata, con dislivelli molto impegnativi e quote comprese tra 550-900 l.l.m.m.
· Composizione Pattuglia:
Gli operatori incaricati per andare alla ST2 sono:
I. Palla di Neve (Comandante/scout)
II. Risso (Fuciliere supporto al Comandante/scout)
III. Socks (Navigatore/vice Com.)
IV. Dingo (Fuciliere/geniere chiusura pattuglia)
Nome in codice del team è MINE4.
· Avvicinamento al Rande-Vouz:
Come di consuetudine, per ricordarci di esser in terra “straniera”, non si fà attendere la fastidiosa sveglia di AKI (nave/traghetto dell’armatore Moby Lines) alle 06.00 AM del giorno 28/02/2013.
Non perdo molto tempo ad elencare dati, km, percorsi perché tanto da lì... Si sà... è solo un conto alla rovescia!
Come da pianificazione, arriviamo al Rande-Vouz (in seguito RV) con circa 90 minuti di anticipo e decidiamo di parcheggiare il mezzo defilato al punto di ritrovo per evitare spiacevoli sorprese.
I ragazzi del Sardinia Island li conosciamo bene... é meglio non avvicinarsi a loro troppo tranquilli!
In tenuta completamente borghese e ad una distanza di circa 200 mt notiamo subito alcuni operatori con abbigliamento mimetico posti a ciglio strada intenti ognuno alle sue in stato passivo non allerta; non eravamo sicuri... Ci aspettavamo una piccola imboscata “di benvenuto”; quindi abbiamo preso la decisione di dividere la pattuglia in 2 Brick e avvicinarsi da 2 fronti a coppie.
Con la canna della beretta appoggiata alla mutanda ci siamo avvicinati e abbiamo valutato l'area come sicura ma non vi era traccia di un contatto del Sardinia Island. A quel punto il comandante ci disse: “Bene!! Tutti fuori dal cazzo da qua!!” E così fù!!
Ritornammo all’RV solo dopo un sostanzioso pasto al ristorante all’ora pre comunicata via OpORD e li trovammmo Save e Viper che presentarono la ST2 alla varie pattuglie presenti.
· Ordini di missione:
o Ricognire l’area di comando Osseta;
o Sabotare la testata nucleare Georgiana;
o Sabotare l’arma batteriologica Osseta o impedirne la produzione.
· Briffing, logica, e preparazione pattuglia:
Tra informazioni ricevute dall’OpORD e dai cambiamenti di dinamiche sul campo recepite dalla video conferenza tenuta in sede di briffing alla base, siamo stati in grado di dare una logica e delle priorità ai nostri incarichi.
Questa poteva già essere la prima difficoltà, in quando difficilmente ti vengono dati ordini interpretabili... Solitamente l’Intelligence valuta precedentemente i vari scenari di effetti collaterali e da informazioni tali per arrecare meno danno possibile al suo personale e alle sue infrastrutture.
Questo è stato in nostro primo compito; ricerca e studio di effetti collaterali.
Il nostro team è stato scelto per garantire, alla nostra Unione, il mantenimento dell’equilibrio tra la Georgia e l’Ossezia. Negli ultimi tempi gli scontri e le rivalità sono esponenzialmente aumentate per il controllo di nome in codice “Roma” che è il centro nevralgico di ramificazione dell’oleodotto posto approssimatamene in centro AO.
Abbiamo, in primis, il compito di assicurare al mondo l’impossibilità di attacchi, su vasta scala, di entrambe le nazioni. Questo dà priorità al sabotaggio delle armi risolutive di un ipotetico scontro. Da ordini e da recon dei colleghi dalla 185^ RAO si evidenzia che l’Ossezia non è tutt’ora in grado di avvalersi una funzionante testata batteriologica.
Quindi possiamo ri-elencare i nostri obbiettivi come segue.
1. Obiettivi primari
- Ricerca e sabotaggio della testata nucleare in possesso della Nazione Georgiana in quanto funzionante e pronta all’impiego; (OBJ TASSO)
- Ricerca e sabotaggio della testata batteriologica in produzione delle miniere Ossete. Nel caso non fosse possibile un sabotaggio si rende necessario il rapimento/eliminazione del tecnico Koreano (nome in codice “IMU” vedi foto in OpORD) in grado di produrre la chimica necessaria per rendere operativa la testata. In questo caso si lascerebbe l’Ossezia nell’impossibilità di un attacco di distruzione di massa. (OBJ GHIRO)
Per il secondo obbiettivo primario si renderà necessario un collegamento con OpCOM prima dell’azione; in trasmissione si dovrà avere la certezza se la testata è operativa o no per non esporre la pattuglia e la nazione a scomode conseguenze. Si rischia il tutto per tutto solo se necessario.
2. Obbiettivi secondari
- Ricognire e trasmettere tutte le informazioni sull’area di comando Osseta (natura e composizione di OBJ, forze operative ed equipaggiamenti personali, armamenti attacco/difesa, mezzi a disposizione e le coordinate (con max scarto di 30mt) delle maggiori minacce rilevate. (OBJ CIVETTA)
- Nel caso tutte le nostre operazioni fossero concluse, contattare OpCOM tra le 09.00AM e le 14.00PM del giorno 2 Marzo per eventuali azioni dirette.
· Svolgimento della Missione: (vedi allegato tracce e WP in ultima pagina)
Con partenza da Laconi, dopo aver reperito il materiale fornito dal Comando per svolgere la missione, ci siamo portati al limite di AO in zona sud-ovest su una strada bianca dove, da nostra pianificazione, abbiamo previsto il deposito e occultamento del mezzo di trasporto. Qui, con condizioni meteo già sfavorevoli, ci siamo a turno cambiati e attrezzati.
La pattuglia ha iniziato a lavorare alle 17.20 PM del 01/03.
Con rotta verso il primo obiettivo (testata nucleare Giorgiana TASSO) abbiamo incontrato le prime difficoltà di rito condizionate dal meteo; a 2 km circa dalla partenza e a una distanza di 75mt circa dall’obbiettivo ci siamo visti costretti a retrocedere con direzione sud-est in zona sicura per problemi elettrici di più operatori.
Sono le ore 19.00 e tra noi e TASSO ci sono circa 320mt.
La pioggia rende tutto più complesso e il controllo dell’attrezzatura elettrica diventa difficoltoso. All’improvviso una RAFFICA CONTINUA spezza il silenzio intorno a noi e notiamo il Comandante che inizia a smontare drasticamente il suo fucile ancora in piena tensione; la batteria posta all’interno del calcio è andata in corto circuito. Attimi di adrenalina che ci fanno scattare come molle!! Socks prende il fucile di back-up dallo zaino e lo consegna al comandante per proseguire.
Ore 20.20, in ritardo secondo la nostra pianificazione, iniziamo di nuovo l’avvicinamento verso TASSO, questa volta con l’intento di agire. Il primo quarto di luna previsto ci aveva girato le spalle e il totale buio al di fuori dei sentieri la faceva da padrone... Tanto da farci perdere circa 60 min per uscire da una trappola spinosa e invalicabile. La poca pazienza era palpabile e il comando cristallino... DINGO CANE RANDAGIO VAI!!! Il secondo Brick (Socks Dingo) si era portata in testa alla pattuglia per riuscire a varcare la giungla spinosa intorno a noi e finalmente, intorno alle 21.30, siamo nuovamente riusciti a portaci a 80 mt di distanza.
Qui abbiamo allestito un bivacco tra i rovi, posto scomodo ma sicuro, per nutrirci un po’ a freddo e bere un tè caldo. Riposati e pronti abbiamo organizzato l’attacco e la pattuglia era di nuovo operativa e in movimento.
Ben occultati a circa 40 mt abbiamo avuto la possibilità di studiare il movimento di n° 2 ronde e di identificare n° 2 strutture calde.
Dividiamo la pattuglia anche se le radio ci avevano abbandonato... Palla & Risso intenti a girare sul fianco per un avvicinamento da ovest, mentre Socks & Dingo si erano furtivamente portati con le spalle appoggiate al muro nord della struttura comando Georgiana.
!!!RONDA IN AVVICINAMENTO!!! Dingo a tenere la porta del comando e Socks, a tiro sicuro, lascia avanzare la ronda verso la struttura dove era posto il chylume verde. Palla si era già posto all’interno della struttura e ha aspettato la ronda per un’eliminazione silenziosa.
Palla è venuto a prenderci facendo cenno di raggiungere la posizione e una volta entrati il nostro specialista (Dingo) ha manomesso il computer di controllo della testata.
CRASH... Socks urta una finestra della struttura con lo zainetto tattico, creando un baccano da 100 flessioni minimo, e da li cominciarono ad arrivare i rinforzi della contro.
Piccolo ed inutile ingaggio per tentare di ripiegare ma la pattuglia è stata fatta prigioniera. L
Scatta il nostro piano prigionia!!
Abbiamo inscenato una copertura, in caso di cattura, a prova di Iphone (vedi allegato contratto) con citate ditte reali ed esistenti e con un addetto responsabile reperibile H24 tramite telefono.
Ci spacciavamo per una ditta di sicurezza, nota anche per recuperi di persone o materiali in teatri bellici, messa sotto contratto da una ditta che aveva interessi minerari nel sito per la ricerca di nuove cave d’oro o di rame.
Dopo un’interrogatorio e una telefonata nel cuore della notte al responsabile, si è trovato un accordo con la fazione Georgiana e questi ci hanno scortato incolumi fuori dal loro comando.
Anche se, in sede di briffing, avevamo pianificato la seconda parte di TASSO (l’ippodromo) e anche se il chip al comando era stato piazzato correttamente abbiamo deciso in campo di non proseguire verso il missile vista la nostra cattura da parte dei Georgiani e la compromissione dell’obbiettivo.
Nel caso di ulteriori inconvenienti tutta la missione sarebbe stata compromessa, la recita non avrebbe tenuto buoni gli indigeni e il nostro comando avrebbe avuto grandi difficoltà nel perseguire i suoi intenti.
Quindi si ricomincia a camminare... Ci si riporta, evitando TASSO, al punto di cashe degli zaini per iniziare il trasferimento verso GHIRO.
Una buona marcia ci fa attraversare tutta la AO da sud verso nord-est per trovare, , più punti di osservazione dai quali verificare l’assetto del secondo obj .
La discesa verso il torrente fuori dai sentieri e dalle strade per mantenere un assetto stealth secondo OpORD attraverso forti pendenze su roccie bagnate scivolose affatica notevolmente la pattuglia.
Da qui i primi sintomi di fatica, i 30kg circa di attrezzatura personale cominciavano a farsi sentire e un nostro operatore, di prima esperienza Sarda, iniziava a lamentare disturbi.
Per evitare le zone più pericolose ci siano portati su una strada che abbiamo seguito per circa 500 mt con destinazione un posto sicuro su una vetta; qui la coppia Socks Dingo hanno allestito un bivacco a 5 stelle con tanto di verandina e pasto caldo per i 2 colleghi provati da tragitto e meteo.
Qui poco più di 3 ore di pausa per far recuperare le forze tra raffiche di vento moderato e mucche al pascolo.
Di nuovo in osservazione con il monocolo 50x e poi tutti pronti per ripartire.
Abbiamo il compito di trovare una struttura dove sono poste le informazioni necessarie per completare GHIRO.
Scendiamo la vetta e ci fermiamo al 3° punto d’osservazione per poi riprendere e cercare un passaggio per guadare il fiume.
Al fiume la dura decisione per eseguire gli ordini ricevuti… il comandante e il suo coppio non sono in grado di guadare il torrente e scalare in sicurezza per l’affaticamento la montagna che ci porterà all’obj.
Decidiamo di dividerci, questa volta definitivamente, in modo tale da poter tentare un’azione a GHIRO in 2 operatori.
Il Brick Palla Risso si stacca e si reca in zona dove il MEDEVAC potesse recuperarlo.
Socks & Dingo valutarono la situazione e decisero di proseguire cercano il modo per guadare. Dingo si ricordò che aveva visto un fascio di tubi innocenti lungo l’avvicinamento al fiume e dopo averne recuperato uno lo utilizzammo, prolungandolo con un ramo incastrato all’interno, come appoggio tra 2 alberi posti sulle sponde opposte. Questo tubo era necessario per appoggiare le caviglie durante il guado visto che la corrente era notevole. La corrente era forte e l’acqua arrivava al ginocchio... “Testicoli” in mano e via... un passaggio abbastanza veloce ci ha garantito un minimo d’acqua negli anfibi. Menomale!! J
A quel punto iniziò la vera e propria scalata; eravamo sul letto del fiume e dovevamo guadagnare una cinquantina di metri di quota per arrivare alla livello delle strutture.
Ci siamo portati in quota tra le rocce con non poche difficoltà... Il terreno era davvero scivoloso e era difficile fare presa con gli anfibi. Abbiamo costeggiato in senso orario una recinzione di colore rosso che si trovava proprio a ridosso del dirupo che segnava la gola del fiume.
Controlliamo la zona e verifichiamo 2 strutture recintate e una casetta in completo abbandono senza trovare traccia delle informazioni da reperire. Infastiditi ricominciamo il giro completo e ancora una volta risultato negativo e le tenebre iniziavano ad avanzare intorno a noi.
Ci mettiamo al riparo tra la fitta vegetazione e tentiamo una comunicazione con OpCOM con il VHF.
La comunicazione ci ha permesso di recepire ulteriori informazioni sui documenti cartacei da trovare, e visto il collegamento, abbiamo creato un ponte radio tra il nostro Brick 1 e OpCOM per la richiesta di MEDEVAC.
Ora siamo più tranquilli... OpCOM aveva confermato l’invio di una FIR per Brick 1; Brick 1 era riuscito a portarsi sul sito di recupero pianificato.
Di nuovo in marcia... Ci avviciniamo ad una struttura bianca di circa 3 piani recintata a dovere.
Dingo attira la mia attenzione facendomi notare cartelli di segnalazione “pericolo esplosione”.
“Flashback
La nostra squadra è in costante addestramento in zone militari e/o di confine tra pubblico e militare; come mentalità ci è sempre stato fatto osservare il rispetto di tali confini per evitare danni a cose o persone o più semplicemente per evitare un procurato allarme a civili o forze in attività.”
Detto questo, alla vista di quel cartello, abbiamo ripiegato per ricontattare OpCOM e chiedere, ancora una volta, conferma.
OpCOM Avendo capito che non eravamo in possesso dei documenti per proseguire la missione, ci ha comunicato qual’era il composto chimico da utilizzare per la neutralizzazione della testata battereologica. Composto ROSSO!!
Veloce briffig tra noi 2 e si riparte, ancora una volta in verticale, per avvicinarsi verso la strada statale. La traccia, ora analizzata, segna una distanza in retta di circa 80 e un guadagno in quota da 423 a 546 (123mt) s.l.m.m.
Lo zaino pesava... e nelle piccole pause per riprendere fiato quasi si dormiva in piedi appoggiati ai macigni di roccia.
DINGO con voce tonante: “SOCKSSSS GUARD RAIL DAVANTI!!!!!!!”
SOCKS: ”FINALMENTE CAZZO!!!!”
Trovammo la strada statale e, con passo tremolante per la salita, riuscimmo a ritrovare le forze seguendola fino ad arrivare ad una struttura rettangolare che utilizzammo come scudo per l’infiltrazione.
Il trasferimento su quella strada è stato azzardato e forse anche pericoloso; nel caso si fosse avvicinato un mezzo si rendeva difficoltoso un occultamento rapido.
Siamo passati sopra GHIRO e ci stavamo infiltrando nel complesso da ovest a circa 250mt.
Scendiamo il pendio per portarci alla curva di livello giusta mentre un faro illuminava a giorno parte del nostro settore; allerta e ben coperti dalle frasche ci avviciniamo ad un camminamento largo circa 6 mt.
Da qui tutto più difficile; avanziamo con molto sospetto e dopo poco si cominciava ad intravedere le luci di una pattuglia che si muoveva verso la nostra direzione.
Dopo aver ripiegato di circa 30mt in una zona più favorevole ci occultiamo e speriamo ci passino senza dover ingaggiare.
La pattuglia è a 5 mt e l’operatore di testa nota il mio fucile in puntamento; in completo silenzio abbassa a terra l’ASG e in un attimo, i suoi colleghi, aprono il fuoco. Rapida la nostra risposta 2 caduti loro e Dingo morto... Non è finita! Stacco al volo gli agganci rapidi dello zaino
Alice e strisciando in mezzo al parapetto di legno mi son lanciato fuori camminamento. Adrenalina e sospiri nel cercare di vederli e in circa 10 min... altri 2 caduti della contro. Ingaggio finito.
Riprendiamo le nostre cose e cerchiamo di dileguarci in velocità riprendendo il percorso verso GHIRO.
Ci siamo... L’ingresso è davanti a noi a circa 40mt, lasciamo a terra gli zaini e iniziamo l’avvicinamento.
Entriamo e controlliamo. Zona deserta, nemmeno un picchetto alla guardia, nemmeno una guardia giurata a far controllo... Insomma NESSUNO!
Socks torna alla porta mentre Dingo neutralizza la chimica della testata.
Dingo: “Apposto VIA!!!”
Uscita a 2 operatori dalla struttura e, con di nuovo gli zaini in spalla, cerchiamo di allontanarci molto velocemente.
Da lì io ho iniziato ad avere piccole allucinazioni da fatica; il mio cervello modellava i riflessi di luce ingannando la mia vista. Probabile per poca ossigenazione visto i dislivelli percorsi.
Impossibilitati dal punto di vista tattico a proseguire secondo gli ordini, avendo perso il nostro occultamento durante lo scontro a fuoco precedente e non più lucidi e freschi per fornire eventuali ulteriori informazioni al comando, richiediamo l’autorizzazione ad esfiltrare.
Gentilmente, OpCOM, acconsente e gli amici di Zarruele vengono a prelevarci.
Questi ci hanno fatto esfiltrare su un mezzo con comodi sedili in pelle e ci hanno portati al comando Georgiano dove ci siamo riuniti al nostro Brick 1 e a vecchie amicizie Sarde.
MINE 4, dopo un breve deb verbale sul posto, ha concluso la sua missione.
· Ringraziamenti:
ASAT vuole ringraziare tutta DE della SPECIAL TRAINED 2.
I Sardiania Island, ancora una volta, sono stati capaci di rappresentare un raffinato teatro bellico in una zona logisticamente impegnativa dimostrando, ancora una volta, tutte le loro qualità sia da operativi che da logistici.
MINE 4 è stata davvero lieta di partecipare questo “percorso formativo” perché ad un’evento così c’é solo da imparare.
Ringraziamo anche il ZEUS & EOLO rispettivamente Dio del Cielo e Dio del Vento che ce l’hanno messa tutta per renderci la vita un’inferno!!
QUI MINE 4... PASSO E CHIUDO.
SAN MARCO
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