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Discussione: Special Trained II -Sardinia Island 1989-

  1. #11
    Spina
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    Sardinia Island
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    28 Sep 2009
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    Io sono senza parole. Complimenti a tutti quanti davvero di cuore.

  2. #12
    Spina L'avatar di Thermal
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    28 Aug 2008
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    MINE12 Debriefing Special Trained


    Prefazione:
    Ancoraprima di partire per un evento HSA,ripenso sempre a quelli passati,
    conla solita frase fatta a fine gara ai compagni d'avventura “hola schiena a pezzi , le gambe non le sento più e godo come unriccio”.
    Lafrase successiva “per almeno un mese non giocopiù”dopo pochi minuti,
    guardando i miei amici di avventura , non vedo l'ora di rituffarmi in un'avventura del genere !!!!!

    La Missione :
    Sostanzialmente la missione consisteva nell'infiltrare una piccola squadra di interdizione, 4 operatori,
    con il compito di portare a termini pochie semplici obiettivi: una ricognizione HQ Ossezia, la disattivazione di
    un sito di controllo missilistico e la manipolazione di agenti chimici (miniera); al briefing si aggiunsero il recupero di una valigetta e la disattivazione di un missile.
    Infiltrazione libera dopo le 14 di venerdì, esfiltrazione entrò le 10 di domenica mattina.

    Partenza:
    Ilvenerdì non è iniziato nel modo migliore :
    Ore12:12 stiamo atterrando, carrelli fuori, siamo a poche centinaia dimetri dal suolo ed et voilà,all'improvviso il comandante da motore alla massima potenza .
    Il mio vicino di posto“Quaglia” (pres. Pathfinder) va in panico “che succede?” dopo pochi secondi il comandante fa una comunicazione che a causa di un
    EFA (caccia militare) dirottato all'aeroporto di Cagliari per problemi, ha dovuto annullare l'atterraggio...
    12:30 atterriamo tutto ok!!!

    in aggiunta, scopriamo che ci hanno cambiato la macchina che avevamo affittato e siamo costretti a mettere i bagagli a mo' di tetris per far stare il tutto. Si parte direzione Laconi e andiamo in cerca di un supermercato aperto per prendere l'acqua (era tutto chiuso)...per fortuna ci appare all'improvviso un Bar !
    Il briefing si svolge dentro un Defender nella piazzetta del comune di Laconi nel quale vento e pioggia non hanno cessato un attimo!!
    Ci consegnano le provette e i relè da sostituire per disattivare il missile e le coordinate della valigetta.
    Siparte per il punto d'infiltrazione prescelto. Non cercare la stradagià da casa ma affidarsi a supporti
    elettronici si è rivelata una scelta errata, abbiamo dovuto girare parecchio e tornare indietro a fare benzina.
    Le strade erano poche e ingarbugliate, per arrivare al punto d'infiltrazione scelto siamo quasi diventati scemi.

    Una volta giunti ci prepariamo sotto la pioggia, un patimento indescrivibile......
    Pronti e via si parte, entriamo in AO, la nostra prima missione è recuperare informazioni da una valigetta (di cui abbiamo le coordinate ).
    La valigetta e il missile sono in una miniera operativa, quindi c'è il mondo su più livelli.
    Per farvi capire,avevano messo la valigetta nella zona più bassa del sito e il missile in quella più alta.
    Per raggiungerli avremmo dovuto far molta attenzione alla contro che pattugliava l'area e transitava costantemente.
    Entriamo nel sito e vediamo la contro, ci infrattiamo dietro una casa e avviene la prima caduta di un nostro operatore(Dughi), iniziamo bene...
    La zona era impegnativa anche per merito delle condizione meteo...

    Dopo aver atteso che la contro si allontanasse riprendiamo il cammino
    e decido di seguire il sentiero stando nello sporco a pochi metri dallastradina .
    Proseguiamo piano e a un certo punto incontriamo un canale di scolo, per evitarlo torniamo sulla strada, scendo io,
    scende Echo e all'improvviso sentiamo un tonfo: PANICO!!!!

    Dughi mette male un piede e cade nel canale di scolo, ho pensato si fosse rotto qualcosa dalla botta che ha dato!!!
    Valutiamo la situazione che richiede il medevac perciò chiamiamo l'organizzazione e organizziamo il recupero. Presto arrivano da noi anche le sentinelle a cui spieghiamo il problema e affidiamo Dughi.

    In quel momento Dughi era talmente dispiaciuto che tra un grido di dolore e l'altro si lamentava che non poteva più continuare(passione)!!
    Ci allontaniamo e dopo aver recuperato le info della valigetta completiamo la prova missile. In quel preciso momento tra quello che era successo a Dughi, abbassiamo la guardia e neanche farlo apposta arriva la contro nel momento in cui stavamo uscendo dalla miniera(missile) .
    Rientriamo immediatamente dentro per evitare di scontrarci con loro
    e ci congeliamo!!!Sentiamo i passi che si avvicinano e si fermano proprio all'entrata della miniera.
    Erano proprio di fronte a noi ,in quel momento avremmo potuto aprire il fuoco ma la nostra missione era di essere Stealth!!
    Rimaniamo fermi e dopo alcuni secondi vediamo le loro torce accendersi nella nostra direzione.

    Entrano e decidiamo di non sparare in quanto reputiamo la nostra missione FALLITA!! Un colpo al cuore!!!
    Scortati al comando ci fanno sedere faccia al muro e comincia l'interrogatorio,
    gli diciamo che siamo americani e che la nostra missione consiste in realtà in un recupero di VIP,
    e lì uno dei carcerieri strilla a Echo in un orecchio”che cazzo ci fai a casa mia”.

    Lui impassibile ripete la storia.
    Arriva il comandante, altro giro altro regalo.
    Ad un certo punto si stufa della nostra storia e decide di uccidere uno di noi, Echo.
    Sapevamo che saremmo dovuti sopravvivere a tutti i costi e in un momento in cui erano faccia a faccia
    riusciamo a convincerlo a non ucciderlo…
    Decidono di scortarci al comando con la faccia coperta, nel retro di una jeep.

    Sicuramente ci avrebbero portato lontano da quel campo, Echo riesce a

    prenderei punti ... mappando la strada per capire dove siamo .
    In realtà non ne facciamo molta, arrivano quelli del 185, nostri alleati sul campo che con due botte di pistola
    a salve ci liberano, permettendoci così di”rientrare” in gioco!

    Decidiamo di uscire dal sito e cercare un posto dove ricondizionarci e riposare.
    La pioggia continuava a scendere e decidiamo di accamparci sotto a una pianta con rami lunghi utili per agganciare con il paracord i nostri poncho.
    Ci cambiamo completamente mettendoci il cambio asciutto e cerchiamo di riposare un paio d'ore (si fa per dire)!! Sono ormai le 7:00 ed è ora di andare!! Ennesimo cambio, ci rimettiamo la roba bagnata e si riparte.

    Sabato mattina, piove ancora !
    Visto che la mia pianificazione è saltata tutta, decido di evitarla contro al 100% prendendo il lato est del campo che ne era sicuramente sgombro.
    Ci troviamo in cima a un monte e il nostro obiettivo è scendere a valle, guadare e risalire nel versante opposto per scavallare e ritrovarci al centro AO.
    Ore 8:00 iniziamo ascendere,

    Si fatica a individuare il sentiero su di un terreno immerdato da tanta pioggia .
    Arriviamo in fondo alla vallata e troviamo sulla nostra strada un torrente in piena a causa della pioggia, stretto sì, ma in piena.
    Dopo diversi tentennamenti affrontiamo il guado con l'aiuto di una corda.Inizia Echo, parte pian piano con una corda di sicurezza
    tenuta da me e Black. Arriva a metà del guado e a vederlo sembrava uno che si stava cagando addosso. Aveva un assetto da turca
    e le gambe gli tremavano dalla forza della corrente. Per fortuna riesce a raggiungere il lato opposto e tiriamo un sospiro di sollievo.
    Tocca a Black, l'unico piccolo vantaggio che ha è la possibilità di tenersi alla fune tenuta in tiro da una lato da Echo e dall'altro da me.
    Parte e anche lui, ha difficoltà (nella zona centrale la corrente è veramente forte). Riesce a passare ed ora tocca a me!!
    Mi trovo nella stessa situazione di Echo con il pensiero che se cadevo mi ritrovavano a Cagliari!!!

    Evvai,pure io a metà del guado sento le gambe ballare il Bughi Bughi, dico “sti cazzi” ma avanzo e tutto il team passa la prova guado!!
    A quel punto iniziamo la salita alla ricerca di un punto tranquillo dove rifiatare. I sentieri sono difficili e non si trovano facilmente.
    Ridiscendiamo in una nuova gola con un altro torrente da passare, per fortuna questa volta ci sono le rocce e perciò passando gli zaini
    di mano in mano riusciamo a raggiungere l'altro versante senza troppe difficoltà, ma non riusciamo a trovare il sentiero e ci dobbiamo fermare.

    Durante il passaggio Black mette male un piede e prende una botta alla caviglia. Per il momento non sembra nulla di grave e andiamo avanti.
    Proseguendo alla ricerca di un sentiero, Black inizia ad avere anche un forte mal di testa! A quel punto decidiamo di ricondizionarci 15minuti con un bel Thè caldo. Ripartiamo, e dopo circa un'oretta Black continua ad avere mal di testa e inizia a zoppicare. Fermo subito il team e di comune accordo decidiamo
    a intervalli di 15minuti di passarci lo zaino di Black
    conla speranza che si possa ristabilire e proseguire la gara fino alla fine
    e cosi si riparte….volevamo arrivare fino in fondo in tre!!! Dopo circa un'altra oretta di marcia e diversi punti mappa riusciamo ad avvicinarci al sentiero.
    Si trova a 100 metri sopra le nostre teste e la salita è molto ripida.

    Ci rendiamo conto che sia io che Echo non saremmo mai riusciti a salire con lo zaino di Black, e a quel punto gli chiedo di fare un'ulteriore sforzo!
    Black stringe i denti e riprende in spalla il suo zaino,si risale.

    Troviamo il sentiero alla fine di esso, finalmente, una strada carrabile con i segni di un fuoristrada, uno spettacolo per gli occhi.
    La seguiamo, sulla mappa sembrava essere quella giusta, quella per l'obiettivo.

    Camminiamo e camminiamo, altro punto mappa e il gps ci da ad ore 9:00 del senso di marcia, andiamo avanti fino al punto che
    il sentiero si interrompe e il gps da sempre ore 9 a 140 metri . Decidiamo di abbandonare la strada per raggiungere il sentiero tanto
    cercato (grosso errore) in quel punto il dislivello è veramente esagerato ma ci buttiamo e via, prua a sud e si sale , si sale e
    100-90-70-50-40 metri e arriviamoal capolinea, di fronte a noi un muro di roccia e sopra di esso il nostro sentiero!!!
    Ormai abbiamo ancora poche ore di luce quindi ritorniamo alla velocità della luce sul punto in cui avevamo abbandonato la strada .

    Una volta sulla carrabile decidiamo di tornare indietro fino al bivio e cercare la strada giusta, ma a circa metà Black da i primi segni di cedimento,
    cerco di rinfrancarlo e di non farlo cedere ma ha davvero dato il 300% , il mal di testa lo ha massacrato e il piede adesso è un continuo dolore.
    Decido di far chiamare la De per la seconda volta.

    Diamo le coordinate per esfiltrare (ore 19:00).
    Dopo mezz'ora mi contatta la pattuglia di recupero e mi chiede nuovamente la posizione e se mi trovo su una carrabile, loro dovrebbero essere a100m da noi ma arrivano fino ad una scarpata e poi più niente.
    Accendo la torcia per cercare di farci notare e loro di rimando accendono le loro.
    Non ci credo, li vedo, erano in cima alla montagna che avevamo a nord!!! Si vedevano a malapena le torce.
    Mi dicono che devono cercare un'altra strada, che quella sulla quale siamo finiti non è segnata sulle mappe!!!!!!
    ecco perchè non riuscivamo a metterci sulla strada giusta!
    Aspettiamo tanto ma ancora nulla, io ed Echo ci muoviamo e facciamo un thè per non sentire il freddo,
    Black invece era oramai a pezzi anche perché aveva i piedi bagnati e sentiva parecchio freddo!
    Non va bene,dobbiamo fare qualcosa.

    Prendiamo la bivibag e il sacco a pelo, gli facciamo togliere gli scarponi egli mettiamo le calze asciutte.
    Poi un piede ciascuno glieli strofiniamo per scaldarlo un po'. Coperta di emergenza sui piedi,sotto la schiena e tra il sacco e la bivi.
    Praticamente lo arrotoliamo come un cadavere per farlo stare caldo, finalmente smette di tremare e comincia a russare!!
    Sono stato felice per lui e la preoccupazione è scesa, almeno era caldo ed ha potuto smettere di patire!
    Ore 22:30 circa , arriva la jeep a prendere Black, li ringraziamo ,lo caricano e si riparte in direzione Ossezia.
    Decidiamo di non dormire per non patire il freddo e puntiamo dritto a ricognire la zona HQ.
    E buio pesto e il visore è molto utile, avanziamo avanziamo e iniziamo a sentire il rumore dei generatori.

    Lo troviamo e inizia l'avvicinamento. Era un complesso circondato da un muretto e steccato alto 2 metri circa. All'interno c'erano mezzi,generatori, caseggiati, tende ecc .. ci accovacciamo attaccati al muretto e proseguiamo prendendo ad ogni elemento utile la posizione gps .
    L 'adrenalina si faceva sentire,spesso capitava che un paio di persone giungessero ai mezzi proprio quando noi eravamo a 2 metri dalle loro autovetture spalmati a terra !

    Dopo aver preso tutti i punti disponibili decidiamo di puntare dritto ai missili e si riparte a gambe levate!!!
    Purtroppo durante la marcia ci accorgiamo che lungo la strada ci sono scontri incredibili tipo20vs20 e dobbiamo fare molta attenzione a non attirare l'attenzione!Rimaniamo molto defilati, nascosti tra le piante e aspettiamo,aspettiamo e aspettiamo…. Dopo un po' vediamo passare circa una 20 di operatori che abbandonano la zona dove fino a pochi minuti prima gli scontri erano più accesi, ci accorgiamo che un'altro gruppo di operatori è
    rimasto a presidiare la zona. Avevamo la strada sbarrata sia a nord che a sud!!

    Passiamo da ovest riscavalcando la cancellata, avevamo deciso di non abbandonare più la carrabile di notte ma siamo stati costretti a farlo
    di nuovo proprio per quel fottutissimo posto di blocco.

    Siamo scesi in una depressione senza vegetazione, solo sabbia e ghiaia illuminata dalla luna!
    Sembrava di essere su un altro pianeta(spettacolo).

    Sostanzialmenteil giro che avremmo dovuto fare con la carrabile prevedeva di salireverso nord e riscendere a sud aggirando la depressione, noi oramai cieravamo dentro, potevamo tagliare per dritto ma si presentava un problema: dove risaliamo??
    Fortunatamente verso nord ovest la depressione tornava gradualmente a livello della carrabile,
    e potevamo passare in mezzo ai laghetti e fare ancora un pezzetto di carrabile.

    Incappiamo in un altro posto di blocco, cazzo!!!

    Per tentare di uscire, c'era da superare un roveto, l'unico problema era il rumore che avremmo dovuto fare.
    Tentiamo di muoverci pian piano, ma le sentinelle si accorgono dei rumori e vengono a controllare , ci congeliamo.
    Loro controllano un po' i cespugli, illuminano e poi lasciano perdere. Guardo ad est e vedo il sole,stava arrivando l'alba.
    Ci spostiamo ancora un po' più a Sud e ci riavviciniamo alla carrabile da dove, nascosto dietro un muretto,osservo le sentinelle.
    Studiamo il loro percorso e quando sono nel punto più distante e decidiamo di muoverci, l'arrivo di un mezzo ci interrompe.
    Lo vedevo e incrociavo le dita........SIII!!! Si ferma a chiacchierare con le sentinelle lontano da noi! E' ora di correre!
    Due lepri sulla strada con il sorriso a 32 denti sapendo di aver fottuto il cacciatore!

    Ormai siamo a buon punto, ci rechiamo alla ricerca del missile.
    Quando arriviamo, non troviamo guardie e piano piano cerchiamo l'obiettivo,trovata la centralina in una delle case cambiamo il relé e l'obbiettivo è preso.
    Perfetto,ci rimane ancora un relè da inserire nel missile e andiamo alla ricerca.
    Ormai manca veramente poco alla fine dell'evento proviamo a ricognire ma non lo troviamo
    quindi decidiamo di esfiltrare dopo 43km, 3 ore di sonno, 2 operatori esfiltrati e tanta tanta acqua !!
    Ci rechiamo verso HQ Georgiano dove una volta giunti un abbraccio fraterno con il mio compagno d'avventura è più che doveroso !!
    Osservazioni finali :
    Tutto era molto chiaro e ben organizzato. Tutto questo a mio avviso ha permesso lo scorrimento fluido di tutta la gara.
    Ovviamente ci sono stati imprevisti di non poco peso, ma sono stati gestiti al meglio anche se presumo
    che anche da parte vostra lo spavento sia stato elevato. Per questo motivo, un consiglio per gare future è di richiedere un'ambulanza fissa sul campo per la durata dell'evento!Prevenire è meglio che curare...
    Altra piccola attenzione la dedicherei a tutti i responsabili dei team.Sarebbe carino come già detto a Daniele, fare un piccolo debriefing con i TL e gli organizzatori tutti insieme. Questo permetterebbe a tutti noi di conoscerci un po' di più. Di solito capita che dopo una gara del genere si va a pranzo e si sta con il proprio team e pochi altri, una volta finito ci si alza, si saluta l'organizzazione e si parte. Dare la possibilità di conoscere altre persone faccia a faccia, magari permetterebbe anche a chi è “timido-riservato” di andare a salutare questo e quello ...Nel contesto globale venire in Sardegna e sinonimo di garanzia cortesia e disponibilità ,tutto questo legate dal buon senso fanno apprezzare gli sforzi fatti da una parte e dall'altra !


    Graziedi tutto !! Thermal
    Ultima modifica di Thermal; 10/03/2013 a 17:43

  3. #13
    Soldataccio L'avatar di JollyRoger
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    Quote Originariamente inviata da cicciomondo Visualizza il messaggio
    Un abbraccio ai ragazzi dei Falchi e dei Ricognitori grazie per le numerose sorsate di acqua ......Vite e per le risate condivise.....
    Immaginavo che il giro di acquavite sarebbe stato apprezzato, visto il freddo.

    E' stato un piacere condividere con tutti voi i quasi 3 giorni della Special Trained... io personalmente ho avuto qualche problema fisico e per due volte son stato vicino a lasciare l'AO, ma adesso sono felicissimo di non averlo fatto.

    Grandi tutti, non credo ci sia bisogno di dire altro.

    Marcello "Jollyroger" Fiori - Armata dei Falchi

  4. #14
    Spina L'avatar di MICIOAK
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    Special Trained II
    Ricevute le ultime info dalla DE, il team BTJO di interdizione (MAIN3) si riunisce per un ultimo briefing un paio di settimane prima
    della partenza.
    Nella squadra entrano a far parte Micio,Kuio,Whipeout e Tigre, ognuno dotato di sistemi di gps qualora la missione lo richieda.
    La preparazione viene fatta nei minimi particolari, dividendo nel team attrezzatura da portare per diminuire il peso:
    Teli snugpak,tiranti per un bivacco avanzato, vengono portati solo 2 fornelletti gel per the o caffe e altro ancora.
    Ma gia dalle prime discussioni e dai primi preparativi fatti da giorni la domanda che ci porgevamo era: come faremo a
    trasportare zaini cosi carichi (da 17 a 23 kg a zaino circa) con quelle condizioni meteoreologiche e non di meno la grandezza
    dell'AO.
    In fase di briefing viene optato di fare una cash avanzata e viaggiare leggeri, opzione che poi si rilevera' la piu sensata
    durante l'evento.
    A questo punto ci siamo, mancano pochi giorni e l'eccitazione diventa sempre piu' alta, sia per noi dell'interdizione
    , sia per i ns ragazzi che parteciparanno in contro, vogliosi di farci prigionieri o altro.
    Da linee guida di book una vera e propria pianificazione di tutto l'evento non si potra'fare al 100% fare fin quando non
    arriveremo a Laconi per l'ultimo Deb.con i Sardina. Cmq ci avvantaggiamo e tramite programmi cartografici e satellitari,
    dividiamo l'area in settori, e marchiamo tutti gli incroci e sentieri che ci serviranno per gli spostamenti piu veloci,
    pianifichiamo anche delle linee guida di missioni da fare durante i 2 giorni.
    1-3-2013
    Arriviamo, sono le 07.00 quando scendiamo dal traghetto, le previsioni dei giorni prima non lasciano dubbi, qualche ora di auto
    per arrivare a Laconi, un salto al ristorante per un'ultimo pasto e rendezvuos con i Sardinia per l'ultimo briefing.
    Prendo la macchina e ci dirigiamo a sud di S.Sofia, decidiamo di parcheggiare su una strada sterrata al ridosso dell'AO.
    Scendiamo dall'auto e le sorgono le prime difficolta', prepararsi sotto un diluvio. Per fortuna avevamo pronto un telo
    impermeabile che abbiamo fissato al cofano tipo gazebo.
    Siamo pronti, zaini in spalla, e dopo pochi minuti dall'infiltrazione ci rendiamo conto che il campo stava diventando una
    palude. Portare tutto quel peso ci avrebbe rallentato e non poco, quindi mettiamo in atto la nostra prima missione.
    Perdiamo circa 30 minuti a girovagare nel bosco, fin quando non troviamo un posto adatto per il nostro bivacco.
    Stendiamo 2 teli impermeabili a terra, e 2 snugpak sopra tirati a dovere, apriamo i bivy tent, e mettiamo dentro tutto
    il superfluo. Poi prendiamo un solo zaino e mettiamo dentro solo il necessario:NVG,fucile di backup,cibo e acqua.
    Main3 e' pronto ed alleggerito per la missione, facciamo il punto e ci dirigiamo sulla prima area da ricognire
    (case Pauli Longa, area Blu su mappa).
    Dal nostro bivacco sono circa 400mt, ma il clima e il terreno rendono difficili gli spostamenti. Per raggiungerlo attraversiamo una
    palude e ci ritroviamo con l'acqua all'altezza del ginocchio (neanche 1 ora di game e siamo bagnati al punto giusto).
    Ci avviciniamo sulla strada che porta alle case, vediamo un mezzo che passa veloce, attendiamo il momento giusto
    per attraversare.
    Sono circa le 17.30,la visibilita e' molto scarca tra pioggia e l'oscurita' che avanza, entriamo dal cancello principale e
    arrivati alla prima casa parte uno scontro a fuoco, alcuni morti in entrambi le squadre. Ci accorgiamo solo dopo che si tratta
    di una squadra di interdizione come noi (il clima, il buio, e non di meno l'abbigliamento; molti team come noi andavano
    in giro con goretex e poncho di ogni colore).
    Ricompatta la squadra facciamo irruzione sulla casa sulla sx con la porta aperta e un mortaio nel garage,
    troviamo il sistema elettronico per il cambio cordinate del lancio. Inseriamo il chip e via di corsa nel bosco.
    Si sono fatte le 19.00, proseguiamo sui sentieri che avevamo marcato da casa, ma la strada per il prossimo oBJ non e'
    facile.
    Tutte le strade sono allagate, in alcune di esse troviamo dei fiumiciattoli che le tagliano (per tutta la marcia uno splash
    dopo l'altro), ma nonostante tutto il morale della squadra rimane alto.
    Dobbiamo arrivare all'Ippodromo (Area Comando Georgia) per la disattivazione della testata nucleare.
    Sono circa le 20.00, la pioggia si fa piu insistente, a volte grandina, sono completamente bagnato e comincio a tremare per il freddo.
    Ci fermiamo prima di un incrocio per mettere gli NVG, luci di contro provenivano piu avanti. Apro lo zaino
    e trovo il supporto del visore rotto (&%"£$OOOO), si potrebbe anche sistemare, ma al buio,con la pioggia e la contro
    ,rinuncio. Avanziamo lentamente dentro il bosco in fila indiana quasi a toccarci.
    Arriviamo all'Ippodromo da NE, vediamo il missile al centro della pista, ma non riusciamo a trovare le
    entrate, si trovavano sicuramente dall'altra parte. Senza perderci d'animo scavalchiamo la rete metallica rigida e ci
    portiamo dietro un edificio illuminato. Si tratta dell'HQ nemico (assolutamente da evitare), costeggiamo l'edificio e
    le finestre con le luci all'interno,arrivati all'angolo ci affacciamo, vediamo mezzi e un molti operatori armati,
    cogliamo l'attimo giusto e corriamo a sud della pista.
    Siamo nell'ombra a 50 mt dall'HQ, ma un'altra rete piu' alta e con filo spinato ci serapa ancora dall'OBJ. Scavalchiamo
    anche questa; Kuio e Wipeout tentano di sabotare il missile, mentre io e Tigre restiamo in copertura. L'avvicinamento per
    i nostri e' molto lento, per evitare i mezzi e luci della contro sono costretti a stendersi e strisciare su un lago di acqua
    e fango.
    Arrivano sulla piattaforma e la disattivano, ma nel frattempo arriva un 4X4 con luci spianate. Si nascondono dietro il missile per non
    esser visti,e la fortuna vuole che un'altro team meno cauto si fa individuare, e distrae il mezzo. Ricongiunti di corsa
    nell'aerea sud della pista riprendiamo fiato, ma siamo ancora allinterno dell'obj.
    Sono le 23.30, siamo molto stanchi e bagnati,e comincio a sentire qualche linea di febbre. Il nostro bivacco dista quasi
    3 km in linea retta su mappa, e con quelle strade avremmo impiegato qualche ora per il rientro, senza contare che avremmo dovuto
    scavalcare tutte le reti per uscire. Dopo un infiltrazione da manuale,il sabotaggio del missile in stealth, optiamo per una
    azione in stile "The Expendables":irruzzione nell'HQ per sequestrare un mezzo. Entriamo veloci dal cancello,
    alcuni si accorgono di noi, ma non fanno in tempo a rispondere al nostro fuoco. Uno scontro a fuoco veloce,
    e ci ritroviamo dentro l'HQ, qualcuno chiama la fine e troviamo ospitalita' nell'edificio nell'attesa che ci venga messo
    a disposizione un mezzo.
    Intanto fiocchi di neve scendono sulla pista per alcuni secondi,lasciando sbalorditi un po tutti.
    Ecco arrivare il mezzo di Save, saliamo e ci facciamo lasciare fino a dopo puo arrivare.
    La strada era interrotta, un fiume in piena la attraversava lateralmente, neanche il suo defender sarebbe uscito indenne.
    Perdiamo 10 minuti per trovare un punto per aggirarla, ma niente da fare. Bisognava tornare indietro
    di molto, e con l'incognita di trovare anche peggio (tutta l'AO era alluvionata).
    Prendiamo coraggio e proviamo ad entrare nel fiume (non poteva esser cosi alto, era cmq una strada).
    Al primo passo mi ritrovo completamente immerso fino al chest rig, e che col fango che bloccava ogni movimento.
    Mi tirano indietro, e costeggiamo quei maledetti 30mt di acqua passando al bordo su un muro di
    piante e spine. Finalmente superiamo l'ostacolo e pochi metri ci separano dal bivacco. Dopo aver visto tutta quell'acqua
    riuscivamo ancora a scherzarci sopra: "Adesso troviamo il bivy che galleggia" o "l'idea di andare a ricercare la propria
    attezzatura sparsa nel bosco". Scherzare anche in una situazione cosi' critica e difficile ci tiro' su di morale.
    Entriamo nel bivacco, e con gran gioia il tutto era rimasto all'asciutto, gli alberi, i teli che avevamo steso e il terreno
    che avevamo scelto.La pianificazione adottata nell'infiltrazione ci ha permesso di bivaccare all'asciutto e al coperto.
    Alle 02.00, dopo aver consumato un pasto veloce e un the caldo, ci siamo addormentati nei nosti bivytent.
    2/3/2013
    Ci siamo svegliati alle H08.00, pioveva ancora, ma il cielo era piu' aperto del giorno prima. Con molta calma
    e ancora chiusi nei sacchi a pelo, ci prepariamo un caffe e facciamo colazione mentre
    pianifichiamo il giro che avremmo affrontato. Il riposo all'asciutto ci aveva fatto recuperare
    le forze, e tutto il team era in gran forma.
    Ci vestiamo, il tutto accompagnato da varie "imprecazioni": tutto era rimasto bagnato, mimetiche,anfibi,goretex,tattici,
    inoltre siamo stati costretti a cambiare zaino, quello della sera prima pesava almeno qualche KG di piu'.
    Aggiorniamo la DE sugli sviluppi della missione, e gli comunichiamo che siamo "vivi", riceviamo inoltre 2 missioni
    secondarie.
    Dal bivacco ci dirigiamo in direzione SE per ricognire l'Area del Comando Ossezia. Con noi portiamo attrezzature per
    ricognizioni a lungo raggio: spotting scope, treppiede,supporto per la fotocamera, telemetro.
    Il nostro scopo e' rangiungere uno dei punti rialzati nell'area, ma i sentieri che portano in cima sono impervi o
    inesistenti. Fortuna che ha smesso di piovere e l'impresa non sia cosi ardua.
    Raggiungiamo la prima cima verso le H 12.00 (S'Angionadore) ma la visuale sulla valle e' limitata, c'e troppa vegetazione
    davanti a noi. Anche cambiando posizione non cambia di molto. Riusciamo a sentire delle voci e dei mezzi in movimento nella
    valle, ed abbandoniamo l'idea della recon con spotting e passiamo ad una azione piu diretta.
    Scendiamo lungo un sentiero tra le due cime, tenendole come riferimento.
    Arriviamo sulla carrabile principale e avvistiamo delle pattuglie, attraversiamo di corsa e ci infiliamo dentro il bosco.
    Siamo a circa 80mt dal loro campo, da adesso in poi ogni movimento errato o rumore e' fatale.
    Con passo felpato arriviamo di fronte all'entrata del campo, dista circa 40 mt e siamo in mezzo ai rovi ben nascosti.
    Svestiamo Kuio di tutto, prende solo una fotocamera,taccuino e gps. Comincia a strisciare nei rovi fino ad arrivare ad un
    punto con buona visuale: scatta e immortala nella digitale Hummer (BTJO contro), alcune foto alle tende,
    ai mezzi, una stima degli operatori e le loro armi,cordinate gps e la recon e' fatta.
    Sono circa le h 15.00 quando ci rimettiamo in marcia per la Miniera, c'e molta strada da fare, inoltre da info pervenute dal
    comando dobbiamo prima recuperare le informazioni contenute in una valigetta,sita nei pressi dell'area.
    In marcia verso l'obbiettivo incontriamo altre paludi, ma ora il cammino si fa piu
    leggero e approfittiamo del sole per una pausa. La marcia riprende veloce sui sentieri che avevamo segnato e arriviamo
    all'intersezione con la strada asfaltata. Manca poco al nostro obj, ma l'ultimo pezzo e' una strada asfaltata.
    Le montagne ai lati della carrabile, erano piene di reti metalliche, burroni a non finire e pendii impraticabili, bisogna
    correre su strada per alcuni KM.
    Se avremmo incontrato mezzi di contro li avremmo sentiti da distanza, causa le numerovoli curve e salite che avrebbero
    affrontato. Entriamo veloci e dopo la prima discesa, una mezzo ci venie incontro.
    Non facciamo in tempo a nasconderci, quel tratto di strada era recintato. L'auto si ferma e scendono 4 operatori;
    parte lo scontro a fuoco e riusciamo ad eliminarli. COnquistiamo il mezzo che e' costretto a lasciar a piedi i 4
    sfortunati che stavano smontando dal turno, e lo facciamo dirigere alla miniera di gran passo.
    In pochi minuti, percorriamo moltissima strada, ci lascia qualche curva prima dell'entrata del sito.
    Sapevamo di non avere molto tempo a disposizione, il mezzo poteva tornare indietro a recuperare gli altri o
    allertare la miniera. Scendiamo veloci di corsa, scavalchiamo un cancello arancione, e infine saliamo sulla montagna di
    fronte al sito. Un paesaggio spettacolare davanti ai nostri occhi:un intera citta' mineraria,una cascata con una
    centrale elettrica, tornati e scale a non finire che collegano abitazioni e fabbricati.
    Utilizziamo lo spotting scope per individuare la miniera che ci interessa, ce ne sono molte, alcune chiuse da cancelli.
    Controlliamo inoltre le pattuglie e il loro centro comando, e il sentiero che porta alla valigetta.
    Sono circa le 18.00, e prima di iniziare la missione, ci mettiamo gli NVG sapendo che a breve nella conca non ci sara'
    piu' luce.
    Ci sono due tornanti prima di arrivare al cancello d'entrata, troviamo 2 operatori distratti fermi sulla curva.
    Avanziamo lentamente come dei leoni in caccia, a pochi metri ci precipitiamo su di loro intimandogli di arrendersi.
    Non oppongono alcun resistenza, e proseguiamo giu' fino all'entrata principale.
    Svoltiamo a dx e perlustriamo l'immensa area: pulito, avanti, copri. Ormai e' buio, e nostri movimenti
    si fanno piu lenti, ma siamo anche meno visibili. Attraversiamo il ponte e procediamo verso i primi fabbricati.
    Piu avanti sulla dx troviamo il sentiero che porta alla casa dove e' situata la valigia.
    Passiamo vicino ai dei tunnel minerari,ma sono chiusi da cancelli, non sono quelli che ci interessano.
    Dopo circa 300 mt arriviamo ad una casa, e' molto buio ed avanzo lentamente col visore per controllare meglio l'area,
    entro silenzioso nella casa sulla dx, controllo gli angoli fuori; libero, entrate.
    In tre all'interno della struttura, e uno fuori di guardia, vi era un solo ingresso, e recinto tutto intorno.
    Apriamo la valigia nera, all'interno uno schedario tecnico con molte pagine incomprensibili, ma troviamo quello
    che ci interessa. Perdiamo qualche minuto per controllare e fotografare le numerose schede tecniche appene sulle pareti.
    Usciamo di corsa e via al ritroso da dove eravamo venuti. Facciamo una pausa su una delle tante scalinate
    presenti nel sito, anche per discutere dei documenti trovati e scegliere la strada giusta per il sito (trovare la
    miniera al buio non era facile, nonostante poche ore prima l'avevamo ricognita con lo spotting scope).
    Ripartiamo, e cominciamo a salire sui tornanti e sulle scale che portavano sempre piu in alto, fin quando sentiamo
    delle voci sopra le nostre teste. Passo felpato sugli ultimi gradini e ci affacciamo per dar una sbirciata.
    Una casa con la porta aperta, illuminata, 2 operatori armati appena entrati, e
    un'altro piegato a tagliare legna con un accetta. Anche se non rientrava nella nostra missione, decidiamo di
    irrompere nella casa in cerca in informazioni. E' molto buio, ed avvicinarci all'operatore fuori e' molto semplice con tutto
    il rumore che creava. Arrivati a pochi metri e con i fucili in puntamento: "Aaaaaa, eccoli",
    era Beast (BTJO contro), entriamo nella casa, e troviamo anche gli altri. Avevamo fatto irruzione in una cucina-bivacco.
    Lasciamo 2 operatori fuori nel buio a copertura e scambiamo 2 chiacchere all'interno,poco dopo anche una foto
    col chimico koreano.
    Riprendiamo con la nostra missione. Si sale ancora, ma della miniera ancora nessuna traccia, nonostante i visori era
    difficile trovare l'ingresso sull'altopiano.
    Credo che passo' un ora circa, arrivammo anche sulla strada in alto dove c'era un museo con un sentiero turistico.
    Riscendiamo nei pressi della casa comando da dove partivano le pattuglie, ne seguiamo una e vediamo in lontananza un
    sentiero con una staccionata che ancora non avevamo percorso. Ci mettiamo in marcia, e sulla strada incontriamo una
    pattuglia, che eliminiamo a colpo singolo. Siamo sulla giusta via e procediamo ora a passo veloce (un po
    per l'adrenalina, un po per le bevande alla caffeina che ci siamo bevuti prima).
    A terra ci sono i binari, e poco dopo l'entrata. Io rimango fuori, mentre gli altri entrano per disinnescare
    la produzione dell'arma chimica. Si avvicina una pattuglia, la elimino senza difficolta'essendo nascosto nell'ombra.
    Obiettivo completato alle H 22.00, ora bisogna riscendere fino al cancello principale.
    All'altezza del ponte molto piu a valle una pattuglia di contro di 5/6 operatori ci tende un imboscata,lo scontro
    volge a loro favore per un operatore rimasto vivo. Ci lasciano andare, un po' la loro stanchezza, un po' perche'erano
    a fine turno.
    Ora procediamo piu cauti, e all'altezza dell'entrata principale ingaggiamo con un'altra pattuglia, il cambio di
    quella di prima.
    Questa volta riusciamo ad eliminare gli avversari, quest'ultimi erano posizionati in punti strategici
    e con qualche NVG.
    Di nuovo in marcia, e piu'veloci sulla strada asfaltata, riscavalchiamo il famoso cancello arancione per evitare
    due mezzi che scendevano verso di noi.
    Prendiamo il sentiero e ci nascondiamo per riprendere fiato. Una azione cosi frenetica con 2 scontri a fuoco
    era quello che serviva al team.
    Sono le 22.40, ci rimangono le 2 missioni secondarie da portare a termine: recuperare la busta blu situata
    nel sito della miniera dopo le H 01.30, trovare lungo la linea di confine gli oleodotti
    che hanno causato la guerra.
    Dopo aver valutato bene la situazione e fatto il punto, procediamo con la seconda missione.
    Il freddo e la stanchezza si facevano sentire dopo pochi minuti fermi, ed attendere 3 ore senza cambio e sudati era da
    pazzi.
    Inoltre il sito della miniera era troppo caldo di operatori, avevamo appena visto dei mezzi scendere con i rinforzi.
    Riprendiamo la strada e ci attestiamo per un agguato, un passaggio come all'andata non sarebbe sgradito, erano tutte salite
    per qualche KM. Non dobbiamo aspettare molto perche i mezzi appena scesi ripassino. Con le torcie spianate li fermiamo,
    davanti e dietro, neanche scendono. Uno di questo ha dei posti liberi, e ci porta a destinazione, poco prima della linea
    di confine.
    Siamo di nuovo in gioco, dobbiamo trovare questi oleodotti, compito non facile di notte e su un'area cosi' grande.
    CI troviamo sull'incrocio principale, proprio al centro dell'AO. Vediamo con i visori un gran movimento di operatori
    sulla strada, siamo costretti ad entrare nella boscaglia per nasconderci. Incontriamo anche una pattuglia ma non apriamo
    il fuoco per non attirare attenzione.
    Procediamo sull'asfaltata in direzione NW, quella che porta verso l'Ippodromo. In lontananza vediamo una pattuglia
    di con luci accese ferme in un punto. Sicuramente presidia uno di questi oleodotti o difende qualcos'altro.
    Aggirarli o prenderli di lato non e' cosa semplice, a sx una doppia rete con filo spinato, a dx un canale di scolo con
    una rete alta e difficile da scavalcare.
    Andiamo dritti per uno scontro frontale, ci vedono da lontano perche' illunimano la strada con le torce in
    entrambi i sensi. Accelleriamo in corsa verso di loro con il dito sul grilletto. Parte uno scontro
    frenetico, ne eliminiamo molti, ma anche i miei cadono non avendo coperture. Rimango da solo con i nemici dritti a me
    a circa 40mt. Davanti sulla linea di tiro una fila di morti con torce rosse di emtrambe gli schieramenti, mi riesce
    difficile sparare senza colpire i morti.
    Chiamo la "Fine" e mi avvicino ai 2 operatori della contro rimasti vivi, gli spiego la motivazione del chiusura dei giochi,
    e convengono con me per la scelta fatta (sparare sopra dei morti avrebbe creato discussioni inutili).
    Prendiamo con il gps la posizione dell'oleodotto n.3, e proseguiamo su strada in cerca dei prossimi.
    Dopo circa 500mt sulla strada troviamo l'oleodotto n.2, lo marchiamo, e poco dopo arriviamo all'incrocio
    con il sentiero che porta al nostro bivacco.
    Sono le 02.00, e nonostante il morale alto, la squadra e'molto stanca per proseguire. Il gps segna 35km percosi, di cui
    almeno 20 fatti il giorno prima in paludi e in condizioni estreme.
    Decidiamo di ripiegare al nostro accampamento per riposarci.
    Arriviamo intorno alle h 03.00, e questa volta evitiamo la strada allagata passando dentro il bosco con torcie accese.
    Un pasto veloce e ci addormentiamo subito. Non riusciamo a riposare bene, le temperature scendono bruscamente nella
    notte (-5C). Ci svegliamo quasi tutti insieme la mattina presto, ma siamo troppo stanchi per rivestirci e riprendere
    la carrabile per trovare gli altri oleodotti. Sfruttiamo ancora il nostro bivacco per
    riposarci ancora e fare colazione. Alle prime luci e con il sole, cominciamo a smontare l'accampamento, e chiamiamo
    la DE per l'esfiltrazione.
    Chiudiamo la missione di MAIN3 portando a termine tutti gli OBJ principali, e un po di amarezza per non aver completato
    al 100% le due missioni secondarie. Ancora oggi sono soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto, le forti emozioni
    provate nonostante le condizioni atmosferiche avverse, l'aver guadato una strada inondata e riderci su, aver girato
    per ore un sito minerario sempre in costante allarme, ed aver ingaggiato molte volte con i ragazzi della contro
    nonostante la missione lo sconsigliava, e non di meno aver incontrato i miei ragazzi in giro a questa bellissima AO.
    Grazie ancora ai SARDINIA ISLAND, un inchino immenso di rispetto da parte mia e di tutto il BTJO.

    MICIO

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    DEBRIFFING SPECIAL TRAINED II
    01-03 Marzo 2013
    Italia Sardegna Oristano Laconi Santa Sofia

    · Area di Missione:
    ST2 è stato localizzato nelle prime adiacenze della città di Laconi; più precisamente si sviluppa a nel settore che si estende da 350° ovest a 180° Est circa della città di Santa Sofia. Il territorio ha un’ampiezza di circa 19 kmq posti per un 80% su un altopiano con quote comprese tra 700-850 l.l.m.m.
    Lo studio della morfologia del territorio evidenzia a nord una vallata, con dislivelli molto impegnativi e quote comprese tra 550-900 l.l.m.m.


    · Composizione Pattuglia:
    Gli operatori incaricati per andare alla ST2 sono:
    I. Palla di Neve (Comandante/scout)
    II. Risso (Fuciliere supporto al Comandante/scout)
    III. Socks (Navigatore/vice Com.)
    IV. Dingo (Fuciliere/geniere chiusura pattuglia)
    Nome in codice del team è MINE4.

    · Avvicinamento al Rande-Vouz:
    Come di consuetudine, per ricordarci di esser in terra “straniera”, non si fà attendere la fastidiosa sveglia di AKI (nave/traghetto dell’armatore Moby Lines) alle 06.00 AM del giorno 28/02/2013.
    Non perdo molto tempo ad elencare dati, km, percorsi perché tanto da lì... Si sà... è solo un conto alla rovescia!
    Come da pianificazione, arriviamo al Rande-Vouz (in seguito RV) con circa 90 minuti di anticipo e decidiamo di parcheggiare il mezzo defilato al punto di ritrovo per evitare spiacevoli sorprese.
    I ragazzi del Sardinia Island li conosciamo bene... é meglio non avvicinarsi a loro troppo tranquilli!
    In tenuta completamente borghese e ad una distanza di circa 200 mt notiamo subito alcuni operatori con abbigliamento mimetico posti a ciglio strada intenti ognuno alle sue in stato passivo non allerta; non eravamo sicuri... Ci aspettavamo una piccola imboscata “di benvenuto”; quindi abbiamo preso la decisione di dividere la pattuglia in 2 Brick e avvicinarsi da 2 fronti a coppie.
    Con la canna della beretta appoggiata alla mutanda ci siamo avvicinati e abbiamo valutato l'area come sicura ma non vi era traccia di un contatto del Sardinia Island. A quel punto il comandante ci disse: “Bene!! Tutti fuori dal cazzo da qua!!” E così fù!!
    Ritornammo all’RV solo dopo un sostanzioso pasto al ristorante all’ora pre comunicata via OpORD e li trovammmo Save e Viper che presentarono la ST2 alla varie pattuglie presenti.

    · Ordini di missione:

    o Ricognire l’area di comando Osseta;
    o Sabotare la testata nucleare Georgiana;
    o Sabotare l’arma batteriologica Osseta o impedirne la produzione.

    · Briffing, logica, e preparazione pattuglia:

    Tra informazioni ricevute dall’OpORD e dai cambiamenti di dinamiche sul campo recepite dalla video conferenza tenuta in sede di briffing alla base, siamo stati in grado di dare una logica e delle priorità ai nostri incarichi.
    Questa poteva già essere la prima difficoltà, in quando difficilmente ti vengono dati ordini interpretabili... Solitamente l’Intelligence valuta precedentemente i vari scenari di effetti collaterali e da informazioni tali per arrecare meno danno possibile al suo personale e alle sue infrastrutture.
    Questo è stato in nostro primo compito; ricerca e studio di effetti collaterali.
    Il nostro team è stato scelto per garantire, alla nostra Unione, il mantenimento dell’equilibrio tra la Georgia e l’Ossezia. Negli ultimi tempi gli scontri e le rivalità sono esponenzialmente aumentate per il controllo di nome in codice “Roma” che è il centro nevralgico di ramificazione dell’oleodotto posto approssimatamene in centro AO.
    Abbiamo, in primis, il compito di assicurare al mondo l’impossibilità di attacchi, su vasta scala, di entrambe le nazioni. Questo dà priorità al sabotaggio delle armi risolutive di un ipotetico scontro. Da ordini e da recon dei colleghi dalla 185^ RAO si evidenzia che l’Ossezia non è tutt’ora in grado di avvalersi una funzionante testata batteriologica.
    Quindi possiamo ri-elencare i nostri obbiettivi come segue.
    1. Obiettivi primari

    - Ricerca e sabotaggio della testata nucleare in possesso della Nazione Georgiana in quanto funzionante e pronta all’impiego; (OBJ TASSO)
    - Ricerca e sabotaggio della testata batteriologica in produzione delle miniere Ossete. Nel caso non fosse possibile un sabotaggio si rende necessario il rapimento/eliminazione del tecnico Koreano (nome in codice “IMU” vedi foto in OpORD) in grado di produrre la chimica necessaria per rendere operativa la testata. In questo caso si lascerebbe l’Ossezia nell’impossibilità di un attacco di distruzione di massa. (OBJ GHIRO)
    Per il secondo obbiettivo primario si renderà necessario un collegamento con OpCOM prima dell’azione; in trasmissione si dovrà avere la certezza se la testata è operativa o no per non esporre la pattuglia e la nazione a scomode conseguenze. Si rischia il tutto per tutto solo se necessario.
    2. Obbiettivi secondari

    - Ricognire e trasmettere tutte le informazioni sull’area di comando Osseta (natura e composizione di OBJ, forze operative ed equipaggiamenti personali, armamenti attacco/difesa, mezzi a disposizione e le coordinate (con max scarto di 30mt) delle maggiori minacce rilevate. (OBJ CIVETTA)
    - Nel caso tutte le nostre operazioni fossero concluse, contattare OpCOM tra le 09.00AM e le 14.00PM del giorno 2 Marzo per eventuali azioni dirette.

    · Svolgimento della Missione: (vedi allegato tracce e WP in ultima pagina)
    Con partenza da Laconi, dopo aver reperito il materiale fornito dal Comando per svolgere la missione, ci siamo portati al limite di AO in zona sud-ovest su una strada bianca dove, da nostra pianificazione, abbiamo previsto il deposito e occultamento del mezzo di trasporto. Qui, con condizioni meteo già sfavorevoli, ci siamo a turno cambiati e attrezzati.
    La pattuglia ha iniziato a lavorare alle 17.20 PM del 01/03.
    Con rotta verso il primo obiettivo (testata nucleare Giorgiana TASSO) abbiamo incontrato le prime difficoltà di rito condizionate dal meteo; a 2 km circa dalla partenza e a una distanza di 75mt circa dall’obbiettivo ci siamo visti costretti a retrocedere con direzione sud-est in zona sicura per problemi elettrici di più operatori.
    Sono le ore 19.00 e tra noi e TASSO ci sono circa 320mt.
    La pioggia rende tutto più complesso e il controllo dell’attrezzatura elettrica diventa difficoltoso. All’improvviso una RAFFICA CONTINUA spezza il silenzio intorno a noi e notiamo il Comandante che inizia a smontare drasticamente il suo fucile ancora in piena tensione; la batteria posta all’interno del calcio è andata in corto circuito. Attimi di adrenalina che ci fanno scattare come molle!! Socks prende il fucile di back-up dallo zaino e lo consegna al comandante per proseguire.
    Ore 20.20, in ritardo secondo la nostra pianificazione, iniziamo di nuovo l’avvicinamento verso TASSO, questa volta con l’intento di agire. Il primo quarto di luna previsto ci aveva girato le spalle e il totale buio al di fuori dei sentieri la faceva da padrone... Tanto da farci perdere circa 60 min per uscire da una trappola spinosa e invalicabile. La poca pazienza era palpabile e il comando cristallino... DINGO CANE RANDAGIO VAI!!! Il secondo Brick (Socks Dingo) si era portata in testa alla pattuglia per riuscire a varcare la giungla spinosa intorno a noi e finalmente, intorno alle 21.30, siamo nuovamente riusciti a portaci a 80 mt di distanza.
    Qui abbiamo allestito un bivacco tra i rovi, posto scomodo ma sicuro, per nutrirci un po’ a freddo e bere un tè caldo. Riposati e pronti abbiamo organizzato l’attacco e la pattuglia era di nuovo operativa e in movimento.
    Ben occultati a circa 40 mt abbiamo avuto la possibilità di studiare il movimento di n° 2 ronde e di identificare n° 2 strutture calde.
    Dividiamo la pattuglia anche se le radio ci avevano abbandonato... Palla & Risso intenti a girare sul fianco per un avvicinamento da ovest, mentre Socks & Dingo si erano furtivamente portati con le spalle appoggiate al muro nord della struttura comando Georgiana.
    !!!RONDA IN AVVICINAMENTO!!! Dingo a tenere la porta del comando e Socks, a tiro sicuro, lascia avanzare la ronda verso la struttura dove era posto il chylume verde. Palla si era già posto all’interno della struttura e ha aspettato la ronda per un’eliminazione silenziosa.
    Palla è venuto a prenderci facendo cenno di raggiungere la posizione e una volta entrati il nostro specialista (Dingo) ha manomesso il computer di controllo della testata.
    CRASH... Socks urta una finestra della struttura con lo zainetto tattico, creando un baccano da 100 flessioni minimo, e da li cominciarono ad arrivare i rinforzi della contro.
    Piccolo ed inutile ingaggio per tentare di ripiegare ma la pattuglia è stata fatta prigioniera. L

    Scatta il nostro piano prigionia!!
    Abbiamo inscenato una copertura, in caso di cattura, a prova di Iphone (vedi allegato contratto) con citate ditte reali ed esistenti e con un addetto responsabile reperibile H24 tramite telefono.

    Ci spacciavamo per una ditta di sicurezza, nota anche per recuperi di persone o materiali in teatri bellici, messa sotto contratto da una ditta che aveva interessi minerari nel sito per la ricerca di nuove cave d’oro o di rame.

    Dopo un’interrogatorio e una telefonata nel cuore della notte al responsabile, si è trovato un accordo con la fazione Georgiana e questi ci hanno scortato incolumi fuori dal loro comando.


    Anche se, in sede di briffing, avevamo pianificato la seconda parte di TASSO (l’ippodromo) e anche se il chip al comando era stato piazzato correttamente abbiamo deciso in campo di non proseguire verso il missile vista la nostra cattura da parte dei Georgiani e la compromissione dell’obbiettivo.

    Nel caso di ulteriori inconvenienti tutta la missione sarebbe stata compromessa, la recita non avrebbe tenuto buoni gli indigeni e il nostro comando avrebbe avuto grandi difficoltà nel perseguire i suoi intenti.

    Quindi si ricomincia a camminare... Ci si riporta, evitando TASSO, al punto di cashe degli zaini per iniziare il trasferimento verso GHIRO.
    Una buona marcia ci fa attraversare tutta la AO da sud verso nord-est per trovare, , più punti di osservazione dai quali verificare l’assetto del secondo obj .
    La discesa verso il torrente fuori dai sentieri e dalle strade per mantenere un assetto stealth secondo OpORD attraverso forti pendenze su roccie bagnate scivolose affatica notevolmente la pattuglia.
    Da qui i primi sintomi di fatica, i 30kg circa di attrezzatura personale cominciavano a farsi sentire e un nostro operatore, di prima esperienza Sarda, iniziava a lamentare disturbi.

    Per evitare le zone più pericolose ci siano portati su una strada che abbiamo seguito per circa 500 mt con destinazione un posto sicuro su una vetta; qui la coppia Socks Dingo hanno allestito un bivacco a 5 stelle con tanto di verandina e pasto caldo per i 2 colleghi provati da tragitto e meteo.
    Qui poco più di 3 ore di pausa per far recuperare le forze tra raffiche di vento moderato e mucche al pascolo.
    Di nuovo in osservazione con il monocolo 50x e poi tutti pronti per ripartire.
    Abbiamo il compito di trovare una struttura dove sono poste le informazioni necessarie per completare GHIRO.
    Scendiamo la vetta e ci fermiamo al 3° punto d’osservazione per poi riprendere e cercare un passaggio per guadare il fiume.
    Al fiume la dura decisione per eseguire gli ordini ricevuti… il comandante e il suo coppio non sono in grado di guadare il torrente e scalare in sicurezza per l’affaticamento la montagna che ci porterà all’obj.
    Decidiamo di dividerci, questa volta definitivamente, in modo tale da poter tentare un’azione a GHIRO in 2 operatori.
    Il Brick Palla Risso si stacca e si reca in zona dove il MEDEVAC potesse recuperarlo.
    Socks & Dingo valutarono la situazione e decisero di proseguire cercano il modo per guadare. Dingo si ricordò che aveva visto un fascio di tubi innocenti lungo l’avvicinamento al fiume e dopo averne recuperato uno lo utilizzammo, prolungandolo con un ramo incastrato all’interno, come appoggio tra 2 alberi posti sulle sponde opposte. Questo tubo era necessario per appoggiare le caviglie durante il guado visto che la corrente era notevole. La corrente era forte e l’acqua arrivava al ginocchio... “Testicoli” in mano e via... un passaggio abbastanza veloce ci ha garantito un minimo d’acqua negli anfibi. Menomale!! J

    A quel punto iniziò la vera e propria scalata; eravamo sul letto del fiume e dovevamo guadagnare una cinquantina di metri di quota per arrivare alla livello delle strutture.
    Ci siamo portati in quota tra le rocce con non poche difficoltà... Il terreno era davvero scivoloso e era difficile fare presa con gli anfibi. Abbiamo costeggiato in senso orario una recinzione di colore rosso che si trovava proprio a ridosso del dirupo che segnava la gola del fiume.

    Controlliamo la zona e verifichiamo 2 strutture recintate e una casetta in completo abbandono senza trovare traccia delle informazioni da reperire. Infastiditi ricominciamo il giro completo e ancora una volta risultato negativo e le tenebre iniziavano ad avanzare intorno a noi.
    Ci mettiamo al riparo tra la fitta vegetazione e tentiamo una comunicazione con OpCOM con il VHF.
    La comunicazione ci ha permesso di recepire ulteriori informazioni sui documenti cartacei da trovare, e visto il collegamento, abbiamo creato un ponte radio tra il nostro Brick 1 e OpCOM per la richiesta di MEDEVAC.
    Ora siamo più tranquilli... OpCOM aveva confermato l’invio di una FIR per Brick 1; Brick 1 era riuscito a portarsi sul sito di recupero pianificato.
    Di nuovo in marcia... Ci avviciniamo ad una struttura bianca di circa 3 piani recintata a dovere.
    Dingo attira la mia attenzione facendomi notare cartelli di segnalazione “pericolo esplosione”.
    Flashback
    La nostra squadra è in costante addestramento in zone militari e/o di confine tra pubblico e militare; come mentalità ci è sempre stato fatto osservare il rispetto di tali confini per evitare danni a cose o persone o più semplicemente per evitare un procurato allarme a civili o forze in attività.”

    Detto questo, alla vista di quel cartello, abbiamo ripiegato per ricontattare OpCOM e chiedere, ancora una volta, conferma.
    OpCOM Avendo capito che non eravamo in possesso dei documenti per proseguire la missione, ci ha comunicato qual’era il composto chimico da utilizzare per la neutralizzazione della testata battereologica. Composto ROSSO!!
    Veloce briffig tra noi 2 e si riparte, ancora una volta in verticale, per avvicinarsi verso la strada statale. La traccia, ora analizzata, segna una distanza in retta di circa 80 e un guadagno in quota da 423 a 546 (123mt) s.l.m.m.
    Lo zaino pesava... e nelle piccole pause per riprendere fiato quasi si dormiva in piedi appoggiati ai macigni di roccia.
    DINGO con voce tonante: “SOCKSSSS GUARD RAIL DAVANTI!!!!!!!”
    SOCKS: ”FINALMENTE CAZZO!!!!”

    Trovammo la strada statale e, con passo tremolante per la salita, riuscimmo a ritrovare le forze seguendola fino ad arrivare ad una struttura rettangolare che utilizzammo come scudo per l’infiltrazione.
    Il trasferimento su quella strada è stato azzardato e forse anche pericoloso; nel caso si fosse avvicinato un mezzo si rendeva difficoltoso un occultamento rapido.
    Siamo passati sopra GHIRO e ci stavamo infiltrando nel complesso da ovest a circa 250mt.
    Scendiamo il pendio per portarci alla curva di livello giusta mentre un faro illuminava a giorno parte del nostro settore; allerta e ben coperti dalle frasche ci avviciniamo ad un camminamento largo circa 6 mt.


    Da qui tutto più difficile; avanziamo con molto sospetto e dopo poco si cominciava ad intravedere le luci di una pattuglia che si muoveva verso la nostra direzione.
    Dopo aver ripiegato di circa 30mt in una zona più favorevole ci occultiamo e speriamo ci passino senza dover ingaggiare.
    La pattuglia è a 5 mt e l’operatore di testa nota il mio fucile in puntamento; in completo silenzio abbassa a terra l’ASG e in un attimo, i suoi colleghi, aprono il fuoco. Rapida la nostra risposta 2 caduti loro e Dingo morto... Non è finita! Stacco al volo gli agganci rapidi dello zaino
    Alice e strisciando in mezzo al parapetto di legno mi son lanciato fuori camminamento. Adrenalina e sospiri nel cercare di vederli e in circa 10 min... altri 2 caduti della contro. Ingaggio finito.
    Riprendiamo le nostre cose e cerchiamo di dileguarci in velocità riprendendo il percorso verso GHIRO.
    Ci siamo... L’ingresso è davanti a noi a circa 40mt, lasciamo a terra gli zaini e iniziamo l’avvicinamento.
    Entriamo e controlliamo. Zona deserta, nemmeno un picchetto alla guardia, nemmeno una guardia giurata a far controllo... Insomma NESSUNO!
    Socks torna alla porta mentre Dingo neutralizza la chimica della testata.
    Dingo: “Apposto VIA!!!”
    Uscita a 2 operatori dalla struttura e, con di nuovo gli zaini in spalla, cerchiamo di allontanarci molto velocemente.
    Da lì io ho iniziato ad avere piccole allucinazioni da fatica; il mio cervello modellava i riflessi di luce ingannando la mia vista. Probabile per poca ossigenazione visto i dislivelli percorsi.
    Impossibilitati dal punto di vista tattico a proseguire secondo gli ordini, avendo perso il nostro occultamento durante lo scontro a fuoco precedente e non più lucidi e freschi per fornire eventuali ulteriori informazioni al comando, richiediamo l’autorizzazione ad esfiltrare.
    Gentilmente, OpCOM, acconsente e gli amici di Zarruele vengono a prelevarci.
    Questi ci hanno fatto esfiltrare su un mezzo con comodi sedili in pelle e ci hanno portati al comando Georgiano dove ci siamo riuniti al nostro Brick 1 e a vecchie amicizie Sarde.
    MINE 4, dopo un breve deb verbale sul posto, ha concluso la sua missione.



    · Ringraziamenti:
    ASAT vuole ringraziare tutta DE della SPECIAL TRAINED 2.
    I Sardiania Island, ancora una volta, sono stati capaci di rappresentare un raffinato teatro bellico in una zona logisticamente impegnativa dimostrando, ancora una volta, tutte le loro qualità sia da operativi che da logistici.
    MINE 4 è stata davvero lieta di partecipare questo “percorso formativo” perché ad un’evento così c’é solo da imparare.
    Ringraziamo anche il ZEUS & EOLO rispettivamente Dio del Cielo e Dio del Vento che ce l’hanno messa tutta per renderci la vita un’inferno!!

    QUI MINE 4... PASSO E CHIUDO.

    SAN MARCO

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  6. #16
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    Chiedo scusa per il ritardo ma il periodo è davvero molto "pieno" e il tempo per concentrarsi e scrivere è molto ridotto.
    Posterò anche le foto tra qualche giorno così da completare il deb ma nel frattempo ecco qualche riga da leggere...




    Partire in aereo o in nave fino ad approdare in terra Sarda è già di per sé una storia tutta da raccontare.
    Ma se a questa sensazione di libertà e benessere aggiungiamo l’eccitazione di una missione tutta da vivere, non possiamo non essere sovraeccitati ed entusiasti di ciò che ancora dovrà accadere.
    Trascorrere 42 ore tra la vegetazione sarda è un sogno per pochi e noi lo respiriamo tutto, anche se le previsioni ci riportano un bollettino meteorologico degno di un tipico film catastrofico “made in USA”.
    Il ritrovo in piazza a Laconi avviene alle ore 12:00 circa.
    Il vento forte e qualche goccia di pioggia costringono le pattuglie ad attendere rintanati nelle proprie auto, mangiando qualche panino e chiacchierando della missione.
    Al briefing incontriamo vecchi e nuovi amici che come noi si preparano all’interdizione, saluti, strette di mano e qualche foto di rito.
    Mentre Save ci spiega cosa dovremmo fare e ci consegna i simulacri per svolgere la missione ( un relè rosso ed uno blu, necessari per il sabotaggio del missile Georgiano ) un’auto della protezione civile passa e con il megafono a tutto volume invita la popolazione a stare ben rintanata in casa nel pomeriggio, perché una specie di diluvio imperverserà fino a notte fonda
    Con qualche smorfia di intesa, qualche dubbio, e tanta grinta ci salutiamo tutti e siamo pronti a partire.
    La domanda è sempre la stessa: ma chi ce lo fa fare? Sinceramente non ho ancora trovato risposta ma se dovessi trovarla ve lo farò sapere.
    Traslochiamo tutto il nostro materiale sulle 2 macchine a noleggio e partiamo verso quello che abbiamo stabilito essere il punto per noi più consono all’infiltrazione, situato sulla strada a Nord-Est di A.O.
    Nel frattempo l’acqua scende sempre più forte.
    Fortunatamente abbiamo previsto di portare una tenda da montare tra le 2 auto e, con questo metodo, ci cambiamo all’asciutto consapevoli che dopo poche ore saremo già inzuppati fino alle mutande.
    In fase di pianificazione avevamo studiato il video in maniera maniacale per stabilire il punto esatto dove avremmo trovato l’ingresso della miniera in cui dovevamo infiltrarci.
    All’interno avremmo dovuto inserire un agente chimico nel ciclo di produzione di una tanto innovativa quanto distruttiva arma dell’Ossezia, disattivandone la minaccia di distruzione di massa.
    Dopo aver incrociato le immagini prese dal video con quelle tratte da Google Earth e aver ricavato il punto esatto di ingresso della miniera, è bastato studiare la conformazione delle rocce e della vegetazione per capire anche il punto esatto in cui gli operatori del 185° RAO avevano girato il video in nostro possesso (fornito con il book ).
    E’ così che abbiamo stabilito di allestire anche noi un POA, nello stesso punto, proprio dalla parte opposta della miniera.
    Da li volevamo capire anche dove l’Ossezia nascondeva i progetti dell’arma così da capire quale fosse il reagente chimico esatto da utilizzare per il sabotaggio.
    In fase di briefing però il sito di stoccaggio dei progetti ci è stato comunicato direttamente da Opcom e i nostri piani quindi sono cambiati.
    Questo perché il luogo in cui dovevamo recarci era più vicino di quello che pensavamo e, inoltre, la nostra infiltrazione è avvenuta alle 17:00 quindi troppo tardi per un’osservazione a distanza.
    Dovevamo rimanere sullo stesso lato della montagna della miniera e tentare il tutto e per tutto, approfittando del buio.
    Decidiamo di non entrare in AO dalla strada e quindi ci portiamo un po’ più in basso alla ricerca di un sentiero che ci faccia aggirare la collina e ci porti verso un secondo sentiero che ci conduca diritti verso la miniera facendo però una piccola deviazione in un caseggiato dove avremmo trovato i progetti e le istruzioni per manomettere l’arma chimica.
    Iniziamo ad attraversare qualche campo con filo spinato, troviamo il sentiero ma questo ci riporta sulla strada principale e non ce n’è nessuno che parta in direzione della miniera; in quel momento capiamo che la cartina è poco affidabile: molto male.
    Fortunatamente, in fase di pianificazione, avevamo incrociato i sentieri della cartina con quelli visibili da Google Earth quindi qualche sentiero realmente esistente lo avevamo segnato ma, questa condizione di inaffidabilità della carta, rende le decisioni del TL/Cartografo molto difficili da prendere.
    Arriva il buio e , dato che macchine non ne circolano, percorriamo un pezzo di strada.
    Capiamo subito però che la strada asfaltata è troppo pericolosa in quanto qualcuno ci potrebbe vedere e quindi, alla vista del primo sentiero, ci buttiamo nella boscaglia puntando in basso.
    Il fiume “incazzato” si sente molto bene, la pioggia insiste e il terreno non ci permette di fare una “gran bella passeggiata” e ,con qualche difficoltà, raggiungiamo la rete di recinzione di un fabbricato.
    Giriamo un po’ e troviamo un varco, ci infiliamo dentro e acquisiamo il nostro primo obj.
    E’ un ottimo colpo al nostro morale messo a dura prova dalle numerose scivolate sul fango che abbiamo già affrontato durante questo breve tragitto.
    Ci spostiamo di circa 50 metri e facciamo il punto della situazione.
    Siamo tutti molto contenti di come la squadra sta reagendo, la serietà è alle stelle e ognuno sembra sapere esattamente cosa fare, tutto gira benissimo, ovviamente anche la pioggia!
    La galleria che pensavamo avesse ospitato l’arma, vista dai filmati che l’intelligence ci aveva procurato, non dista molto dalla nostra attuale posizione ma c’è una piccola salita di grossi sassi squadrati illuminata da un faro piazzato in posizione rialzata.
    E’ una “rumorosa trappola per topi” ma non abbiamo altra scelta quindi, con rapidi movimenti a sbalzi, seguiamo le strisce d’ombra e cerchiamo di rimanere il più possibile occultati quando, proprio nel mezzo della salita, vediamo delle torce arrivare dall’alto.
    Indietreggiamo rapidamente e ne notiamo altre provenire anche dal sentiero sottostante.
    Adrenalina a mille!
    Non abbiamo altra scelta che congelarci in un provvidenziale buco di rocce e cespugli dove a malapena riusciamo a nasconderci.
    Speriamo che la contro non illumini proprio da questa parte!
    Aspettiamo che le acque si calmino e ripartiamo per la galleria, due davanti prendono posizione mentre due dietro forniscono copertura. Con questo metodo ci portiamo tutti e quattro sulla strada appena prima dell’ingresso.
    Due operatori entrano e mettono il liquido nella capsula mentre gli altri due fuori fanno da “palo” controllando la zona. Il silenzio radio verrà interrotto solo ed esclusivamente in caso di pericolo reale ed imminente.
    Una volta terminato il tutto ci inoltriamo seguendo la strada all’interno della miniera.
    Dobbiamo necessariamente attraversarla per arrivare al ponte che ci permetterà di passare dall’altra parte dell’Area Operativa.
    Studiamo le stampe satellitari così da sapere il percorso da affrontare.
    La tensione è altissima mentre attraversiamo la miniera, orecchie “rizzate” e bocche di fuoco in puntamento.
    Ci fermiamo dietro una casa per fare il punto della situazione e constatiamo che il percorso è corretto, tutto procede come da copione quindi non ci rimane che continuare a tenere la guardia alta e proseguire lungo la strada fino al ponte.
    Da li in poi ci aspetta una salita lunghissima ed estenuante.
    Qui la stanchezza inizia a prendere il sopravvento, e Jack confessa che ogni tanto si ritrova a camminare con gli occhi chiusi.
    Il percorso che stiamo affrontando prevede circa 2 Km su strada asfaltata ( RECINTATA DA AMBO I LATI! ) in salita e 1,5 Km nella boscaglia su terreno pianeggiante. Se tutto “filerà liscio” raggiungeremo il luogo di bivacco (deciso in fase pianificazione) per le H 07:00 a nord est di C.se Pauli Longa.
    Qui, presumibilmente, dovremo modificare le coordinate di lancio del missile Georgiano.
    Com’è nostra consuetudine, per raggiungere l’obj, non utilizzeremo nessun tipo di mezzo ruotato.
    Il book prevede la possibilità di sequestrare FIR meccanizzate per farsi trasportare, a proprio rischio e pericolo, fino al punto desiderato.
    Noi però non vogliamo sfruttare questo “vantaggio” in quanto crediamo che in una missione di ricognizione reale non sia possibile farlo senza lasciare vittime, testimoni o senza creare fattori che allerterebbero il nemico.
    Riteniamo quindi opportuno muoverci solo con la forza dei nostri muscoli e con la tenacia dei nostri nervi, cercando di mantenere il nostro grado di occultamento il più alto possibile.
    Arriviamo in cima sapendo che dovremo fare molta attenzione, siamo sul confine dei due territori quindi saranno presenti molte pattuglie di contro.
    Così è, infatti ci dobbiamo nascondere più di una volta per il passaggio di mezzi meccanizzati.
    Facciamo il punto della situazione e, studiando le immagini satellitari, decidiamo di attraversare il confine passando per i “laghetti” e le “distese di sabbia” situate proprio al centro dell’A.O.
    Una volta superate queste zone non ci resta che un altro piccolo sforzo: addentrarci nel bosco per poter arrivare nei pressi del nostro prossimo obj.
    Alle ore 07:00, come da pianificazione, siamo esattamente nel luogo designato per il bivacco.
    Il meteo prevedeva che la pioggia avrebbe smesso di torturarci per qualche ora.
    Ci saremmo potuti cambiare con dei vestiti asciutti e avremmo potuto riposarci lasciandoci cullare dal sole mattutino e dimenticando la temperatura notturna che rasentava gli zero gradi.
    Purtroppo però la pioggia continua a scendere più che copiosa e quindi siamo costretti a montare l’amaca sotto al poncio che ci fa da riparo. Ogni cosa che tocchiamo è bagnata, il freddo penetra dappertutto e pensandoci bene, forse non ci saremmo dovuti fermare.
    Raccogliamo pietre e sassi per appoggiarvi sopra l’equipaggiamento così da non farlo inzuppare ancora di più con l’umidità di risalita dal terreno.
    Il fattore che ci mette più alla prova è il freddo che si insinua ovunque in quanto non c’è nulla che non è umido e quindi non c’è nulla che nel giro di un minuto non si raffreddi.
    Usiamo anche i telini termici ma la condensa è tantissima e non ci rimane che abbandonarci al tremolio sperando di riuscire a dormire qualche minuto.
    Trascorriamo così circa 3 ore cercando anche di ritemprarci con un thè caldo e con qualche pasto disidratato.
    Nel frattempo chiamiamo il comando per aggiornarlo sulla situazione e lo stesso ci dà degli altri obbiettivi, tra i quali vuole sapere le coordinate di almeno due chiuse del gasdotto che corre parallelo al confine.
    Caso vuole che durante la notte, al nostro passaggio dallo stesso, ne avessimo avvistata una quindi riferiamo subito l’informazione.
    Scopriremo a fine evento che la coordinata comunicata era corretta, ben fatto!
    “Ricondizionati” ci prepariamo e ripartiamo verso un gruppo di edifici composto da 3 case a destra e da un rudere a sinistra.
    Uno di questi edifici presumiamo ospiti il “sabotaggio coordinate”.
    A causa della sua posizione isolata pensiamo che l’obj possa essere nel rudere, ci infiliamo nel mezzo puntando in quella direzione ma, non appena mettiamo il naso fuori dalla boscaglia, notiamo la contro muoversi. Non fanno neanche in tempo a vederci che siamo già spariti nella macchia.
    Arretriamo di un centinaio di metri e raccogliamo le idee.
    Decidiamo di procedere come segue: due operatori effettueranno il giro largo attorno al rudere fino ad ottenere una posizione privilegiata di osservazione e di fuoco mentre gli altri due, seguendo le indicazioni degli osservatori, entreranno nel rudere .
    Riusciamo così a controllare gli spostamenti delle sentinelle e ad entrare in quella che si rivelerà una semplice stalla; appare chiaro che dell’obj non c’è alcuna traccia!
    Indietreggiamo nuovamente per riorganizzarci.
    Dobbiamo controllare le altre case quindi ci dirigiamo verso l’agglomerato osservando quello che succede.
    Due guardie all’esterno fanno la ronda e ogni tanto si nota uscire da uno stabile rosa un’ufficiale con basco verde che entra in uno stabile bianco, 20 secondi ed esce sbattendo la porta.
    Li ci sarà sicuramente quello che stiamo cercando!
    Ci muoviamo piano ma le guardie restano nel giardino dello stabile.
    Dovremmo fare fuoco per entrare ma assolutamente non è una scelta che prendiamo in considerazione dato che la nostra pianificazione prevedeva di effettuare la missione rimanendo nel più totale occultamento.
    Ci è stato comunicato che sarebbe stato possibile effettuare tutti gli obiettivi in modalità stealth quindi questa era tassativamente la nostra intenzione.
    Speravamo che attendendo le sentinelle se ne fossero andate ma niente da fare, anzi, una guardia si avvicina troppo così non abbiamo altra scelta se non quella di arretrare di nuovo obbligandoci per l’ennesima volta ad aspettare che si calmino le acque.
    Dopo un’oretta circa ci riproviamo.
    Sull’OBJ troviamo la medesima situazione precedente solo che, in aggiunta, arriva anche una jeep con quattro operatori a bordo che decidono subito di farsi un giretto esplorativo e, per la quarta volta, siamo costretti a rintanarci nella boscaglia.
    Abbiamo notato altre jeep muoversi ma, appuntando gli orari, non notiamo alcuna regolarità negli interventi quindi è impossibile stabilire se si tratta di cambi turno, di FIR, di consegna viveri o altro.
    Il morale si è decisamente abbassato ma questo è uno dei due obbiettivi primari e non possiamo tralasciarlo, quindi decidiamo di aspettare il buio, speranzosi del fatto che con esso, le sentinelle abbassino la guardia permettendoci di entrare.
    Sono circa le 16:00 e, finalmente, esce un po’ di sole.
    E’ un sole tenue ma ne approfittiamo per spogliarci quasi nudi, per scaldarci un po’ , rifocillarci e cercare di fare asciugare i vestiti.
    Purtroppo questo idillio è troppo breve per goderne appieno e le nuvole tornano subito alla carica per ricordarci che il nostro destino è quello di soffrire ancora.
    Arriva il buio e ci mettiamo in movimento.
    Forse abbiamo aspettato troppo o forse la fatica e la precedente nottata insonne iniziano a mostrare le conseguenze dato che facciamo davvero molta fatica ad avvicinarci senza far rumore.
    Vediamo delle torce nel giardino dello stabile che fanno avanti e indietro, ci appostiamo e aspettiamo ma la guardia lascia solo un minuto tra una tornata e l’altra.
    Ne deduciamo che è impossibile entrare senza sparare, ma noi dobbiamo essere dei fantasmi quindi l’ingaggio è escluso!
    Piccola consultazione e il TL decide di abortire l’obj con la motivazione che, a causa della frenetica attività delle forze nemiche, il sito risulta troppo pericoloso e, al momento, la priorità è quella di riportare sia le informazioni al comando che la pellaccia dura a casa dalle proprie famiglie.
    Nel frattempo Agno accusa dolori al ginocchio e dichiara di voler esfiltrare per non aggravare la situazione già molto dolorosa.
    Insieme a lui anche Mastro, forse preso dallo sconforto, dichiara di non farcela più.
    Jack e Chiaro riescono a convincere Mastro a rimanere ma Agno ha proprio il ginocchio malconcio e quindi decidiamo di lasciarlo nei pressi delle case in modo che riesca ad arrivare da solo fino all’edificio e ad affidarsi alle cure della contro interdizione.
    Rimasti in tre seguiamo a ritroso la strada fatta all’andata.
    Ormai sono le 21, abbiamo perso troppo tempo su questo obj quindi, avendo come vincolo il fatto di dover esfiltrare dove ci siamo infiltrati (La DE, giustamente, simulava il fatto che se non fossimo tornati entro tot tempo la nostra missione sarebbe stata inutile perché i soccorsi ci avrebbero abbandonati al nostro destino) non saremmo mai riusciti ad andare fino al campo della Georgia per disinnescare la testata nucleare del missile e poi tornare indietro. Decidiamo quindi di partire verso il punto di esfiltrazione.
    Nei pressi della distesa di sabbia, vicino al confine, decidiamo di comune accordo (Contattando la DE) per l’esfiltrazione di Mastro che, nel frattempo, aveva iniziato ad accusare troppa fatica per continuare.
    Così, in due, riprendiamo il cammino verso la miniera.
    Uno degli obbiettivi supplementari dati del comando si trova proprio nella miniera e consiste nel recuperare una busta dietro ad un caseggiato.
    Il tragitto è davvero lungo ed estenuante, una vera prova di forza fisica e mentale, quindi arrivati nei pressi della miniera scrutiamo un po’ e identifichiamo l’edificio corretto.
    Decidiamo di entrare tentando l’acquisizione ma proprio di fronte a noi si fa viva una torcia che ci illumina.
    Abbiamo fatto solo alcuni passi e molti altri dobbiamo farne, in pieno spazio aperto, per raggiungere lo stabile.
    L’operatore di contro che ci ha illuminati era da solo ma probabilmente un altro è nascosto dato che è praticamente impossibile che una persona venga lasciata sola.
    Noi siamo solamente in due e , come già detto in precedenza, non vogliamo ingaggiare.
    Scappiamo quindi in salita e ci rendiamo conto che è l’inizio della strada che avremmo dovuto fare per raggiungere la macchina.
    A questo punto stanchi, inzuppati e decisamente molto provati, decidiamo di abortire anche questo obj e di tornare alle macchine.
    La nebbia nella vallata del fiume e la luna che illumina “a giorno” è uno spettacolo che solo chi pratica questo meraviglioso gioco può vivere e apprezzare.
    Dopo più di due ore di cammino in salita, finalmente, raggiungiamo il punto d’infiltrazione che ora si è trasformato nel nostro punto di esfiltrazione.
    E’ mattino, scopriamo che solo un’altra squadra è ancora in gioco.
    In conclusione possiamo ritenerci soddisfatti in quanto abbiamo resistito a lungo al freddo e alla fatica e, anche se gli OBJ acquisiti non sono stati molti, siamo comunque stati in grado di non farci catturare.
    Degno di nota è il rendimento della squadra che, grazie a serietà e forza di volontà, ha dimostrato di essere cresciuta molto e di aver ancora molto da dare.
    La Special Trained è entrata nelle nostre menti e vi rimarrà per molto tempo dato che ci ha regalato emozioni forti che consigliamo vivamente a tutti coloro che in futuro vorranno mettersi alla prova con se stessi!
    Un ringraziamento speciale a TUTTI i ragazzi dei Sardinia Island che si sono prodigati per la buona riuscita dell’evento!

    Un abbraccio e alla prossima Special Trained!

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