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Discussione: Vescica camelbak antibatterica; "sacca termica"?

  1. #11
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    L'avatar di sapeaux
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    Argghh ... il come funzioni il trattamento a cui viene sottoposta la vescica in materiali plastici trasparenti non ve lo so davvero dire.
    Il tessuto della sacca/zainetto che contiene il tutto è realizzata con materiali isolanti studiati appunto dall'azienda DuPont.

    So che è così perchè il mio primo Camelbak ha una storia particolare: mi è stato portato molti anni fa' da un amico del GOI ospite con il resto dl un team del SEaL Team 8 nella loro base in USA.
    Erano lì per addestrarsi al CQB (foto spettacolari ... tra le quali quella di un istruttore molto famoso con questo sistema sempre addosso) e videro appunto per la prima volta questi oggettini, appena usciti.
    Fuori della base c'è un negozio della BlackHawk e ne recuperarono diversi ... lui uno anche per me ... spiegandomene le caratteristiche.

    La storia non finisce qui: dotato di copertura mimetica realizzata da mia madre in pattern CaDPat il Camelbak finì smarrito durante una "the Rake" in Toscana.
    Dovevamo ricognire un OBJ, mi spogliai per strisciarci all'interno ed il mio coppio, nel recuperarmi la roba (ero sfilato dall'altro lato) non si rese conto che oltre al Protac combat vest c'era anche qualcos'altro (conferma che il pattern CaDPat è davvero efficace).
    Il Camelbak è rimasto su quel campo per anni e, solo perchè qualcuno dei Dragon Force ricordava l'episodio (avevo segnalato lo smarrimento a fine evento) quando alcuni ci capitarono sopra giocando, mi scrissero e me lo rimandarono a Roma.
    Buttarono per scrupolo la vescica con l'acqua (avrei dovuto chiedere a loro di cosa sapeva ... conoscerlo, oggi, ci avrebbe fatto comodo) ma il resto del materiale (tela di copertura realizzata da mia madre e sacca Camelbak realizzata con materiali della DuPont) erano perfettamente integri.
    E sono rimasti diversi anni abbandonati sul terreno ...


    ------ Post aggiornato ------

    comunque siccome sono fresco fresco dell'esame di microbiologia (batteriologia, virologia etc) un materiale generico non può essere definito ''antibatterico'' in senso assoluto.
    nelle plastiche soprattutto, per abbassare la carica batterica si usano ioni d'argento, che vengono rilasciati in quantità moderata dalla plastica stessa e molto lentamente nell'acqua, e avendo un ampio spettro d'azione abbassano la carica batterica eliminando soprattutto i patogeni.
    d'altro canto l'acqua che esce dal rubinetto (o dalle bottiglie sigillate) non è sterile, tutt'altro, i batteri, le spore e altre particelle ci sono, ma solitamente (almeno nei paesi industrializzati, ove vige un continuo controllo delle acque e depurazione degli impianti fognari) non sono patogeni, ovvero non danno malattia, e vengono facilmente distrutti dalla saliva o dai succhi gastrici.
    il problema è diverso nei paesi non industrializzati, dove la contaminazione delle sorgenti con materiale fecale porta, tanto per dire, alla diffusione del vibrio cholerae (colera).
    se chi ha trovato la sacca dopo anni avesse fatto un analisi microbica dell'acqua, probabilmente non avrebbe trovato nessun batterio vivo, ma sicuramente un elevato numero di prodotti del metabolismo batterico. come vedete nel grafico i batteri crescono finchè c sono nutrienti, dopodichè cominciano a morire di fame sostanzialmente. in un sistema chiuso è esattamente ciò che avviene.
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Nome:   curva-crescita-batteri.gif 
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  2. #12
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    beh il mio lavoro consiste proprio in quello che tu hai studiato solo che io lo applico dal lato pratico..

  3. #13
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    Argghh ... il come funzioni il trattamento a cui viene sottoposta la vescica in materiali plastici trasparenti non ve lo so davvero dire.
    Il tessuto della sacca/zainetto che contiene il tutto è realizzata con materiali isolanti studiati appunto dall'azienda DuPont.

    So che è così perchè il mio primo Camelbak ha una storia particolare: mi è stato portato molti anni fa' da un amico del GOI ospite con il resto dl un team del SeAL Team 8 nella loro base in USA.
    Erano lì per addestrarsi al CQB (foto spettacolari ... tra le quali quella di un istruttore molto famoso con questo sistema sempre addosso) e videro appunto per la prima volta questi oggettini, appena usciti.
    Fuori della base c'è un negozio della BlackHawk e ne recuperarono diversi ... lui uno anche per me ... spiegandomene le caratteristiche.

    La storia non finisce qui: dotato di copertura mimetica realizzata da mia madre in pattern CaDPat il Camelbak finì smarrito durante una "the Rake" in Toscana.
    Dovevamo ricognire un OBJ, mi spogliai per strisciarci all'interno ed il mio coppio, nel recuperarmi la roba (ero sfilato dall'altro lato) non si rese conto che oltre al Protac combat vest c'era anche qualcos'altro (conferma che il pattern CaDPat è davvero efficace).
    Il Camelbak è rimasto su quel campo per anni e, solo perchè qualcuno dei Dragon Force ricordava l'episodio (avevo segnalato lo smarrimento a fine evento) quando alcuni ci capitarono sopra giocando, mi scrissero e me lo rimandarono a Roma.
    Buttarono per scrupolo la vescica con l'acqua (avrei dovuto chiedere a loro di cosa sapeva ... conoscerlo, oggi, ci avrebbe fatto comodo) ma il resto del materiale (tela di copertura realizzata da mia madre e sacca Camelbak realizzata con materiali della DuPont) erano perfettamente integri.
    E sono rimasti diversi anni abbandonati sul terreno ...

    Che storia!

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