Dato che non c'è, la creo! Ecco una guida veloce ad illustrazione di questo corpo dell'esercito italiano (IN FASE DI LAVORAZIONE)
Il corpo dei bersaglieri (ora specialità della fanteria) nacque il 18 giugno deI 1836, per volontà del capitano Alessandro La Marmora. L’Ufficiale presentò al re Carlo Alberto uno studio intitolato Proposizione per la formazione di una compagnia Bersaglieri, il Sovrano accolse la proposta e, con R.D. del 18/6/1836, autorizzò la creazione della 1^ Compagnia del Corpo dei Bersaglieri.La Marmora voleva formare reparti celeri di carabine che dovevano avere una notevole possibilità di rapidi spostamenti caratterizzati da un fuoco preciso ed utile alle piccole distanze; in poche parole, l’intento era quello di avere a disposizione reparti di fanteria celere. I bersaglieri dovevano avere grande resistenza alle fatiche, per effettuare tanti e rapidi spostamenti, ottima mira con la carabina e intelligenza per trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.
La Marmora riassunse in un decalogo l’istruzione e l’educazione bersaglieresca:
1. OBBEDIENZA
2. RISPETTO
3. CONOSCENZA ASSOLUTA DELLA PROPRIA CARABINA
4. MOLTO ESERCIZIO DI TIRO
5. GINNASTICA DI OGNI GENERE FINO ALLA FRENESIA
6. CAMERATISMO
7. SENTIMENTO DELLA FAMIGLIA
8. AMORE AL RE
9. AMORE ALLA PATRIA
10. FIDUCIA IN SE' FINO ALLA PRESUNZIONE
Poco dopo la loro costituzione, i bersaglieri furono armati di una speciale carabina ideata e fatta costruire appositamente che aveva il vantaggio, rispetto a quelle in uso, di essere più leggera e di avere un tiro più celere.Il cappello dalla nota forma, chiamato vaira, veniva portato (e deve esserlo tuttora) inclinato sul lato destro del capo modo da tagliare a metà il sopracciglio e da passare sul lobo dell'orecchio. [Il primo bersagliere della storia fu il sergente dei granatieri Giuseppe Vaira che La Marmora presentò al Re il 18 giugno 1836 insieme alla proposizione per la formazione della prima Compagnia Bersaglieri. Dice la leggenda che, dopo averlo fatto vestire con l'uniforme da lui appositamente studiata, papà La Marmora avrebbe lanciato il cappello piumato al sergente Vaira il quale, avendo le mani occupate, lo parò con la testa sulla quale il cappello rimase piegato verso destra. Al tentativo del Vaira di raddrizzarlo, il fondatore lo bloccò dicendogli: " lascialo così, dà un'aria sbarazzina"]. Il “Cappello piumato” è l'emblema per eccellenza del Corpo, un simbolo secondo solamente al Tricolore, espressione di una tradizione senza macchia. Il valore di tale affermazione fu dimostrato dal Ten. Col. Negrotti, Comandante del 23º Battaglione Bersaglieri, caduto sul Mrzli (campo trincerato di Gorizia) nel 1915, prima Guerra Mondiale. Colpito a morte pose il suo cappello sulla punta della sciabola, lo alzò ben in alto e lo lanciò al di là del reticolato nemico gridando: «Bersaglieri, quella è la vostra Bandiera! Andate a prenderla!».Per mantenere il cappello in posizione è necessaria una tensione fastidiosa del collo.Il piumetto è formato da penne di gallo cedrone (o urogallo) per la truppa e piume di struzzo color verde per gli Ufficiali. Qualche tempo dopo la fondazione, anche questi ultimi adottarono quello della truppa. Questo all'inizio veniva usato come protezione dal sole per l'occhio destro, quello che aveva il compito di mirare, e anche per la mimetizzazione, infatti quasi tutti i cacciatori dei vari eserciti, all'epoca della formazione del corpo, ricoprivano il berretto di penne e pennacchi per mimetizzarsi meglio.Il fregio è in metallo di colore oro: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue,cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. A differenza dei trofei delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere è inclinata, fuggente, quasi a rappresentare la corsa, l'assalto… la vita e la generosità.Il fez ha la sua origine in Marocco, ma i bersaglieri lo incontrarono in Crimea (1855), dove gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, entusiasmati dal valore dei Bersaglieri (Battaglia della Cernaia), offrirono il loro copricapo, il fez in segno di ammirazione. Prima, i Bersaglieri portavano un “berrettino di maglia di cotone, che copriva le orecchie e poteva tenersi anche sotto il cappello”; di colore turchino aveva un fiocco rosso. Dopo il cappello piumato il fez diventò, ed è tutt'ora, un elemento emblematico del Bersagliere. Come tale va considerato e trattato: non dev'essere riposto in tasca, né arrotolato in mano, né piegato sotto la spallina. La nappa azzurra (la "ricciolina") deve avere il cordoncino corto (max. 30 cm) in modo da consentirgli di dondolare rapido da una spalla all'altra.
In questa foto sono visibili anche la tesa da ufficiale (in centro a destra) ed il nuovo basco, sempre in dotazione agli ufficiali/sottoufficiali
La fanfara è componente essenziale del Corpo dei Bersaglieri, perché le sue note riescono – in chi sfila – a provocare una scarica di adrenalina che rende leggera e vibrante la corsa che il reparto Bersaglieri esegue sulla punta dei piedi. E’ nata con la prima compagnia di bersaglieri «…marciavano in testa dodici soldati colla carabina sulla spalla sinistra, tenendo nella destra corni da caccia con cui suonavano una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati…» (Quarenghi). E’ l'unica fanfara al mondo ad esibirsi a passo di corsa: un risultato che si raggiunge solo con la passione e l’orgoglio che contraddistingue i figli di La Marmora. L'uso deriverebbe, secondo la tradizione popolare, dall'ingresso in Roma, alla breccia di Porta Pia, che doveva effettuarsi a passo di carica, ma che invece divenne spontaneamente una corsa dei soldati.
Le vicende che ancora una volta hanno visto i Fanti Piumati rispondere alla chiamata in 60 anni di dopoguerra sono molteplici ed anche in questo caso ci limitiamo a ricordare dove i bersaglieri presero parte a vicende significative sia in Italia, sia all’ estero: Libano, Somalia, Kosovo, Bosnia, Albania, Iraq, Afghanistan.
Dotazioni del Bersagliere
Escludendo gambe e polmoni d’acciaio, e le divise storiche, visibili nel sito dell’ Associazione Nazionale Bersaglieri e per le quali ci vorrebbe una trattazione lunga ed esauriente, mi limiterò ad elencare le attrezzature e l’abbigliamento in dotazione dagli anni ’50 in poi. Le divise sono praticamente le stesse della normale fanteria.
Uniformi (rimando alla apposita discussione di riferimento del fun club)
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Uniforme da combattimento anni 50-60
Uniforme da combattimento “verdona” mod. 1975
Uniforme da combattimento “Libano”
Uniforme da combattimento policroma desertica 92 “Somalia”
Uniforme da combattimento policroma continentale “woodland”
Uniforme da combattimento policroma vegetata continentale, e tutte le sue varianti comprese le combat shirt
Uniforme da combattimento policroma vegetata desertica
Divisa drop
Divisa estiva (si usa spesso aggiungere un elastico in corrispondenza della caviglia, per passarlo sotto i piedi in modo da non far uscire il pantalone dall’anfibio mentre si corre. Cravatta rossa o kaki a seconda del rgt)
Anfibi da servizio e combattimento d’ordinanza e.i. e vari (acquisti personali o di rgt/btg)
Cinturone verde oliva d’ordinanza
Elmetto 33 e successive varianti
Elmetto pasgt e successive varianti, standard e.i.
Telino per elmetto
Rete per elmetto
Attacco per visore notturno
Cappello tipo stupida in tutte le varianti
Cappello tipo boonie, spesso acquisto personale
Occhialoni da elmetto tipo carrista
buffetteria (rimando alla discussione apposita nel fan club)
Buffetteria in canapa anni 50
Buffetteria sistema a.l.i.c.e. italiana o spesso anche americana
Ephod israeliano in versione 12h
Corpetto da combattimento modello 2004
Corpetto da combattimento tipo “croato”
Vest modulare con attacco molle verde oliva
Vest J-tech assault vest
Vest arktis 1601 verde oliva (in foto la versione in woodland)
Gap 98 Defcon 5
Giubbotto antischegge Ap 09
Giubbotto antischegge Ap 98
Fondina standard d’ordinanza Bianchi m12 per pistola Beretta 92
Armi individuali (rimando alla discussione apposita nel fan club)
ex ordinanza (non più in uso)
Fucile Garand M1
Fucile Fal BM59
attualmente in uso
Carabina Beretta AR 70/90, con relativi accessori accoppiabili (lanciagranate, maniglie, red dot, acog ,anpeq ecc) standard e.i. O Più raramente Carabina Beretta SC 70/90 (a seconda degli incarichi)
Mitragliatrice leggera FN Minimi, in calibro 5.56 mm
Carabina Beretta Arx 160, in numero limitato ed in fase di test
Armi di reparto
Mitragliatrice Rheinmetall Mg 42
Mitragliatrice Browning .30
Mitragliatrice Browning .50
Mortaio da 60 mm
Lanciarazzi Panzerfaust in varie versioni
Accessori
Radio individuale Marconi
Visore notturno
Maschera antigas
Kit nbc
CURIOSITA': Nel 1836, a pochi mesi dalla formazione della prima compagnia, il Re Carlo Alberto si recava da Torino a Genova in carrozza , non essendovi allora la ferrovia. Giunto al ponte sul Po, s’imbattè nella compagnia dei bersaglieri che ritornava dall’istruzione tattica, la quale gli rese gli onori militari. Appena la carrozza reale si fu allontanata di qualche passo, il maggiore Lamarmora chiamò a se i suoi bersaglieri e fatto appello a tutta la loro buona volontà li avverte che si trattava di giungere a Villanova d’Asti, circa una trentina di km da Torino prima della carrozza reale. Detto, fatto, i bersaglieri fieri di dare al Re, sotto gli occhi ed il comando del loro amato capo, una prova lampante della loro forza di resistenza alle fatiche, si mettono in marcia e divorando a passo accelerato la via, arrivano a Villanova d’Asti alcuni minuti prima del Re, al cui passaggio tornano a schierarsi rendendo gli onori. “Ma questi sono gli stessi bersaglieri che mi presentarono stamane le armi sul ponte del Po? “ chiese stupito Carlo Alberto, il quale non era poi tanto facile a meravigliarsi. “gli stessi, maestà” rispose con giusta fierezza il maggiore Alessandro Lamarmora.
Nel 1844 Carlo Corsi narra: “una mattina là dietro piazza Vittorio Emanuele udii un infernale accordo di trombette che pareva suonassero al fuoco e vidi sfilarmi davanti in un minuto quattrocento di quei diavoli neri. Andavano a passo speditissimo, quasi a slancio, un po’ curvi sotto il peso di enormi zaini con la carabina in bilancia. Tutto quello scuro, tutti quei neri pennacchi svolazzanti e quello stridore di trombe e quel passo affrettato e risoluto avevano un che di tempesta da scuotere ed infiammare un giovane quale io ero allora.”
ERWIN ROMMEL: il soldato tedesco ha stupito il mondo. Il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco
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PREGHIERA DEL BERSAGLIERE
A te, eterno Iddio, Signore della pace, noi Bersaglieri di La Marmora innalziamo la nostra preghiera.
Tu, che ci hai fatto conoscere le asperità di tante battaglie, il gaudio di tante vittorie, la pena di tante rinunce, fa che raggio di gloria illumini sempre la nostra fronte.
Fa che la terra trema sotto il nostro piede veloce e i nostri occhi mai vedano vinte le nostre armi, mai piegata la bandiera della Patria. Tu, che ci hai dato un cuore di fiamma, guida i nostri passi sulla via dell'onore e, se un giorno dovessimo cadere, rendi forte l'animo delle nostre mamme e delle nostre spose.
Benedici o Signore le piume chi ci tramandano un secolo di assalti, benedici i nostri cuori che palpitano per la Patria Santa, benedici coloro che, dal Mincio al Don, dal Don a Poggio Scanno, sul campo restarono.
Benedici l'Italia e gli italiani tutti. Ascolta, o Dio Onnipotente, la viva voce di chi solo a Te si arrende
Episodio carino da ricordare: anche papa Giovanni Paolo II non ha resistito al fascino della vaira...ha insistentemente chiesto di poterlo indossare finchè non è stato accontentato
Un altro grande amico del Bersagliere è il carro armato, in versione leggera o pesante, che spesso lo accompagna o, a volte, lo trasporta
Alcune immagini sui carri Dardo le ho postate sopra, altre le posto qui (da qui nasce quella frase che spesso si vede agli ingressi delle loro caserme..."automezzi al passo, Bersaglieri di corsa")
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