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Discussione: [STORIA] BIAFRA. Giorgio Norbiato.

  1. #1
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    Predefinito [STORIA] BIAFRA. Giorgio Norbiato.

    Dietro le foto, dentro le foto, ci sono le storie che stiamo raccontando in questa sezione. Set up, equipaggiamenti e armamenti fanno da sfondo e diventano gli oggetti d'uso comune di persone vere, le cui storie finiscono anche così..

    "Saltano fuori dai bauli dei tuoi traslochi della vita sotto forma di immagini, lettere, oggetti; e in un attimo ti proiettano in una dimensione parallela che ti porta a ricordare: nomi, facce, episodi.
    E’ il caso di questa lettera, scritta da Goffredo Parise a mia zia per annunciarle, dal Biafra dove nel 1968 Parise era corrispondente di guerra per il Corriere della Sera, la morte di mio cugino: Piergiorgio Norbiato, ex Marò della Marina Italiana, poi soldato di ventura, mercenario o, più modernamente, contractor. ..
    Avevo solo dodici anni a quel tempo, ma ricordo alla perfezione quando squillò il telefono e mia madre rispondendo si mise a parlare in veneto, capii che si trattava di una delle mie zie, lo faceva solo con loro, non c’era modo di equivocare. .. Quando, poco dopo, riattaccò ebbe appena il fiato di sussurrare: “è morto Giorgio…” e si mise a sedere in cucina, con la testa fra le mani. Io non capii immediatamente a chi si riferisse, ma bastò un secondo per fare un rapido escursus mentale sulla parentela e capii che si trattava di mio cugino: Pier Giorgio, anche se nessuno lo ha mai chiamato con quel nome tronco frutto di un vezzo, ma mai utilizzato. Per noi è sempre stato Giorgio, e basta.
    E ancora, quando in casa sfogliavamo fotografie e lettere piene di menzogne rassicuranti sullo stato dei fatti. Accanto alle lettere un basco, un sudario di cotone, ed una agendina; gli unici effetti personali che mia zia abbia mai riavuto di suo figlio.
    Tralasciando la lontananza di ideali che ora, da persona adulta, mi divide da lui, il ricordo che ho di Giorgio è stranamente lucido, anche dopo tutti questi anni. Lo ricordo col suo sorriso guascone, sempre pronto alla battuta, buono e generoso, anche troppo. Così lo definisce nel libro “L’anatra blu” il giornalista Orazio Ferrara: “…”Pier Giorgio Norbiato, ex marò della Marina Militare italiana sempre affascinato difensore delle cause impossibili, disperate, perdute in partenza…”

    Ho sempre pensato, dopo la sua morte, che era esattamente la fine che spettava ad un uomo come lui e lui stesso ne era consapevole. “Mamma io non arriverò mai a cinquant’anni” era una frase che ripeteva spesso. Oppure: “quando mi ammazzano, tu diventi ricca” riferendosi alle assicurazioni stipulate per contratto, accettando questo o quell’incarico. Invece mia zia non prese una lira, come forse capirete dalla lettera di Goffredo Parise, perché Giorgio andò a morire nell’unica guerra che decise di combattere gratuitamente.

    Dopo tutti questi anni e con l’avvento di internet scopro che il suo nome salta fuori in qualche pagina di nostalgici e in qualche libro che tratta di quel periodo. Sì, perché Giorgio non era un mercenario qualsiasi; ha ricoperto spesso ruoli di comando: in Congo nel 1965 con Ciombè e poi in seguito nell’autoproclamata repubblica del Biafra, durante la guerra civile nigeriana, dove morì nella battaglia di Port Harcourt nel maggio del 1968. Ricordato come Major George; tanto che il suo nome campeggiava su molti dei mezzi blindati del minuscolo e sguarnito esercito biafrano.

    Su un sito francese si legge anche la modalità in cui venne ucciso: “Accerchiato dai nigeriani venne ferito gravemente e chiese ai suoi di scavare una buca dove si piazzò con un mitragliatore Mag. Si fece uccidere sul posto, permettendo ai suoi uomini di ripiegare”. Nella lettera di Parise invece si racconta una storia diversa anche se per certi tratti molto simile. Non sapremo mai la verità.

    E’ certo che la controversa figura del mercenario sanguinario e predatore, mal si sposa con il ricordo del cugino premuroso che mi regalò due gemelli d’oro per il giorno della mia cresima, che mi teneva per mano nelle passeggiate intorno al lago. E ciò mi fa riflettere sulla poliedricità degli aspetti della mente umana e per prenderla in filosofia, sulla vita stessa.
    Resta questa lettera, scritta da un grande giornalista e scrittore come Goffredo Parise, resta il mio ricordo di Giorgio, così lontano da ciò che probabilmente lui stesso è stato. Resta una storia scomoda e per questo mai scritta se non in qualche reportage giornalistico, tra i quali spicca quello di Enzo Biagi “Soldati di sventura” che ogni tanto, ancora oggi ‘Rai Storia’ manda in onda, dove Biagi, tra le altre cose, intervista il famoso Rolf Steiner: comandante delle forze biafrane citato nella lettera da Parise. Resta la certezza che, dei tanti italiani morti in circostanze analoghe in quel periodo e, vi assicuro, sono tanti, mai nessuno racconterà, perché non ne vale la pena. Sono i brutti sporchi e cattivi che, per una società come la nostra, è sempre meglio ignorare."

    Il ricordo del cugino, lo scorcio di vita familiare tratteggiato brevemente e una postilla:

    "a Giorgio, Christian, Schlee,
    Big Marc e Black Johnny
    E a tutti gli altri nelle tombe anonime,
    Almeno tentammo.."

    Dedica di F. Forsyth ne I Mastini della Guerra au mercenari schierati con il Biafra.

    Giorgio era lui, Norbiato, che insieme ad altri era partito con Falques alla volta del piccolo stato secessionista biafrano per sostenere la causa del suo capo carismatico Ojukwu. Rimasto insieme ad altri 8, dopo la partenza fallimentare di Falques, addestra e forma piccole unità locali, cadendo in battaglia prima delle imprese di Steiner, Williams e Von Rosen. Ma questa è un'altra storia.

  2. #2
    Spina L'avatar di Last_Pazuzu
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    Se mi consenti, allego il link alla lettera di Parise...

    http://www.slideshare.net/edomor56/l...offredo-parise

  3. #3
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    "Big" Marc Goosens, "Taffy" Williams e Armand Ianarelli prima dell'attacco a Onitsha. 10.11.1968.

    Pagarono l'errore di attaccare forze regolari, ben addestrate e ben armate, utilizzando tattiche convenzionali malgrado l'inferiorità numerica.



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    August Von Rosen, di nobile famiglia, amico della casa reale svedese, mitico pilota e avventuriero, formò una forza aerea biafrana con pochi aerei da turismo armati di razzi, con i quali assali l'aviazione federale, forte di aerei a reazione e piloti mercenari egiziani, australiani e tedeschi orientali.

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    Una delle creazioni di Von Rosen; aveva volato in vari conflitti, in ultimo approdando anche lui nel calderone biafrano. Seppe adattarsi alla natura di questa guerra e causò molti danni al governo centrale. Già pilota della croce rossa, dichiarò che era inutile portare cibo e medicine se non si tenevano lontani i soldati federali da donne e bambini biafrani. In atto era un vero e proprio genocidio, e Von Rosen non ebbe esitazioni a schierarsi.

  4. #4
    Spina L'avatar di Visconte
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    "a Giorgio, Christian, Schlee,
    Big Marc e Black Johnny
    E a tutti gli altri nelle tombe anonime,
    Almeno tentammo.."

    Dedica di F. Forsyth ne I Mastini della Guerra au mercenari schierati con il Biafra.
    Almeno tentammo... La differenza tra chi decide di guardare la realtà da una scatola quadrata in salotto, seduto in poltrona, e tra chi invece decide di essere parte attiva in un processo di pacificazione... Per me son questi gli eroi...

    Bravo Stalky

  5. #5
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    toccante nevvero?
    Forse questo riesce, meglio delle parole, a far capire che gli Affreux non erano solo "mastini della guerra" alla ricerca di denaro insanguinato...ma erano uomini, con famiglie, amici, amori e ideali...e difficilmente i soldi sono sufficienti a far si che un uomo si scordi di tutto ciò
    Come Forsyth fa dire al suo Charles "Cat" Shannon, è vero che i mercenari combattono e vengono pagati per questo...ma quelli che combattono SOLO per essere pagati, sono di solito codardi e inetti, quelli che di solito riempiono per primi le fosse

  6. #6
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    Quote Originariamente inviata da Last_Pazuzu
    Se mi consenti, allego il link alla lettera di Parise...

    http://www.slideshare.net/edomor56/l...offredo-parise
    L'avrei anche postata ma Ovviamente il mio iPhone non la apre! E non sono riuscito a leggerla! Comunque hai fatto benissimo..Anzi, se qualcuno la aggiungesse, penso che completerebbe il thread.



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    Ancora un momento biafrano: Ianarelli e il riposo del guerriero.
    Credo che sul braccio campeggi il teschio e le tibie dell'unità addestrata da Steiner, la 4a Divisione. In seguito guidò un reparto autonomo di commandos, la Ahoada Strike Force.
    Ultima modifica di Stalky&Co; 19/07/2012 a 17:51

  7. #7
    Spina L'avatar di B.M.59
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    Buona sera a tutti.
    Mi sono iscritto a questo forum non come praticante di Softair ma come appassionato di storia militare.
    Uno dei miei periodi preferiti é quello della deconolizzazione in Africa con la partecipazione di Volontari europei ai vari conflitti che questa ha generato.
    Di Piergiorgio Norbiato sono venuto a conoscenza leggendo "Il bottino del mercenario"di Girolamo Simonetti (con belle foto inedite) e mi ha subito incuriosito/affascinato.
    Sul web ho trovato sue tracce,anche se scarne.
    Oltre all'articolo di cui sopra,ho pescato alcune cose sulla pagina a delle Operazioni nel sito Orbs Patria Nostra dedicato a Bob Denard (anche qui belle foto di mercenari nella galleria fotografica) tra l'altro questo é il sito citato nell'articolo del cugino.
    A proposito di quest'ultimo su Face Book,pagina di "Quelli che si chiamano Norbiato",ho trovato le foto della Cresima da lui citata in un servizio dell'epoca sulla morte di Pier Giorgio.
    Nelle varie ricerche ho trovato notizie(solo in spagnolo)e immagini(mimetiche duckhunter,Armalite AR10,G3,Colt M1911A1,M16 di preda bellica ecc.ecc. di un'altra figura dell'epoca,ovvero Ilio Capozzi addestratore degli uomini rana della Repubblica di Santo Domingo e morto a difese della stessa opponendosi all'invasione statunitense. Stupenda la dichiarazione fatta all'ambasciatore italiano che gli chiedeva di andarsene <Un uomo non può scegliere dove nascere ma ha la facoltà di decidere dove e per quale causa morire!>.
    Sperando di esservi stato utile vi saluto.

  8. #8
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    Buona sera a tutti.
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    Uno dei miei periodi preferiti é quello della deconolizzazione in Africa con la partecipazione di Volontari europei ai vari conflitti che questa ha generato.
    Di Piergiorgio Norbiato sono venuto a conoscenza leggendo "Il bottino del mercenario"di Girolamo Simonetti (con belle foto inedite) e mi ha subito incuriosito/affascinato.
    Sul web ho trovato sue tracce,anche se scarne.
    Oltre all'articolo di cui sopra,ho pescato alcune cose sulla pagina a delle Operazioni nel sito Orbs Patria Nostra dedicato a Bob Denard (anche qui belle foto di mercenari nella galleria fotografica) tra l'altro questo é il sito citato nell'articolo del cugino.
    A proposito di quest'ultimo su Face Book,pagina di "Quelli che si chiamano Norbiato",ho trovato le foto della Cresima da lui citata in un servizio dell'epoca sulla morte di Pier Giorgio.
    Nelle varie ricerche ho trovato notizie(solo in spagnolo)e immagini(mimetiche duckhunter,Armalite AR10,G3,Colt M1911A1,M16 di preda bellica ecc.ecc. di un'altra figura dell'epoca,ovvero Ilio Capozzi addestratore degli uomini rana della Repubblica di Santo Domingo e morto a difese della stessa opponendosi all'invasione statunitense. Stupenda la dichiarazione fatta all'ambasciatore italiano che gli chiedeva di andarsene <Un uomo non può scegliere dove nascere ma ha la facoltà di decidere dove e per quale causa morire!>.
    Sperando di esservi stato utile vi saluto.
    Grazie a te per il contributo ma..come ci saluti? Di già? Se puoi e ti va posta qualche foto o magari altri dettagli. Una competenza come la tua è senz'altro indispensabile. Intanto vedo anche io di proseguire le ricerche..

  9. #9

  10. #10
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