Non mi stupisce questa ordinanza.
Aspettiamoci di vedere altre iniziative di questo tipo, specie nelle zone più urbanizzate - sia qui in nord Italia che altrove. Come dice Night, c'è davvero tantissima gente che gioca. Qui a Milano non ne parliamo; mi dicono che a Roma sia anche peggio. Cerchiamo anche di tenere a mente che, per quanto sia nostro diritto esprimerci come preferiamo e giocare a quel che più ci aggrada, abbiamo scelto di farlo vestendoci da soldati moderni e replicando in maniera molto fedele il loro equipaggiamento.
Questo, indipendentemente da quel che uno può pensare a livello sociale e politico della guerra, suscita OGGETTIVE perplessità nelle persone che ci incrociano sui campi o che sentono semplicemente parlare di noi. Ed è intuitivo che quando un'amministrazione pubblica deve gestire delle perplessità tende ad entrare a gamba tesa sul problema: meglio levarselo dai piedi subito e velocemente, anche perchè (giustamente) hanno cose più importanti a cui badare.
Per quel poco che ne posso capire (non ho mai gestito situazioni così spinose) il consiglio di EtaBeta è molto valido. Cercate di riunire i club ed aprire un dialogo con l'amministrazione pubblica. Tenendo ben presente però che il campo che non può essere più usato non è un diritto che è stato cancellato, ma un "di più" (mi secca scrivere "privilegio", non è proprio così) che è stato revocato. E la revoca può rimanere in atto anche dopo il dialogo, dopotutto è oggettivo che il SA non sia un diritto fondamentale del cittadino...così come è oggettivo che crea problemi e perplessità.
Buona creanza, buon senso e dialogo comune con le amministrazioni dovrebbero essere le cose da provare. Con realismo, però. Abituiamoci a queste notizie...secondo me diventeranno sempre più frequenti.