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Discussione: [Gallery] Arsenale Sovietico 1946 -1991

  1. #1
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    Predefinito [Gallery] Arsenale Sovietico 1946 -1991

    Dunque dunque, iniziamo la "carrellata" della produzione armiera sovietica nel periodo tra la fine della Grande Guerra Patriottica alla dissoluzione dell'Unione (1946-1991 circa).
    L'elenco non può che iniziare dall'arma che ha costituito l'ossatura degli eserciti di mezzo mondo, rivoluzionando la concezione di fucile d'assalto:

    Avtomat Kalašnikova obrazca 1947 goda (dal russo Автомат Калашникова образца 1947 года: fucile automatico Kalašnikov modello 1947)

    Basato sulla moderna concezione di arma a ripetizione da fanteria di calibro intermedio, creata dai tedeschi con gli Sturmgewehr 44/45, l'AK 47 faceva della relativa semplicità costruttiva, della facile manutenzione e dell'ancor più facile utilizzo i suoi punti di forza.
    Alla fine della II GM i russi, trovandosi in possesso di numerosi STG 44 tedeschi come preda bellica, e di un buon numero di ingegneri tedeschi prigionieri si misero subito all'opera per riprodurre un'arma della medesima tipologia, ma eliminandone i difetti e basandola sulla neonata cartuccia 7,62X39 M43, precedentemente utilizzata solamente sulla carabina SKS.

    Sotto la direzione di Mikhail Kalashnikov, il progetto venne alla luce, assumendo il nome ufficiale di Автомат Калашникова образца 1947 года. Il funzionamento dell'arma è a recupero di gas, con otturatore roto-traslante.
    Purtroppo, l'apporto tedesco al progetto si "fece sentire": prendendo ispirazione dalla componentistica originale degli STG, l'AK era stato disegnato per essere realizzato tramite stampaggio a freddo delle lamiere, lavorazione all'epoca pressoché inesistente in Unione Sovietica. Vennero fatte alcune prove, dall'esito disastroso, che costrinsero a riprogettare la maggior parte dei componenti, adattandoli alla tradizionale lavorazione di asportazione del truciolo dal pieno; ciò comportò ovviamente un aumento dei tempi e dei costi della produzione.

    Solamente nel 1959 venne alla luce l'AKM (Автомат Калашникова Модернизированный [Avtomat Kalashnikova Modernizirovanniy]), dotato di caratteristiche che risolvevano la maggior parte dei problemi dell'AK 47. In primis la lavorazione del castello, effettuata tramite lo stampaggio a freddo della lamiera, consentì il risparmio di circa un kg di peso, oltre ovviamente a rendere la produzione dell'arma più economica e veloce.
    Altre caratteristiche salienti dell' AKM sono il coperchio superiore nervato, una differente impugnatura (in bakelite nelle ultime versioni dell'AKM) e un compensatore-freno di bocca dalla caratteristica forma "a fetta di salame".
    Il motivo dell'impiego di questo accorgimento va ricercato principalmente nel minor peso dell'AKM e nel fatto che il complesso otturatore-portaotturatore ha una massa molto rilevante ed è asimmetrico: il suo baricentro è spostato verso destra e quindi tende a spostare l'arma in questa direzione al momento dello sparo. I gas espulsi dalla canna contrastano il rilevamento verso l'alto e la destra.L'AKM ha in dotazione inoltre un nuovo gruppo di scatto del grilletto, tacche di mira scalate fino a 1000 m (800 sull'AK 47) e calcio in legno con un andamento più "orizzontale".

    Le baionette dei due modelli sono differenti, e quella dell'AKM può venire utilizzata, unitamente al suo fodero, come taglia-reticolati. I caricatori dell'AK 47 erano inizialmente lisci, dotati di 30 colpi di capacità, ma la versione più diffusa è quella in acciaio stampato nervato longitudinalmente, sempre con 30 colpi di capacità. L'AKM è anche compatibile con i caricatori a banana da 40 colpi o a tamburo da 75 provenienti dall'RPK.

    Sia l'AK 47 che l'AKM hanno una versione con calcio in acciaio reclinabile al di sotto del castello, denominate rispettivamente AKS 47 (Avtomat Kalashnikova Skladnoy) e AKMS. L'AKM può essere inoltre dotato del soppressore PBS-1, montato al posto del compensatore standard, che richiede però l'utilizzo di munizionamento subsonico. Un ulteriore accessorio è il lanciagranate da 40 mm GP-25 (Granatomyot Podstvolnyj, lanciagrante sottocanna).

    Sia prima della versione definitiva dell'AK 47, sia tra quest'ultima e l'AKM sono stati prodotti diversi prototipi e varianti, che ho ritenuto meglio non approfondire, ma eventualmente rimandare il loro "studio" ad un secondo momento. Porto solo un paio di esempi come foto.Tra le varianti da segnalare dell'AKM, oltre a quella con calcio reclinabile, vi è anche quella dotata di slitta per visore notturno rivettato sul lato sinistro del castello, denominata AKMN e dotata anche di spegnifiamma e bipiede dedicato, e l'AKMP, dotata di tacca di mira e mirino con riferimenti al trizio per il puntamento in condizioni di scarsa visibilità.

    AK 47 (1947)
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    AK 47 (1949-1951)
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    AK 47 (post 1951)
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    AK 47 con soppressore PBS-1
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    Raffronto AKS 47 (ibrido/transitorio?) vs AK 47
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    AKM
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    AKM con baionetta tipo 6H4 innestata
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    AKMS
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    AKMN con baionetta tipo 6H3 (penso)
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    AKMN con visore notturno (modello sconosciuto)
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    AKM con GP-25
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    Sezione AKM
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    Credits:
    www.wikipedia.com
    www.world.guns.ru
    "Ex Ordinanze", speciale di "Armi Caccia Tiro", Gennaio 2009
    Ultima modifica di Last_Pazuzu; 15/01/2012 a 17:10

  2. #2
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    Predefinito Ak-74

    'Автомат Калашникова образца 1974 года' o 'Kalashnikov automatic rifle model 1974'
    Negli anni '60, sotto l'impulso dell'apparizione del M-16, anche i Sovietici iniziarono lo sviluppo domestico di un munizionamento piccolo.
    Sia gli USA che l'URSS erano arrivati alla conclusione che mediamente i loro soldati si sarebbero confrontati su distanze ridotte (300 metri o meno) e che ogni soldato avrebbe utilizzato un sacco di municazioni per ogni singolo nemico abbattuto, in quanto invece di prendere accuratamente la mira avrebbe cercato di evitare pericoli il meno possibile, utilizzando colpi singoli o raffiche sparati in fretta. La risposta a queste due esigenze principali fu che un proiettile più piccolo ad alta velocità avrebbe soddisfatto le esigenze reali dei soldati meglio che un più lento e massiccio calibro .30. I Sovietici optarono per un iniziale 5.45mm x 39mm, che poi è si è evoluto nel attuale 5.62 mm x 39mm. Il proiettile è caratterizzato da una combinazione di acciaio e nucleo in piombo con la punta cava, la velocità iniziale con canna di 415 millimetri era di circa 900 m/s.Dopo lunghe sessioni di test emersero due possibili prototipi:

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ID: 122313 Kalashnikov (modello sperimentale 1970)

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Nome:   ak74-sa006konstantinov.jpg 
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ID: 122314Kostantinov (modello sperimentale 1970)

    I vantaggi del primo rispetto al secondo erano:
    - facilità di produzione, in quanto condivideva il 50% dei componenti con l'AKM, l'allora versione di AK-47 in produzione ed avendo una meccanica più semplice richiedeva lavorazioni minori;
    - facilità di introduzione, essendo derivato dall'AKM il personale militare sovietico avrebbe fatto meno fatica ad imparare come usarlo;
    - peso minore;
    L'unico vantaggio del concorrente rispetto alla prima proposta, un vantaggio non da poco in quanto i Sovietici si stavano accorgendo del principale difetto del AK-47 cioè che utilizzato ad un soldato addestrato od un guerrigliero cambiava poco come efficacia, era una superiore precisione pur conservando quasi tutta la leggendaria affidabilità del AK-47. Come spesso accadde in URSS prevalse la corrente conservatrice, per cui vinse il Kalashnikov.
    Quest'arma, come vantaggi rispetto al AK-47 AKM presentava un'affidabilità maggiore ed un rinculo minore. L'AK-74 riprende quanto più possibile la meccanica del AK-47, al punto che pare che i primi prototipi erano AKM modificati. A partire dall'otturatore sono state introdotte modifiche sulla precedente meccanica per il nuovo calibro. Furono apportate inoltre le seguenti variazioni:
    - un freno di bocca più grande, per via della camera di espansione maggiorata, il quale gestiva meglio le vampe;
    - l'affusto dell'arma diverso, in particolare il calcio;
    - l'introduzione di nuovi caricatori, più affidabili di quelli dell'AKM;
    - modifiche estetiche dell'arma, che la rendevano diversa alla vista ed al tatto dell'AKM, in modo da evitare per quanto possibile che fossero utilizzati caricatori dell'AKM sul AK-47, il che avrebbe portato a malfunzionamenti anche catastrofici;
    - un nuovo sistema di regolazione del gas di scarico, che contribuiva a rendere il rinculo minore;

    Le varianti principali del AK-47 sono:
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ID: 122350 AK-74 Standard

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ID: 122351 AKS-74 Questa versione introdusse il calcio pieghevole in questa serie, era una versione pensata principalmente per i paracadutisti. Il calcio era differente da quello ripiegabile per l'AKM.

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ID: 122354 AKS-74U Krinkov, l'AK-74 venne riprogettato come arma destinata alle truppe su veicoli (carristi, elicotteresti) e forze speciali, e rappresenta una via di mezza rispetto il fucile d'assalto e la pistola mitragliatrice.

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ID: 122356 AK-74N Versione fornita di serie con visore notturno, a sua volta generò diverse sotto serie a seconda del visore notturno. Quella nell'immagine è un AK-74N3 con visore NSPU-3.

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ID: 122357AK-74M Versione attualmente in produzione. Fu ufficializata come versione nuova del AK-74 per l'esercito Sovietico a partire dal 1991, e come tale fu ereditato dall'esercito della Federazione Russa in quell'anno. Rappresenta il cavallo da tiro dell'esercito Russo odierno. La differenza principale è la sostituzione per quanto possibile di materiali per l'affusto con polimeri di colore nero. Venne aggiunta una slitta laterale, inoltre vennero aggiornati e migliorati sia il freno alla bocca che la protezione anti polvere. E' in servizio attivo sia con l'esercito che con truppe del MVD.

    L'AK-74 è stato prodotto in Germania dell'Est, Romania, Polonia e Bulgaria. E' possibile trovarlo camerato anche per il 5.64 Nato. E' servito come base per lo sviluppo della famiglia AK-100.

    Fonti: world.guns.ru e me stesso.
    Icone allegate Icone allegate ak-74n1p29.jpg‎  
    Ultima modifica di elleby; 15/01/2012 a 14:09

  3. #3
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    Avtomat Kalašnikova obrazca 1974 goda (dal russo Автомат Калашникова образца 1974 года: fucile automatico Kalašnikov modello 1974)

    A metà degli anni '60 l'imperativo in fatto di munizioni era "downsizing". Sia USA che URSS erano concentrate nel mettere a punto un proiettile di calibro inferiore a i 6,5mm; il risultato fu, nel primo caso l'adozione come proiettile intermedio del .223 Remington (5.56X45 mm) e del 5.45X39 mm M74, nel secondo caso.Rispetto al proiettile 7.62X39 standard russo, l'M74 è più sottile, con una forma più appuntita e dotato di maggiore velocità.
    I vantaggi, non indifferenti,sono una maggiore controllabilità del rinculo e una maggiore possibilità di trasporto da parte dei soldati, dovuta al peso inferiore e ai caricatori meno ingombranti.

    Per rendere effettiva l'adozione del nuovo proiettile venne indetto un concorso, in cui furono presentati diversi prototipi. Alla fine la commissione si trovò a dover scegliere tra il fucile ad azione bilanciata SA-006 di Kostantinov e il fucile d'assalto 'A-3' di Kalashnikov. Il risultato vide prevalere il fucile messo a punto dall'"equipe" di Kalashnikov, che vinse in virtù del minor costo produttivo, della maggiore facilità di produzione e, non meno importante, della familiarità che sia i soldati che le maestranze avevano già con la piattaforma AK.
    Nonostante infatti il prototipo di Kostantinov nei test si fosse rivelato maggiormente preciso dell' A-3, veniva giudicato troppo complesso da costruire, e suscettibile di possibile problemi futuri, che una soluzione già rodata come l'AK non presentava. Venne perciò adottato con il nome di AK 74 il fucile presentato da Kalashnikov.

    Sostanzialmente si tratta di un AKM ricamerato per il nuovo proiettile e dotato di uno spegnifiamma più efficace, sia dal punto di vista della soppressione della vampa, sia nella riduzione del rinculo. Le modifiche della meccanica riguardavano l’introduzione di un differente cilindro del gas, canna con passo di rigatura diverso e altri particolari minori.

    Esternamente, il castello rimaneva all’incirca il medesimo del’AKM, mentre la guancetta inferiore venne dotata di una molla che contrasta con il castello, in modo da mantenerla in asse con la canna. Il calcio venne ridisegnato, e dotato di due scanalature longitudinali di alleggerimento, utili anche a riconoscere l’arma dall’AKM ed evitare un errata caricamento con caricatori 7,62.
    Successivamente, a seconda delle produzioni, vennero adotatti calcio e guancette in polimero di colore plum (prugna) e in polimero nero. La variante AKS 74, per truppe aviotrasportate era dotata di calcio reclinabile sul lato sinistro del castello invece che sotto la parte inferiore, più robusto e di design differente rispetto a quello dell’AKM.

    La variante AK 74N era dotata, come l’AKMN, di slitta laterale per visore notturno. L’ultima versione dell’AK 74, attualmente in utilizzo come arma standard nell’esercito russo, è l’AK 74M; introdotto nel 1991, si differenzia dal predecessore per il calcio reclinabile sul lato sinistro del castello, e della slitta per ottica montata come standard. I caricatori in origine erano identici a quelli dell’AKM, solamente di dimensioni inferiori. Solo successivamente vennero introdotti i famosi caricatori di color ruggine, in polietilene; il colore vivo di questi caricatori comprometteva però la mimetizzazione dell’arma, e vennero in un secondo momento affiancati/sostituiti da caricatori marrone scuro o neri in ABS.

    Discorso leggermente “a parte” merita l’ AKS 74 U (Ukorochennyj, accorciato), pensato per equipaggi di carri armati, blindati ed elicotteri. Dotato delle dimensioni e della gittata di una pistola mitragliatrice, quest’arma aveva il vantaggio del calibro e del proiettile di un fucile d’assalto. La canna è sensibilmente più corta di quella dell’AKM, e ovviamente la precisione ne risente. Per tale motivo, la tacca di mira posteriore standard dell’ AK 74 è stata sostituita con una diottria flip up meno complessa, tarata a 200 e 400 m.
    L’intero sistema camera di recupero/pistone è stato spostato indietro e ridimensionato; è stato adottato uno spegnifiamma, che oltre ad avere la funzione di diminuire la vampa funge da camera di espansione dei gas. Viste le dimensioni ridotte della canna, l’arma va incontro facilmente a surriscaldamento, in caso di raffiche prolungate.
    I comandi ricalcano quelli dell’AK 74 ed i caricatori sono i medesimi. Sono state messe a punto due ulteriori versioni dell’ AKS 74U: l’AKS 74 UN, dotato di slitta per ottiche/visore notturno sul lato sinistro del castello, e l’ AKS 74 U-BN, (Besshumniy, Silenzioso) dotato di silenziatore ad innesto rapido e del lanciagranate silenziato da 30 mm BS-1 Tishina (Silenzio), sviluppato per gli Spetnaz.

    AK 74 disassemblato

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    AK 74
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    AKS 74 con baionetta 6H4
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    AK 74 con baionetta 6H5 e fornitures in polimero
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    AK 74M
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    AK 74M con lanciagranate GP-30
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    AKS 74 U
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    AKS 74 U-BN
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    Ultima modifica di Last_Pazuzu; 15/01/2012 a 17:12

  4. #4
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    SVD (dal russo: снайперская винтовка Драгунова, traslitterato: Snajperskaja Vintovka Dragunova)

    L’SVD o Dragunov è un fucile di precisione semi-automatico sviluppato in Unione Sovietica alla fine degli anni cinquanta. Nasce per sostituire l'oramai obsoleto Mosin-Nagant M-1891 del quale però manterrà la cartuccia 7,62 × 54 mm R .

    Il fucile di precisione SVD viene sviluppato da Yevgenj Fëdorevič Dragunov e I.A. Samoyorov che entrano, così, in competizione con Simonov (l'inventore della carabina semi-automatica SVS-45, meglio conosciuta come SKS, della quale aveva intanto messo a punto una variante, la carabina SVS-137).
    Il principio di funzionamento dell’SVD deriva direttamente da quello ad otturatore rotante del Kalashnikov, da cui differisce per il pistone a corsa breve e per il pacchetto di scatto, concepito ex-novo, il tutto adattato per la vecchia (ai giorni nostri pluricentenaria) cartuccia rimmed 7.62X54 R, balisticamente più adatta dell’M43 per il tiro sulla lunga distanza.
    L’impiego di un pistone a corsa breve e molto leggero, derivava dalla necessità di ridurre al minimo le vibrazioni e per far sì che durante lo sparo il centro di gravità dell’arma si spostasse il meno possibile, guadagnandone in termini di stabilità, fondamentale per la tipologia di arma.

    Particolarmente efficace nello SVD è il compensatore-spegnifiamma, pezzo particolarmente difficile da sviluppare per un fucile di precisione semiautomatico: infatti se non costruito adeguatamente disturba la traiettoria del proiettile. Lungo lo spegnifiamma sono presenti 5 feritoie longitudinali, 3 rivolte verso l’alto e 2 verso il basso: la maggiore emissione di gas dall’alto aiuta a contrastare il rilevamento dell’arma al momento dello sparo. Nessuna delle due feritoie inferiori è perpendicolari al terreno, per evitare che sparando su terreni polverosi si sollevino nubi di polvere che possano far individuare la posizione del tiratore; in aggiunta a ciò, lo spegnifiamma è particolarmente efficace nell’annullare la vampa di bocca, sempre a favore dell’occultamento del tiratore.

    Altra “finezza” è il regolatore a due posizioni del flusso dei gas di recupero, che consente l’utilizzo efficace dell’arma anche in condizioni di sporcizia nella canna o a temperature molto basse.
    Ma ciò che rende il Dragunov unico tra i fucili di precisione è il calcio ergonomico in legno (nelle versioni moderne è sostituito dalla variante in polimeri o assente nel caso dello SVU) che pur non essendo mobile o regolabile risulta molto comodo e che consente l'utilizzo del fucile anche se si indossano guanti.
    L’arma è dotata di mire metalliche: la tacca di mira è scalata fino a 1200 m (la letalità dell’arma è ancora completa a circa 1000 m ) e dotata di riferimenti numerici arancio. Il mirino è protetto da un piccolo tunnel metallico ed è regolabile in alzo; l’intero complesso tunnel più mirino è regolabile anche in deriva.

    L’accessorio principale dell’SVD è l’ottica dedicata, denominata PSO-1, ingrandimento 4x fisso, montata sul fucile tramite l'apposita slitta presente sul lato sinistro del castello. Il reticolo ha un sistema di illuminazione a batteria a secco sostituibile. La PSO-1 è in grado di individuare sorgenti di luce infrarossa: tale apparato si ricarica esponendo la lente frontale ai raggi ultravioletti; un filtro arancione applicabile migliora il contrasto dell'immagine nelle giornate con foschia. Di corredo,veniva fornita una borsa di tela per riporvi l’ottica, utilizzabile anche sull’ottica montata , e un soffietto in gomma da porre sull’oculare, che consente di eliminare il disturbo della luce laterale e di trovare la corretta distanza focale. Era stato prodotto anche un visore notturno, denominato NSP-2, funzionante a luce infrarossa, ma presto abbandonato per i semplice fatto che l’utilizzatore veniva facilmente individuato da un operatore nemico dotato di apparecchio analogo.

    Altri accessori dell’SVD sono la baionetta di tipo SH5, utilizzabile come tagliareticolati, come nei fucili di serie AK, il poggiaguancia amovibile in legno e pelle e la cinghia in canvas.
    Il caricatore è in acciaio stampato, con capacità di 10 colpi e un sistema di aggancio analogo a quello della serie AK, così come i la leva del selettore ricalca quella del fucile d’assalto, tranne ovviamente per il fatto di non avere la posizione di fuoco automatico.
    Nelle ultime versioni, sono stati introdotti sia astine paracanna sia calcio in polimero nero, anziché in legno.

    Le varianti dell’SVD hanno tutte l’obiettivo di ridurre le dimensioni dell’arma e di aumentarne la portabilità.

    L’SVD-S è la versione del Dragunov per le truppe aviotrasportate (VDV): si differenzia dall’originale per il calcio in metallo ribaltabile sul lato sinistro del castello, per l’impugnatura plastica a pistola, separata dal calcio e per uno spegni fiamma dal diverso design.

    Delle versioni bullpup del Dragunov, l’SVU (in russo Снайперская винтовка укороченная, Snayperskaya Vintovka Ukorochennaya - fucile di precisione corto) e relativa variante (SVU-AS), e della versione “da caccia” SVDK “Tigr” in calibro 9,3X64 Brenneke parleremo in seguito.

    SVD
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    SVD "full optional" con ottica 1P21 e bipiede
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    Pannelli dimostrativi con l'intera dotazione comprensiva di baionetta (6H4 in questo caso), quattro caricatori con relativa sacca, borsa porta-ottica e utensili vari

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    Particolare della slitta
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    Dragunov "Frankenstein", con calcio in lego e astine in polimero, con ottica PSO -1M2

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    SVD con visore notturno 1PN58

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    SVD-S
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    Raffronto SVD e SVD -S
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    Reticolo dell'ottica PSO-1

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    L’immagine mostra qual è la corretta posizione di mira e di fuoco dell’SVD. La mano debole impugna l’arma non sulle astine parancanna, ma sul caricatore. Questo consente di eliminare la pressione delle guancette sulla canna, che interferirebbero con gli armonici della canna, provocando vibrazioni eccessive. Questo è il motivo per cui effettivamente non è possibile montare un bipiede al di sotto delle guancette. (Prendete questa spiegazione “per buona”, è il massimo ce sono riuscito a recuperare.)
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    'Avtomat Special'nyj Val' o 'Special Automatic Val'

    L'utilizzo di forze di fanteria per missione speciali è una delle caretteristiche salienti della dottrina sovietica. Grazie a questo gli Spetsnaz (acronimo di 'Voiska Spetsialnogo Naznacheniya' o 'Special Purpose Troops') hanno avuto sempre un accesso primario agli armamenti, ivi inclusa la possibilità di direzionare le proprie richieste direttamente ai progettisti. Negli anni '80 gli Spetsnaz non erano pienamente soddisfatti delle armi in loro possesso, AKM ed AK-74 con silenziatori, forniti di proiettili subsonici e proiettili con punta appesantita. Per questo stimolarono la produzione di armi solo per loro.
    Il bureau TsNIITochMash (Central Institute for Precision Machine Building) proposte l'AS Val. Quest'arma è costruita intorno alle nuove munizione SP-6 ed SP-5, munizione subsoniche in grado però di garantire un'ottima penetrazione contro armature individuali anti proiettili. Queste munizioni sono basate sul bossolo 7.62 x 39, opportunamente modificato. In entrambi i casi si tratta di proiettili creati specificatamente per penetrerare armature personali.
    Quest'arma venne distribuita ad unità Spetsnaz e non dell'Esercito ed agenti del KGB nel 1987. Con l'avvento della Federazione Russa il suo utilizzo venne allargato ad unità speciali del MVD ('Ministerstvo Vnutrennikh Del' o 'Ministry of Internal Affairs') ed unità speciali del FSB ('Federal'naya sluzhba bezopasnosti Rossiyskoy Federatsii' o 'Federal Security Service'). Al giorno d'oggi la presenza di grandi gruppi criminali, in grado di utilizzare parecchie guardie del corpo bene armate, e le guerre gli ex territori sovietici hanno portato ad apprezzare un'arma che negli scontri ravvicinati offre un ottimo potere d'arresto e garantisce un'efficacia migliore contro nemici con giubbotto in kevlar di AK-74 ed AN-94, il tutto in un'arma relativamente compatta, leggera, accurata ed affidabile.

    L'AS ha un funzionamento basato sul gas. E' un arma con silenziatore integrato. Il ricevitore è lavorato in acciaio forgiato per avere una resistenza maggiore. Il pistone di gas a corsa lunga si trova sopra la canna, e collegato rigidamente all'otturatore. Il bullone di rotazione ha sei alette e si blocca nel ricevitore. La parte anteriore della canna, davanti al serbatoio del gas, ha diverse serie di fori, praticati sul fondo delle rigature della stessa. Questi fori servono a far defluire parte del gas nel silenziatore integrale. Il grilleto è simile a quella del fucile d'assalto Vz.58, prodotto nell'allora Cecoslovacchia. La leva della sicura è simile a quella che si trova su tutti i Klashnikov, ma il selettore di modalità di fuoco è un pulsante separato di tipo cross-arrow, che si trova vicino al ponticello, appena dietro il grilletto. Le ottiche manuali sono utilizzabili fino a 400 metri, possono essere regolate con intervalli di 25 metri, ma la portata attuale effettiva è di circa 200-300 metri a causa della traiettoria curva tipica delle pallottole subsoniche. L'AS è ottimizzato per proiettili AP (Armor Piercing) ad alte prestazioni 9 x 39 mm SP-6, ma può anche utilizzare munizioni di tipo a "palla" SP-5, destinate al fucile da cecchino VSS. L'impugnatura a pistola e l'affusto breve sono in polimeri, il calcio pieghevole è realizzato in tubi d'acciaio. L'AS ha un una slitta laterale standard per ottiche o red dot. Non è previsto il montaggio di un baionetta o un lanciagranate. Il silenziatore integrale può essere facilmente smontato per la manutenzione, riparazione, o lo stoccaggio compatto, ma il fucile non va usato con il silenziatore rimosso a causa di sicurezza e problemi di affidabilità.

    L'AS Val, a parte il munizionamento, condivide il 70% delle componenti con il fucile per cecchini VSS Vintorez.

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ID: 122705 AS Val produzione anni '80.

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ID: 122706 AS Val parzialmente dissassemblato. Notare la canna rispetto al silenziatore.

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ID: 122707 AS Val attualmente in produzione con ottica, torcia ed impugnatura orrizontale

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ID: 122708 Operatore con AS Val. Notare che anche in questo caso l'impugnatura della mano debole è sul caricatore e non sulla parte finale della canna.

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ID: 122709 AS Val e VSS Vintorez appaiati.
    Ultima modifica di elleby; 16/01/2012 a 20:27

  6. #6
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    RPK (Ruchnoy Pulemyot Kalashnikova, russo: Ручной пулемёт Калашникова o "mitragliatrice portatile Kalashnikov")

    L’ RPK è una mitragliatrice leggera di progetto sovietico, sviluppata da Mikhail Kalashnikov alla fine degli anni cinquanta, parallelamente al fucile d'assalto AKM. Fu creata nell'ambito di un programma per standardizzare l'inventario di armi leggere dell'Armata Rossa, rimpiazzando la RPD, di cui mantiene il calibro.

    Il funzionamento della RPK è identico a quello dell’ AKM, di cui condivide munizionamento e conformazione; le sole differenze riguardano (nella RPK) accorgimenti che determinano l'aumento della gittata utile, il miglioramento della celerità di tiro e l'irrobustimento della struttura dell'arma.
    In particolare la RPK presenta una canna più lunga e pesante, non sostituibile sul campo, che permette raffiche più prolungate e maggiore precisione; non è presente il supporto per la baionetta ma una bipiede pieghevole.
    Inoltre, la lamiera della cartella superiore è in lamiera più spessa rispetto a quella dell’AKM. Le guancette sono in legno laminato, dal disegno specifico; il calcio in legno ha una forma studiata per facilitare il fuoco in posizione distesa e al suo interno si trova una cavità destinata a contenere il kit di pulizia dell’arma.
    Le tacche di mira sono scalate fino a 1000 metri e oltre alla classica regolazione in alzo possiedono anche quella in deriva; il mirino è standard.
    L’RPK può utilizzare i caricatori standard dell’AKM, ma sono stati realizzati caricatori in acciaio stampato o in polimero dedicati da 40 colpi e un drum da 75.

    Negli anni settanta, in seguito all'adozione del calibro 5,45 × 39 mm nell'armamento sovietico, è stata sviluppata l'apposita variante RPK-74 (analoga al fucile d'assalto AK-74); il funzionamento dell’RPK 74 rispecchia in tutto quello dell’RPK in 7,62. L’unica differenzia sostanziale riguarda i caricatori dedicati, in polimero, che in virtù delle inferiori dimensioni del proiettile hanno una capacità di 45 colpi. Anche per l'RPK 74 è stato messo a punto un caricatore a tamburo.
    Inizialmente l’RPK 74 venne prodotto con astine e calcio in legno, sostituiti nelle ultime produzioni con polimero nero. L’ultima versione attualmente in produzione è l’RPK 74M, dotato di astine e calcio in polimero nero, calcio abbattibile tramite pulsante, e slitta integrata per l’istallazione di sistemi di puntamento.

    Le varianti dell’RPK e dell’RPK 74 rispecchiano quelle messe a punto per l’AKM.

    RPKS : per truppe aviotrasportate e/o fanteria meccanizzata, con calcio ligneo ripiegabile, sul lato sinistro del castello. L’abbattimento del calcio avviene azionando il meccanismo con la punta di un proiettile.

    RPKN/ RPKSN: per il tiro notturno, dotate di slitta integrata per l’istallazione di sistemi di visione notturna (NSP-3, NSPU, o NSPUM).

    RPKS 74 : per truppe aviotrasportate e/o fanteria meccanizzata, con calcio ligneo ripiegabile, sul lato sinistro del castello

    RPKN/ RPKS 74 N: per il tiro notturno, dotate di slitta integrata per l’istallazione di sistemi di visione notturna (NSP-3, NSPU, o NSPUM)e con riferimenti colorati di arancione sulla tacca di mira posteriore.

    RPK 74M : attuale dotazione dell’esercito russo dotato di astine e calcio in polimero nero, calcio abbattibile tramite pulsante, e slitta integrata per l’istallazione di sistemi di puntamento.

    RPK 201 : variante per l’export dell’RPK 74M, camerata in 5,56 x 45 mm NATO

    RPKM : variante per l’export dell’RPK 74M, camerata in 7,62 x 39 mm

    Come per l’AK 47/AKM esistono RPK costruite, su licenza o meno, un po’ ovunque nel mondo; ed ovviamente, anche nell’esercito russo, sono utilizzate vecchie RPK per l’addestramento o in reparti non operativi.

    RPK
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    RPK con caricatore a tamburo da 75 colpi

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    RPKS
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    RPKSN
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    RPKS 74
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    RPK 74 con furnitures in polimero nero
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    RPK 74M
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    RPKM

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    Pannello informativo RPK74 M

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    Ultima modifica di Last_Pazuzu; 19/01/2012 a 17:53

  7. #7
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    PK (dal russo Пулемет Калашникова, (Pulemyot Kalashnikova) Mitragliatrice Kalašnikov)

    La PK è una mitragliatrice ad uso generalizzato o multiruolo (GPMG) progettata in Unione Sovietica e nelle sue diverse varianti è ancora in produzione in Russia, dove rimane la mitragliatrice media standard delle forze armate.

    Negli anni '50, nell’ottica di standardizzare il più possibile gli armamenti nell’Armata Rossa e sulla scorta dell’esperienza tedesca della seconda guerra mondiale con le MG 34 e MG 42, fu deciso di adottare un’unica arma che potesse essere utilizzata sia dalla fanteria, sia su treppiede fisso, sia su veicoli blindati leggeri o pesanti.

    La coppia di sviluppatori d'armi Grigory Nikitin e Yuri Sokolov presentarono all'Armata rossa una nuova mitragliatrice media standard, la PN, di cui venne ordinato un lotto di 500 pezzi per la valutazione. Inspiegabilmente però, probabilmente a causa di non meglio precisati scontri all’interno del Partito, lo sviluppo della PN fu giudicato troppo lento e venne ordinato a Kalašnikov di sviluppare un proprio progetto per quella tipologia d’arma. Kalašnikov all’epoca era impegnato con lo sviluppo dell’AKM e dell’RPK, ma accettò ugualmente, affidando il lavoro alcuni progettisti del suo staff; venne quindi presentata la PK.
    Dopo dei test comparativi svolti nel 1960, tra i due progetti fu scelto quello di Kalašnikov, giudicato più economico e dotato di una maggiore affidabilità. A dispetto della decisione, alcune fonti riportano che chi provò la PN la giudicò superiore rispetto alla PK.

    La nuova arma automatica entrò in servizio nel 1961. Caratterizzata dal fatto di venire alimentata da destra e di espellere i bossoli da sinistra, al contrario di quanto succede nella maggior parte delle armi analoghe, la PK adotta munizioni 7.62 x 54 mm R, dello stesso calibro di quelle usate dall’SVD e ancor prima dal Mosin Nagant.
    L’arma ha un funzionamento a recupero di gas, con pistone a corsa lunga situato al di sotto della canna, che è sostituibile e raffreddata ad aria; l’alimentazione avviene tramite nastro in acciaio non disintegrabile. La modalità di fuoco consentita è solamente automatica.
    La cartella superiore è incernierata e può venire sollevata per l’ispezione e la manutenzione.
    I nastri di alimentazione standard hanno capacità di 100 colpi per la PK, e di 200 o 250 colpi per la PKS, e sono contenuti in apposite scatole metalliche agganciate al di sotto del castello. Il calcio in legno è fisso, con un calciolo incernierato, mentre l’impugnatura a pistola può essere in legno i in materiale plastico; nella parte posteriore del calcio ospita in un vano gli strumenti per la pulizia dell’arma. Il bipiede ripiegabile è fissato al tubo di recupero del gas, e sulla gamba destra trova posto la bacchetta di pulizia della canna. Ogni PK è predisposta per essere applicata al treppiede della PKS.

    Le varianti sviluppate furono in totale quattro:

    PK: è l'arma di base fornita di canna pesante scanalata; le componenti del meccanismo di alimentazione sono in acciaio stampato e successivamente lavorato alla macchina utensile; il calciolo è una semplice piastra priva di appoggio per le spalle; il peso è di 8,9 kg.

    PKS: si tratta della stessa arma montata, però, su treppiede; può essere utilizzata anche per l'uso contraereo. Il peso è di 7,4 kg.

    PKT: arma da installazione fissa coassiale per l'impiego su veicoli blindati. È priva di congegni di mira, calcio, bipiede, impugnatura a pistola e grilletto. È fornita di una canna non scanalata più lunga e pesante e all'estremità posteriore del castello è applicato un telecomando dello scatto azionato da solenoide. L'arma è anche provvista di un grilletto manuale e da una sicura d'emergenza

    PKB: la versione montata su treppiede della PKM, privata però del calcio e dell'impugnatura a pistola, che vengono sostituiti da un'impugnatura posteriore provvista di un congegno di sparo a pulsante che si aziona col pollice. La PKB è molto simile come utilizzo alla SGMT e viene installata su veicoli blindati per il trasporto truppe come i BRDM-2, i BTR-50 e i BTR-60. Versioni speciali della PKB sono state adottate anche su portelloni di elicotteri, durate la campagna afghana.

    Nel 1969 fu introdotta la PKM (abbreviazione di Пулемет Калашникова Модернизированный, Mitragliatrice Kalašnikov Modernizzata), e la relativa versione su treppiede PKMS , tuttora in produzione in Russia.
    I miglioramenti sono diversi: il coperchio dell'alimentazione è realizzato interamente in lamiera stampata, al calcio è stato aggiunto un appoggio pieghevole per la spalla e il peso è stato ridotto di circa 600g. Altre caratteristiche sono uno spegni fiamma dal design diverso e un nuovo treppiede per la PKS, dotato di un alloggiamento per la scatola del nastro, che consente lo spostamento dell’arma anche senza dover scaricarla e senza dover rimuovere il caricatore.

    Un ulteriore variante dell’arma è la PKMNS, modello speciale della PKMS montata su treppiede, dotata di slitta per l’installazione di sistemi di visione notturna. La PKMSN1 utilizza il visore NSPU, mentre la PKMSN2 utilizza la variante avanzata NSPUM.


    Negli anni ’90 è stata sviluppata la PKP Pecheneg, versione modificata della PKM per impieghi tattici e di supporto.

    PK

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    PKS
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    PKM

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    PKMS
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    PKMSN 2
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    PKT
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    La PN di Nikitin
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    Pannelli formativo PKM/PKT

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  8. #8
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    PK (dal russo Пулемет Калашникова, (Pulemyot Kalashnikova) Mitragliatrice Kalašnikov)

    La PK è una mitragliatrice ad uso generalizzato o multiruolo (GPMG) progettata in Unione Sovietica e nelle sue diverse varianti è ancora in produzione in Russia, dove rimane la mitragliatrice media standard delle forze armate.

    Negli anni '50, nell’ottica di standardizzare il più possibile gli armamenti nell’Armata Rossa e sulla scorta dell’esperienza tedesca della seconda guerra mondiale con le MG 34 e MG 42, fu deciso di adottare un’unica arma che potesse essere utilizzata sia dalla fanteria, sia su treppiede fisso, sia su veicoli blindati leggeri o pesanti.

    La coppia di sviluppatori d'armi Grigory Nikitin e Yuri Sokolov presentarono all'Armata rossa una nuova mitragliatrice media standard, la PN, di cui venne ordinato un lotto di 500 pezzi per la valutazione. Inspiegabilmente però, probabilmente a causa di non meglio precisati scontri all’interno del Partito, lo sviluppo della PN fu giudicato troppo lento e venne ordinato a Kalašnikov di sviluppare un proprio progetto per quella tipologia d’arma. Kalašnikov all’epoca era impegnato con lo sviluppo dell’AKM e dell’RPK, ma accettò ugualmente, affidando il lavoro alcuni progettisti del suo staff; venne quindi presentata la PK.
    Dopo dei test comparativi svolti nel 1960, tra i due progetti fu scelto quello di Kalašnikov, giudicato più economico e dotato di una maggiore affidabilità. A dispetto della decisione, alcune fonti riportano che chi provò la PN la giudicò superiore rispetto alla PK.

    La nuova arma automatica entrò in servizio nel 1961. Caratterizzata dal fatto di venire alimentata da destra e di espellere i bossoli da sinistra, al contrario di quanto succede nella maggior parte delle armi analoghe, la PK adotta munizioni 7.62 x 54 mm R, dello stesso calibro di quelle usate dall’SVD e ancor prima dal Mosin Nagant.
    L’arma ha un funzionamento a recupero di gas, con pistone a corsa lunga situato al di sotto della canna, che è sostituibile e raffreddata ad aria; l’alimentazione avviene tramite nastro in acciaio non disintegrabile. La modalità di fuoco consentita è solamente automatica.
    La cartella superiore è incernierata e può venire sollevata per l’ispezione e la manutenzione.
    I nastri di alimentazione standard hanno capacità di 100 colpi per la PK, e di 200 o 250 colpi per la PKS, e sono contenuti in apposite scatole metalliche agganciate al di sotto del castello. Il calcio in legno è fisso, con un calciolo incernierato, mentre l’impugnatura a pistola può essere in legno i in materiale plastico; nella parte posteriore del calcio ospita in un vano gli strumenti per la pulizia dell’arma. Il bipiede ripiegabile è fissato al tubo di recupero del gas, e sulla gamba destra trova posto la bacchetta di pulizia della canna. Ogni PK è predisposta per essere applicata al treppiede della PKS.

    Le varianti sviluppate furono in totale quattro:

    PK: è l'arma di base fornita di canna pesante scanalata; le componenti del meccanismo di alimentazione sono in acciaio stampato e successivamente lavorato alla macchina utensile; il calciolo è una semplice piastra priva di appoggio per le spalle; il peso è di 8,9 kg.

    PKS: si tratta della stessa arma montata, però, su treppiede; può essere utilizzata anche per l'uso contraereo. Il peso è di 7,4 kg.

    PKT: arma da installazione fissa coassiale per l'impiego su veicoli blindati. È priva di congegni di mira, calcio, bipiede, impugnatura a pistola e grilletto. È fornita di una canna non scanalata più lunga e pesante e all'estremità posteriore del castello è applicato un telecomando dello scatto azionato da solenoide. L'arma è anche provvista di un grilletto manuale e da una sicura d'emergenza

    PKB: la versione montata su treppiede della PKM, privata però del calcio e dell'impugnatura a pistola, che vengono sostituiti da un'impugnatura posteriore provvista di un congegno di sparo a pulsante che si aziona col pollice. La PKB è molto simile come utilizzo alla SGMT e viene installata su veicoli blindati per il trasporto truppe come i BRDM-2, i BTR-50 e i BTR-60. Versioni speciali della PKB sono state adottate anche su portelloni di elicotteri, durate la campagna afghana.

    Nel 1969 fu introdotta la PKM (abbreviazione di Пулемет Калашникова Модернизированный, Mitragliatrice Kalašnikov Modernizzata), e la relativa versione su treppiede PKMS , tuttora in produzione in Russia.
    I miglioramenti sono diversi: il coperchio dell'alimentazione è realizzato interamente in lamiera stampata, al calcio è stato aggiunto un appoggio pieghevole per la spalla e il peso è stato ridotto di circa 600g. Altre caratteristiche sono uno spegni fiamma dal design diverso e un nuovo treppiede per la PKS, dotato di un alloggiamento per la scatola del nastro, che consente lo spostamento dell’arma anche senza dover scaricarla e senza dover rimuovere il caricatore.

    Un ulteriore variante dell’arma è la PKMNS, modello speciale della PKMS montata su treppiede, dotata di slitta per l’installazione di sistemi di visione notturna. La PKMSN1 utilizza il visore NSPU, mentre la PKMSN2 utilizza la variante avanzata NSPUM.


    Negli anni ’90 è stata sviluppata la PKP Pecheneg, versione modificata della PKM per impieghi tattici e di supporto.

    PK

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    PKS
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    PKM

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    PKMS
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    PKMSN 2
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    PKT
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    La PN di Nikitin
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    Pannelli formativo PKM/PKT

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