Di anfibi ne ho provati tanti, generalmente sempre di fascia medio-alta (sia come qualità che come prezzo, anche se molto spesso le cose non erano direttamente collegate) e pochi mi hanno soddisfatto come quelli che ho deciso di recensire.

La Lowa è una delle (ultime) ditte europee che produce i suoi prodotti in Europa e devo dire che, a conti fatti, la cosa si vede. Una qualità di fattura e di materiali ottima che raramente lascia insoddisfatti: pelli Perwanger, suole Vibram, materiali ricercati e ISO 9001:200.
Apprezzata molto dal mondo del softair e dell’outdoor, è altresì cercata dal mondo della sicurezza privata e militare, proprio per le sue specifiche qualità.

Proprio per questo, dovendo cambiare i miei anfibi, ho deciso di provare gli Zephyr GTX Mid e i Renegade GTX Mid TF.

I primi per le uscite di tutti i giorni e per un uso outdoor. I Renegade per un uso prettamente “operativo”, qualora necessitassi di uno scarpone protettivo che non sembrasse troppo militare ma neanche troppo sportivo.

Zephyr GTX Mid

Renegade GTX TF Mid


Ed è proprio qui la reale e grande differenza.

Gli Zephyr sono estremamente comodi, morbidi e avvolgenti. La suola, morbida, aggrappa il terreno in maniera diversa rispetto agli altri anfibi. Ho infatti notato che la parte di suola che meglio spinge è più centrale, “ristretta” e “controllabile”, sicuramente a completo appannaggio dell’uso in outdoor. Tende però a consumarsi più velocemente rispetto all’altro modello, a causa della morbidezza e della elasticità.




La punta tende a scivolare leggermente, anche se in linea generale tiene molto bene sul bagnato. Stessa cosa su varie superfici come marmo, linoleum e normali pavimenti ceramici. Quindi non solo un buon passo sul normale terreno outdoor e pavimentazioni stradali.

Le stringhe sono ottime, non si slegano e mantengono bene la posizione. Queste, strette bene, chiudono bene sulla caviglia, proteggendola da movimento non voluti, nonostante l’altezza leggermente minore rispetto ai canonici anfibi militari. Una particolarità che molti possessori avranno notato è l’esiguo peso della scarpa. Non pesano, soprattutto le suole che molte spesso, su anfibi pesanti, tendono a “sbilanciare” il movimento e a rendere pesante il polpaccio.


A volte ti dimentichi di avere ai piedi scarpe tecniche, pensando di avere invece normali scarpe da running. Un fatto positivo, soprattutto se usate in auto, in cui la sensibilità del piedi sulla pedaliera non ne risente.


Un giudizio sicuramente positivo ma da contestualizzare. Queste scarpe sono molto apprezzate nel campo militare (molti soldati italiani le usano in Iraq e Afghanistan, calzandole con positività nonostante il caldo torrido) e sul campo “sportivo” da parte dei giocatori di softair, ma non si può pretendere e chiedere un’applicazione nel campo della sicurezza privata. Gli Zephyr sono “per tutti ma non per tutto”.




E qui, a mio avviso, entrano in campo i Renegade. Uno scarpone decisamente diverso, apprezzabile una volta messo ai piedi.
Rigido, solido e caldo. E non prendetele come cose negative. Anzi!


Una rigidità strutturale, che da un minor ritorno in termini di sensibilità del piede tramite la suola in Vibram, ma che permette di affrontare in maniera più sicura ed “energica” situazioni differenti, laddove lo Zephyr trova il limite dato dal suo stesso punto di forza. Una suola infatti, nel caso del Renegade, diversa come forma e come materiali. Rispetto allo Zephyr è antiscivolo, resistente all’olio e alla benzina, molto più resistente all’usura e studiata anche per un uso“security” (rientra infatti nella categoria Multifunctional working boot) .

La pelle permette una pulizia più rapida, una migliore impermeabilizzazione (anche se entrambi i modelli sono in Goretex) e la possibilità di essere impiegati sotto uniformi o divise. Sono meno imbottiti degli Zephyr, permettendo una ancora maggiore e migliore calzata, soprattutto per chi non ama l’anfibio troppo stretto se indossato con calze tecniche o da trekking.


La minor imbottitura permette una maggiore libertà del piede, senza però andare ad inficiare la comodità. Nonostante la suola più rigida rispetto agli altri, il plantare è morbido e confortevole.


Entrambi gli anfibi, proprio per il loro sistema di allacciatura, chiudono molto bene sulla caviglia, senza andare a stringere troppo sul collo superiore, laddove, camminando sfrega e si scalda di più il piede. Quel fastidioso problema che alcuni anfibi hanno, qui non si presenta.


Ho cercato in tutti i modi qualche difetto (anche di costruzione) e sinceramente, per ora, non ne ho trovato nemmeno uno. Sono due tipologie di anfibi totalmente diversi, studiati per un utilizzo specifico e quindi con caratteristiche, come visto, ben diverse. Ma se inseriti nel giusto contesto di utilizzo, quelli che a prima vista possono sembrare difetti, in realtà non lo sono.


Oltretutto il prezzo è più che ottimo (140€ gli Zephyr e a 145€ i Renegade), considerando la fattura tutta europea.

Ho cercato, in queste poche righe, di trasmettervi le mie sensazioni una volta calzati gli anfibi, piuttosto che sciorinare tutta una serie di informazioni tecniche specifiche, che potete ovviamente trovare sul sito www.lowa.it .


L’obiettivo era quello di dirvi cosa si prova e non cosa si dovrebbe provare.
Spero quindi, nel mio piccolo, di esserci riuscito.

P.S.: se volete leggere la recensione completa, essendo questa, per ovvi motivi "tagliata" seppur in minima parte per SAM, visitate il seguente link https://bloggingthesecurity.wordpres...tti-per-tutto/ .

Luca "Carto"