Articolo dalla Gazzetta di Parma
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Schia: guerra finta, incidente vero
Luca Pelagatti
Non è stato il fuoco del nemico, non un'imboscata nè una delle mine sparse a proteggere tende e trincee. No, la trappola potenzialmente fatale è stata una scarpata scivolosa e una fila di alberelli con le radici fradice e smangiate. E una giornata di gioco in mimetica ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Un uomo ferito gravemente con traumi al volto e contusioni varie, una jeep finita fuori strada con due persone a bordo per fortuna illese: questo il bollettino - verrebbe da dire davvero di guerra - della prova parmigiana del Campionato regionale di Softair, la guerra simulata che si combatte con armi giocattolo che sparano pallini innocui. E che per due giorni ha trasformato Schia, i suoi boschi e le piste ormai ripulite dalla neve, in un campo di battaglia. Una scaramuccia ben organizzata che ha portato sull'Appennino oltre centocinquanta appassionati in mimetica provenienti da tutta la regione chiamati a improvvisare attacchi e imboscate, a conquistare obbiettivi segreti e prendere prigionieri rispettando un complesso canovaccio a metà tra la fiction e il reportage bellico.
Ma se il softair nasce come gioco basato sulla simulazione quella di ieri si è rivelata una giornata sbagliata: dopo una mezza giornata di assalti e risate uno dei componenti di una squadra modenese si è trovato infatti di colpo un nemico imprevisto. E tutt'altro che virtuale. Il giocatore, un giovane di Carpi identificato col nome di battaglia di «Zio», mentre con la sua squadra stava percorrendo il crinale di una valletta si è all'improvviso sentito cedere il terreno sotto i piedi. E non ha potuto nulla per fermare la caduta. Il giocatore è precipitato per una decina di metri finendo per travolgere nella sua caduta un alberello che lo ha colpito violentemente al volto fermandosi poi contro un altro tronco. Che, per fortuna, ha retto e gli ha impedito di proseguire la caduta con esiti potenzialmente fatali. E' stato un attimo di paura e angoscia: il giovane in mimetica, tramortito era in precario equilibrio col il volto insanguinato in bilico sulla scarpata scivolosa di fango e anche un piccolo movimento avrebbe potuto farlo precipitare. I compagni di gioco hanno quindi iniziato a correre e si sono precipitati a cercare aiuto dagli operatori della (vera) Croce Rossa militare presenti all'evento mentre radio da campo e cellulari hanno fatto rimbalzare l'allarme sino a Parma e alla centrale del 118. E' occorsa però una mezz'ora abbondante per raggiungere il ferito che non ha mai perso conoscenza nonostante le ferite riportate. Imbragato con delle funi è stato calato a terra e adagiato su una barella: poi, dopo essere stato immobilizzato per impedire ulteriori danni, è stato portato a braccia fino alla strada dove un'ambulanza del 118 di Tizzano lo ha trasportato al Maggiore. Avrebbe potuto finire così, con un sospiro di sollievo: ma quasi in contemporanea le radio hanno gracchiato una altra notizia: «Una jeep è uscita di strada con due persone a bordo». Un nuovo allarme ha quindi coinvolto gli organizzatori mentre le squadre di giocatori, sparse nei boschi e invisibili nelle mimetiche, proseguivano con gli attacchi e le scaramucce. Per fortuna però l'incidente si è rivelato meno grave di quanto ipotizzato: le due persone a bordo se la sono cavata solo un grande spavento e un trattore ha ripescato il fuoristrada dalla scarpata in cui si era infilato. A Schia, dopo quel pomeriggio di agitazione, la luce, complici le nubi basse stava per tramontare ma il campo di battaglia non si è svuotato. Se i compagni del ferito hanno infatti abbandonato le armi preferendo accompagnare l'amico le altre squadre hanno proseguito i combattimenti. Nei boschi e sui sentieri per tutta notte incursori e cecchini per gioco proseguiranno le loro perlustrazioni. Sino a tutt'oggi infatti la zona di Schia sarà un campo di battaglia. Per tutti è un gioco, un passatempo inconsueto da vivere in grigioverde. Ma ieri la paura era vera.
(foto di Annarita Melegari)
Foto dei soccorsi
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