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Discussione: come si studia un itinerario?

  1. #1
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    Argonauti SAT
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    Predefinito come si studia un itinerario?

    Salve cartografi e affini, è la prima volta che posto qualcosa in questa sezione ma ne ho proprio bisogno di delucidazioni in merito da chi ha più esperienza di me.

    La domanda è semplice:
    come si progetta un percorso a partire da una mappa?


    Sono consapevole che la domanda sia alquanto generale, sò che ci sono migliaglia di caratteristiche e situazioni differenti da considerare a seconda delle situazioni; il mio scopo però è raccogliere informazioni da chi ha esperienza. La domanda è da considerarsi nell'ambito di gara, pattuglie di interdizione offensiva di durata media 6/12h.

    • come vi comportate nei movimenti notturni, evitate le strade a tutti i costi o se la vegetazione non vi lascia scelta accettate di buon grado di percorrerle?
    • cosa fate con i dislivelli marcati? botri o discese molto ripide?
    • preferite muovervi più lentamente al coperto o prediligete la velocità di spazi aperti? (da distinguere notte e giorno)
    • quali sono i fattori che possono aiutare a capire che "densità" di vegetazione ci troveremo di fronte? (aldilà della legenda della mappa/google heart)

    Ringrazio tutti quelli che avranno voglia di rispondermi con le loro esperienze. O se esistono segnalandomi qualche ottima lettura.

  2. #2
    Cause it's a bitter sweet symphony that's life...





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    Topic interessante, attendo sviluppi.

  3. #3
    Spina L'avatar di Viruzz
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    Per quel che vale, cerco di riassumere a breve quello che cerco di fare io mentre preparo una recon...

    Se posso, suddivido l'area operativa in un mio reticolo che mi aiuti a memorizzarla.
    Ad esempio, nella mia ultima recon il lato nord/est del campo era delimitato da una linea elettrica, con pali ogni 300m. Io l'ho usata come riferimento numerando i pali, e ad ogni palo pari facevo partire delle linee perpendicolari che delimitavano fasce di 600 metri. Divise le fasce nell'altro senso ho ottenuto una griglia di 600 metri abbondanti di lato che mi racchiudeva tutto il campo (non era enorme, 5x2 di questi blocchi)

    Numerati i blocchi (A1, A2. ecc..) ho comincato a studiarmeli uno per uno, analizzando il terreno e facendo supposizioni su possibili postazioni e su come attaccarle o evitarle. Guardavo ad esempio spazi raggiunti da strade e facilmente difendibili, ruderi o cose del genere.
    Cercavo sempre di associare ad ogni blocco un particolre, in modo da richiamare alla mente tutto il terreno di quel blocco (A2=cascina abbandonata al centro... si ricordo, boschetto a sud e campi a ovest ecc ecc..)
    Per ogni blocco ho stabilito un punto di rendez-vous per eventuali separazaioni.
    Fatto tutto questo ho tracciato rotte e punti e caricato tutto sui GPS del gruppo.

    Per gli spostamenti cercavo di darmi alcune direttrici, una era appunto la linea elettrica, l'altra un fiume, cercando di pianificare poi movimenti ad angolo retto:
    -seguo la mia linea direttiva,
    -mi porto ad avere l'obj a ore 3/9
    -giro di novanta gradi e raggiungo l'obj

    A questo principio generale ovviamente si applicano tutte le necessarie correzioni, magari per sfruttare zone ritenute più sicure e coperte o evitare imprevisti.
    Devo dirti però che nel mio caso ha funzionato abbastanza bene.

    In questo esempio ho preferito la velocità, sfruttando di notte i campi aperti ed evitando le zone segnate come boschive.
    Questo perché se giochi vicino a zone coltivate, hai molte possibilità di finire in vecchi campi in disuso, quindi occupati da vegetazione giovane e bassa, con alta percentuale di rovi e rampicanti.
    Se invece ti trovi in zone montane, è più facile trovare boschi abbastanza vecchi, con un sottobosco più fitto. Se poi hai a disposizione cartine molto dettagliate, sono segnalati i tipi di boschi, quindi puoi addirittura pianificare se seguire macchie di conifere (ombrose e pulite) o boschi cedui probabilmente più fitti.
    Strade da evitare sempre di norma.

    Le zone impervie io le evito se posso, rischi di stancar troppo la squadra e finire in zone pericolose, ma è ovvio che vale sempre la regola che la strada più difficile sarà quella meno controllata.

  4. #4
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    Grazie Viruzz per averci raccontato il tuo modo di impostare lu studio della mappa.

    Suvvia non fate i timidi, sono sicuro che molti altri hanno tante esperienze da raccontare!

  5. #5
    Cavallo di Frisia

    L'avatar di calcifer
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    ciao,
    come giustamente hai premesso, l'impostazione di un percorso dipende da 1000 variabili.
    La cosa bella è che molto spesso è proprio la giusta decisione riguardo al percorso da seguire a contribuire in maniera rilevante al "successo" di una squadra in un torneo.
    Questo rende la tua domanda MOLTO interessante, ed evidenzia l'importanza della figura del cartografo, all'interno di una squadra.

    Innanzitutto una premessa fondamentale..... spetta SEMPRE E SOLO AL CARTOGRAFO la decisione finale sul percorso che la squadra dovrà seguire. Ciò non significa che non potrà ascoltare consigli e/o suggerimenti da parte di altri elementi del gruppo, ma è a lui che spetta il compito di rimanere concentrato sulla cartografia dll'inizio alla fine della gara, ed è quindi lui che in ogni momento avrà la miglior "visione di insieme" sulla posizione della squadra e sulla posizione del punto che deve reggiungere.
    Se il cartografo dice "si va di la", non ci sono caxxi... si va di la... anche se significa attraversare una fanghiglia, farsi spazio tra i rovi, o scalare una scarpata. Il caposquadra potrà decidere la priorità di attacco degli obj, ma sarà il cartografo a stabilire come raggiungerli. Essere cartografo quindi, a parer mio, è un grande privilegio ma anche una grande "responsabilità".

    Detto ciò.... torniamo alle 1000 variabili...... è chiaro che il primo istinto sarebbe quello di tracciare una linea retta tra la propria posizione e l'obj, limitandosi a seguirla in modo da ridurre al minimo la distanza. Su un campo pianeggiante, con vegetazione bassa e nessun ostacolo naturale, è in effetti questa la linea da seguire.
    Ma purtroppo (o per fortuna, sennò sai che noia... ) di campi così ne esistono pochissimi.... quindi a volte è opportuno, se non indispensabile, seguire un sentiero o una mulattiera tracciata, per evitare ostacoli noti (dislivelli, fiumi, rovi, etc.) che rallenterebbero moltissimo la squadra, oltre che privarla di molte energie.
    Qualsiasi sentiero tracciato aumenta ESPONENZIALMENTE il rischiO che la squadra venga intercettata dalla contro.... quindi in linea generale il tempo che la squadra trascorre su un sentiero tracciato dovrebbe essere ridotta al MINIMO INDISPENSABILE, anche se ciò significa essere più lenti e consumare molte più energie.

    Gli unici ostacoli evidenti che si possono evitare a priori sono i forti dislivelli (curve isometriche) ed i corsi d'acqua, in quanto segnati sulla carta..... a meno che aggirarli non comporti eccessive perdite di tempo (si ritorna alla responsabilità di decisione del cartografo)
    Purtroppo i rovi ed altri ostacoli nascosti sono delle incognite... ed in questo caso nemmeno google earth può essere molto utile (su earth anche una scarpata spezza-gambe sembra un dolce declivio... )

    Una cosa molto utile sarebbe anche avere uno o più "aiuto cartografo" dotati di un minimo di esperienza e di un proprio GPS.... fermo restando il discorso che ancora rimarco (è il "capo" cartografo a decidere), spesso consultarsi aiuta a prendere decisioni in minor tempo, ad uscire da una defaillance di un GPS "impazzito" (capita...) o nel caso in cui dovesse essere necessario dividere la squadra in due o più sotto-unità indipendenti.
    L'acquisto di un nuovo gps è sempre un ottimo "investimento" per un club che partecipa spesso a tornei, anche se già possiede un gps di squadra. Ed è un acquisto utile anche se effettuato a titolo personale da un singolo giocatore, dato che torna utile anche in qualsiasi altra attività all'aria aperta.

    In questo campo... per il poco che ne ho capito, l'esperienza conta tantissimo..... quindi puoi studiare la teoria quanto vuoi, ma poi..... metterla in pratica è tutt'altra cosa.

    ciao
    Ultima modifica di calcifer; 21/04/2011 a 15:26

  6. #6
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    grazie calcifer, ora però mi viene un altra domanda, alla quale purtroppo penso sapranno rispondere in pochi.

    da una mappa, senza conoscere e aver visitato un campo, c'è modo di individuare gli ostacoli nascosti? c'è qualche trucchetto per capire o ipotizzare dove la vegetazione sarà più densa e rigogliosa?

    quali sono le zone del bosco dove di solito si trovano i prunai?

    ipotizzare come e dove si concentra la pioggia o il sole ci può dare qualche indizio?

  7. #7
    Cavallo di Frisia

    L'avatar di calcifer
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    no, giako.
    intuire la presenza di ostacoli ostacoli nascosti senza una recon del campo, non è possibile.
    Purtroppo, come saprai, le recon preventive sul campo sono spesso vietate dai regolamenti (tipo ASNWG), oltre che scorrette nei confronti di chi una recon, magari a causa della distanza, non è in grado di effettuarla.
    I prunai, nella macchia mediterranea, sono un po' ovunque........ generalmente proprio nel punto in cui rompono più le palle..!

  8. #8
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    Ma che bel thread

  9. #9
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    Ho trovato una lettura che potrebbe essere interessante a livello di teoria generale, qualcuno l'ha già letta? dovrebbe essere arrivata alla terza edizione.

    "Orienteering"
    "ELEMENTI DI ORIENTAMENTO E TOPOGRAFIA PER ESCURSIONI, ALPINISMO, TREKKING, SURVIVAL, SOFT AIR E CORSA D'ORIENTAMENTO - CON CDROM"
    "Meddalena Enrico"
    "Hoepli"

  10. #10
    Soldataccio L'avatar di erduca
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    Quote Originariamente inviata da Giako Visualizza il messaggio
    Salve cartografi e affini, è la prima volta che posto qualcosa in questa sezione ma ne ho proprio bisogno di delucidazioni in merito da chi ha più esperienza di me.

    La domanda è semplice:
    come si progetta un percorso a partire da una mappa?


    Sono consapevole che la domanda sia alquanto generale, sò che ci sono migliaglia di caratteristiche e situazioni differenti da considerare a seconda delle situazioni; il mio scopo però è raccogliere informazioni da chi ha esperienza. La domanda è da considerarsi nell'ambito di gara, pattuglie di interdizione offensiva di durata media 6/12h.

    • come vi comportate nei movimenti notturni, evitate le strade a tutti i costi o se la vegetazione non vi lascia scelta accettate di buon grado di percorrerle?
    • cosa fate con i dislivelli marcati? botri o discese molto ripide?
    • preferite muovervi più lentamente al coperto o prediligete la velocità di spazi aperti? (da distinguere notte e giorno)
    • quali sono i fattori che possono aiutare a capire che "densità" di vegetazione ci troveremo di fronte? (aldilà della legenda della mappa/google heart)

    Ringrazio tutti quelli che avranno voglia di rispondermi con le loro esperienze. O se esistono segnalandomi qualche ottima lettura.
    Cerco di rispondere ai tuoi quesiti:
    - Di notte la navigazione è molto più difficile rispetto al giorno, anche se permette di essere meno visibili, se il bosco è troppo fitto, si rischia di fare più casino e di essere più individuabili rispetto a chi va su un sentiero, ovvio se nel caso la squadra si deve muovere molto vicino al confine del bosco in modo da potersi nascondere velocemente.
    - Botri, discese e salite molto ripide andrebbero evitati con un'accurata pianificazione
    - Bisognerebbe sempre stare al coperto, ma ci possono essere particolari situazioni (mancanza di tempo, sicurezza ecc.) che fanno preferire muoversi in zone più aperte, ovviamente con le dovute precauzioni
    - Da una foto aerea le zone più dense sono di un verde più marcato, ma è difficile (se non impossibile) capire che sottobosco c'è in una zona, diciamo che qui conta l'esperienza (ad esempio i boschi Toscani sono molto fitti, quelli dalle mie parti molto di meno), oppure in zone poco conosciute dal "pubblico" è difficile che vengano a pulire il sottobosco o che questo sia frequentato da altre persone, quindi è più facile che il bosco sia fitto. Nei pressi di fiumi o specchi d'acqua solitamente la vegetazione è molto rigogliosa.

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