Salve a tutti, apro questa discussione con un duplice scopo: farvi partecipi (e magari carpire qualche consiglio) della situazione che il nostro club sta vivendo in fatto di autorizzazioni per il campo da gioco e sapere, a mo' di censimento, se e come avete ottenuto i permessi per giocare.
Premetto che da sempre la nostra ASD, come del resto credo tutte, ha giocato su terreni privati e/o demaniali chiedendo, in quanto ai primi, il permesso ai legittimi proprietari e, per quanto riguarda i secondi, l'autorizzazione al Comune di pertinenza. Ovviamente siamo in regola con tutte le doverose comunicazioni alle forze dell'ordine, sicché Carabinieri, Questura e Forestale sanno perfettamente in che zone potremmo trovarci la domenica mattina.
Il nostro problema è sorto quando, a distanza di anni dall'ormai storica autorizzazione, il Comune su cui si trova una delle nostre aree di gioco ha deciso di fare dietro front, chiedendoci molto cortesemente di astenerci dall'andare in quei luoghi a meno che non ci fossimo muniti dell'apposito permesso rilasciato dall'Ente Comunità Montana competente territorialmente.
In effetti il Comune non avrebbe tutti i torti: il demanio è gestito dalla Regione, che tuttavia delega la funzione alle Comunità Montane.
Abbiamo così iniziato un balletto tragicomico tra Regione e Comunità Montana, in quanto all'inizio ciascuno ribadiva la competenza dell'altro: la Regione ci rimandava alla Comunità Montana e viceversa (lavoro, questo sconosciuto...).
Purtroppo per loro, abbiamo un presidente con molto tempo libero, il quale non si è scoraggiato ed è riuscito ad ottenere un parere della Giunta Regionale in cui si stabiliva:
1) la competenza per il rilascio dell'autorizzazione è della Comunità Montana;
2) l'attività del softair può essere praticata a patto che non si danneggi la flora del sottobosco e non si eseguano opere temporanee o permanenti e/o mutazioni dello stato dei luoghi.
Sembrerebbe fatta, dato che chi gioca a softair non fa nulla di tutto ciò, ed invece ecco che ci perviene la risposta della Comunità Montana, che dichiara la nostra attività come incompatibile con la gestione e le direttive dettate dal Piano Forestale Regionale, che prevedono:
- difesa del suolo ed assetto idrogeologico;
- tutela paesistico-ambientale e storico-culturale;
- valorizzazione e promozione delle attività agro-silvo-pastorali e dei prodotti primari e secondari da queste ottenibili;
- protezione della fauna selvatica e del patrimonio biogenetico.
È evidente che queste persone non ci abbiano capito una mazza, e dire che avevamo pure corredato la nostra richiesta con documentazione riguardante la storia, gli scopi, il regolamento del softair. Questi nemmeno l'hanno letta!
Oltre a ciò hanno ben pensato di aggiungere che noi non possiamo giocare lì perché la zona (parliamo di un'area di circa 1000 ettari...) è frequentata da appassionati di mountainbike, footing e cercatori di funghi (ma come, loro sì e noi no?) ed inoltre per il fatto che nella zona sono presenti un agriturismo ed un maneggio a cui potremmo dare fastidio (a parte che abbiamo il consenso di entrambi, ci sembra curioso che un Ente che faccia di tutto per "togliersi" di dosso la competenza a decidere, tutto d'un tratto si metta a tutelare gli interessi e le ragioni di privati!).
La sagra dell'assurdo viene completata dicendo che nella zona c'è la presenza di una pianta velenosa (la c.d. "tassinete"), protetta dalla Comunità Europea (che ci crediate o no, la nostra ASD non prevede nè la degustazione né l'estirpazione a scopo decorativo e/o ricreativo di codesto vegetale).
A questo punto è stato evidente che il provvedimento della Comunità Montana è basato su motivazioni illegittime (discriminazione), infondate (ci accostano ad attività che non facciamo) ed immotivate. Noi abbiamo chiesto la revoca del provvedimento in autotutela, altrimenti stiamo seriamente pensando di ricorrere al TAR, dato che è palese la violazione di un nostro interesse legittimo.
Sentito al telefono per chiedere un minimo di chiarimenti, il responsabile dell'Ente ha concluso la sua ottusa spiegazione con un sibillino "ma tanto è tutta una questione politica...", il che ci fa pensare che non sarà una cosa semplice.
Concludo questo poema epico con una richiesta, sempre se fosse possibile: mi piacerebbe fare, a puro titolo conoscitivo, una specie di censimento, per sapere quanti club hanno intrapreso la nostra stessa strada e con quali risultati, chi gioca con altri permessi e, ultimo ma non meno importante, se alla fin fine basterebbe fregarsene, avvertire le forze dell'ordine e i residenti ed andare liberamente, da liberi cittadini, sul libero suolo dello Stato.
Grazie.