A.S.D. "Cuori di Tenebra" - Broni (PV)
organizza:
TORNEO C.Q.B. "XD : MIND UNDER CONTROL"
Ambiente urbano
Castelnuovo Scrivia (AL) - 7 e 14 novembre 2010
Sasha Vladimir Roskovovick nato in un piccolo paesino della Siberia, fin da molto giovane aveva attirato l’attenzione del funzionario politico locale. Ottenne sempre bassi voti nelle materie da lui ritenute poco stimolanti ma in matematica, fisica biologia e chimica mostrò subito caratteristiche e doti tali da superare in breve tempo i suoi insegnanti.
Finito il liceo con molto anticipo venne ammesso all’università pubblica di Stalingrado, diventato il più giovane assistente che si fosse mai visto; laureatosi con il massimo dei voti a soli vent’anni, venne reclutato dall’NKVD come ricercatore biochimico per programmi speciali sul controllo della mente ed interrogatori con psicofarmaci e droghe.
Sasha non aveva mai trovato la politica interessante, la vedeva come un mero strumento in grado di farlo vivere agiatamente, rispettato e cosa ancora più importante libero di poter svolgere tutti suoi esperimenti e ricerche senza alcun vincolo economico o di etica.
Le cavie umane e i fondi necessari non gli erano mai mancati; ma con l’avvicinarsi della fine della guerra fredda e la successiva caduta del blocco sovietico, si ritrovò scaraventato in un mondo a lui estraneo, ed improvvisamente i fondi e le cavie per i suoi esperimenti cominciarono a diminuire fino a scomparire del tutto. Vennero a mancare rapidamente anche i suoi titoli accademici, la sua posizione di rilievo e tutti gli onori ad essi collegati. In breve tempo si ritrovò rinchiuso nella tristemente nota prigione Lubianska, accusato di qualche non ben specificato crimine contro il popolo e l’umanità.
Si ritrovò così, sospeso in una specie di limbo, in cui per il resto del mondo era come se non fosse mai esistito; il suo laboratorio smantellato e, ciò che i nuovi servizi segreti non avevano portato via, era stato razziato e distrutto dai vandali. Questa situazione fece degenerare drasticamente il suo equilibrio mentale.
Rinchiuso in quella prigione il tempo si era fermato, i giorni, i mesi e gli anni trascorsero ma Sasha di fatto non era cambiato poi molto, con quel poco che riusciva a trovare ed a barattare con qualche guardia era riuscito a sintetizzare un allucinogeno piuttosto forte; e ben presto incominciò a spacciarlo tra i detenuti. Questo gli procurò un sensibile miglioramento della vita ma durò poco, il capo delle guardie notturne si accorse del giro di droga e lo mise per un mese in isolamento fino a quando non accettò di spacciare e produrre per lui. Fino a quando Sasha avesse continuato a rifornire il capo delle guardie, avrebbe potuto continuare a spacciare liberamente in prigione, anzi avrebbe avuto anche la protezione delle guardie stesse. In breve tempo divenne così il burattinaio del suo livello; il più basso, il peggiore di tutti quelli presenti alla Lubianska. Ma il destino spesso beffardo, i piani di Sasha vennero stravolti dall’arrivo di un prigioniero, Chàvez, un colombiano che venne messo in cella con lui. Se una cosa mandava in bestia Sasha,era quella di dover condividere il suo spazio con qualcuno; ma dopo le prime parole scambiate con il nuovo arrivato, si rese subito conto che ucciderlo non gli sarebbe convenuto, anzi, se anche solo la metà delle cose raccontate da questo colombiano fossero state vere, sarebbe potuto diventare miliardario ed avere un laboratorio suo e nessun problema ne di fondi ne di cavie. Il mese successivo passò relativamente presto, Sasha e lo straniero diventarono presto amici e soci.
Una mattina vennero svegliati ad un orario insolito, le guardie intimarono loro di oltrepassare la porta della cella, il corridoio era buio, solo qualche fioca e giallognola luce permetteva loro di distinguere il pavimento dai muri, la linea gialla non si vedeva quasi più; Shasa ebbe un Flashback, il giorno in cui venne condotto li, le luci facevano bene il loro lavoro e la linea gialla sul pavimento era ben visibile: di un color giallo così acceso da incutere timore; e lui ancora con il suo camice da laboratorio indosso, veniva trascinato e rinchiuso nella sua cella.
Quando le guardie dell’entrata li scortarono fuori, Sasha rimase impietrito, non riconosceva più la città, i monumenti erano spariti e le strade piene di macchine nuove, i palazzi austeri erano stati ricoperti da insegne luminose pubblicitarie. Chávez vedendo l’espressione inebetita del suo amico, mentre due persone lo aiutavano ad infilarsi un cappotto di pelliccia , non riuscì a trattenersi dal ridere, fece un cenno ad un terzo uomo che si avvicinò a Sasha e gli porse un cappotto con estremo rispetto, ma la cosa che lo colpì veramente fu il sentirsi chiamare Dottore; erano trascorsi dieci anni dall’ultima volta…..
I due vennero fatti accomodare nella limousine, Chávez subito si sedette al centro del lato di sinistra e strinse le sue mani intorno ai fianchi di due giovani e splendide ragazze. Sasha venne fatto sedere sul lato opposto vicino ad altre due ragazze. La limousine era fornita di tutto, alcolici, droghe varie, ferrero rocher ,ragazze, vetri neri e carne fresca cucinata da poco. In poco tempo arrivarono all’aeroporto e quando la macchina si fermò erano a non più di mezzo metro dalla scaletta di un aereo enorme, un 747 completamente nero. I due salirono a bordo e Chávez incominciò a spiegare a Sasha che avrebbe avuto circa 18 ore di tempo per lavarsi cambiarsi, divertirsi con le ragazze e dormire; ma che una volta arrivati a destinazione avrebbe dovuto mettersi all’opera, un laboratorio fornitissimo lo attendeva e che entro un mese avrebbe dovuto aver pronto il campione di una nuova droga per lui.
Per un attimo Chávez si chiese se non avesse aperto il vaso di pandora, ma poi pensò che se anche fosse stato in grado di fare un decimo delle cose che aveva sentito sul suo conto stando in prigione con lui, gli avrebbe fruttato tanti soldi da comprarsi la presidenza degli Stati Uniti; la sola idea lo fece sogghignare. Poche ore di macchina in mezzo al cuore della Colombia ed arrivarono a destinazione, una villa in costruzione, appositamente non finita, così da non attirare occhi indiscreti, da sembrare tutto, tranne che un posto dove poter trovare un ricco e potente narcotrafficante e il suo genio della chimica con un laboratorio di sintesi delle droghe. Dopo solo una settimana la droga era pronta, alla fine della seconda settimana Sasha aveva sintetizzato altre quattro varianti e allo scadere del mese, i magazzini erano colmi delle 5 nuove droghe; quando Chávez, arrivò per controllare, non credette ai suoi occhi, rimase allibito quando vide i test delle 5 droghe e ancora di più scoprendo che si potevano assumere sia per endovena, sia sniffandole, sia ingerendole mescolate a qualsiasi liquido o disciolte in acqua per poi esser vaporizzate.
Non si parlava più solo di produzione e spaccio ma se solo Chávez avesse voluto, sarebbe potuto diventare un terrorista a tutti gli effetti, con una capacità letale spropositata.
Quello che ignorava però, era il vero intento e la vera portata di quelle droghe sintetizzate da Sasha: le droghe altro non erano che gli elementi base della micidiale miscela per il controllo totale della mente che l’NKVD aveva commissionò a suo tempo, e ritenuto un progetto fallito dagli stessi servizi segreti.
Sasha, al contrario non aveva mai abbandonato quel progetto, anzi aveva sfruttato gli anni di prigionia per perfezionare la sua creazione utilizzando, a loro insaputa, le guardie e i carcerati del suo livello come cavie.
Chávez altro non era che un biglietto di uscita dalla prigione ed il suo trampolino di lancio per il controllo del genere umano.
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Formula: 6 squadre giocano il 7 novembre, 6 squadre giocano il 14 novembre.
le prime 2 classificate di ogni giornata si sfideranno in una finale in data da destinarsi (dicembre o gennaio 2011)
Partecipanti: 8-10 operatori per squadra
Costo: 30 euro a operatore
Durata: circa 2 ore, prima partenza ore 8
Pagamento: Ricarica POSTEPAY = 4023 6005 7893 2701
intestata a: ANDREA DATURI
Per informazioni: Andrea 334 7123513 - Davide 346 8930957