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Discussione: Compendio sull'eqipaggiamento dei mercenari dal Congo alle Isole del Profumo

  1. #1
    Il Merc dal Boa Rosa L'avatar di DonPatrono
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    Predefinito Compendio sull'eqipaggiamento dei mercenari dal Congo alle Isole del Profumo

    Gli appassionati del Merc-Style sono un po' come le biscie: in letargo l'inverno e rispuntano quando fa un po' caldo, e si può ricominciare a giocare in t-shirt
    Quindi, per tener fede al mio nome, ho pensato di proseguire sulla falsariga di un mio precedente 3D: la scorsa volta ho descritto eventuali PMC low cost, stavolta descriverò degli ipotetici mercenari nel Congo Belga.
    Così come una vegetata non fa un soldato italiano, e un jeans con un tattico un contractor, così bisogna dare ordine quando si parla di mercenari. Qui parleremo dei più famosi soldati di ventura che hanno calcato il suolo africano, e ne esamineremo l’equipaggiamento. Ma innanzitutto: come si diventava mercenari?
    Nulla di più semplice: quando si profilava un conflitto all’orizzonte, i “capi mercenari”, i “condottieri” se vogliamo, si attivavano, mettendo annunci sui giornali (del genere “Cercasi ex parà con esperienza per lavoro ben remunerato in Africa Centrale”) per cercare nuove leve, e bazzicando nei bar “tipici” dei mercenari, soldati e legionari per richiamare i veterani, e magari qualche congedando. I principali centri di reclutamento erano di solito in Francia, e Parigi, all’epoca brulicante di disillusi membri della Legione, era l’ideale. Altro grosso centro era Londra, che proprio in quegli anni aveva visto un notevole taglio all’organico del British Army. Chi erano i mercenari? Disillusi, falliti, romantici attratti dalle avventure, avventurieri attratti dai guadagni, soprattutto ex militari incapaci di fare altro, SS, repubblichini, Legionari in testa. Normalmente le armi erano fornite da colui che ne richiedeva i servigi, ma il vestiario e l’equipaggiamento erano di norma a discrezione dei mercenari stessi: perciò spesso si assisteva ad una certa eterogeneità di abbigliamento, tranne in rari casi in cui il “condottiero” imponeva un dato abbigliamento (come accadeva con Steiner). Esaminiamo più nel dettaglio i vari tipi:

    1960: CONGO BELGA, GUERRA D'INDIPENDENZA DEL KATANGA

    Forse la prima vera "guerra mercenaria" in grande stile, in cui vennero alla ribalta (e scomparvero) uomini come Jean Schramme, Michael "Mad Mike" Hoare. Finita male per i mercenari quando ai "regolari" si aggiunsero le tribù Simba e le truppe ONU ghaniane ed indiane.
    MERCENARI ITALIANI NEL CONFLITTO: "Orecchiofino" Zambon, luogotenente Gino Tozzi, Alberto "l'Italiano Volante", Morucci

    CALZATURE

    Normalmente anfibi, spesso trattenuti dal servizio, altre volte acquistati privatamente. Richiestissimi e diffusissimi erano i Jungle americani, ma si sono anche visti stivali, scarpe da ginnastica o anfibi in dotazione ai più diversi eserciti.

    ABBIGLIAMENTO
    La parte più eterogenea, di solito ogni mercenario provvedeva per se. Possiamo dividerlo in abbigliamento “Militare” e “Civile”. L’abbigiamento “civile” constava soprattutto delle “mimetiche da cacciatore” (diffuse già all’epoca), o in abbigliamenti con medesima destinazione (caccia), in quanto poco costosi e facilmente reperibili. L’abbigliamento “militare”, spesso acquistato nei mercati di surplus o trattenuto dal servizio, poteva essere in “tinta unita”, e si trattava quindi di solito della americana OG-107, del corrispettivo francese o della tenuta khaki coloniale britannica, anche se in alcuni casi si sono viste le tenute khaki tedesche. I mimetismi dell’epoca non erano molti, e si limitavano ai giacconi da lancio britannici o tedeschi della WWII (poco pratici e poco usati), alla Duck Hunter americana (usata da alcuni membri del V Commando di Mad Mike Hoare), alla Tiger Stripe francese (non tutti sanno che la Tiger ha origini francesi, ed era di un pattern diverso da quello usato poi dagli americani), ed ai primi esemplari di mimetismi belgi (presi in loco e piuttosto usati), flecktarn tedeschi e Libano (o all’epoca Chiazzata Roma M1929) italiane. Utilizzate e quotate erano anche le mimetiche belghe, di recente adozione ed utilizzate dalla Force Publique (i "regolari" congolesi)

    COPRICAPO
    La scelta è ampia e totalmente libera: bandane, baschi di vario tipo (soprattutto spagnolo) e di vario colore (prevalenza del rosso soprattutto tra gli ex-parà e gli ex-legionari, usato anche il verde, poco usato il nero, se riuscite a trovarlo usate quello con mimetismo tiger stripe) cappelli “alla cubana”, berretti bonnie, cappelli da cowboy, berretti da baseball, cappellini da pescatore, colbacchi, elmi vichinghi, boa rosa vivi o di struzzo…quello che vi viene in testa, mettetevi in testa!
    Per quanto riguarda gli elmetti, soprattutto M1 americani.

    EQUIPAGGIAMENTO

    Risalente spesso alla WWII, di origine soprattutto americana o inglese, in alcuni casi M56 americani (visti spesso anche senza il buttpack). Una borraccia veniva considerata più che sufficiente. Di solito l’equip. base comprendeva cinturone, una borraccia, un coltello (normale o a serramanico, ne riparleremo in seguito), e una fondina con pistola. I portacaricatori erano a discrezione personale, ma dato che spesso non si sapeva con che armi si doveva combattere, spesso si evitava di portarli, consci che si sarebbero potuti reperire in loco. Un cenno a parte meritano i porta caricatori del Webbing M37: erano piuttosto usati soprattutto dagli ex soldati di sua maestà dato che erano abbastanza grandi da alloggiare quasi ogni caricatore, dalle piastrine del Garand e del Mauser, ai “pacchetti” dei FAL, alle “stecche” dei vari mitra, fino anche alle “banane” dell’AK. Sembra che anche i 13 italiani del V Commando usassero gli M37 trattenuti dal servizio. Oppure erano usati (se si aveva la certezza di usare pistole-mitragliatrici) anche i portacaricatori del Thompson americani, che potevano accogliere quasi ogni genere di caricatore per mitra occidentale (non fanno testo quindi, ovviamente, i mitra sovietici e copie cinesi), altrimenti si usavano le giberne americane M56 o le inglesi in canapa per FAL. Per l’equipaggiamento a lungo termine, zaini e sacche, normalmente militari, spesso anche privati. Niente sacchi a pelo, al massimo i teli-tenda.
    ADDENDUM: per aggiungere un tocco scenico, se lo avete a disposizione, indossate un cinturone sovietico (Armata Rossa o Guardia): per i mercenari era un segno di valore da ostentare, in quanto solo uccidendo un "consigliere militare" sovietico si sarebbe potuto ottenere; un segno di grande valore in quanto i consiglieri erano prevalentemente cubani, e i russi avevano incarichin dirigenziali nella scalcagnata Force Publique, l'esercito regolare congolese di Leopoldsville

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    I mercenari non sempre erano abituati al combattimento con lame, quindi le stesse erano spesso machete o coltellacci da combattimento (tipo K-Bar o Camillus) usati come lame multifunzione. Usati erano anche i serramanico di provenienza civile, decisamente più occultabili e comodi da portare

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE
    Le armi corte erano normalmente private, e si potevano vedere i modelli più disparati: Colt M1911, Walter P38, Luger P08, rivoltelle Webley MKII e Colt Government .38, Beretta 34, MAS 38 (tutte trattenute dal servizio) oppure Beretta 51 (nonna della 92, si differenzia solo per il caricatore monofilare), Walter PP-PPS-PPSK, Mauser HSc, Sauer, rivoltelle Colt e S&W in .32, .38, .357, rivoltelle Bodeo, e soprattutto la Browing HP, molto richiesta per il capiente (all’epoca) caricatore da 13 colpi. Normalmente si tendeva però ad uniformare il munizionamento, quindi netta prevalenza delle “wondernines” (le 9mm)

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE
    Difficile farne un quadro preciso, dato che spesso (anzi quasi sempre) erano fornite dal contraente. Tra le armi moderne, le uniche degne di nota erano i Fal belgi, i famosi “San Luigi” Franchi LF57 e qualche raro Uzi, quasi sempre copie su licenza della FN in quanto gli Uzi erano da poco stati acquisiti dall’Esercito Israeliano e quindi non ancora prodotti per la esportazione. Esclusi questi (nonché i pochi AK sottratti ai “regolari” di Leopoldville e un numero esiguo di FAL L1A1 delle truppe ONU indiane) le armi di solito risalivano alla WWII. Ciò non deve farci strabuzzare gli occhi, in quanto la guerra era finita da circa 20 anni, e le armi risultavano ancora buone, se non eccellenti (se pensiamo che il mitra che consideriamo uno dei migliori al mondo, l’HK MP5, risale agli anni ’60..). Per la guerra nella giungla, con combattimenti a breve distanza e la necessità di una elevata potenza di fuoco, il mitra era l’arma ideale, quindi si fece largo uso di STEN e MP40, qualche volta anche dei Thompson, anche se poco diffusi in quanto ancora utilizzati dall’esercito USA, poco maneggevoli e molto pesanti. Per i fucili (di solito lasciate ai soldati katanghesi) venivano usati i Mauser belgi e i Garand americani. In alcuni casi anche fucili ad anima liscia.

    EQUIPAGGIAMENTO: MITRAGLIATRICI
    Per le mitragliatrici leggere non vi è molto da dire: risalenti alla WWII, erano soprattutto Bren, BAR e MG42. In alcuni rari casi avevano mitragliatrici russe (RPD o RPK) prese ai "regolari" di Leopoldville.
    Le mitragliatrici pesanti erano sempre montate su automezzi, ed erano la Browning M1919 e le M2HB

    EQUIPAGGIAMENTO: ARTIGLIERIA E LANCIARAZZI

    Qualcuno potrebbe pensare che i mercenari difettassero in questi due aspetti...invece, dato che i mercenari dell'epoca non erano degli specialisti che andavano presi individualmente ma dei veri e propri eserciti senza bandiera, avevano a disposizione le armi pesanti. Come artiglieria, normalmente, si trattava di mortai e cannoncini leggeri inglesi, americani e tedeschi. I lanciarazzi, a differenza di ciò che si può pensare, erano prevalentemente sovietici: questo nn solo perchè erano reperiti sul posto dai nemici, ma anche perchè la Jugoslavia, all'epoca, "arrotondava" i guadagni statali vendendo armi, munizioni ed equipaggiamenti a chiunque lo chiedesse, comunista o non comunista.

    1967-1975: YEMEN DEL SUD, GUERRA CIVILE

    Il sud dello Yemen era tradizionalmente filocomunista, il nord filooccidentale. Con una situazione così esplosiva i mercenari ci andavano a nozze...Lo stesso Denard servì qui nel periodo sopra indicato, dal 1967 quando Foccart gli chiese di "occuparsi della questione", al 1975, quando venne firmata una esile tregua e Denard venne richiamato in Congo
    MERCENARI ITALIANI NEL CONFLITTO: n/d

    CALZATURE
    Scarponcini da montagna, soprattutto: gli anfibi non andavano molto bene per il terreno e il clima dello Yemen. Quindi scarponi da montagna, scarponcini da trekking, stivaletti bassi di tela, scordatevi gli anfibi alti in cuoio o le scarpette da ginnastica, e anche gli stessi anfibi Jungle.

    ABBIGLIAMENTO
    Quasi tutto quello detto per il Congo può andar bene, anche se ci fu la prevalenza di tenute coloniali britanniche (quelle con i pantaloni corti) e di
    salwar kameez, che da molti mercenari erano reputati sufficientemente comodi all'ambiente arido

    COPRICAPO
    Berretti leggeri in tela o cotone, cappelli da pescatore, alcune bandane, al massimo qualche basco, buon uso di pakol e keffyah. Riguardo la keffyah, dato che non vi sono delle vere "tribù" nello Yemen i colori della keffyah possono essere i più disparati: bianca e nera, rossa e biaca, verde e nera, sabbia e nera, marrone e nera, gialla e bianca....l'importante è che:
    -La indossiate alla maniera araba (stretta con l'hagal e non come una shemmag)
    -Non sia completamente bianca
    -L'Hagal (il cordone che stringe la keffyah in testa) non sia dorato
    Il primo punto è filologico, gli altri due perchè la keffyah bianca e l'hagal dorato sono simboli dei Capi di Stato (normalmente re, sceicchi ed emiri, ma anche presidenti)

    EQUIPAGGIAMENTO

    Pur continuando ad utilizzare robaccia della WWII, si sono ulteriormente diffusi gli M56 amercani (soprattutto i cinturoni). Le tasche (soprattutto quelle per mitra ed AK) molto spesso erano "self made". Nonostante il clima arido una borraccia rimane sufficiente. Come al solito le pistole avevano una ampia diffusione, perciò tenete in conto di usare una fondina, se civile o militare fate vobis. Come sempre limitate al minimo l'equipaggiamento "a lungo raggio"

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    Come sopra

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE
    Soprattutto Webley britanniche, Tokarev russe e Walter e Luger tedesche, che venivano fornite dal III Reich in segno di "amicizia" a tutti i movimenti antibritannici della zona mediorientale (un po' come faranno dopo i sovietici). Naturalmente anche armi portate da casa o trattenute dal servizio militare (Beretta 34 e 51, CZ 27, Colt 1911, MAS 38 ecc.).

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE

    FAL, Enfield, STEN e Thompson britannici residuati, AK47 prima e qualche raro 74 e AK74R (prima versione del 74SU) verso la fine del conflitto, Mauser e MP40 tedeschi sempre residuati WWII in segno di "amicizia"

    EQUIPAGGIAMENTO: MITRAGLIATRICI, ARTIGLIERIA E LANCIARAZZI

    Pochine le mitragliatrici, soprattutto prese ai russi, pochi Bren, quasi niente artiglieria (solo i pezzi da 47 britannici, nessun obice), lanciarazzi PIAT inglesi, Panzerfaust tedeschi (sapete perchè) o RPG presi ai comunisti.

    NOTE: Se indossato usando solo abiti tradizionali, anzichè il mercenario IN Yemen, si può fare il mercenario DELLO Yemen: infatti gli yemeniti hanno una antica tradizione mercenaria, e nel 1800 furono le prime "truppe coloniali" del Regio Esercito

    1967: NIGERIA, GUERRA DI INDIPENDENZA DEL BIAFRA

    Questa guerra civile ha visto alcune delle peggiori crudeltà del dopoguerra. Operava in Biafra il buon Rolf Steiner, consigliato dall'italiano Norbiato, ex del Btg San Marco.
    MERCENARI ITALIANI NEL CONFLITTO: Tenente Norbiato


    CALZATURE
    Ormai gli anfibi tipo Jungle si sono diffusi fino a diventare la calzatura non ufficiale dei mercenari; marginalmente usati anche altri tipi di anfibio e gli scarponcini con ghette (di solito quelle a cavigliera di modello britannico), mandate in pensione scarpe ginniche.

    ABBIGLIAMENTOLe mimetiche erano fondamentalmente le stesse (Libano, Flecktarn, Tiger Stripe americana), anche se si cominciava già a vedere qualche prima DPM. Da rimarcare che Rolf Steiner usava una Duck Hunter. Oltre a ciò molto diffuse le OG-107

    COPRICAPO
    Cominciano a diffondersi Bonnie e Jungle hat provenienti dal VietNam, continuano ad essere impiegati i baschi e i baseball cap, comunque massima libertà di indossabilità

    EQUIPAGGIAMENTO

    Ulteriore espansione della M56 americana con relativa buffetteria, fatta esclusione per il buttpack che non raccoglieva molte simpatie fra i mercenari (chissà come mai), obbligatoria quasi la fondina, niente equip a lungo raggio (al massimo uno zaino leggero). Per chi voleva utilizzare gli AK presi agli avversari, l'M37 inglese era ancora una buona scelta, oppure ricorreva a tasche "home made" o a generiche sacche a tracolla. Alcuni mercenari usavano l'M45 in dotazione ai biafrani, oppure continuavano ad usare il solo cinturone

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    I coltelli da combattimento scomparvero quasi del tutto a favore del machete, strumento simbolo delle feroci attività di pulizia etnica di Haussa e Yoruba contro gli Ibo, utilizzato con ferocia sia dai mercenari che dai loro avversari.

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE

    In questa guerra le Colt ebbero la parte principale delle armi corte, essendo divenute (a seguito dell'impegno americano in vietnam) facilmente ottenibili sul mercato nero

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE

    Il Biafra era un paese ricco, ma non molto amato, perciò a parte gli onnipresenti FAL le armi erano quasi tutti residuati WWII, in particolar modo STEN e Thompson

    Assenti le mitragliatrici, l'artiglieria e i lanciarazzi

    1975: ANGOLA, GUERRA CIVILE

    Rimarcabile il conflitto per il livello di atrocità raggiunte da ambo e parti, per l'arrivo sulla scena del più feroce e crudele capo mercenario ovvero il colonnello Tony Callan aka Costas Georgiou, e anche per via della presenza di quella che potremmo definire la prima Private Military Company, la Security Advisory Service, fondata ad hoc da un ex-SAS cacciato via di nome John Banks

    CALZATURE
    Con la fine della guerra in Vietnam, gli anfibi Jungle diventano "lo standard" dei mercenari bianchi, anche se molto spesso gli uomini della SAS (illusi male equipaggiati) usavano ancora anfibi di varia provenienza.

    ABBIGLIAMENTO

    Pool di utilizzo di OG 107 e DPM, che si è ormai affermata come uno dei più efficaci mimetismi (sia la Libano che il Flecktarn sono troppo rossicci). Alcuni mercenari continuano ad utilizzare la Duck Hunter americana (come Callan e Armand, uno dei suoi più fidati mercenari). Spesso le mimetiche sono "mescolate" ad abbigliamento civile "uso caccia", come visto su molte foto della neonata (all'epoca) Soldier of Fortune

    EQUIPAGGIAMENTO
    Forte il salto indietro compiuto: i mercenari tornavano ad essere equipaggiati come nel Congo degli anni '60: uso del solo cinturone con borraccia e sacca generica per caricatori o gibernaggio inglese M37; questo dovuto soprattutto alla disorganizzazione della SAS nel fornire equipaggiamenti ai suoi operatori. I mercenari di Callan erano veterani di altri conflitti e meglio equipaggiati, avendo a volte messo le mani anche su M56 americani completi di buttpack e entrenching tool.

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    Totale libertà di scelta, ma il pesante e letale machete ontinua ad essere la lama preferita dai poco addestrati mercenari della SAS, e dai brutali uomini di Callan

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE
    Si ritorna alla eterogeneità pre-nigeriana: PPK, Beretta 34 e 51, P38, Luger, Astra, Colt, S&W....

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE
    Qui Callan ebbe una amara sorpresa: praticamente ogni singola arma (escluse 5 Uzi, 2 Sterling e una doppietta) risaliva alla WWII: Mauser tedeschi e belgi, STEN, MP40, Thompson, Garand, Winchester M1.

    EQUIPAGGIAMENTO: MITRAGLIATRICI, ARTIGLIERIA E LANCIARAZZI
    Qui i mercenari tirarono un sospiro di sollievo: oltre a qualche vecchio BAR scalcinato, vi era abbondanza di RPD, alcune MG42 e M60 (misteriosamente finite lì tramite il mercato nero), una grande abbondanza di M1919 e M2HB, mitragliatrici pesanti Goryunow, lanciarazzi Bazooka americani e jeep armate di cannoni da 106mm senza rinculo.

    1976: BENIN, TENTATO GOLPE DI DENARD
    Oltre all'avventura di Steiner in Sudan e in Uganda (dopo la quale si ritirò) questa è stata una delle ultime azioni mercenarie in grande stile. Mi è stato difficile reperire informazioni sull'equipaggiamento (e quello che so è per "sentito dire" sui vari libri), sebbene l'azione sia stata descritta in maniera molto dettagliata. Denard decise di ricorrere al (tanto) denaro offertogli per la missione per equipaggiare i suoi centotrè uomini (novantatrè bianchi e dieci beninesi)

    CALZATURE
    Anfibi tipo "Jungle" americani

    ABBIGLIAMENTO
    Mimetiche OG-107 americane e DPM britanniche

    EQUIPAGGIAMENTO

    Cinturoni tipo M56, forniti di norma di spallacci, giberne e borraccia (niente tascapane). Furono usate anche tasche di tela "autofatte" e giberne M45 per Thompson per i caricatori dei mitra

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    Denard diede libertà di utilizzo a qualunque arma bianca, quindi machete, coltelli, pugnali....

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE
    Classica eterogeneità mercenaria, sebbene stavolta quasi nessuno le abbia utilizzate

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE
    Denard cercò di uniformare quanto più riuscì, se non le armi il munizionamento, limitandolo a 2 calibri: 9mm e 7,62 NATO. Quindi le armi lunghe furono principalmente Uzi (ormai abbastanza diffuse), ZB26 cecoslovacche (i cechi sono sempre stati ben felici di guadagnare "extra" esportando le loro eccellenti armi")*, FAL belgi, alcuni AR10. Pochi mercenari veterani decisero di usare gli AK di loro proprietà e impiegarono delle tasche spesso costruite da loro o i tasconi M37 britannici

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI PESANTI

    Anche qui le armi pesanti non mancavano: M60, MG42 e RPD soprattutto. Niente artiglieria, pochi lanciarazzi sempre cecoslovacchi sempre tipo RPG

    *: Assimilabile alla mitraglietta GBB HG 203 da softair

    1978: COMORE (ISOLE DEL PROFUMO), COLPO DI STATO
    Una delle ultime azioni mercenarie degne di nota, e una delle poche riuscite a Denard (le altre le ottenne sempre alle comore)

    CALZATURE
    Stivaletti da caccia

    ABBIGLIAMENTO
    Camicia da caccia a mezze maniche nera con spalline, calzoni sempre neri, basco nero

    EQUIPAGGIAMENTO
    Cinturone tipo M56, borraccia, bandoliera per bossoli cal.12, sacche e/o tascapani per esplosivi e razzi

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI BIANCHE
    Come sopra

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI CORTE
    Usate limitatamente, soprattutto rivoltelle

    EQUIPAGGIAMENTO: ARMI LUNGHE

    Dato che Denard non aveva appoggi politici, e non poteva arrischiarsi di cercare armi da guerra, equipaggiò i suoi mercenari con fucili da caccia cal. 12. Quindi si a Tanaka M1897 e a tutto quello che ha un calcio color legno

    Questa, come abbiamo detto, fu una delle ultime missioni a cui Denard partecipò. Egli organizzò altri due colpi di stato commissionati, sempre alle Comore, e dopo l'ultimo nel 1995, visse lì tranne che per il processo a Parigi contro di lui. Morì nel 2007 per l'Alzheimer
    Ultima modifica di DonPatrono; 28/02/2012 a 10:56

  2. #2
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    L'avatar di Murdock90
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    Guida molto interessante e curata Don! +rep!

  3. #3
    Il Merc dal Boa Rosa L'avatar di DonPatrono
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    grazie mur! come sempre, se avete appunti o correzioni da fare, parlarte!

  4. #4
    Spina L'avatar di Visconte
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    Complimenti sia per l'idea sia per il risultato! Mi ha offerto molti spunti di ricerca

  5. #5
    Il Merc dal Boa Rosa L'avatar di DonPatrono
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    felice di sentirtelo dire...sto pensando di implementarla con qualcosa in più per coloro che vogliono riprodurre davvero in modo "scenico"...non so, lanciarazzi, veicoli...

  6. #6
    Il Merc dal Boa Rosa L'avatar di DonPatrono
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    no, qui si parla di equip, non di missioni o addestramento...potrebbero tornare utili se si dovesse fare in ambito ancora più "scenico"...ma chi è così folle da mettersi tutto l'equip degli anni '60 con il casco blu per fare il soldato OnU nemico dei mercenari? già chi si veste così (da mercenario) è ad alti livelli di follia...e sappiate che io giocherò così quest'estate...

  7. #7
    Soldataccio



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    Complimenti per l'ottima guida! rep.+(non posso te ne ho data troppa)
    comunque per chi volesse approfondire consiglio l'ottimo libro Mercenari. Gli italiani in Congo, 1960
    "Vive la mort, vive la guerre, vive le sacré mercenaire!"

  8. #8
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    Questa discussione sarebbe piu' opportuno metterla in rilievo cosi' si eviterebbe di perderla... no?!

  9. #9
    Il Merc dal Boa Rosa L'avatar di DonPatrono
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    bhe si potrebbe chiedere a louen...se mi promettete che poi non mi fa sodomizzare da Vega...

  10. #10
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    L'avatar di Murdock90
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    Quote Originariamente inviata da Junio Decimo Visualizza il messaggio
    Ma se siamo 4 gatto con 4 topic in questa sezione!
    pochi ma buoni amico mio!...

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