Per come la vedo io, il top per un reenactor è riuscire a riprodurre fedelmente un singolo asset proposto da una fonte affidabile (nel nostro caso una foto). Poi abbiamo diverse gradazioni "a scendere". Ora, il discorso è relativamente semplice quando abbiamo a che fare con reparti di una certa dimensione ed equipaggiamento fortemente standardizzato (per non dire obbligatorio es reparto di fanteria.. soprattutto fino ad una decina di anni fa), diventa più complesso (e più variamente interpretabile) man mano che ci spingiamo ad esaminare soggetti appartenenti a gruppi ristretti che hanno a disposizione quasi tutto quello che fantasia-soldi-tecnologia suggerisce loro (e che magari son pure timidi e lesinano sulle foto...). Per cui arriviamo all'inspired, più o meno strettamente inteso, in cui, dati n+1 soggetti ritratti nella medesima azione, posso permettermi delle variazioni sul mio personaggio. Faccio un esempio:
soldato 1: plce vest, spezzata, anfibi Desert fox
soldato 2: plce webbing, full DDPM, anfibi Lowa
soldato 3: plce vest, full DDPM, anfibi Magnum
io posso creare (a mio modo di vedere) un personaggio che abbia plce webbing, spezzata e anfibi Magnum anche se nessuno dei 3 è vestito esattamente così.. però si tratta di pezzi che sono tutti presi dalla stessa fonteSe comincio a mettere in mezzo materiale che nella foto non compare (o che non compare in fonti coerenti con località/reparto/periodo storico), comincio a degradare anche il mio "inspired".. il che non è necessarimente un male (avete presente la frase "fare di necessità virtù" ?? ) ma richiede un certo grado di onestà intellettuale nell'ammettere che c'è un work in progres o che, al momento, non è possibile fare di meglio
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Se comincio a mettere in mezzo materiale che nella foto non compare (o che non compare in fonti coerenti con località/reparto/periodo storico), comincio a degradare anche il mio "inspired".. il che non è necessarimente un male (avete presente la frase "fare di necessità virtù" ?? ) ma richiede un certo grado di onestà intellettuale nell'ammettere che c'è un work in progres o che, al momento, non è possibile fare di meglio
