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Discussione: Certificati di Biodegradabilità

  1. #231
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    Rispondo alle obiezioni sollevate
    1) solo un'associazione a livello nazionale può o potrebbe sobbarcarsi la spesa di min 3/4.000 euro/prodotto per effettuare delle certificazioni presso laboratorio indipendente
    2) solo ed unicamente sulla base di tale certificazione e previo accordo con produttore/importatore si potrebbe procedere con la mia idea di "bollinatura"
    3) solo sulla base di tale certificazione emessa da laboratorio indipendente e non sulla documentazione fornita dal produttore l'associazione promotrice si tutelerebbe da voci di "combine" o intrallazzi vari
    4) l'operazione in sè stessa non presenta alcuna difficoltà pratica. Si tratta innanzitutto di avere la volontà di partire, costituire un gruppo di lavoro che contatti importatori e/o produttori e vederne le risposte.
    5) in mancanza di risposte valide esiste una soluzione "B" l'associazione informa sempre i produttori/importatori che procederà autonomamente (labo certificato)con tali valutazioni, rendendo pubbliche le stesse e invitando i propri associati all'uso dei bb giudicati idonei.Voglio proprio vedere se i principali fornitori di bb non si attivino! Configurandosi tra l'altro che in taluni casi venga sollevata l'ipotesi di truffa in commercio in quanto se quello che c'è scritto sulla confezione non corrisponde al contenuto......
    Eventuali accordi economici relativi a condizioni particolari di fornitura o condivisione delle spese di certificazione, non mi pare possano fare nascere dubbi sulla serietà dell'operazione, proprio perchè il giudizio sul materiale avrebbe fonte indipendente.
    Poi se uno vuole trovare il "male" beh lo trova dovunque ...se c'è l'intenzione.
    Ripeto, attendere pronunciamenti del legislatore (ammesso arrivino) può giocare a ns. sfavore, proprio per la totale ignoranza, spesso dimostrata, negli argomenti discussi.

    Sarebbe auspicabile addirittura un'operazione collegiale tra le varie associazioni nazionali, ma questa la vedo un pò più difficile, visti, pare, i rapporti ....
    Ultima modifica di zerosoft; 05/04/2012 a 09:33

  2. #232
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    Non sono d'accordo.

    Se un organismo certificatore ufficiale e riconosciuto come Tuv certifica che QUEL prodotto è conforme a QUELLA direttiva basta! Manco sulla roba che mi metto in tavola faccio i controlli che faccio sui pallini!
    Sono contrario a scaricare sempre tutto sul cittadino/consumatore e per questo motivo mi oppongo STRENUAMENTE a qualsiasi proposta di ampliare ancora il campo delle "responsabilità" che ci prendiamo.

    Già paghiamo di più per un prodotto denominato biodegradabile, già richiediamo che abbia una certificazione, io addirittura (come molti di voi spero) vado a cercarmi la certificazione sul sito del certificatore. Tutto il resto è FRODE IN COMMERCIO ed io sono parte lesa!

    Se questi controlli li facesse un soggetto federativo, potrebbe farli MEGLIO, ma assolutamente non dovrebbe farsi carico di test ed analisi! Anche perché a quel punto i produttori smetterebbero di farli loro i test...

    M

  3. #233
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    Ottenere una certificazione di "biodegradabilità" o "biocompatibilità" per i pallini che si usano nella pratica del Soft Air, avrebbe quale risultato mettere "nero su bianco" una sola cosa: i pallini sono rifiuti.
    E' proprio così: i pallini, nel momento in cui lasciano la canna delle ASG e toccano il terreno, divengono rifiuti.
    I rifiuti, anche quelli definiti "biodegradabili" o "biocompatibili" devono essere "smaltiti" secondo procedure indicate in fumosissime norme comunitarie, più o meno recepite dall'Ordinamento Italiano.

    In definitiva, ottenere "certificazioni" non è detto che convenga. Certo, ci sono Amministrazioni che le ritengono sufficienti... .
    Altre, NO.

    Eta

  4. #234
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    Quote Originariamente inviata da Higgins Visualizza il messaggio
    Non sono d'accordo.

    Se un organismo certificatore ufficiale e riconosciuto come Tuv certifica che QUEL prodotto è conforme a QUELLA direttiva basta! Manco sulla roba che mi metto in tavola faccio i controlli che faccio sui pallini!
    Sono contrario a scaricare sempre tutto sul cittadino/consumatore e per questo motivo mi oppongo STRENUAMENTE a qualsiasi proposta di ampliare ancora il campo delle "responsabilità" che ci prendiamo.

    Già paghiamo di più per un prodotto denominato biodegradabile, già richiediamo che abbia una certificazione, io addirittura (come molti di voi spero) vado a cercarmi la certificazione sul sito del certificatore. Tutto il resto è FRODE IN COMMERCIO ed io sono parte lesa!

    Se questi controlli li facesse un soggetto federativo, potrebbe farli MEGLIO, ma assolutamente non dovrebbe farsi carico di test ed analisi! Anche perché a quel punto i produttori smetterebbero di farli loro i test...

    M
    Con cognizione di causa devo contraddirti.
    1) i produttori sono tenuti o dovrebbero essere tenuti a certificare il loro prodotto, in presenza di una normativa ben precisa, tu citi il settore alimentare e ti garantisco che di normative in quel campo ce ne sono a iosa e l'immissione sul mercato richiede, certificazione sia sul prodotto che sull'imballaggio. Tali certificazioni sono realizzate internamente o in alcuni casi viene prescritta la certificazione da parte di laboratorio autonomo. per farti un esempio per la certificazione ISO tu attesti un processo che viene verificato e certificato da ente autonomo.
    2) attestare la validità di un prodotto non significa sollevare il produttore dai suoi controlli, semplicemente rafforzi tale qualità
    3) le documentazioni fino ad oggi da me esaminate per i pallini bb rasentano il ridicolo: non ho mai visto una vera certificazione di bio degradabilità o meglio ancora di compostabilità
    4) l'attuale legislazione comunitaria non prevede l'indicazione del contenuto dei ns. bb la frase bio potrebbe essere fuorviante o addirittura falsa e nessuno fino ad oggi, dati i costi, si è mai preso la briga di effettuare delle verifiche serie (ne vedremmo delle belle sono convinto) tra l'atro la querelle Bioval ne dovrebbe essere testimonianza
    5) non comprendo il perchè della contrarietà ad un'operazione che dovrebbe tra l'altro dare "lustro" all'immagine dell'associazione che si dovesse fare carico della cosa

    Ripeto, io l'ho proposta, ho relazionato chi poteva essere interessato, non opero nè in un ente certificatore nè nel settore della produzione dei bb. Ho semplicemente posto l'attenzione su fatti di cronaca rilevati e situazioni che, se adeguatamente strumentalizzate, si rivolgerebbero contro di noi.

    Ad altri azioni ed onori
    Se siamo ancora qui a discutere sulla faccenda vuol dire che di chiarezza, giusto appunto i produttori, non ne hanno fatta, perchè quindi non muoverci noi?

    Ed infine un piccolo dettaglio tecnico, ovvero l'altra faccia della medaglia: non dimentichiamo che più i bb saranno realmente bio e più saranno delicati, ovvero dovranno essere conservati con determinate attenzioni e consumati, dal momento dell'apertura, entro termini ben limitati. Onde evitare di trovarseli già deformati nei caricatori.

    Buona Pasqua a tutti
    Ultima modifica di zerosoft; 05/04/2012 a 10:08

  5. #235
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    @ zerosoft
    Non credo sia utile dilungarci oltre. Non sono d'accordo ma rispetto la tua opinione.

    @ etabeta
    credo che qualsiasi materiale venga abbandonato in giro possa essere considerato "rifiuto", anche senza una certificazione. Ma se io mi impegno con una amministrazione a utilizzare solo pallini biodegradabili, vuol dire che 1) l'amministrazione ammette che io immetta quel particolare tipo di "rifiuto" 2) lo fa a patto che il prodotto sia biodegradabile (caratteristica cui non corrisponde, come sappiamo, una precisa definizione giuridica).
    Cercando di rispettare il più possibile l'accordo, e stimolati da personali sensibilità ambientali, utilizziamo pallini dotati di una certificazione indipendente che ne attesti A.) l'atossicità (assenza di metalli pesanti e simili) B.) la possibilità di essere disgregati da agenti naturali (in ambiente naturale? Forse...).

    Resto dell'opinione che il bio certificato sia meglio del bio tarocco o del non bio.

    M

  6. #236
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    Quote Originariamente inviata da Higgins Visualizza il messaggio
    @ zerosoft
    Non credo sia utile dilungarci oltre. Non sono d'accordo ma rispetto la tua opinione.

    @ etabeta
    credo che qualsiasi materiale venga abbandonato in giro possa essere considerato "rifiuto", anche senza una certificazione. Ma se io mi impegno con una amministrazione a utilizzare solo pallini biodegradabili, vuol dire che 1) l'amministrazione ammette che io immetta quel particolare tipo di "rifiuto" 2) lo fa a patto che il prodotto sia biodegradabile (caratteristica cui non corrisponde, come sappiamo, una precisa definizione giuridica).
    Cercando di rispettare il più possibile l'accordo, e stimolati da personali sensibilità ambientali, utilizziamo pallini dotati di una certificazione indipendente che ne attesti A.) l'atossicità (assenza di metalli pesanti e simili) B.) la possibilità di essere disgregati da agenti naturali (in ambiente naturale? Forse...).

    Resto dell'opinione che il bio certificato sia meglio del bio tarocco o del non bio.

    M
    Eh eh, Mario: hai "dimenticato" la terza opzione.
    Non sanno che fare o, meglio, gli basta "il pezzo di carta". Fino a che qualcuno non solleverà il problema, come sta accadendo qui da noi.
    Nessun ente o amministrazione potrà autorizzare il rilascio di rifiuti, anche se dotati di "certificazioni". Prova a chiedere se te lo mettono "nero su bianco".

    Buona certificazione.

    Vincenzo

  7. #237
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    Passeremo al laser tag...

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  8. #238
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    Quote Originariamente inviata da Higgins Visualizza il messaggio
    Passeremo al laser tag...

    M
    Tu scherzi... ma se le attrezzature disponibili non fossero ancora "praticamente" home made...
    ... beh, io un pensierino ce lo farei.


  9. #239
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    Eh, ce ne sarebbe da parlare di questo... Non usciamo fuori topic, però!

    Qui si parla di certificati...

    M

  10. #240
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    Quote Originariamente inviata da Etabeta Visualizza il messaggio
    Eh eh, Mario: hai "dimenticato" la terza opzione.
    Non sanno che fare o, meglio, gli basta "il pezzo di carta". Fino a che qualcuno non solleverà il problema, come sta accadendo qui da noi.
    Nessun ente o amministrazione potrà autorizzare il rilascio di rifiuti, anche se dotati di "certificazioni". Prova a chiedere se te lo mettono "nero su bianco".

    Buona certificazione.

    Vincenzo
    Ho tralasciato un aspetto.
    La mia idea è funzionale a quanto tu scrivi, in quanto ovviamente il disporre di materiale qualificato (con carta che canta o meno) è di per sè elemento ulteriore per l'ottenimento o la prosecuzione di permessi di gioco in aree publiche o sensibili.
    La mia motivazione però andava oltre, ovvero:
    1) tacitare/anticipare le eventuali contestazioni da parte dei soliti pseudo-ambientalisti confortati dalla collaborazione di tutti quei sofgunners che hanno il malcostume di svuotare o riempire i caricatori "sbrodolando" copiose quantità di bb (i bb sono gratis?) in genere sulle aree di maggior passaggio. Come testimoniato in passato fonte di revoca dei permessi di gioco
    2) esternare un'immagine (vera o falsa, ma sicuramente di facciata) di soggetti eco-friendly che sia di contraltare a quella di guerrafondai e quant'altro
    3) fornire un valido elemento di valutazione ai softgunners più attenti
    Ultima modifica di zerosoft; 05/04/2012 a 12:13

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