thompson 1928
importatore: cybergun
produttore: vallo a sapere :\
peso: 3900 grammi
lunghezza: 865 mm
velocità pallini (dichiarata su scatola con bb da 0.12): 142 m/s
energia dichiarata (con bb da 0.20): 1.3 joule (echecazz)
ingranaggi in acciaio (dichiarati)
full metal (più plastica finto-legno)
inclusi: caricatore rotondo da 480 bb, batteria nimh da 8.4v per 1100 mah e caricabatterie non regolabile da 250 ma.
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partiamo dal fondo, giusto per chi non volesse stare a leggere tutta la recensione:
ottima, ottima replica. carismatica, robusta, molto precisa e fin troppo potente.
…e’ da quando ho 12 anni, età in cui vidi il film di dick tracy (quello con warren beatty, al pacino e madonna) che sono innamorato del m1928.
tutte le volte che l’ho incrociato in vita mia, in film, videogiochi e fumetti, non ho potuto che tirare un sospiro malinconico. qualche tempo fa mi ero pure proposto di comprare quello vero, se non fosse che in italia si riescono a trovare solo degli m1 smilitarizzati o riassemblati, travestiti da 1928 (ergo possono utilizzare solo i caricatori a stecca e non i mitici rotondi “a pizza”).
oh, ecco a proposito la prima nota dolente di questa replica:
non e ripeto non è una replica fedelissima del m1928, sebbene non mi stupirebbe che nella realtà sia stata realizzata una versione con le caratteristiche “estetico-funzionali” proposte da questa asg.
come mai non è fedele?
osservate la foto: il vero m1928 presentava la manetta d’armamento sul dorso, con tanto di scanalatura per non ostruire la linea di mira. questo invece ce l’ha sul fianco destro, proprio come l’m1a1- segno che probabilmente la replica non è che un m1a1 “travestito”.
poco male, verrebbe da dire, se servisse a tenere bassi i prezzi e a farne una asg low cost.
beh, devo deludervi anche su questo: l’amichetto in questione mi è costato 240 gocce di sangue a san marino (un altro negozio italiano lo proponeva a 220, ma lo ha esaurito in pochi giorni).
e vabbè, già che ne stiamo sfatando il mito, continuiamo con le altre note dolenti della replica, prima di vederne gli aspetti positivi.
dunque, in breve:
--> esce di fabbrica ben over-j (dichiarati 1.3): non posedendo un cronografo ho svolto una “prova lattina” a 7 passi di distanza (circa 5 metri), ed ecco il traumatico risultato: bucata da parte a parte, con grosso strappo in entrata, e foro netto a “corolla” in uscita. peggio ancora, il pallino ha osato stampare la propria sagoma tondeggiante nell’intonaco della parete poco dietro!!! nessun’altra mia asg ha mai fatto tanto. anzi, tanto per intenderci è un risultato empiricamente più sovrapponibile a quelli che si ottengono con le carabine ad aria compressa da 4.5 mm: io ho una weirauch che spara a 6.5 joule, e grosso modo si comporta in maniera analoga (beh, anche peggio ma tant’è- per quel che valgono queste parole potrei anche raccontarvi di cosa fa la mia glock, quella vera-).
da notare che la lattina era vuota e appoggiata ad un tavolo, ergo opponente la minima resistenza possibile agli urti.
foto:
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insomma, tutto questo per dire che dopo aver speso mezzo milione di vecchia valuta vi tocca ancora spendere dei soldi per cambiare (o far cambiare) la molla. forse non è una brutta idea in ogni caso, visto che è sempre bene dare un’occhiata alle budella delle repliche cinesi.
altra nota dolente, tipica di tutte le serie thompson: la rotellina del hop-up (qui chiamato baxs, non so perché- e chi lo sa mi erudisca, grazie ^_^ ) è a cielo aperto, ergo a rischio di essere toccata per sbaglio durante le giocate. mi chiedo che sforzo ci voglia a produrre un tommy con un lunotto che la protegga!
ultima nota, semi-dolente: i caricatori.
con l’asg viene fornito di serie un magnifico caricatore “a pizza”, replica del tipo “l” da 50 colpi (vi ricordo che esisteva anche il tipo “c”, di diametro poco maggiore, contenente la mostruosità di 100 colpi- ergo qualcosa come 3 kg di sole munizioni cal.45!). il caricatore ha un problema (ma tante altre caratteristiche che mi hanno subito portato ad amarlo ^_^): tiene soltanto 480 bb!
l’ho aperto, e come potrete vedere dalle foto soltanto ¼ un quarto circa del volume è impiegato ad ospitare i pallini, mentre più di metà è spazio vuoto! foto:
questo mi stupisce, e mi fa pensare o a malafede commerciale per venderne di più (a parte che non ho trovato alcun negozio che li avesse, compreso quello che me l’ha venduto), o a inettitudine progettuale: sarebbe bastato portare “a ore sei” il blocco ingranaggi, allungando tuttavia la canalina che conduce i bb nell’arma, e si sarebbero potuti facilmente ospitare 1000 o più colpi.
questi caricatori hanno tuttavia delle altre fantastiche peculiarità:
1) si rollano tramite una grossa chiave “a farfalla” posta sul davanti, proprio come nell’arma vera (che, ebbene sì, andava rollata!). essa è comodissima e vi permette facilmente di rollare mentre sparate, senza più consumarvi i polpastrelli. a parte che con una carica piena è in grado di sputare fuori tutti i bb fino al’ultimo.
2) gusci full sano metal.
3) sebbene sia storicamente infedele, questo caricatore ha l’attacco di quelli a stecca per l’m1a1 (nell’arma vera invece erano incompatibili), ergo potete tranquillamente montarlo sui tommy ww2, e viceversa… sebbene a mio avviso si perda molto carisma. purtroppo ciò significa che anche questa replica “soffre” del terribile sistema di aggancio mediante “scanalatura”, che richieda moooolta pratica per essere fatto in fretta durante le partite (ma d’altronde, i veri caricatori “a pizza” avevano un sistema di aggancio ancora più ostico e, similarmente a come avveniva per il garand, era impossibile rimuoverli prima che venisse sparato l’ultimo colpo- a meno di usare un preciso attrezzo chiamato “third hand”).
4) sportellino di inserimento dei bb posto sul lato sinistro: è grande da farci passare un pollice, quindi potete agevolmente caricare senza dover staccare il caricatore, versando grosse quantità di bb senza rischiare di rovesciarne troppi.
non solo, potete facilmente creare un serbatoio artigianale a caduta da agganciargli, come si faceva anni fa per i caricatori da 240 bb per mp5. ovviamente la cosa risulterà in un aborto estetico, ma a volte il gioco potrebbe valere la candela. vi allego la foto di un grezzissimo prototipo improvvisato a cui sto lavorando, tanto per intenderci.
ora passiamo ai pro della replica.
il primo, è ovviamente il carisma infinito che emana: se già un p90 o un uzi riescono ancora a destare curiosità sui campi (e te credo, in mezzo alle maree di m4 e stubby tutti uguali che girano… eheh), questa asg diventa protagonista di tante attenzioni quante ne riceverebbe una vulcan: sabato scorso avrò perso un’ora prima e dopo le giocate a farlo vedere e provare a fin troppi curiosi!
viene davvero la tentazione di presentarsi a giocare tenendolo in una custodia per violino, vestiti con gessato, cravatta, fedora in feltro, scarpe a punta lucide, fazzoletto nel taschino e sigaro cubano in bocca. alla facciazza del milsim.
edonismi a parte, l’asg è veramente precisa: il tiro è teso e la rosata strettissima: il primissimo colpo che ho sparato, una volta inserita la batteria, mi ha permesso di centrare una lattina a 12 metri circa, usando la tacca di mira.
il rof dichiarato è di 750-850 bb al minuto: con una lipo da 7.4v e 1900 mah a 18c mi è sembrato rientrare sui 750 bb/min, non di più. sarà anche colpa della molla over joule, o del motorino cinese?
la batteria in dotazione, la solita nimh da 1100 mah non l’ho nemmeno provata. immagino che come tipico dei low cost sia penosa, anche se ultimamente ci sto prendendo gusto a giocare con rof ultra bassi di 5-7 bb/sec.
la replica, full metal, è solidissima: ho dovuto stringere meglio un paio di viti, ma niente da segnalare. purtroppo quella in mio possesso ha un difetto strutturale, e mi tedia pensare che difficilmente il negoziante vorrà cambiarmela, senza contare i costi delle spedizioni con corriere: nel retro della culatta, tra la tacca di mira posteriore e l’aggancio del calcio, mi manca una “scheggia” di metallo di circa 2x3x5 mm. dopo aver cacciato tutti ‘sti soldi, la cosa mi tedia quanto una scheggia nel cu*o, boia faus.
l’impugnatura anteriore, tipicissima del m1928, è solida e avvitata in 4 punti all’arma: due sulla canna e due sul castello, e non si muove di un millimetro.
diciamo che le bruniture sono abbastanza scadenti e si rigano facilmente, ma sarà che sono abituato a maneggiare armi vere, con tutt’altri livelli di qualità.
ultima nota: in passato ho posseduto un m1a1 della cybergun: arretrando la manetta del finto otturatore c’era un taglio netto nel gearbox che dava vista e accesso al pistone, tanto che per la rete giravano delle mini guide per rendere scarrellante la replica, sebbene si dice fosse molto deleterio.
ebbene, nel mio m1928 il gb è completamente chiuso all’altezza dell’otturatore, quindi non c’è da porsi nemmeno la domanda se fare o no detto intervento.
considerazioni di gioco:
questa replica rende benone, sicuramente meglio del m1a1 bellico, nonostante il peso maggiore.
molti lamentavano la presa scomoda del m1, mentre qui è agevolissima.
certo, la tentazione di sparare tenendolo al fianco e ridendo mentre si grida “io sono tony montanaaaa” è forte, ma amen: sono soddisfazioni da togliersi nella vita.
(nota: tony montana, in scarface, imbracciava un m16, ma il concetto è quello)
ovviamente scegliere di giocare con questa asg è come voler usare un ak47 “liscio”: una pura questione di gusto: se cercate praticità e “competitività” sportiva, fatevi un m4 con ottiche, dot, magpul, caricatori elettrici e buona pace di tutti.
se cercate stile, sfida e la soddisfazione psicologica di brandeggiare una replica che ha fatto la storia del proibizionismo americano, ebbene, fatevi avanti! non rimarrete delusi.
replica raccomandatissima
optional suggeriti:
niente dot, acog, ottiche e fronzolini.
piuttosto, fatelo aerografare con la vernice oro, e inserite uno speaker che quando si spara in full-auto parta la musica del padrino…
concludendo:
sebbene manchi la totale fedeltà storica, non mi stupirebbe, come anticipato, se durante il secondo conflitto mondiale qualcuno si sia preso la briga di modificare un m1 dotandolo della parte anteriore di un m1928, trovando anche il modo di adattare il caricatore.
l’m1928 fu usato abbastanza diffusamente nel conflitto del pacifico, ossia prima che si rendesse necessaria una produzione di massa per gli interventi in africa ed europa, e non mi sembra improbabile che qualcuno abbia fatto tentativi del genere, considerato il gran surplus di pezzi che c’era.
se non fosse che sto scrivendo questa recensione senza connessione, e che posterò di volata con un copia-incolla, mi piacerebbe controllare su wikipedia o su world.guns.ru se, tra le circa 10 diverse versioni di thompson che furono prodotte in vent’anni, ne sia realmente esistita una così.
tanto per citare qualche “stranezza”, mi pare esistesse per esempio un m1927a1 con canna allungata e che sparava solo colpi singoli, più versioni prodotte in pochissimi pezzi camerate per il 9x19 mm per il .22lr e per una cartuccia sperimentale che doveva avere prestazioni sovrapponibili al .45 winchester magnum. insomma, di storia da raccontare ce n’è.
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me ne ricorderò quando mi prenderò una birra con babbo natale mentre discuteremo sulla lista dei bambini che sono stati buoni
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