classic army m15a1 “vietnam”
vista la relativa mancanza di notizie in rete e la continua disquisizione sulla corrispondenza col modello reale ho cercato dal basso della mia ignoranza di farne una pseudo recensione cercando di rispondere a queste due domande:
-può questo “pezzo di storia” del sa essere un fucile ad oggi “competitivo”? (non sono molto ferrato su questo argomento, ma cercherò di provarci lo stesso)
-ma sto benedetto m16 vietnam che modello identifica?
...bene, carte in tavola yick fung!
un po' di storia (tralasciando quella del modello vero per non riempire pagine di cose dette e ridette): questo classic army null'altro è che la copia sputata di quello che era il marui m16 vietnam, versione “rimodernata” (datata 1994!) del loro vecchio m16a1 (1991), un po' come è successo recentemente all'm4 versione 2006.
un ringraziamento doveroso va ad eu87 da cui ho acquistato il fucile in questione, usato. grazie eugenio, un vero gentiluomo!
nonostante marui lo presentasse (e classic army lo ripropone) nella sua bella scatola
come “602/xm16e1 transition model”, in realtà questo fucile non ha una controparte reale: basti solo dire che quel calcio non esiste “in natura”....
ma analizziamo il tutto con la dovuta calma.
le prime cose che saltano all'occhio sono il corpo di un bel colt gray (grigio topo) e le plastiche solide,abbastanza opache e porose di guancette, calcio ed impugnatura; classic army ha fatto un bel lavoro nel riprodurle?....per il colore del receiver giudicate voi:
il fucile appoggiato all'albero è in realtà un m16a1 vero; per le plastiche avendo avuto la fortuna di vederne la controparte reale posso assicurare che non rendono troppo bene la plastica degli anni'60 (sicuramente molto meglio le marui, lisce e lucide, queste si avvicinano di più allo zytel delle originali moderne, per dirne una).
iniziando dal fondo, troviamo il calcio, privo di sportellino ma con un coperchio gommato che si sfila verso il basso e permette di infilare batterie large in maniera non dissimile dall'ak marui (e in maniera molto più agevole rispetto allo sportellino dei modelli a2); ciò a voler replicare i vecchi calci pre a-1: pieni, in fibra di vetro (o plastica); in realtà non sembra agganciarsi del tutto, si ha la sensazione di perderlo per strada.
peccato questi ultimi avessero un anello portacinghia rotante sull'asse longitudinale e non fisso, prerogativa dei modelli a1 e successivi. la lunghezza invece, inferiore di un centimetro e mezzo rispetto al modello a2 è perfettamente replicata.
il castello, in plastica del suo bel grigio sopracitato non presenta i classici marchi a1: visto l'accordo con armalite ci sono degli improbabili loghi m15a1...bah. almeno il logo armalite è corretto, giusto omaggio al compianto stoner e alla sua rivoluzione anni'50.
quella che sul marui sembrava una bella sbavatura sul selettore in realtà era storicamente corretta, selettore che scorrettamente riporta sulla parte opposta il segnetto per osservare la posizione del selettore stesso (modelli dall'm16a2 in poi).
il gruppo mire è in metallo, storicamente corretto (posteriore regolabile solo in deriva tramite l'ausilio dell'ogiva di un proiettile, ma frontale non a sezione tonda bensì quadrata) con le due aperture leggermente diverse dalle 300/600 m metri cui siamo abituati (anch'esse storicamente corrette). il fatto che la freccia che indichi la direzione di rotazione della mira posteriore sia in rilievo è segno di un m16 modello 603 o posteriore.
dalla parte opposta il forward assist è a goccia (e non tondo),, mentre lo sgancio caricatore protetto per bene ci indica che siamo di fronte ad una carcassa di tipo “full fence”, tipica degli m16a1 “late”. lo sportellino, in metallo, che non è connesso alla leva di armamento, è tenuto chiuso da una molla e copre un (mezzo) otturatore cromato e non parkerizzato, tipico di modelli precedenti l'm16a1; questo presenta il magnete che lo tiene aperto quadrato, tipico dell'm16a1. notevole attenzione nel dettaglio si ritrova anche nel profilo non rinforzato sotto il forward assist, sostituito solo nei modelli a2.
completano l'opera il profilo diverso del maniglione, la grip priva della scanalatura tra medio e anulare liscia posteriormente, un caricatore hi-cap da 190 colpi, replica del modello reale da 20, marchiato classic army (nel marui è marcato colt all'epoca ancora contractor per i caricatori).
le minuterie varie, la leva di armamento, le pin di smontaggio (sostituite da classic army con delle viti orribili), il selettore e la zigrinatura del bolt catch, tutti in metallo, sono replicati da modelli 603 o successivi.
nel frontale le prime cose che saltano agli occhi sono le astine a sezione triangolare con i generosi fori di areazione, che si aprono a metà (dx e sx), trattenute alla base da uno slip ring cilindrico e non a forma di tronco di cono come nelle versioni successive (è scomodissimo da smontare, è duro e non si aggancia bene con le mani, come nella realtà). più avanti si trovano (tutti in metallo) la mira frontale; oltre ad avere il mirino a sezione quadrata, si nota come il dorso (la parte che ritorna verso le astine) abbia quel rialzo in mezzo: nella realtà trattasi di residuo della lavorazione, che dapprima veniva fresato, ma siccome la superficie liscia rifletteva la luce del sole a danno del tiratore si decise di lasciarlo non lavorato. peccato questo successe solo nei lotti di m16a1 “late”.
avanzando troviamo la canna con un profilo più sottile (detto “pencil”) e uno spegnifiamma a tulipano (che come nel modello vero ha la pessima abitudine di raccogliere foglie, terra, rametti e quant'altro). tutto storicamente corretto per un modello m16/xm16e1 “early”. essendo il fucile arrivatomi senza, questo è stato sostituito da un altro modello birdcage.
smontando le guancette si svela la differenza della “croce” della serie marui, ovvero al canna in tre pezzi e il suo relativo innesto al corpo (oltre ad un tubo di recupero gas abbozzato e non realistico, tuttavia abbastanza credibile se visto attraverso i fori delle astine). in questo caso la canna è una bella monopezzo, solida e il recupero gas è ben riproposto.
non c'è più bisogno di ciò!
note tecniche:
non fatevi ingannare dalla quantità di metallo, il peso si stabilizza sui 2,9 kg, pari pari al modello reale, peso peraltro identico al vecchio marui full plastic. al chrony la replica ha segnato al solito una media intorno agli 91m/s, l'hop-up lavora in maniera egregia e la canna lunga da 20” permette un'ottima precisione.
lo smontaggio è una volata, togliendo la vite anteriore si sfila l'upper e si accede al gruppo canna.
per il resto lo smontaggio è il classico. la componentistica interna è tutta bella rinforzata, credo sia durevole se trattata bene.
morale, conviene comprarlo?
siamo sinceri, dovessi prendere una prima replica andrei sul più moderno e compatto, l'm733 è ideale, a prezzo più basso è sicuramente più agevole per un softgunner medio, senza contare altre marche “blasonate” che con pochi euro di differenza propongono soluzioni più compatte e moderne anche se meno affascinanti e la marea di cineserie ad un terzo del prezzo, e vogliamo parlare dei g&p?
il reenactor puro invece si troverà abbastanza interdetto, probabilmente ripiegherebbe meglio su un marui, un g&p o quantomeno su dei gusci in metallo corretti.
ma finora questo è l'unico m16 vecchio stile di concezione moderna,ben fatto e che funziona bene, classic army non si è certamente smentita. tuttavia marui, col suo m16 vietnam è più realistica (anche se meno resistente e performante). la sua leadership ne è la riprova quel modello che a 15 e dico 15 anni dalla sua introduzione è ancora li a dare un bel daffare ai 416,m4,cqb,lr300 e compagnia bella, sicuramente dall'aspetto molto più solido, ma molto spesso null'altro che giganti coi piedi d'argilla (ne so qualcosa....). come disse qualcuno “lepre, la sai quella della tartaruga, no?”
tuttavia questo classic army è un fucile solido, può essere benissimo un arma primaria da usare in tutta tranquillità. purtroppo la solidità è stata barattata in parte col realismo, ma tant'è....
quindi si passa alla classica domanda, ma chi lo ha usato (prendendo in considerazione il modello m16 e m16a1, visto che ad occhio differiscono solo nello spegnifiamma)?
a parte essere stato il mainstay delle forze usa dagli anni'60 fino alla metà degli anni '80, sostituito dall'm16a2 (anche se i seals se lo sono portato dietro ben oltre desert storm visto la possibilità di sparare a raffica continua, le forze usaf ci hanno combattuto parte di oif ed è tuttora usato come training rifle), beh mezzo mondo ha praticamente usato questi fucili, praticamente tutta l'america da nord a sud, dai sas australiani a quelli inglesi (nel british style fan club ci sono guide ottime), le forze nato (quantomeno in piccoli lotti), moltissimi paesi sudamericani, israele, con qualche rara incursione perfino tra le forze rhodesiane.
una nota sulla compatibilità dei caricatori: il suo originale da 190 è abbastanza stretto e non cade quando si sgancia, bisogna proprio tirarlo via. ma con gli altri che ho io funziona bene:
marui (lowcap-hicap)
king arms (midcap plastica-hicap metallo)
classic army (hicap)
star (locap plastica)
golden bow (hicap)
g&p (midcap)