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Grazie ragazzi per le tempestive risposte...il mio intento era proprio quello di fare una grande kill house,come diceva skean...copiando un po da alcuni filmati americani visti sul tubo...quindi tante "casette" ,auto demolite ecc ecc.
Comunque i vostri consigli corrispondono esattamente alle domande che mi ponevo...
Logico che bisogna distinguere una situazione dove lo scopo è divertimento e rientrare dalle spese da un'attività commerciale...
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Quote:
Originariamente inviata da
JUMP62
Forse...ma occorre trovare un posto su cui gravitino molte persone...occorre fare un piano per le spese di allestimento, di affitto, delle utenze, del costo delle attrezzature, del commercialista e delle tasse da pagare. Fatto questo si divide la somma annuale per i giorni di apertura e si otterrà l'incasso minimo giornaliero per ripagare tutte le spese. A questo vanno aggiunti gli stipendi di chi lavoro nella struttura e si devono considerare le spese straordinarie ed impreviste. A quel punto è facile determinare quale sia il "punto zero" tra spese e ricavi e, di conseguenza, capire se il tutto è sostenibile...
Come non quotare il "saggio" Jump62 ?
Ragazzi, senza essere dottori commercialisti o simili esiste una semplice regoletta: quella del cassetto, ovvero quanto esce e quanto resta in questo ipotetico contenitore.
Ho visto troppo spesso improvvisate e per quanto encomiabili iniziative partite sulla spinta dell'iniziale entusiasmo infrangersi, anche male, contro "gli scogli della dura realtà"
Prima di "imbarcarsi" in operazioni del genere, lastricate purtroppo da molti insuccessi e fallimenti, è necessario mettersi a tavolino e, una volta esaminato tutto l'aspetto formale (permessi, abitabilità ecc) fare un conto economico fra spese(certe) e (presunti) ricavi per determinare il punto di pareggio (per gli economisti break even point), applicando la "regola del pessimista" ovvero se stimo incassi (si pressuppone pertanto una semplice indagine di mercato) per 100 scrivo 70. A questo punto, se il valore stimato è sensibilmente positivo, si può pensare di procedere con l'iniziativa.
Un'osservazione: data l'attuale situazione economica già parecchi club fanno fatica a riscuotere le quote sociali, notoriamente non esorbitanti, pensare di pagare una quota di accesso ed uso di spazi urban, se non estremamente ridotta, consideranto una certa frequenza mi pare soluzione difficilmente praticabile.
Ne è testimonianza la chiusura a breve distanza dall'apertura, nella zona di Milano, di diverse attività di questo genere ovviamente
realizzate a scopo di lucro.
Le stesse attività di paint ball, abbastanza in auge in questo periodo, vengono nella maggior parte svolte in luoghi aperti attrezzati con strutture removibili in legno.
Mi spiace essere di freno a questi entusiasmi ma meglio essere realista che pentirsi dopo, con anche debiti da pagare.
Ricordo inoltre che qui siamo in Italia non negli USA, la burocrazia post borbonica è notoriamente presente e la libera iniziativa è ben lungi dall'essere incoraggiata