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Noi gli ultimi eventi che organizziamo sono non competitivi, ognuno pianifica la missione e ne esce soddisfatto se la missione è andata secondo quanto pianificato, anche le amichevoli che organizziamo una volta ogni 2 mesi circa con diversi club sono giocate il più possibile simulative dove ognuno deve pianificare e portare a termine la sua parte di missione. Noi ci alleniamo molto, la maggior parte delle volte per affinare e ripassare tecniche e procedure e non lo facciamo per la competizione della gara, alle volte utilizziamo la domenica per pianificare la "nostra parte" per la domenica successiva, a noi piace così e ci diverte un mondo. Quindi allenarsi non significa non divertirsi e chi si allena seriamente non è meno "divertito" di chi si mette un costume da spiderman con la replica rosa.
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Ragazzi mi pare che si stia uscendo dal seminato.
Innanzitutto rammento che il tema è: "Era del softair in Italia" per cui la focalizzazione relativa al LT, per quanto, secondo me legittima, è solo un aspetto da esaminare o da prendere in considerazione
@Robert Castle: non voglio fare l'avvocato di nessuno ma non mi pare che Lorenzo(scusa se ho semplificato il tuo nick) sia stato offensivo.
La questione economica ha sicuramente una valenza importante, è indubbio che questa stasi nel SA si è manifestata in contemporanea con l'attuale periodo congiunturale.
E' altrettanto vero che la disponibilità di acquisto di qualsiasi bene, non dipenda solo da una più o meno notevole disponibilità economica, ma da molteplici altri fattori, che non mi pare il caso di stare qui ad elencare. Ed infatti non è detto che una spesa di 600 euro per un'asg possa andare bene a chi abbia un seppur ridotta disponibilità e sia assurda per che invece non abbia problemi economici (il mito che chi ha disponibilità butti i soldi fuori dalla finestra è da sfatare, dimentichiamoci i soliti personaggi del gossip).
Questa, dovrebbe essere una civile ed interessante discussione, sulle motivazioni vere o presunte (in quanto non saremo sicuramente noi a cambiare la situazione) che connotano l'attuale situazione del softair, è quindi, a mio parere, che siano presi in considerazione tutti gli aspetti, tecnici, economici, sociali ecc.
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Zerosoft non ti preoccupare del nick, mi chiamo Lorenzo e uso quella sequenza solo perchè il nome era già stato preso, ma preferirei essere chiamato "Lorenzo" :mrgreen:
Inoltre credo che Robert abbia compreso, purtroppo i toni non passano quando si scrive e c'è il rischio di fraintendimenti.
Detto questo, condivido ciò che dici, i soldi sono un primo ostacolo ma non insormontabile: è la passione per quella cosa che ti spinge a spendere o meno quel denaro. Ho appena finito un mese da cameriere perchè mi servivano 540 euro da spendere in un progetto. Io non li avevo ma tanto era il desiderio di fare questa cosa che ho cercato una via autonoma per soddisfarmi. Volere è potere, piangersi addosso significa che non si desidera fino in fondo quella determinata cosa. Diciamo che per me non c'è grande desiderio di immergermi nel LT, lo valuterei certamente se costasse meno, ma per spendere 600 euro dovrei proprio essere innamorato della disciplina. Preferisco spenderli per il golf.
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Senza stare a dilungarmi ed annoiare nessuno, esiste quella che viene definita scala dei bisogni, che identifica quelli primari (mangiare, ecc) da quelli secondari
Ci sono montagne di studi psico-sociologici, che aiutano i pubblicitari, i markettari (senza offesa), gli opinion maker ad influire sulle nostre "povere" menti ed orientare i ns bisogni verso questo o qul bene/servizio. Pensare di non essere influenzato da questi ed altri fattori è ignorante presunzione.
Detto ciò non c'è quindi da stupirsi se per un determinato bisogno uno destini una parte rilevante dei propri introiti.
Non potendo però effettuare un'analisi ad personam, stando necessariamente sulle generali, è indubbio che il fattore economico nella fattispecie, ma più in generale sul mercato abbia una sua valenza.
Ricordo però che si sono affrontati altri aspetti non secondari, che sicuramente ci portano a dare delle "risposte" presumibili, mai certe o dogmatiche, all'attuale stato di cose.