Voi utenti, sinceramente, come vedete SoftAir Mania?
Un caro amico qualche giorno fa mi ha chiamato, dicendomi: “leggiti sto thread (segue titolo ed area del forum), secondo me dovresti scrivere i tuoi perché”.
Dopo aver ribattuto con tutte le mie perplessità, ho ceduto ed eccomi qua, avrei voluto replicare nel thread apposito, ma trovandolo chiuso, ho deciso di aprirne uno nuovo…male che vada mi beccherò una sanzione.
Ma quali “perché” dovrei esporre, vi starete chiedendo?
Ebbene i “perché” ho abbandonato SAM, di punto in bianco, anche se la decisione è maturata nel tempo.
I “perché” abbiano portato me, un vecchio (se me lo concedete) ed attivo utente del forum, a chiudere con un forum in cui si trovava molto a suo agio, l’unico forum sul softair che io abbia mai frequentato e che mai frequenterò (detto in altre parole, non sono migrato in altri lidi, ne mai lo farò).
Le parole che seguono potranno sembrare spocchiose per alcuni, ingiustificabili per altri ma forse condivisibilmente nostalgiche per alcuni, cercherò comunque per quanto mi è possibile di non essere offensivo ed è per questo che inizio a spiegare i miei “perché” sfruttando la figura retorica dell'allegoria.
Nella mia città, molti anni or sono aprì un locale sul molo, tutto in legno, rustico ma curato, io ed altri iniziammo a frequentarlo, si faceva una birra, qualche sigaretta, si parlava di cinema, di politica ma si commentava anche guasconamente la bella ragazza di turno che varcava la soglia.
L’estate si poteva gustare un ottimo drink, con sottofondo di pianoforte ed il tramonto sul mare…un idillio.
Poi, anni dopo, iniziarono ad arrivare le compagnie dei più giovani, i loro rumorosissimi motorini gracchiavano al di sopra del piano, le birre divennero strani e colorati drink superalcolici, le discussioni furono sostituite dagli urli e dalle risate sguaiate e, a fine sera, era necessario essere buoni slalomisti per evitare di lasciare la caviglia su una bottiglia vuota di bacardi breezer gettata a terra o per non insozzare il proprio sandalo sul vomito.
Ebbene, io quel locale l’ho abbandonato, mio malgrado.
A questo punto credo che i più abbiano già compreso, attraverso l'allegoria, le mie ragioni, ma voglio comunque essere esplicito.
Arrivai su SAM quando SAM era un salotto, arrivai da neofita della meccanica ma non del softair.
Da neofita iniziai a chiedere, dopo aver letto ogni singolo argomento, dopo essermi sincerato di non porre domande a cui risposta fosse già stata data.
Grazie a Luky ed altri ho in breve tempo imparato, con l'umiltà che l'allievo deve al maestro, mi sono appassionato e nei mesi/anni a seguire ho dato l’apporto che ho potuto, con sperimentazioni meccaniche, consigli, custom e quant’altro.
Mi ricordo anche interessantissime ed altrettanto accese discussioni in area off-topic, spesso al di sopra delle righe, ma mai nella banalità e sempre comunque con quel fuoco dentro che distingue la rissa da stadio dal dibattito politico/filosofico degli anni che furono (e che non sono più, almeno in questa Italia banalizzata).
Poi, il salotto iniziò a riempirsi ed i nuovi avventori inziarono a “sgasare con i loro motorini” facendo chiasso, le discussioni interessanti iniziarono a rarefarsi, così come le persone con cui valeva la pena confrontarsi (se prima 100 su 200 era il 50%, poi 100 su 1000 diventò il 10%).
I novizi non si distinguevano più per educazione, riverenza e voglia di apprendere ma per superficialità ed arroganza…nel migliore dei casi, si limitavano a bonario quanto fastidioso spam od a leccaculismo da cocco della maestra.
Come non bastasse si iniziarono a leggere le peggiori bestialità grammaticali/lessicali, per me, leggere “quello mi a sparato” o “sono andato ha casa” è peggio di una pugnalata al cuore, tanto mi basta per farmi saltare i nervi e cliccare sulla crocetta rossa del browser.
Infine, i PM, dei più disparati e surreali, a cui nei primi tempi con somma pazienza risposi, poi, non più.
Sarà maleducazione ma dopo una decina di messaggi tipo il seguente decisi di farla finita:
“ciao ho visto il mosin che hai costruito, FIGO, dove posso comprarlo?”
“da nessuna parte, l’ho costruito io come tu stesso hai detto”
“a si k mi dici cm ai fatto?”
“ (segue mia spiegazione)”
“a si vedo d trovare gli strumenti, dici ke ci riesco? Ma il trapano a colonna cos’è?”
Vorrei però che fosse chiara una cosa, di tutto ciò non faccio colpa a nessuno, ne alle nuove leve (ognuno è ciò che è, non v’è colpa nell’Essere), ne tantomeno ai gestori che fanno ciò che possono e che, a differenza mia che ho potuto operare una scelta, sono gioco-forza costretti a confrontarsi con una realtà in continuo e rapido cambiamento.
Semplicemente i tempi fluiscono, i luoghi mutano, noi tutti mutiamo, è il Panta Rei di Eraclito.
Inutile chiedersi se il forum sia migliorato o peggiorato, in quest’epoca di relativismo assoluto, sentenza quali meglio o peggio, sono svuotate di ogni significante.
Cacciari giorni fa in una conferenza, per stigmatizzare l’assurdità del relativismo, fece l’esempio del cazzotto sul naso: chi lo riceve si lamenta del dolore, chi l’ha sferrato replica “è solo una tua opinione”.
Ogni tanto, da sloggato, torno a dare un’occhiata al forum, speranzoso…ed onestamente leggendo (o meglio, non leggendo) noto la sofferenza di altri “vecchi”.
Già che ci sono, vorrei fare un saluto ad alcuni membri, che ci siano più o meno, di cui serbo un piacevolissimo ricordo e con cui spero, un domani, poter tornare a confrontarmi, dialogare, o magari semplicemente leggere, senza doverli cercare nel mezzo di un mare di Nulla:
- Tex zen
- Grigio
- Kraven
- Agors
- Kurni
- Koba
- Spettro Legionario
- ZioFester
- Caligola
- Staffy
- Wotan
- RedBull
Vi lascio con un ultimo pensiero, nel 1995 Lars Von Trier scrisse “Oggi infuria una tempesta tecnologica, da cui conseguirà la definitiva democratizzazione del cinema.” Ne conseguì un Dogma, per far fronte a tale pericolo.
Oggi , alla luce dei prodotti che questo fenomeno ci ha donato, gentaglia tipo i Muccino Bros. o Moccia, mi sento di dire che spesso, la democratizzazione non è la migliore delle opzioni, è anzi qualcosa da arginare e gestire, prima che possa generare mostri.
Spero che questa mia non sia fonte di bisticci, consideratela come un messaggio in una bottiglia, il mare lo consegna, lo si può leggere, ci si può riflettere, ma nulla più.